San Polo in Chianti: dentro il frantoio

[:it]20151120_104516di Nadia Fondelli – Dell’olio extra vergine d’oliva si parla molto, forse troppo e anche a sproposito specie dopo l’anno orribile 2014 che di fatto, in Toscana ha azzerato la produzione e fatto piangere lacrime amare a tanti.

Questo raccolto 2015 era quindi atteso più di una sposa all’altare. Abbiamo iniziato a parlarne i primi di ottobre prima bisbigliando sottovoce poi, piano 20151120_110351piano più forte fino all’apoteosi di questi giorni quando i frantoi lavorano a pieno regime 24 ore su 24.

Previsioni, anteprime e discorsi, tanti. Difficile però che le porte molto girevoli in questi giorni dei frantoi si aprano ai ficcanaso giornalisti. C’è da lavorare e meglio non averli fra i piedi.

Non sempre è così però perché a San 20151120_121043Polo in Chianti, i fratelli Gionni e Paolo Pruneti, nonostante le occhiaie e i riccioli ribelli di molte notti insonni passate in frantoio ci hanno accolto per raccontarsi e raccontare il loro essere, orgogliosamente, artigiani del gusto.

Qui l’extra vergine d’oliva è il prodotto, non il fratello minore del vino. E’ il prodotto voluto, cercato, sognato e realizzato da due giovani visionari dell’agricoltura 2.0 che fanno qualità dell’eccellenza e che, come se già non fosse eroico il loro lavoro per il frutto dell’olivo, si dilettano anche a ridare splendore alla produzione dell’iris e dello zafferano.

Ma torniamo all’extra vergine che davanti ai nostri occhi in pochi passaggi si trasforma da oliva a olio.
Con coraggio e passione Gionni e Paolo rappresentano l’oggi e il domani di un’azienda dalla tradizione centenaria. Coraggio e passione con cui seguono personalmente ogni fase di lavorazione, coraggio e passione con cui immettono sul mercato monocultivar, cru e blend scelti e selezionati in prima persona per regalare agli appassionati un top di gamma e ai neofiti la possibilità di scoprire la differenza fra un grande extravergine e un anonimo equivalente da supermercato.

Oggi alcuni colleghi stranieri hanno avuto la possibilità di avvicinarsi a questo mondo. Hanno provato l’esperienza particolare di frangere in campo da un olivo e di fare poi degustazione d’olio anche al bicchiere. Hanno provato la sensazione di sentirsi graffiare la gola dai polifenoli, di sentire al naso e in bocca sentori di campo balsamici.

Leccino, Moraiolo e Frantoio i monocultivar 2015 degustati.
Si confermano l’eccellenza degli extravergini dei Pruneti. Leggero, delicato, equilibrato e dolce con i suoi sentori di lattuga e insalate il Leccino. Sentore di erba di campo, rucola, mela verde e finale di pepe nero intenso per il Moraiolo e caratteristico carciofo, rucola e pepe verde per il Frantoio.
Un’annata che promette bene. Il 2015 Pruneti pare davvero essere in linea con i sogni visionari di Gionni e Paolo che per essere compiuti devono solo veder diventare il consumatore un fruitore sempre più consapevole.[:en]20151120_104516 20151120_11035120151120_121043di Nadia Fondelli – Dell’olio extra vergine d’oliva si parla molto, forse troppo e anche a sproposito specie dopo l’anno orribile 2014 che di fatto, in Toscana ha azzerato la produzione e fatto piangere lacrime amare a tanti.

Questo raccolto 2015 era quindi atteso più di una sposa all’altare. Abbiamo iniziato a parlarne i primi di ottobre prima bisbigliando sottovoce poi, piano piano più forte fino all’apoteosi di questi giorni quando i frantoi lavorano a pieno regime 24 ore su 24.

Previsioni, anteprime e discorsi, tanti. Difficile però che le porte molto girevoli in questi giorni dei frantoi si aprano ai ficcanaso giornalisti. C’è da lavorare e meglio non averli fra i piedi.

Non sempre è così però perché a San Polo in Chianti, i fratelli Gionni e Paolo Pruneti, nonostante le occhiaie e i riccioli ribelli di molte notti insonni passate in frantoio ci hanno accolto per raccontarsi e raccontare il loro essere, orgogliosamente, artigiani del gusto.

Qui l’extra vergine d’oliva è il prodotto, non il fratello minore del vino. E’ il prodotto voluto, cercato, sognato e realizzato da due giovani visionari dell’agricoltura 2.0 che fanno qualità dell’eccellenza e che, come se già non fosse eroico il loro lavoro per il frutto dell’olivo, si dilettano anche a ridare splendore alla produzione dell’iris e dello zafferano.

