Arte e vino: una fiorentina a Hong KongArt and wine: a florentine painter in Hong Kong

di redazione – Debutto asiatico per la pittrice fiorentina Elisabetta Rogai, che ad Hong Kong si è esibita in una performance live di EnoArte©, la tecnica artistica che consiste nell’usare il vino al posto dei colori per dipingere quadri che invecchiano col passare del tempo.

Allo Tsim Sha Tsui Center dell’isola oggi cinese – ma con ancora un forte retaggio britannico dai tempi in cui era protettorato inglese – la pittrice ha realizzato in diretta un dipinto davanti a un ospite d’eccezione: accanto a lei sul palco c’era infatti la “celebrity” cinese Jason Chan.
Forse ancora poco conosciuto in Occidente, Jason è uno dei personaggi più seguiti dai giovani cinesi: dopo un passato come conduttore, nel 2010 gli è stato offerto il primo ruolo importante nella sitcom A casa per cena, mentre quest’anno ha debuttato come protagonista nel dramma Blissful Ferry Wheel.
Un connubio inedito, quello tra l’arte e il vino made in Italy e una delle stelle della tv cinese, che testimonia una volta di più l’attenzione che all’estero viene rivolta alle opere e allo stile della pittrice fiorentina. Dopo l’avventura a Los Angeles lo scorso maggio, dove la Rogai è stata ospite d’onore della kermesse VivaVinoLA, ora è toccato all’Estremo Oriente ospitare i dipinti wine-made.

by redaction – Asian debut for the Stendra Florentine painter Elisabetta Rogai, and Hong Kong has performed in a live performance of EnoArte ©, the technique that is to use wine instead of colors to paint pictures as they age over time.

At Tsim Sha Tsui Center Chinese island today – but still with a strong British heritage from the days when it was a British Protectorate – the artist has created a painting live in front of a special guest next to her on stage was In fact, the “celebrity” Chinese Jason Chan.

Perhaps little known in the West, Jason is one of the most followed by the young Chinese: after a past as a conductor, in 2010 he was offered the first major role in the sitcom Home for dinner, and this year he made his debut as the lead in drama Blissful Ferry Wheel.

An unusual combination, the one between the art and the wine made in Italy and one of the stars of the Chinese television, which shows once more the attention that is paid to work abroad and style of the Florentine painter. After the adventure in Los Angeles last May, where Rogai was the guest of honor of the event VivaVinoLA, has now reached the Far East host wine-made paintings.

Tornando agli Uffizi l’Arianna Medicea finisce la sua lunga odissea…Returning to the Uffizi the Medici Arianna and ending her odyssey …

di Nadia Fondelli – Sarà un giorno importante il prossimo 17 dicembre per Firenze perchè, dopo ben 220 di “pellegrinaggio” fra varie sedi più o meno opportune, tornerà nella sala 35 degli Uffizi – detta di Michelangelo per la presenza del celebre Tondo Doni – l’Arianna addormentata, copia romana del III secolo a.C. di una scultura ellenistica, dalle dimensioni notevoli.

Dopo il restauro e uno spettacolare trasporto, la scultura diverrà parte integrante del nuovo allestimento della Sala 35 degli Uffizi, dove la si potrà ammirare, oltre che insieme al Tondo Doni, alle opere di Bugiardini, Albertinelli, Fra’ Bartolomeo, Granacci, Andrea Del Sarto, Franciabigio e Berruguete.

“Con questo allestimento, coerente con la nuova sala dedicata alla scultura antica in apertura del Cinquecento – ha detto la soprintendente Cristina Acidini – si conferma la rievocazione del paragone fra l’Antico e i moderni che diede slancio ai sommi artisti del Cinquecento, Michelangelo compreso. Si sta così scrivendo agli Uffizi un nuovo capitolo di museologia”.
Dal canto suo il direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali, responsabile del progetto, ha aggiunto che “Proprio al centro della nuova sala dedicata a Michelangelo e ai maestri fiorentini di primissimo Cinquecento, sarà posta a fulcro la monumentale statua di Ariadne, nota ai più col nome di Cleopatra. E come Cleopatra la menziona Vasari, quando l’annovera nel gruppo dei marmi ellenistici che, a suo giudizio, furono d’un fascino così intenso da condizionare il corso dell’arte, dando avvio alla cosiddetta ‘maniera moderna”.

