Parco della Maremma, riapre dopo 4 anni uno degli itinerari più belli d’Italia

Parco della Maremma, riapre dopo 4 anni uno degli itinerari più belli d’Italia

Buone notizie per gli amanti della natura e degli straordinari paesaggi della nostra Italia.
Nel cuore del Parco della Maremma riapre domenica 29 gennaio dopo 4 anni di lavori uno dei più suggestivi ed apprezzati itinerari del parco, quello che collega Marina di Alberese alla bellissima e celebre spiaggia di Cala di Forno.

Per chi sarà in zona potrà unirsi alla passeggiata collettiva, attraverso la Pineta Granducale, la spiaggia di Collelungo e i bellissimi boschi che si affacciano a picco sulla spiaggia di Cala Rossa.
Luoghi magici e protetti, che potranno nuovamente svelarsi ai visitatori del Parco.
All’evento parteciperà anche il presidente della Regione Eugenio Giani, insieme al presidente del Parco Simone Rusci e agli assessori all’ambiente Monia Monni e al turismo Leonardo Marras.

A tempo di record sono stati eseguiti questi lavori di ripristino e pulitura dei sentieri, in modo da garantire la fruibilità in sicurezza di tutti i luoghi e poter restituire agli appassionati un tratto di costa tra i più suggestivi della Toscana e dell’Italia intera nonché simbolo della Maremma.

Indispensabile per questo traguardo è stata la collaborazione delle proprietà attraversate dal percorso: quella storica, di Antonella Vivarelli Colonna, e la nuova proprietà di Cala di Forno, del patron di Prada Patrizio Bertelli. Le due proprietà hanno firmato con il Parco convenzioni a titolo gratuito, dimostrando una fattiva e ritrovata sinergia con l’Ente.

La spiaggia di Cala di Forno è un piccolo fazzoletto di sabbia incastonato tra le colline boscate tra Talamone e Collelungo. Poco meno di un ettaro affacciato su un mare cristallino, che nulla ha da invidiare alle mete più esotiche.
Un luogo visitabile solo attraverso l’itinerario del Parco e per questo rimasto selvaggio e incontaminato.
Alle sue spalle solo l’antico edificio della dogana e gli sterminati boschi di lecci delle colline dell’Uccellina.

Per chi domenica vorrà partecipare alla passeggiata ecco il programma della giornata. Ore 9, ritrovo dei partecipanti a Marina di Alberese; 9.30 taglio del nastro e partenza del trekking lungo il percorso “breve”; 12 saluto delle autorità a Cala di Forno. Rientro dei partecipanti entro le ore 16.
L’evento inaugurale è gratuito.
E’ necessaria la prenotazione contattando il centro visite dal lunedì alla domenica dalle 8.30 alle 13.30 telefono 0564/393238 o tramite mail all’indirizzo centrovisite@parco-maremma.it

La costa e il pesce toscano in passarella a Bruxelles

La costa e il pesce toscano in passarella a Bruxelles

[:it]Coste meravigliose ricche di insenature stupende e spiagge leggendarie. Storia, borghi, natura, parchi e tradizione. Non solo.
Un’intero arcipelago che niente a da invidiare alle mete esotiche – non a caso santuario dei cetacei – e tante tipicità anche a tavola.
La filiera ittica toscana sbarca a Bruxelles al più grande evento mondiale dedicato a tutto ciò che c’è sotto il pelo dell’acqua e lo fa all’intern dello stand del Ministero delle Politiche Agricole insieme ad altre regioni (Sicilia, Campania, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Puglia, Calabria) per promuovere l’eccellenze di un settore dove tracciabilità, salubrità e sostenibilità sono concetti chiave.
In passarella le specie delle nostre coste: vongola, acciuga, tonno rosso, scampo, calamaro, nasello, cozza, gambero rosso, spigola e altre varietà.