Ma torniamo all’extra vergine che davanti ai nostri occhi in pochi passaggi si trasforma da oliva a olio.
Con coraggio e passione Gionni e Paolo rappresentano l’oggi e il domani di un’azienda dalla tradizione centenaria. Coraggio e passione con cui seguono personalmente ogni fase di lavorazione, coraggio e passione con cui immettono sul mercato monocultivar, cru e blend scelti e selezionati in prima persona per regalare agli appassionati un top di gamma e ai neofiti la possibilità di scoprire la differenza fra un grande extravergine e un anonimo equivalente da supermercato.

Oggi alcuni colleghi stranieri hanno avuto la possibilità di avvicinarsi a questo mondo. Hanno provato l’esperienza particolare di frangere in campo da un olivo e di fare poi degustazione d’olio anche al bicchiere. Hanno provato la sensazione di sentirsi graffiare la gola dai polifenoli, di sentire al naso e in bocca sentori di campo balsamici.

Leccino, Moraiolo e Frantoio i monocultivar 2015 degustati.
Si confermano l’eccellenza degli extravergini dei Pruneti. Leggero, delicato, equilibrato e dolce con i suoi sentori di lattuga e insalate il Leccino. Sentore di erba di campo, rucola, mela verde e finale di pepe nero intenso per il Moraiolo e caratteristico carciofo, rucola e pepe verde per il Frantoio.
Un’annata che promette bene. Il 2015 Pruneti pare davvero essere in linea con i sogni visionari di Gionni e Paolo che per essere compiuti devono solo veder diventare il consumatore un fruitore sempre più consapevole.[:]

Firenze: il made in Tuscany falso in mostra… in gabbia

[:it]20151019170812950di redazione – Dal kit per farsi il Chianti in garage alla finocchiona Columbus: una mostra di orrori internazionali alla Casa delle Eccellenze accanto alle prelibatezze originali fino al 31 ottobre. Il falso Made in Tuscany in gabbia. Alla Casa delle Eccellenze l’Osservatorio Anti-Contraffazione della Camera di Commercio di Firenze, in collaborazione con Coldiretti, esibisce gli orrori scoperti e sequestrati in tutto il mondo.

Fino a fine mese si può visitare la più grande galleria di tarocchi mai allestita in Toscana intitolata «I nuovi mostri a tavola»: merce spesso deleteria per la salute, che danneggia l’agroalimentare e l’immagine della Made in Italy a livello internazionale, contribuendo a far chiudere imprese e a distruggere posti di lavoro.

Fra i 32 esempi di prodotti spacciati per italiani o toscani il Chianti prodotto in California, il celebre kit per farsi in garage il nostro Doc, la finocchiona americana «Columbus», il salame declinato con tante ingannevoli etichette come il «Firenza Salami» prodotto in Germania, oppure il latte statunitense chiamato «Tuscan».

I prodotti sequestrati e «rinchiusi» nella gabbia dell’ex tribunale subiranno anche un processo al falso Made in Italy (mercoledì 21 ottobre, ore 11) dove a trascinare i tarocchi sul banco degli imputati saranno veri produttori di Coldiretti e militari dei Nas (il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma dei Carabinieri), con una giuria popolare – il pubblico presente in sala – che alla fine esprimerà il verdetto

 [:en]20151019170812950di redazione – Dal kit per farsi il Chianti in garage alla finocchiona Columbus: una mostra di orrori internazionali alla Casa delle Eccellenze accanto alle prelibatezze originali fino al 31 ottobre. Il falso Made in Tuscany in gabbia. Alla Casa delle Eccellenze l’Osservatorio Anti-Contraffazione della Camera di Commercio di Firenze, in collaborazione con Coldiretti, esibisce gli orrori scoperti e sequestrati in tutto il mondo.

Fino a fine mese si può visitare la più grande galleria di tarocchi mai allestita in Toscana intitolata «I nuovi mostri a tavola»: merce spesso deleteria per la salute, che danneggia l’agroalimentare e l’immagine della Made in Italy a livello internazionale, contribuendo a far chiudere imprese e a distruggere posti di lavoro.

Fra i 32 esempi di prodotti spacciati per italiani o toscani il Chianti prodotto in California, il celebre kit per farsi in garage il nostro Doc, la finocchiona americana «Columbus», il salame declinato con tante ingannevoli etichette come il «Firenza Salami» prodotto in Germania, oppure il latte statunitense chiamato «Tuscan».

I prodotti sequestrati e «rinchiusi» nella gabbia dell’ex tribunale subiranno anche un processo al falso Made in Italy (mercoledì 21 ottobre, ore 11) dove a trascinare i tarocchi sul banco degli imputati saranno veri produttori di Coldiretti e militari dei Nas (il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma dei Carabinieri), con una giuria popolare – il pubblico presente in sala – che alla fine esprimerà il verdetto

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Extra vergine d’oliva anno zero

[:it]olio-extravergine-di-olivadi Nadia Fondelli – E’ un’annata importante quella alle porte per questo protagonista assoluto della storia, della cultura e della tavola italiana.
L’olio extra vergine d’oliva dopo l’anno orribile si affaccia al mercato con un raccolto tanto atteso quanto pare davvero confortante.