Acquistata dal cardinale Ippolito d’Este per la nuova sistemazione dei giardini del Quirinale nel 1572, la statua costituiva uno degli ornamenti più vistosi del giardino Del Bufalo presso fontana di Trevi.
Dopo la morte del cardinale la scultura fu comperata dal cardinale Ferdinando de’ Medici (futuro terzo Granduca di Toscana) e sistemata a Villa Medici di Roma; da qui fu trasferita poi a Firenze nel 1787.
Fu proprio nella splendida villa romana sul Pincio, che la gigantesca figura marmorea di Arianna addormentata accolse centinaia di illustri protagonisti del Grand Tour italiano, da Jonathan Richardson a Johann Winckelmann. Anche Velasquez dopo averla ammirata pare abbia voluto rendergli omaggio raffigurandola in una tavola, oggi al Prado, nella quale la statua troneggia nella sua loggia affacciata sui vialetti sapientemente modellati come vero e proprio Genius loci del giardino del Pincio.

Giunta a Firenze la statua subì un complicato ed eccessivo lavoro di restauro e andò a finire nei depositi del Bargello, fu riconosciuta solo nel 1883 dall’archeologo Adriano Milani per essere infine sistemata, agli Uffizi.  Considerata troppo “rimaneggiata” uscì molto presto dal prestigioso museo e iniziò il suo lungo pellegrinaggio: villa di Poggio Imperiale, Palazzo Pitti e infine Museo Archeologico dove, nel 1883, trovò una sistemazione che si pensava definitiva nel Salone del Nicchio di Palazzo della Crocetta, ma così non fu.
Il ripensamento del percorso espositivo di quel museo in seguito all’alluvione del 1966, comportò la rimozione della statua che, relegata nei depositi di Villa Corsini a Castello, conobbe un breve ritorno all’attenzione del pubblico solo a partire dai primi anni duemila, in conseguenza del parziale riallestimento in forma museale degli ambienti monumentali della villa.

Soltanto grazie alla preziosa collaborazione del direttore del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, Giuseppina Carlotta Cianferoni, e alla generosità degli Amici degli Uffizi, l’Arianna, fresca del restauro torna nel luogo che le spetta di diritto, ultima tappa, ci si augura, di un’odissea durata oltre due secoli che ha visto l’infelice figlia di Minosse peregrinare per i palazzi e le ville della città.

by Nadia Fondelli – It will be an important day the next 17 December to Florence and not only because Online Pokies, after more than 220 of “pilgrimage” in various locations more or less appropriate, return to Room 35 of the Uffizi – that of Michelangelo for the presence of the famous Doni Tondo – l ‘ Ariadne asleep, a Roman copy of the third century BC of a Hellenistic sculpture, the large size.

After the restoration, and a spectacular move the sculpture will become part of the new layout of the room 35 of the Uffizi, where you can admire, as well as to Doni Tondo or the works of Bugiardini, Albertinelli, Fra ‘Bartolomeo, Granacci, Andrea del Sarto, and Franciabigio Berruguete.

“With this production, consistent with the new room dedicated to ancient sculpture at the beginning of the sixteenth century – said the superintendent Cristina Acidini – confirms the re-enactment of the comparison between the ancient and the modern that gave impetus to the chief sixteenth-century artists, including Michelangelo. It’s so writing a new chapter of the Uffizi museum studies.
“For his part, the director of the Galleria degli Uffizi, Antonio Natali, project manager, added that” Right in the middle of the new room dedicated to Michelangelo and Florentine masters of the highest sixteenth , focus will be placed on the monumental statue of Ariadne, best known under the name of Cleopatra. Cleopatra And as the Vasari mentions, when the counts in the group of Hellenistic marble which, in his opinion, were of a charm so intense as to affect the course of art, giving rise to the so-called ‘modern manner. “