“La nostra presenza alla più grande esposizione mondiale del commercio di frutti di mare vuol sottolineare quanto la Toscana punti anche su un settore chiave dell’economia primaria come la pesca”. Lo ha affermato l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi in vista del Seafood Expo Global che si terrà a Bruxelles dal 24 al 26 aprile prossimi. Alla manifestazione parteciperanno quest’anno più di 1.850 aziende provenienti da 79 paesi.

“La costa della Toscana – ha proseguito Remaschi, che visiterà la fiera di Bruxelles – è una risorsa che non va dimenticata soprattutto quando si parla di “crescita blu” ovvero di una crescita sostenibile nei settori marino e marittimo”. “Il mare – ha ancora aggiunto – rappresenta un motore per l’economia Ue, con enormi potenzialità per l’innovazione, la crescita e l’occupazione”.[:en]Coste meravigliose ricche di insenature stupende e spiagge leggendarie. Storia, borghi, natura, parchi e tradizione. Non solo.
Un’intero arcipelago che niente a da invidiare alle mete esotiche – non a caso santuario dei cetacei – e tante tipicità anche a tavola.
La filiera ittica toscana sbarca a Bruxelles al più grande evento mondiale dedicato a tutto ciò che c’è sotto il pelo dell’acqua e lo fa all’intern dello stand del Ministero delle Politiche Agricole insieme ad altre regioni (Sicilia, Campania, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Puglia, Calabria) per promuovere l’eccellenze di un settore dove tracciabilità, salubrità e sostenibilità sono concetti chiave.
In passarella le specie delle nostre coste: vongola, acciuga, tonno rosso, scampo, calamaro, nasello, cozza, gambero rosso, spigola e altre varietà.

“La nostra presenza alla più grande esposizione mondiale del commercio di frutti di mare vuol sottolineare quanto la Toscana punti anche su un settore chiave dell’economia primaria come la pesca”. Lo ha affermato l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi in vista del Seafood Expo Global che si terrà a Bruxelles dal 24 al 26 aprile prossimi. Alla manifestazione parteciperanno quest’anno più di 1.850 aziende provenienti da 79 paesi.

“La costa della Toscana – ha proseguito Remaschi, che visiterà la fiera di Bruxelles – è una risorsa che non va dimenticata soprattutto quando si parla di “crescita blu” ovvero di una crescita sostenibile nei settori marino e marittimo”. “Il mare – ha ancora aggiunto – rappresenta un motore per l’economia Ue, con enormi potenzialità per l’innovazione, la crescita e l’occupazione”.

 

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Le Donne del Vino festeggiano i loro 30 anni

Le Donne del Vino festeggiano i loro 30 anni

[:it]Partono da Firenze, in Palazzo Vecchio, le celebrazioni per il 30° anniversario delle Donne del Vino, la più grande associazione mondiale di donne del comparto enologico.

Un appuntamento che l’assessora alle Relazioni Internazionali, Cooperazione, Turismo e Marketing territoriale Anna Paola Concia ha definito «un anniversario importante per le donne, per le donne del vino e in generale per tutto il vino italiano».

Non a caso Firenze: la città dove Le Donne del Vino sono nate alla fine dell’inverno di 30 anni fa, il 19 marzo 1988.
Nata nel 1988 su iniziativa di Elisabetta Tognana, l’associazione Donne del Vino ha sempre perseguito lo scopo di promuovere la cultura del vino e il ruolo delle donne nella società e nel comparto enologico.
Oggi conta 770 associate: produttrici, enotecarie, ristoratrici, sommelier, giornaliste e esperte. È presente in tutte le regioni italiane e ha anche socie all’estero.

L’appuntamento a Palazzo Vecchio, a cui hanno partecipato oltre all’assessora Concia la scrittrice Sveva Casati Modignani e il giornalista Massimo Giletti, apre il calendario degli eventi 2018 e presenta quello più grande: la Festa delle Donne del Vino che avrà il suo clou sabato 3 marzo con eventi diffusi in tutta Italia.
Degustazioni al cinema, video racconti, inviti in azienda. Una festa in versione film che accende i riflettori sui personaggi femminili che creano, vendono, promuovono le grandi bottiglie italiane.