L’andamento climatico favorevole nonostante l’estate lunga e torrida ha permesso un buon sviluppo sia del fiore che del frutto. Nessun problema, e non è mai banale sottolinearlo, sotto l’aspetto fitosanitario. La mosca olearia, nefasta protagonista della scorsa stagione quest’anno non ha avuto possibilità di sferrare i suoi attacchi.

Fabrizio Filippi, neo rieletto presidente del consorzio olio extra vergine d’oliva toscano Igp, che rappresenta circa l’80 % della produzione toscana parla senza mezzi termini di “bella annata tanto attesa fra paura, ansia e aspettative.
Siamo davanti a uno spartiacque. Quel che è stato perso sarà difficile recuperarlo, ma sicuramente il 2014 ha lasciato in dote la necessità di porre maggiore attenzione alla coltivazione, in ogni sua fase. E’ fondamentale prendere atto che il clima è cambiato e non ci sono più certezze. Una volta era tradizione cominciare la raccolta dopo la festa di Ognissanti e invece all’oggi siamo anticipati di almeno quindici giorni. Bisogna prendere atto che serve versatilità.”

L’assessore all’agricoltura della regione Marco Remaschi richiama invece tutti ad una maggiore organizzazione per evitare il ripetersi di stagioni come la scorsa e per sfruttare al meglio le risorse disponibili a  livello europeo nella programmazione 2014 – 2020.
Per farlo chiede di cercare di recuperare il 27% dell’olivocultura incolta a causa della mancanza di reddittività, lavorare per la riduzione dei costi, valorizzare il prodotto olio toscano che è anche paesaggio oltreché universalmente riconosciuto come straordinario anche sotto l’aspetto organolettico e quindi salutistico.

A Reggello capitale dell’olio toscano come si prospetta la stagione? Ne abbiamo parlato con l’assessore all’agricoltura Giacomo Banchetti che racconta con entusiasmo di annata interessante sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo.
“Quello appena trascorso senza olio è stato un anno molto duro e siamo arrivati ad attendere questo momento con particolare ansia ma con altrettanta fiducia. Oggi, alla vigilia della raccolta si può finalmente dire che le aspettative sono ottime e che la tradizionale rassegna, dopo lo stop del 2014, e che si terrà il 30/31 ottobre e il 1 Novembre sarà un’edizione particolarmente ricca di appuntamenti”.
Noi in anteprima per voi abbiamo provato l’extravergine 2015 appena imbottigliato. Elegante e tipicamente toscano sia nei monocultivar che nei blend. Colore intenso, profumi avvolgenti, gusto rotondo e raffinato. E se si considera che, il primo olio che passa nel frantoio solitamente non è mai il massimo c’è davvero da essere speranzosi.[:en]olio-extravergine-di-olivadi Nadia Fondelli – E’ un’annata importante quella alle porte per questo protagonista assoluto della storia, della cultura e della tavola italiana.
L’olio extra vergine d’oliva dopo l’anno orribile si affaccia al mercato con un raccolto tanto atteso quanto pare davvero confortante.

L’andamento climatico favorevole nonostante l’estate lunga e torrida ha permesso un buon sviluppo sia del fiore che del frutto. Nessun problema, e non è mai banale sottolinearlo, sotto l’aspetto fitosanitario. La mosca olearia, nefasta protagonista della scorsa stagione quest’anno non ha avuto possibilità di sferrare i suoi attacchi.

Fabrizio Filippi, neo rieletto presidente del consorzio olio extra vergine d’oliva toscano Igp, che rappresenta circa l’80 % della produzione toscana parla senza mezzi termini di “bella annata tanto attesa fra paura, ansia e aspettative.
Siamo davanti a uno spartiacque. Quel che è stato perso sarà difficile recuperarlo, ma sicuramente il 2014 ha lasciato in dote la necessità di porre maggiore attenzione alla coltivazione, in ogni sua fase. E’ fondamentale prendere atto che il clima è cambiato e non ci sono più certezze. Una volta era tradizione cominciare la raccolta dopo la festa di Ognissanti e invece all’oggi siamo anticipati di almeno quindici giorni. Bisogna prendere atto che serve versatilità.”

L’assessore all’agricoltura della regione Marco Remaschi richiama invece tutti ad una maggiore organizzazione per evitare il ripetersi di stagioni come la scorsa e per sfruttare al meglio le risorse disponibili a  livello europeo nella programmazione 2014 – 2020.
Per farlo chiede di cercare di recuperare il 27% dell’olivocultura incolta a causa della mancanza di reddittività, lavorare per la riduzione dei costi, valorizzare il prodotto olio toscano che è anche paesaggio oltreché universalmente riconosciuto come straordinario anche sotto l’aspetto organolettico e quindi salutistico.