Purchased by Cardinal Ippolito d’Este for the resettlement of the Quirinale Gardens in 1572, the statue was one of the most visible manifestations of garden ornaments Del Bufalo at the Trevi Fountain.
After the death of Cardinal sculpture was bought by Cardinal Ferdinando de ‘Medici (the future third Grand Duke of Tuscany) and placed at the Villa Medici in Rome, from where it was moved to Florence in 1787.
It was in the beautiful Roman villa on the Pincio, the giant marble figure of Ariadne asleep welcomed hundreds of prominent players in the Italian Grand Tour, by Jonathan Richardson Johann Winckelmann. Even after having admired Velasquez seems to have wanted to pay homage to him portrayed in a table, now in the Prado, where the statue stands in its loggia overlooking the paths cleverly modeled as a real genius loci of the garden of the Pincio.

Arrived in Florence the statue underwent a complicated restoration work and ended up in the stores of the Bargello, was only recognized in 1883 by the archaeologist Adriano Milani to be finally settled, the Uffizi.
Considered too “altered” came from the Uffizi and began his long pilgrimage villa of Poggio Imperiale, Palazzo Pitti and finally Archaeological Museum where, in 1883, he found an arrangement that final thought in the Hall of the Palace of Nicchio Crocetta, but it is not was.
The rethinking of the exhibition of the museum after the flood of 1966, involved the removal of the statue, confined to the deposits of Villa Corsini Castle, enjoyed a brief return to public attention only since the early years of this decade, in consequence of the partial redevelopment in the form of the museum in monumental villa.

Only thanks to the collaboration of the director of the National Archaeological Museum of Florence, Josephine-Charlotte Cianferoni, and the generosity of the Friends of the Uffizi, Arianna, fresh restoration back in its rightful place, the last stage, it is hoped, to odyssey lasted more than two centuries that saw the unhappy daughter of Minos pilgrimage to the palaces and villas of the city.

Un Oratorio… araba feniceAn Oratorio … phoenix

di Nadia Fondelli – Rinascita e morte in Toscana per l’arte: a Pistoia si salva in extremis da morte certa l’Oratorio del Santissimo Crocifisso, mentre in Maremma crolla un torrione delle mura di Magliano.

Mentre gli amanti della Toscana e dell’arte piangono il collasso di un torrione delle splendide mura di Magliano in Toscana, crollate su se stesse con un rombo cupo che ha squarciato una triste notte a seguito di infiltrazioni d’acqua causate dalle disastrose piogge che hanno ferito la Maremmma, in un altro angolo della Toscana, mentre ad Albinia e dintorni si toglieva fango da case e cantine, a Pistoia rifioriva uno splendido manufatto.

L’arte come la vita ha contrapposto una ferita ad una rinascita.
Ecco che il dolore per la perdita del torrione di Magliano che era lì muto e maestoso testimone di un passato glorioso e leggenderaio dal quattrocento e che ci rimanda alla Repubblica Senese e le lotte intestine toscane, viene lenito in parte dalla rinascita dell’Oratorio del Santissimo Crocifisso a Pistoia.

Giusto una settimana fa alla presenza delle autorità cittadine è stato mostrato a tutti questo grandioso lavoro di restauro.
L’Oratorio pistoiese è un piccolo scrigno che era quasi dimenticato e che aveva alle spalle una storia di degrado e abbandono tanto che ormai si temeva per la sua stessa esistenza.
Un piccolo preziosissimo gioiello barocco, un vago tempietto la cui presenza è documentata fin dal 1646 e che fu sicuramente realizzato entro il 1753 per volontà delle badesse del monastero benedettino nell’orto del quale fu deciso di costruirlo alla fine del percorso devozionale della Via Crucis.
Una piccola cappella voluta come una piccola chiesa a pianta centrale elegante, slanciata e ben proporzionata nella suua eleganza semplice e al cui interno sono conservate pregevoli opere.