Con il tema “Donne vino e cinema” l’iniziativa anticipa la festa della donna e «mira ad accendere i riflettori sul comparto enologico rivolgendosi in prima battura proprio all’universo femminile» ha detto la presidente delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini.
La scommessa è quella di cambiare i luoghi e i modi per raccontare il vino ponendo le donne come protagoniste.

Sono in programma degustazioni di bottiglie d’autore nelle sale cinematografiche mettendo “più sapore nel piacere del film” e regalando un momento unico agli spettatori del cinema.

Verranno autoprodotti video che raccontano la vita delle Donne del vino con ironia, autenticità ma anche tanto orgoglio.
Una sorta di racconto a più voci, spesso cucito da registi e video maker, dove le protagoniste si mostrano in momenti della loro vita quotidiana. La diffusione on line e durante gli eventi fa conoscere personaggi e storie femminili pieni di valori e saperi, un universo in gran parte poco conosciuto, ma molto entusiasmante.

La parte più “tradizionale” del programma riguarda le visite nelle imprese delle Donne del Vino: cantine, enoteche, ristoranti, agenzie di PR, redazioni, centri di consulenza enologica. Visite accompagnate da assaggi e mini lezioni sul vino. Fra gli invitati un posto privilegiato va alle associazioni femminili con cui le Donne del vino puntano a consolidare i rapporti oltre, ovviamente, a diffondere la cultura del buon bere.

La Festa delle Donne del Vino costituisce il primo esempio di un comparto produttivo che apre le porte in modo coordinato e diffuso nell’intera nazione per far conoscere il proprio lato femminile. «A poco tempo dalla notizia del World Economic Forum che mette l’Italia all’82° posto nel mondo per il gender gap, le Donne del Vino con il loro dinamismo e i loro progetti danno una ventata di ottimismo all’intero universo femminile italiano» ha detto l’assessora Anna Paola Concia.

DATI SULLA PRESENZA FEMMINILE NELLE IMPRESE ITALIANE E NELLE IMPRESE DEL VINO
Secondo i dati Unioncamere del 2015 il 21% delle imprese italiane sono dirette da donne e un terzo di esse sono agroalimentari o turistiche. Il 35% della forza lavoro agricola è femminile.

Le donne dirigono il 28% delle cantine con vigneto e il 12% delle cantine industriali, il 24% delle imprese che commercializzano vino al dettaglio e il 12,5% di quelle all’ingrosso (dati Cribis- Crif).

Associazione Nazionale Le Donne del Vino
02 867577, www.ledonnedelvino.com, info@ledonnedelvino.com[:en]Partono da Firenze, in Palazzo Vecchio, le celebrazioni per il 30° anniversario delle Donne del Vino, la più grande associazione mondiale di donne del comparto enologico.

Un appuntamento che l’assessora alle Relazioni Internazionali, Cooperazione, Turismo e Marketing territoriale Anna Paola Concia ha definito «un anniversario importante per le donne, per le donne del vino e in generale per tutto il vino italiano».

Non a caso Firenze: la città dove Le Donne del Vino sono nate alla fine dell’inverno di 30 anni fa, il 19 marzo 1988.
Nata nel 1988 su iniziativa di Elisabetta Tognana, l’associazione Donne del Vino ha sempre perseguito lo scopo di promuovere la cultura del vino e il ruolo delle donne nella società e nel comparto enologico.
Oggi conta 770 associate: produttrici, enotecarie, ristoratrici, sommelier, giornaliste e esperte. È presente in tutte le regioni italiane e ha anche socie all’estero.