A Reggello capitale dell’olio toscano come si prospetta la stagione? Ne abbiamo parlato con l’assessore all’agricoltura Giacomo Banchetti che racconta con entusiasmo di annata interessante sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo.
“Quello appena trascorso senza olio è stato un anno molto duro e siamo arrivati ad attendere questo momento con particolare ansia ma con altrettanta fiducia. Oggi, alla vigilia della raccolta si può finalmente dire che le aspettative sono ottime e che la tradizionale rassegna, dopo lo stop del 2014, e che si terrà il 30/31 ottobre e il 1 Novembre sarà un’edizione particolarmente ricca di appuntamenti”.
Noi in anteprima per voi abbiamo provato l’extravergine 2015 appena imbottigliato. Elegante e tipicamente toscano sia nei monocultivar che nei blend. Colore intenso, profumi avvolgenti, gusto rotondo e raffinato. E se si considera che, il primo olio che passa nel frantoio solitamente non è mai il massimo c’è davvero da essere speranzosi.[:]

Libri: gli “appetiti estremi” di Stefania e company

[:it]critiche-gastronomichedi Nadia Fondelli – A sorpresa, passo dopo passo la nostra collaboratrice Stefania Pianigiani vola sempre più in alto e oggi debutta anche in veste di autrice di libri, a quattro mani con la sua amica per caso Sabrina Somigli.

Sarà Pontassieve nell’ambito della manifestazione CookStock a battezzare, sabato 5 settembre,  il debutto librario di Stefania Pianigiani enogastrogiardiniera, come lei ama definirsi.
Giardiniera per mestiere,  seguitissima blogger appassionata di buona cucina e del buon stile toscano è diventata giornalista quasi per caso, alcuni anni fa.
Mi vanto, e a ben donde dato che i dati mi danno ragione, di aver intuito che dietro la tastiera di una blogger appassionata c’era una vera giornalista attenta, curiosa e competente prestata al giardinaggio.
Quando gli proposi di fare la giornalista e iniziare a scrivere per il mio “Toscana$Chianti News” quasi sorrise pensando che scherzassi e oggi eccoci qua al debutto di  “Appetiti estremi”.

E’ il suo primo libro scritto a quattro mani con Sabrina Somigli, edito da Ara Edizioni.
Una serie di racconti alla scoperta della Toscana meno esplorata dove non mancano cibo, territorio, arte, natura, ma soprattutto tanto humor che darà luogo a situazioni davvero “ridanciane”.  Appetiti Estremi è la dimostrazione di come un sogno si può avverare grazie alle testimonianze reali di Stefania Pianigiani, giornalista e blogger, ma soprattutto giardiniera e di Sabrina Somigli, microbiologa, prestata con successo alla ristorazione in veste di cuoca.

Ma soprattutto è una storia di amicizia, impressa nelle pagine che scorrono veloci sotto lo sguardo del lettore, e come dice il giornalista Aldo Fiordelli autore della prefazione: “Già dalle prime righe si ha la sensazione di leggere una Muriel Barbery più solare, meno tormentata, toscanizzata di un ‘ironia più pungente e con un velo di delicato cinismo”.  I disegni  e la copertina sono di Rakele Tondini, disegnatrice e insegnante di storia del costume al Museo del Tessuto di Prato, conosciuta dalle autrici per caso e con la quale è scattata subito la sintonia.
Ad arricchire i racconti, impostati sui principali pasti della giornata, la partecipazione straordinaria di Marco Stabile, chef stellato e presidente dei JRE Italia, Paolo Gori della trattoria da Burde, Giovanni Santarpia che fa la pizza più buona che ci sia, Simone Municchi della gelateria l’Antica Delizia, e la famiglia Pallai del ristorante K2 di Abbadia San Salvatore. Il libro è disponibile nelle migliori librerie, in vendita “online”  sui principali canali di distribuzione e debutta in anteprima nazionale sabato 5 settembre alle 17.30 a Pontassieve (FI), all’interno di  “Bocconi e Parole” in piazza Vittorio Emanuele II nell’ambito della manifestazione gastronomica “CookStock”, ove la Sieve al gusto si confonde…

Auguri Stefania, dalla tua redazione[:en]critiche-gastronomichedi Nadia Fondelli – A sorpresa, passo dopo passo la nostra collaboratrice Stefania Pianigiani vola sempre più in alto e oggi debutta anche in veste di autrice di libri, a quattro mani con la sua amica per caso Sabrina Somigli.