Oltre alle innumerevoli decorazioni barocche, su tutto ecco due splendidi affreschi dipinti da Vincenzo Meucci e sull’altare, di fronte all’ingresso, il Crocifisso collocato in un incasso decorato da raffinatissimi bassorilievi e stucchi.

Per secoli l’Oratorio è rimasto lì nella piazzetta racchiusa dall’imponente mole dell’ex monastero oggi Liceo Forteguerri. Una presenza nobile, ma decaduta che giorno dopo giorno, anno dopo anno, l’abbandono, l’incuria e il degrado stavano minando fortemente.
Il suo destino era forse quello di molti altri luoghi della Toscana, gioielli d’arte sacra e civile inesorabilmente perduti … basti solo dire che esistono nella nostra regione almeno 12 borghi interi completamente abbandonati a se stessi che giorno dopo giorno crollano; come stava rischiando di fare l’Oratorio del Crocifisso, com’è successo al Torrione di Magliano in seguito a piogge non comuni.

Per evitare questo ci vuole però passione, buona volontà, molti soldi (difficilissimi da trovare in momenti come questi) e aziende e maestranze che oltre al proprio fare ci mettano passione, tanta passione.

L’Oratorio pistoiese ha trovato il suo magnate nella Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia che, messo mano al portafoglio ha incaricato aziende giovani e brillanti di questo lungo, scrupoloso, difficile, ma ottimamente realizzato restauro.

Un plauso a chi i soldi li ha ma ha il merito di averli saputi spendere bene, un plauso ad amministratori saggi, ma un plauso noi lo vogliamo dare sopratutto alle aziende private che hanno lavorato a questo progetto. Lavori complessi eseguiti a più mani che hanno coinvolte sia le copertuure che le facciate che gli apparati decorativi. Lavori eseguiti da aziende giovani e vogliose di fare rinascere l’arte, piene d’entusiasmo e sicuramente non choosy.

Come non choosy sono quei giovani che in Maremma stanno spalando fango e che con entusiasmo, insieme ai loro amministratori hanno già detto deciso che il torrione di Magliano tornerà su come e più bello di prima, pietra dopo pietra.

by Nadia Fondelli – This is the grief for the loss of the tower of Magliano who was standing silent and majestic witness to a glorious past and leggenderaio from four hundred and with overtones of the Republic of Siena and the Tuscan struggles, is alleviated in part by the revival of the Oratory of the Blessed Crucifix in Pistoia.
Just a week ago in the presence of the city authorities was shown to all this great work of restoration.

The Oratory Pistoia is a small gem that was almost forgotten and that he had a history of decline and abandonment so that now it was feared for its very existence.
A small precious baroque jewel, a vague temple whose presence has been documented since 1646 and that was certainly achieved by 1753 by the will of the abbess of the Benedictine monastery in the garden of which it was decided to build it at the end of the devotional path of the Cross.

A small chapel erected as a small centrally planned church elegant, slender and well-proportioned in suua simple elegance and in whose interior contains fine works.
In addition to many Baroque decorations of all, here are two frescoes painted by Vincenzo Meucci and the altar, facing the entrance, the crucifix placed in a built-decorated with refined reliefs and stucco.

For centuries, the Oratory has been there in the square surrounded by the impressive former monastery now Forteguerri High School. A noble presence, but decayed that day after day, year after year, abandonment, neglect and degradation were undermining strongly.

His fate was perhaps that of many other places in Tuscany, art jewelry religious and civil inexorably lost … suffice it to say that there are at least 12 villages in our region whole completely left to themselves day after day collapse, as was in danger of making the Oratory of the Crucifix, as happened at the Tower of Magliano after rains uncommon.
To avoid this, however, it takes passion, good will, a lot of money (hard to find at times like these) and companies and workers who have put us in addition to their passion, passion.
The Oratory Pistoia found its magnate in the Savings Bank Foundation of Pistoia and Pescia that, put your wallet commissioned bright young companies in this long, painstaking, difficult, but well-made restoration.