L’appuntamento a Palazzo Vecchio, a cui hanno partecipato oltre all’assessora Concia la scrittrice Sveva Casati Modignani e il giornalista Massimo Giletti, apre il calendario degli eventi 2018 e presenta quello più grande: la Festa delle Donne del Vino che avrà il suo clou sabato 3 marzo con eventi diffusi in tutta Italia.
Degustazioni al cinema, video racconti, inviti in azienda. Una festa in versione film che accende i riflettori sui personaggi femminili che creano, vendono, promuovono le grandi bottiglie italiane.

Con il tema “Donne vino e cinema” l’iniziativa anticipa la festa della donna e «mira ad accendere i riflettori sul comparto enologico rivolgendosi in prima battura proprio all’universo femminile» ha detto la presidente delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini.
La scommessa è quella di cambiare i luoghi e i modi per raccontare il vino ponendo le donne come protagoniste.

Sono in programma degustazioni di bottiglie d’autore nelle sale cinematografiche mettendo “più sapore nel piacere del film” e regalando un momento unico agli spettatori del cinema.

Verranno autoprodotti video che raccontano la vita delle Donne del vino con ironia, autenticità ma anche tanto orgoglio.
Una sorta di racconto a più voci, spesso cucito da registi e video maker, dove le protagoniste si mostrano in momenti della loro vita quotidiana. La diffusione on line e durante gli eventi fa conoscere personaggi e storie femminili pieni di valori e saperi, un universo in gran parte poco conosciuto, ma molto entusiasmante.

La parte più “tradizionale” del programma riguarda le visite nelle imprese delle Donne del Vino: cantine, enoteche, ristoranti, agenzie di PR, redazioni, centri di consulenza enologica. Visite accompagnate da assaggi e mini lezioni sul vino. Fra gli invitati un posto privilegiato va alle associazioni femminili con cui le Donne del vino puntano a consolidare i rapporti oltre, ovviamente, a diffondere la cultura del buon bere.

La Festa delle Donne del Vino costituisce il primo esempio di un comparto produttivo che apre le porte in modo coordinato e diffuso nell’intera nazione per far conoscere il proprio lato femminile. «A poco tempo dalla notizia del World Economic Forum che mette l’Italia all’82° posto nel mondo per il gender gap, le Donne del Vino con il loro dinamismo e i loro progetti danno una ventata di ottimismo all’intero universo femminile italiano» ha detto l’assessora Anna Paola Concia.

DATI SULLA PRESENZA FEMMINILE NELLE IMPRESE ITALIANE E NELLE IMPRESE DEL VINO
Secondo i dati Unioncamere del 2015 il 21% delle imprese italiane sono dirette da donne e un terzo di esse sono agroalimentari o turistiche. Il 35% della forza lavoro agricola è femminile.

Le donne dirigono il 28% delle cantine con vigneto e il 12% delle cantine industriali, il 24% delle imprese che commercializzano vino al dettaglio e il 12,5% di quelle all’ingrosso (dati Cribis- Crif).

Associazione Nazionale Le Donne del Vino
02 867577, www.ledonnedelvino.com, info@ledonnedelvino.com[:]

Suvereto: aspettando Natale con la kermesse della Costa degli Etruschi

Suvereto: aspettando Natale con la kermesse della Costa degli Etruschi

[:it]Tutto quasi pronto a Suvereto per la 50 esima edizione de la Sagra del Cinghiale. Non solo enogastronomia ma cultura, turismo e tradizione. Ritorna la kermesse più attesa della Costa degli Etruschi che si svolgerà  dal 26 novembre al 10 dicembre con decine di eventi è quasi pronta