Sarà Pontassieve nell’ambito della manifestazione CookStock a battezzare, sabato 5 settembre,  il debutto librario di Stefania Pianigiani enogastrogiardiniera, come lei ama definirsi.
Giardiniera per mestiere,  seguitissima blogger appassionata di buona cucina e del buon stile toscano è diventata giornalista quasi per caso, alcuni anni fa.
Mi vanto, e a ben donde dato che i dati mi danno ragione, di aver intuito che dietro la tastiera di una blogger appassionata c’era una vera giornalista attenta, curiosa e competente prestata al giardinaggio.
Quando gli proposi di fare la giornalista e iniziare a scrivere per il mio “Toscana$Chianti News” quasi sorrise pensando che scherzassi e oggi eccoci qua al debutto di  “Appetiti estremi”.

E’ il suo primo libro scritto a quattro mani con Sabrina Somigli, edito da Ara Edizioni.
Una serie di racconti alla scoperta della Toscana meno esplorata dove non mancano cibo, territorio, arte, natura, ma soprattutto tanto humor che darà luogo a situazioni davvero “ridanciane”.  Appetiti Estremi è la dimostrazione di come un sogno si può avverare grazie alle testimonianze reali di Stefania Pianigiani, giornalista e blogger, ma soprattutto giardiniera e di Sabrina Somigli, microbiologa, prestata con successo alla ristorazione in veste di cuoca.

Ma soprattutto è una storia di amicizia, impressa nelle pagine che scorrono veloci sotto lo sguardo del lettore, e come dice il giornalista Aldo Fiordelli autore della prefazione: “Già dalle prime righe si ha la sensazione di leggere una Muriel Barbery più solare, meno tormentata, toscanizzata di un ‘ironia più pungente e con un velo di delicato cinismo”.  I disegni  e la copertina sono di Rakele Tondini, disegnatrice e insegnante di storia del costume al Museo del Tessuto di Prato, conosciuta dalle autrici per caso e con la quale è scattata subito la sintonia.
Ad arricchire i racconti, impostati sui principali pasti della giornata, la partecipazione straordinaria di Marco Stabile, chef stellato e presidente dei JRE Italia, Paolo Gori della trattoria da Burde, Giovanni Santarpia che fa la pizza più buona che ci sia, Simone Municchi della gelateria l’Antica Delizia, e la famiglia Pallai del ristorante K2 di Abbadia San Salvatore. Il libro è disponibile nelle migliori librerie, in vendita “online”  sui principali canali di distribuzione e debutta in anteprima nazionale sabato 5 settembre alle 17.30 a Pontassieve (FI), all’interno di  “Bocconi e Parole” in piazza Vittorio Emanuele II nell’ambito della manifestazione gastronomica “CookStock”, ove la Sieve al gusto si confonde…

Auguri Stefania, dalla tua redazione[:]

Pontassieve: Quàlita partecipa a Cookstock 3 giorni di cibo, vino e musica

[:it]Progetto Qualitadi redazione –  Quàlita, progetto rivolto alle piccole aziende del settore agroalimentare, sarà presente il 4, 5 e 6 di settembrealla seconda edizione della kermesse enogastronomica Cookstock, appuntamento che animerà le vie del centro di Pontassieve con degustazionivino, cibo di stradacooking show realizzati da grandi chefmostre eaperitivi, il tutto condito da ottima musica.

Cookstock, che lo scorso anno ha visto la presenza di 20.000 persone, è organizzato dall’Associazione Cavolo a Merenda e dal Comune di Pontassieve, con il supporto dell’azienda Ruffino.

Piazza Vittorio Emanuele II ospiterà il cibo di strada, piazza Boetani sarà dedicata ad attività ed animazioneper i più piccoli, via Ghiberti vedrà il coinvolgimento delle botteghe del borgo e degli agricoltori locali e piazza XIV Martiri, gestita da Ruffino, ospiterà una scuola di cucinacene guidate con gli chef, cocktail con il vino e incontri sul tema. Non mancheranno i cooking show nei principali palazzi e luoghi culturali di Pontassieve evisite guidate alle cantine dell’azienda Ruffino.

Quàlita sarà presente in via Tanzini con la Via delle eccellenze, una rosa composta da selezionati produttoridi vere eccellenze enogastronomiche che porteranno a Pontassieve un assaggio del territorio. Uno spazio in cui sarà possibile degustare, acquistare e scoprire ciò che c’è di speciale dietro al lavoro delle piccole realtà, alla loro passione, dedizione e alla qualità delle produzioni.