A praise to them who the money but it has the merit of having them spend saputi well, a wise administrator applaud, but we want to give an applause especially private companies that have worked on this project. Complex jobs performed by many hands that have involved both copertuure that the facade that the decorations. Work carried out by young companies and wish to revive the art, full of enthusiasm and certainly not choosy.

As young people who are choosy in Maremma are shoveling mud and with enthusiasm, along with their administrators have already decided that the tower said Magliano back on how and more beautiful than before, stone by stone.

Gaiole in Chianti: ProgettArte in piazzaGai

di Stefania Pianigiani – Ferro, legno, rame, pietra, travertino, resina, sono solo alcuni elementi che hanno invaso la piazza e alcune vie di Gaiole in Chianti.
Augusto Bianciardi, giovane brillante e pieno di idee, ha realizzato il sogno della sua vita, quello di aprire una galleria d’arte contemporanea nel cuore del paese, dando spazio ad artisti legati al territorio e non solo.
E’ partito così “ProgettArteHabitat”, nell’intento di riqualificare e votare al bello alcune aree del borgo chiantigiano, che vede coinvolti scultori come Ottobrini e le sue nuotatrici in bronzo esposte alla “Fonte del Cieco”, l’imponente gallo in ferro di Fabio Zacchei, degna interpretazione del simbolo per eccellenza del territorio e del vino chiantigiano. E ancora la poltrona in pietra e le “chiacchere”di Elena Trissino dal Vello d’Oro, le “Presenze” di filo di ferro di Sergio Caddeo, il “Monolite” in cemento, lamiera e resina di Boris Stampfli, che invita a oltrepassare i problemi della vita lasciandosi alle spalle tutte le malignità, e ancora le “Radici” e i “Martiri” di Marco Benagli e il “Ritratto Arcaico”in travertino di Mathew Spender, famoso nel modo per le sue sculture, che hanno arricchito le scene del film “Io ballo da sola” di Bertolucci.
La passeggiata prosegue osservando il “tempo dell’amore” di Nannoni, per poi arrivare alla chiesa del paese, dove il portale di bronzo di Orlando Agati ripercorre la passione di Cristo.
L’itinerario si conclude ai giardini, dove la foglia in bronzo “Doppia Camporana” di Leo Lionni si fonde con le foglie bronzee degli aceri in autunno.
Una passeggiata nell’arte Online Pokies che incontra la natura del Chianti.

Foto di Simone Scenarelliby Stefania Pianigiani – Iron, wood, copper, stone, travertine, resin, are just a few elements that have invaded the square and
some streets of Gaiole in Chianti. Augusto Bianciardi, young and full of brilliant ideas, he realized the dream of his life, to open a contemporary art gallery in the heart of the country, giving space to artists linked to the territory and beyond.

It ‘party so “ProgettArteHabitat”, in order to retrain and vote in the beautiful areas of Chianti village, involving sculptors such as
Silvia Ottobrini and its swimmers bronze exposed to “source of the Blind”, the massive cock in iron Fabio Zacchei worthy interpretation of the symbol par excellence of the territory and wine Chianti.

And yet the chair in stone and the “chat” Elena Trissino the Golden Fleece, the “Presence” of wire Sergio Caddeo, the “monolith” of concrete, metal and resin Boris Stampfli, which invites us to go beyond the problems of life leaving behind all malice, and
yet the “Roots” and “Martyrs” by Marco Benagli and the “Portrait Archaic” travertine Mathew Spender, as famous for his sculptures, which have enriched the film “Stealing Beauty by only “by Bertolucci.
The walk continues by looking at the “time of love” of Nannoni, then get to the village church, where the bronze portal of Orlando Agati traces the passion Christ. The route ends at the gardens, where the leaf bronze “Double Camporana” Leo Lionni merges with bronze leaves of the maple trees in autumn.