Riscoprire l’eccellenze dell’enogastronomia locale ma non solo. Cultura, turismo, artigianato, rievocazioni storiche e sport per la Sagra del Cinghiale di Suvereto in Val di Cornia (Livorno) in programma dal 26 novembre al 10 dicembre che quest’anno raggiunge il prestigioso traguardo della 50 esima edizione e che tutto è fuorché una sagra come nell’accezione odierna si pensa. Una manifestazione da così lunga tradizione non a caso non può che affondare le sue radici nella tradizione di questa parte costiera di Toscana, ma e al tempo stesso una vetrina prestigiosa proiettata nel futuro per la promozione turistica e produttiva di Suvereto e della Val di Cornia.
Organizzata dall’Ente Valorizzazione Suvereto grazie all’impegno delle associazioni e delle centinaia di volontari del paese , è una delle sagre più longeve e più note di tutta la Toscana e ogni anno attira migliaia di visitatori provenienti non solo dalla regione ma da tutta Italia “fuori stagione” per chi pensa che questa parte di Toscana sia fatta solo di mare e salmastro.
Per celebrare i suoi primi 50 anni è stato creato un programma ricco di eventi che per due settimane renderà questo paese della costa livornese un luogo ancora più speciale.
Suvereto del resto non ha certo bisogno di presentazioni, da anni è ormai inserito in pianta stabile tra i “Borghi più belli d’Italia” grazie al suo straordinario centro storico medievale e un territorio ricco di eccellenze dove boschi di sugheri, castagni, querce e macchia mediterranea si alternano a zone agricole dove nascono prodotti tipici di grande qualità come l’olio e i vini della Doc Val di Cornia.

La Sagra del Cinghiale vuole sintetizzare tutte queste realtà con un fitto calendario di eventi (programma in aggiornamento sul sito  www.suvereto.net ).
Accanto agli stand espositivi, mostre d’arte e fotografiche, laboratori artigianali e antichi mestieri, saranno attivi punti ristoro e spazi dedicati all’enogastronomia come il “Banco delle zonzelle”, “L’Enoteca della sagra”, “La Cappa”, “Assaggia la sagra”, il “Banco dei dolci, castagne e vin brulè” e il “Banco dei ghiottoni”.

Il programma degli eventi inizia sabato 25 novembre alle ore 20 nello spazio “Il Ghibellino” con “L’Anteprima della 50° edizione della Sagra” con una cena e l’incontro: “Dieta e cinghiale in cerca di autore.
L’enigma dell’essere e dell’apparire”. Domenica 26 novembre nel centro storico alle ore 11 l’apertura ufficiale della Sagra con la sfila della Banda Musicale G. Puccini di Suvereto mentre al “Rocca Park”, accanto agli esercizi di equitazione a cura dell’Associazione Passioni di Maremma e laboratori dedicati ai ragazzi, prendono il via le rievocazioni storiche medievali con le prove di tiro con l’arco degli Arcieri Aquila Nera; eventi che culmineranno venerdì 8 dicembre alle ore 15.30 con la sfilata del Corteo Storico e la rievocazione della concessione della Charta Libertatis alla Comunità di Suvereto del 1201.

Tra i convegni venerdì 1 dicembre alle ore 16 presso il Museo di Arte Sacra una tavola rotonda dal titolo “La Toscana dei paesi”, sabato 2 dicembre alle ore 15 l’incontro :”Vino, territorio e turismo: la costruzione di una wine destination”.
Mercoledì 6 e giovedì 7 dicembre si svolgerà invece il convegno “Il paesaggio dell’olivo” a cura dell’Associazione culturale Centro Studi Città e Territorio e che vedrà la partecipazione di docenti universitari, storici dell’arte, ricercatori, geologi e architetti del paesaggio provenienti da tutta Italia.

Le presentazioni di libri si svolgeranno nel “Salotto della Sagra. Incontri con gli autori” e parteciperanno scrittori come Elio Vernucci, Enrico Caracciolo, Debora Bertozzi, e Danilo Alessi.
Invece venerdì 1 dicembre alle ore 21 presso “Il Ghibellino” in occasione dell’incontro ”Le associazioni di Suvereto, mestieri e tradizioni”, presentazione del libro sui 25 anni della Compagnia Sbandieratori di Suvereto.