Da non perdere salame, finocchiona e prosciutto toscano dell’Azienda Agricola La Valle Del Sasso, prodotti da animali allevati direttamente in azienda e alimentati solo con cereali e fieni di prati  locali. Non mancherannofrutta e verdura da coltivazione biologica, prodotta e raccolta quotidianamente dall’azienda agricola L’Orto di Vaggio. Da assaggiare anche gli oli aromatizzati, le verdure sott’olio senza conservanti e prive di glutine, realizzate con un processo a crudo e le confetture, le composte ed il succo di mirtillo, tutto realizzato da prodotti coltivati direttamente dall’azienda. Per i wine lovers tappa obbligata allo stand dell’azienda agricola biologica Il Prato per sorseggiare un bicchiere di Chianti Rufina Riserva, degustare la grappa distillata con metodo artigianale o il Vinsanto entrambi ottenuti dalle vinacce del Chianti Rufina. Da provare anche la gelatina di vino Chianti Rufina Riserva in abbinamento ai formaggi. Il viaggio nell’universo del gusto continua con i produttori dell’Associazione Resistenza Contadina: la famosa pesca Regina di Londa, frutta e verdura a km zero prodotta dalle aziende agricole Fratelli Mugnai e Panicale e il formaggio caprino del Podere Varena.

Per non perdere le ultime news  #QualitaMag e #CS15 –  Facebook: QualitaMagazine e Cookstock

Orari manifestazione: venerdì 17.00 – 24.00 /sabato 10.00 – 24.00 /domenica 10.00 – 23.00[:en]Progetto Qualitadi redazione –  Quàlita, progetto rivolto alle piccole aziende del settore agroalimentare, sarà presente il 4, 5 e 6 di settembrealla seconda edizione della kermesse enogastronomica Cookstock, appuntamento che animerà le vie del centro di Pontassieve con degustazionivino, cibo di stradacooking show realizzati da grandi chefmostre eaperitivi, il tutto condito da ottima musica.

Cookstock, che lo scorso anno ha visto la presenza di 20.000 persone, è organizzato dall’Associazione Cavolo a Merenda e dal Comune di Pontassieve, con il supporto dell’azienda Ruffino.

Piazza Vittorio Emanuele II ospiterà il cibo di strada, piazza Boetani sarà dedicata ad attività ed animazioneper i più piccoli, via Ghiberti vedrà il coinvolgimento delle botteghe del borgo e degli agricoltori locali e piazza XIV Martiri, gestita da Ruffino, ospiterà una scuola di cucinacene guidate con gli chef, cocktail con il vino e incontri sul tema. Non mancheranno i cooking show nei principali palazzi e luoghi culturali di Pontassieve evisite guidate alle cantine dell’azienda Ruffino.

Quàlita sarà presente in via Tanzini con la Via delle eccellenze, una rosa composta da selezionati produttoridi vere eccellenze enogastronomiche che porteranno a Pontassieve un assaggio del territorio. Uno spazio in cui sarà possibile degustare, acquistare e scoprire ciò che c’è di speciale dietro al lavoro delle piccole realtà, alla loro passione, dedizione e alla qualità delle produzioni.

Da non perdere salame, finocchiona e prosciutto toscano dell’Azienda Agricola La Valle Del Sasso, prodotti da animali allevati direttamente in azienda e alimentati solo con cereali e fieni di prati  locali. Non mancherannofrutta e verdura da coltivazione biologica, prodotta e raccolta quotidianamente dall’azienda agricola L’Orto di Vaggio. Da assaggiare anche gli oli aromatizzati, le verdure sott’olio senza conservanti e prive di glutine, realizzate con un processo a crudo e le confetture, le composte ed il succo di mirtillo, tutto realizzato da prodotti coltivati direttamente dall’azienda. Per i wine lovers tappa obbligata allo stand dell’azienda agricola biologica Il Prato per sorseggiare un bicchiere di Chianti Rufina Riserva, degustare la grappa distillata con metodo artigianale o il Vinsanto entrambi ottenuti dalle vinacce del Chianti Rufina. Da provare anche la gelatina di vino Chianti Rufina Riserva in abbinamento ai formaggi. Il viaggio nell’universo del gusto continua con i produttori dell’Associazione Resistenza Contadina: la famosa pesca Regina di Londa, frutta e verdura a km zero prodotta dalle aziende agricole Fratelli Mugnai e Panicale e il formaggio caprino del Podere Varena.

Per non perdere le ultime news  #QualitaMag e #CS15 –  Facebook: QualitaMagazine e Cookstock

Orari manifestazione: venerdì 17.00 – 24.00 /sabato 10.00 – 24.00 /domenica 10.00 – 23.00[:]

Fiesole: mangiare come gli Etruschi

[:it]Scen adi banchetto dalla Tomba dei Leopardi Tarquiniadi redazione – Parte a Fiesole il 29 giugno la I edizione di Magna Etruria una degustazione di piatti etruschi e romani nell’area archeologica di Fiesole in abbinamento alla mostra: La mensa in età etrusca, romana e longobarda.