Firenze: Santa Croce – il pantheon degli artistiSanta Croce – the pantheon of the artists

di Nicoletta Curradi – “…ma più beata che in un tempio accolte/ serbi l’ itale glorie…” : sono alcuni versi del carme “Dei Sepolcri” di Ugo Foscolo, che illustrano l’ importanza che riveste per Firenze la basilica francescana di Santa Croce, una delle massime creazioni del gotico in Italia.
È nota come
tempio dell’Itale glorie per le numerose sepolture di sommi artisti, letterati e scienziati che racchiude. E’ un simbolo prestigioso, il luogo di incontro dei più grandi artisti, teologi, religiosi, letterati, umanisti e politici, che determinarono l’identità della città tardo-medievale e rinascimentale.

Al suo interno trovarono inoltre ospitalità celebri personaggi della Chiesa come San Bonaventura, Sant’Antonio da Padova e San Bernardino da Siena.
La basilica custodisce, solo sul pavimento 276 lastre di marmo con rilievi e stemmi intarsiati e molti monumenti funebri sono sulle pareti tra gli altari vasariani nonostante lo sfoltimento degli anni sessanta che rimosse gran parte delle tombe aristocratiche ottocentesche, oggi in un corridoio sotto la loggetta del Chiostro Grande.

Sebbene la basilica fosse stata usata come luogo di sepoltura di personaggi illustri al pari di altre chiese è nell’Ottocento che diventò un vero pantheon di personaggi celebri.
Nel 1871 veniva sepolto con una affollata cerimonia Ugo Foscolo – morto nel 1827 in Inghilterra – secondo il suo desiderio di essere accanto a grandi personaggi toscani come Michelangelo e Galileo.
Dopo questo episodio iniziarono ad arrivare altre salme di celebrità decedute anche anni prima: Gioacchino Rossini, Leon Battista Alberti, Vittorio Alfieri ed altri, per i quali i migliori scultori realizzarono i monumenti che ancora si allineano nella navata.
Anche per Dante fu approntato un grande sepolcro, ma Ravenna si rifiutò strenuamente di consegnare le spoglie del poeta morto in esilio.

Santa Croce arrivò ad ospitare quindicimila salme, con una grande mole di richieste dopo che la sua fama di custode delle Urne de’ forti si era diffusa.
Tutte le richieste erano esaminata da un’apposita commissione e approvate dal Granduca in persona che stabiliva anche l’entità dell’elargizione.

Fra i monumenti antichi quello del primo personaggio di rilievo è di Leonardo Bruni per il quale Bernardo Rossellino ideò una tomba ad arcosolio rinascimentale (1444-45), cioè con il sepolcro posto dentro una rientranza formata da un gradone e da un arco a tutto sesto che lo chiude in alto. Allo stesso modo fu creata la tomba del suo successore Carlo Marsuppini, per mano di Desiderio da Settignano.

photo by: Barbara Mealli

di Nicoletta Curradi[…] Blessed because one temple still preserves / Italy’s glories […]” are Electronic Cigarette a couple of the lines of the poem, ‘Dei Sepolcri’ by Ugo Foscolo, which illustrate the importance of the Franciscan basilica of Santa Croce to Florence, one of the greatest Gothic buildings in Italy.
It is known as the Temple of the Italian Glories with the numerous graves of illustrious artists, literati and scientists. It is a prestigious
symbol, the meeting place of the greatest artists, theologians, religious figures, literati, humanists and politicians who determined the identity of the late Medieval and Renaissance city.

Famous Church figures are also found inside the basilica like Saint Bonaventure, Saint Anthony of Padua and Saint Bernardino of Siena.
The floor of the basilica is home to 276 marble slabs with reliefs and carved coats of arms and many funerary monuments are on the walls including the Vasari-style altars, notwithstanding the cutbacks in the Sixties, which removed most of the 19th-century aristocratic tombs, now in a corridor beneath the loggia of the Great Cloister.

Although the basilica was used as the burial place of illustrious figures like other churches, it became a true pantheon of famous people in the 19th century.
In 1871, Ugo Foscolo was buried here in a crowded ceremony (he died in England in 1827), according to his wish to be laid to rest next to great Tuscan figures like Michelangelo and Galileo.
After this episode, other famous bodies started to arrive even years later, including Gioacchino Rossini, Leon Battista Alberti, Vittorio Alfieri and others, for whom the best sculptors made monuments that still line the nave. A great burial ground was also prepared for Dante, but Ravenna absolutely refused to hand over the relics of the poet who had died in exile.

Santa Croce ended up being the resting place of 15,000 bodies, with a huge number of requests after its reputation as the home of the Urne de’ forti (the tomb of Ugo Foscolo) had spread.
All the requests were examined by a designated commission and approved by the grand duke in person, who also decided upon the donation.In terms of the old monuments, there’s the illustrious figure of Leonardo Bruni, for whom Bernardo Rossellino designed a Renaissance arcosolium tomb (1444-45), that is to say, with the grave positioned behind a recess consisting of a step and a round arch that ends high up. The tomb of his successor, Carlo Marsuppini, was created in the same way by Desiderio da Settignano.

photo by: Barbara Mealli

Firenze: “Riconoscere l’originale nell’arte”, un simposio internazionaleFlorence: “The original in art”, an international simposium

di Nicoletta Curradi – E’ stato per anni considerato una copia, adesso può dirsi a tutti gli effetti un originale. Mina Gregori, Professoressa Emerita di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Firenze, caravaggista di fama mondiale, ha infatti riconosciuto la mano di Johan Zoffany, artista tedesco del XVIII secolo, in un autoritratto del 1777: una composizione con taglio ravvicinato sull’artista che cattura perfettamente la sua enigmatica personalità di umorista irriverente e acuto osservatore che sfida le gerarchie, i confini nazionali e le implicazioni sociali. Zoffany è l’autore della Tribuna degli Uffizi, tela che ritrae la sala del Buontalenti riaperta di recente al pubblico dopo mesi di restauro. I suoi migliori autoritratti sono tutti in Italia, agli Uffizi, al Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona e alla Galleria Nazionale di Parma.

“Si tratta della stessa ideazione del ritratto conservato a Cortona – scrive Gregori nella sua attribuzione – Qui la rappresentazione è più concentrata nel busto, come confermano anche le minori misure di quelle dell’esemplare cortonese (cm. 72,5 x 58). Poiché questo è datato 1777, si può pensare che anche il nostro ‘Autoritratto’ sia stato eseguito all’incirca a questa data. La fattura libera, con colpi quasi a macchia, non solo nella pelliccia, ma anche negli incarnati, rafforza l’ipotesi della sua autografia. I caratteri brillanti dell’esecuzione rappresentano le qualità che rendono significativa l’opera e corrispondono allo spirito del personaggio”.

La piccola tela (cm. 55 x 40.5) è stata riportata allo stato originale, utilizzando gli ultimi metodi scientifici, dalla restauratrice fiorentina Roberta Lapucci. La campagna di indagini diagnostiche svolta sotto la supervisione di Anna Pelagotti nei laboratori Art-Test di Firenze, eccellenza della investigazione scientifica applicata ai beni culturali (analisi chimiche dei pigmenti, raggi X, fotografia multilayer), conferma l’originalità del dipinto. Inoltre, l’analisi storico-artistica delle vesti, condotta da Cristina Giorgetti (Accademia delle Belle Arti, Firenze), rafforza la tesi che si tratti di una versione precedente alla tela di Cortona.
Una scoperta affascinante presentata all’interno del Simposio Internazionale “Riconoscere l’originale nell’arte”, ospitato dalla prestigiosa università americana SACI Studio Art Centers International – Palazzo dei Cartelloni – Firenze, il 12 ottobre scorso.