Assaggiare cibi etruschi e romani all’interno degli scavi archeologi è l’atmosfera ideale per un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo, alla ricerca delle origini del gusto.
Questo propone la I edizione di Magna Etruria: entrare idealmente in contatto con le radici genealogiche della cucina toscana, circondati dalle vestigia di questi due popoli che si sono combattuti per poi fondersi gli uni negli altri, anche per quel che riguarda le abitudini alimentari.

Il 29 giugno e il 12, 15 e 29 luglio, all’interno dell’area archeologica di Fiesole, nella terrazza sovrastante il Teatro Romano,sarà possibile degustare tutti i piatti in serate suggestive organizzate da Luca Bertini con la collaborazione del Caffè del Teatro Romano di Alvaro Fini, il Comune di Fiesole e Vetrina Toscana.

Oltre alla straordinaria location, l’amministrazione comunale di Fiesole proporrà ai partecipanti visite guidate gratuite alla mostra“La mensa in età etrusca, romana e longobarda” a cura degli Amici dei Musei di Fiesole.
Il curatore del Museo Marco De Marco presenterà insieme a Luca Bertini, ideatore dell’iniziativa, i piatti e spiegherà le loro origini etrusche. Inoltre, le serate del 29 giugno e del 15 luglio daranno libero accesso ai concerti di musica Jazz nell’anfiteatro. La serata del 12 luglio, invece, è stata inserita nel programma delle Notti dell’Archeologia in Toscana.

In tutto il periodo i ristoranti fiesolani di Vetrina Toscana proporranno un piatto della tradizione etrusca che ci farà comprendere come i gusti dei nostri antenati fossero molto più simili ai nostri di quanto ci si possa immaginare.
I ristoratori aderenti all’iniziativa offriranno ai propri clienti anche dei buoni sconto, offerti dal Comune di Fiesole, per la visita della mostra e dei buoni sconto saranno offerti ai visitatori della mostra per recarsi nei ristoranti ad assaggiare i piatti “etruschi” che lo chef avrà inserito in carta.

Il menù delle serate e i piatti dei ristoranti si ispireranno alle fonti storiche per lo studio dell’alimentazione degli Etruschi, sia di tipo letterario (greche e latine), sia sui reperti archeologici e sugli affreschi rinvenuti nelle tombe, appositamente studiate da Luca Bertini.

Si partirà con le uova, alimento immancabile del banchetto etrusco. Agli ospiti di riguardo, infatti, si offrivano uova sode prima di iniziare il pasto. Tracce della sacralità di questo alimento rimangono nel rito cattolico della benedizione delle uova, fonte di nuova vita, durante la settimana santa che precede la Pasqua, ma ancor più nelI’usanza, tipica di tutto il centro Italia, di consumare uova sode benedette prima di iniziare il pranzo pasquale.

Si finirà invece con la lattuga perché nella cultura gastronomica etrusca I’insalata veniva servita alla fine del pranzo, perché aveva il compito di facilitare la digestione. Marziale, nei suoi epigrammi, scrive: “perché mai la lattuga, che di solito chiudeva la cena degli avi, oggi dà inizio ai nostri pasti?” Già i Romani, dunque, avevano modificato l’usanza alimentare di consumare erbe e insalate a fine pasto.

Non potrà mancare il farro offerto per l’occasione dal Consorzio Produttori di Farro della Garfagnana IGP e neppure il pesce. Gli Etruschi, infatti, erano considerati dai Greci e dai Latini i “signori assoluti e incontrastati dei mari che bagnano la penisola italica”.
Avevano una flotta molto efficiente per difendere i porti e i loro traffici commerciali. Non ci sono pervenuti molti reperti tranne dei pesi per le reti e qualche amo. Di grande importanza è la serie di piatti con immagini di pesci alcuni dei quali conservati nel Museo Civico Archeologico di Fiesole (immagine in allegato)

Magna Etruria è un evento ideato da Luca Bertini, realizzato in collaborazione con il Comune di Fiesole e Vetrina ToscanaI ristoranti fiesolani che hanno aderito sono:
VINANDRO – BISTROT CAFFÈ al n.5 – RISTORANTE ‘I POLPA – RISTORANTE della PENSIONE BENCISTÀ – RISTORANTE AURORA – RISTORANTE CAVEMARE  – LINEA 7 – TRATTORIA CAVE DI MAIANO

Per i dettagli: www.magnaetruria.itwww.vetrina.toscana.it

Per informazioni e prenotazioni rivolgersi all’Ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica del Comune di Fiesole o al bar del Teatro Romano o telefonare ai numeri:  055 5961323 – 311;  3484003148 o 3474068135
Costo a persona per ogni serata: € 35,00

 [:en]Scen adi banchetto dalla Tomba dei Leopardi Tarquiniadi redazione – Parte a Fiesole il 29 giugno la I edizione di Magna Etruria una degustazione di piatti etruschi e romani nell’area archeologica di Fiesole in abbinamento alla mostra: La mensa in età etrusca, romana e longobarda.