L’Autoritratto di Zoffany appartiene a Mnajdra Ltd, Discerning Fine Arts, giovane società spagnola che gestisce una collezione di opere d’arte antiche di grande qualità e valore tecnico e che ha promosso il Simposio odierno. La selezione delle opere si deve a Susan Grundy, storica dell’arte inglese, fondatrice e direttrice di Mnajdra. Il suo intuito, la sua competenza storico-artistica, nonché il suo coraggio nell’investigare le fonti, uniti all’impiego di tecnologie di ricerca all’avanguardia, hanno infatti riportato alla luce eccezionali opere d’arte: lo Zoffany, ma anche il Ritratto di Filosofo (XVII secolo) di un Anonimo Caravaggesco e il Ritratto di Lady Diana Cecil, Contessa di Oxford (XVII secolo), ritenuto una maniera autentica di A. Van Dyck. Tutti e tre i dipinti sono esposti per l’intera giornata del Simposio.
“Noi acquisiamo opere d’arte trascurate – ha detto Grundy – e, poi, rispettandone l’epoca e l’originalità della concezione, ci sforziamo di restaurarle e rivalutarle. In futuro, ci piacerebbe lavorare su dipinti di artiste donne abbandonati nei magazzini, in particolare a Firenze. Utilizzando intuizione, conoscenze storiche, campagne diagnostiche indipendenti e accurati restauri, abbiamo già recuperato un capolavoro”.Oggi Zoffany ha un’opera in più: lo straordinario Autoritratto della collezione Mnajdra.

di Nicoletta Curradi – It ‘s long been considered a copy, can now be said to be in all payday loans for bad credit respects an original. Mina Gregori, Professor Emeritus of Modern History at the University of Florence, Caravaggio world famous, has recognized the hand of Johan Zoffany, German artist of the eighteenth century, in a self-portrait of 1777: a composition close cut on artist who perfectly captures his enigmatic personality irreverent humorist and keen observer that challenge hierarchies, national boundaries and social implications.
Zoffany is the author of the Tribuna of the Uffizi, canvas depicting the hall of Buontalenti recently reopened to the public after months of restoration. His best portraits are all in Italy, the Uffizi Gallery, the Museum of the Etruscan Academy of Cortona and the National Gallery of Parma.

“This is the same conception of the portrait preserved in Cortona – Gregori writes in his attribution – Here the representation is more concentrated in the chest, as confirmed by the smaller sizes of the specimen Cortona (cm. 72.5 x 58). Since this is dated 1777, one might think that our ‘Self’ has been executed at about that date. The invoice free shots with almost spot, not only in the fur, but also in flesh tones, strengthens the hypothesis of its authenticity. The characters are brilliant execution the qualities that make the work meaningful and reflect the spirit of the character. ”

The small canvas (cm. 55 x 40.5) has been restored to its original state, using the latest scientific methods, the Florentine restorer Roberta Lapucci. The campaign of diagnostic tests carried out under the supervision of Anna Pelagotti Art-Test laboratories in Florence, excellence in scientific investigation applied to cultural heritage (chemical analysis of pigments, X-ray photography multilayer), confirms the originality of the painting. Moreover, the analysis of historical and artistic clothes, led by Cristina Giorgetti (Academy of Fine Arts, Florence), strengthens the argument that this is an earlier version of the canvas of Cortona.
A fascinating discovery presented in the International Symposium “Recognizing the original art”, hosted by the prestigious American university SACI Studio Art Centers International – Palace of Billboards – Florence, on October 12 last year.

The Zoffany Portrait of a member of Mnajdra Ltd, Discerning Fine Arts, a young Spanish company that manages a collection of ancient works of art of great quality and technical merit and promoted the Symposium today. The selection of works is due to Susan Grundy, English art historian, founder and director of Mnajdra. His insight, expertise of art history, and his courage in investigating the sources, combined with the use of technology to cutting-edge research, have in fact brought to light great works of art: the Zoffany, but also the Portrait of a Philosopher (XVII century) by an anonymous Caravaggio and the Portrait of Lady Diana Cecil, Countess of Oxford (XVII century), regarded as an authentic way of A. Van Dyck. All three paintings are on display for the whole day of the Symposium.
“We acquire works of art neglected – Grundy said – and, then, respecting the time and the originality of the design, we strive to restore them and rivalutarle. In the future, we would like to work on paintings by women artists in abandoned warehouses, particularly in Florence. Using intuition, historical knowledge, and independent diagnostic campaigns careful restoration, we have already recovered a masterpiece. “Today Zoffany has more than a work: the extraordinary portrait of the collection Mnajdra.