Assaggiare cibi etruschi e romani all’interno degli scavi archeologi è l’atmosfera ideale per un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo, alla ricerca delle origini del gusto.
Questo propone la I edizione di Magna Etruria: entrare idealmente in contatto con le radici genealogiche della cucina toscana, circondati dalle vestigia di questi due popoli che si sono combattuti per poi fondersi gli uni negli altri, anche per quel che riguarda le abitudini alimentari.

Il 29 giugno e il 12, 15 e 29 luglio, all’interno dell’area archeologica di Fiesole, nella terrazza sovrastante il Teatro Romano,sarà possibile degustare tutti i piatti in serate suggestive organizzate da Luca Bertini con la collaborazione del Caffè del Teatro Romano di Alvaro Fini, il Comune di Fiesole e Vetrina Toscana.

Oltre alla straordinaria location, l’amministrazione comunale di Fiesole proporrà ai partecipanti visite guidate gratuite alla mostra“La mensa in età etrusca, romana e longobarda” a cura degli Amici dei Musei di Fiesole.
Il curatore del Museo Marco De Marco presenterà insieme a Luca Bertini, ideatore dell’iniziativa, i piatti e spiegherà le loro origini etrusche. Inoltre, le serate del 29 giugno e del 15 luglio daranno libero accesso ai concerti di musica Jazz nell’anfiteatro. La serata del 12 luglio, invece, è stata inserita nel programma delle Notti dell’Archeologia in Toscana.

In tutto il periodo i ristoranti fiesolani di Vetrina Toscana proporranno un piatto della tradizione etrusca che ci farà comprendere come i gusti dei nostri antenati fossero molto più simili ai nostri di quanto ci si possa immaginare.
I ristoratori aderenti all’iniziativa offriranno ai propri clienti anche dei buoni sconto, offerti dal Comune di Fiesole, per la visita della mostra e dei buoni sconto saranno offerti ai visitatori della mostra per recarsi nei ristoranti ad assaggiare i piatti “etruschi” che lo chef avrà inserito in carta.

Il menù delle serate e i piatti dei ristoranti si ispireranno alle fonti storiche per lo studio dell’alimentazione degli Etruschi, sia di tipo letterario (greche e latine), sia sui reperti archeologici e sugli affreschi rinvenuti nelle tombe, appositamente studiate da Luca Bertini.

Si partirà con le uova, alimento immancabile del banchetto etrusco. Agli ospiti di riguardo, infatti, si offrivano uova sode prima di iniziare il pasto. Tracce della sacralità di questo alimento rimangono nel rito cattolico della benedizione delle uova, fonte di nuova vita, durante la settimana santa che precede la Pasqua, ma ancor più nelI’usanza, tipica di tutto il centro Italia, di consumare uova sode benedette prima di iniziare il pranzo pasquale.

Si finirà invece con la lattuga perché nella cultura gastronomica etrusca I’insalata veniva servita alla fine del pranzo, perché aveva il compito di facilitare la digestione. Marziale, nei suoi epigrammi, scrive: “perché mai la lattuga, che di solito chiudeva la cena degli avi, oggi dà inizio ai nostri pasti?” Già i Romani, dunque, avevano modificato l’usanza alimentare di consumare erbe e insalate a fine pasto.

Non potrà mancare il farro offerto per l’occasione dal Consorzio Produttori di Farro della Garfagnana IGP e neppure il pesce. Gli Etruschi, infatti, erano considerati dai Greci e dai Latini i “signori assoluti e incontrastati dei mari che bagnano la penisola italica”.
Avevano una flotta molto efficiente per difendere i porti e i loro traffici commerciali. Non ci sono pervenuti molti reperti tranne dei pesi per le reti e qualche amo. Di grande importanza è la serie di piatti con immagini di pesci alcuni dei quali conservati nel Museo Civico Archeologico di Fiesole (immagine in allegato)

Magna Etruria è un evento ideato da Luca Bertini, realizzato in collaborazione con il Comune di Fiesole e Vetrina ToscanaI ristoranti fiesolani che hanno aderito sono:
VINANDRO – BISTROT CAFFÈ al n.5 – RISTORANTE ‘I POLPA – RISTORANTE della PENSIONE BENCISTÀ – RISTORANTE AURORA – RISTORANTE CAVEMARE  – LINEA 7 – TRATTORIA CAVE DI MAIANO

Per i dettagli: www.magnaetruria.itwww.vetrina.toscana.it

Per informazioni e prenotazioni rivolgersi all’Ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica del Comune di Fiesole o al bar del Teatro Romano o telefonare ai numeri:  055 5961323 – 311;  3484003148 o 3474068135
Costo a persona per ogni serata: € 35,00

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