Per scoprire Suvereto e questa parte della Val di Cornia in programma escursioni trekking a cura del Centro Guide Costa Etrusca, info e prenotazioni: www.guidecostaetrusca.it, tel. 3278361651.
Domenica 3 dicembre ore 9 all’ingresso del Parco di Montioni parte la passeggiata “Montioni riaccende i sensi”, alla scoperta della storia mineraria ottocentesca, l’iniziativa sarà replicata sabato 9 dicembre solito orario.
Venerdì 8 dicembre alle ore 9 camminata “Il Belvedere di Suvereto” alla scoperta della storia e tradizioni di Suvereto e del borgo di Belvedere che domina il paese.
Domenica 10 dicembre ore 9 prende il via l’escursione dal titolo “Campiglia – Suvereto sull’antica strada medievale”.

Due gli appuntamenti dedicati allo sport: la corsa podistica Uisp di domenica 26 novembre, partenza alle ore 10 da Piazza Vittorio Veneto; poi il Torneo di Tennis delle città del vino con la finale prevista sempre domenica 26 novembre inizio alle ore 9.

Tra gli eventi speciali la giornata Unicef di martedì 5 dicembre contro il cyber bullismo mentre il 6 dicembre presso “Il Ghibellino” uno degli eventi più attesi, il ringraziamento a tutti gli abitanti di Suvereto che in questi 50 anni hanno partecipato attivamente all’organizzazione della sagra.
Inoltre la Sagra rientra nel programma della Festa della Toscana 30 del novembre.

Info: Ente Valorizzazione Pro Loco Suvereto; web: www.suvereto.net, email:    entevalorizzazionesuvereto@live.it  telefono: 3289008053[:en]Tutto quasi pronto a Suvereto per la 50 esima edizione de la Sagra del Cinghiale. Non solo enogastronomia ma cultura, turismo e tradizione. Ritorna la kermesse più attesa della Costa degli Etruschi che si svolgerà  dal 26 novembre al 10 dicembre con decine di eventi è quasi pronta

Riscoprire l’eccellenze dell’enogastronomia locale ma non solo. Cultura, turismo, artigianato, rievocazioni storiche e sport per la Sagra del Cinghiale di Suvereto in Val di Cornia (Livorno) in programma dal 26 novembre al 10 dicembre che quest’anno raggiunge il prestigioso traguardo della 50 esima edizione e che tutto è fuorché una sagra come nell’accezione odierna si pensa. Una manifestazione da così lunga tradizione non a caso non può che affondare le sue radici nella tradizione di questa parte costiera di Toscana, ma e al tempo stesso una vetrina prestigiosa proiettata nel futuro per la promozione turistica e produttiva di Suvereto e della Val di Cornia.
Organizzata dall’Ente Valorizzazione Suvereto grazie all’impegno delle associazioni e delle centinaia di volontari del paese , è una delle sagre più longeve e più note di tutta la Toscana e ogni anno attira migliaia di visitatori provenienti non solo dalla regione ma da tutta Italia “fuori stagione” per chi pensa che questa parte di Toscana sia fatta solo di mare e salmastro.
Per celebrare i suoi primi 50 anni è stato creato un programma ricco di eventi che per due settimane renderà questo paese della costa livornese un luogo ancora più speciale.
Suvereto del resto non ha certo bisogno di presentazioni, da anni è ormai inserito in pianta stabile tra i “Borghi più belli d’Italia” grazie al suo straordinario centro storico medievale e un territorio ricco di eccellenze dove boschi di sugheri, castagni, querce e macchia mediterranea si alternano a zone agricole dove nascono prodotti tipici di grande qualità come l’olio e i vini della Doc Val di Cornia.

La Sagra del Cinghiale vuole sintetizzare tutte queste realtà con un fitto calendario di eventi (programma in aggiornamento sul sito  www.suvereto.net ).
Accanto agli stand espositivi, mostre d’arte e fotografiche, laboratori artigianali e antichi mestieri, saranno attivi punti ristoro e spazi dedicati all’enogastronomia come il “Banco delle zonzelle”, “L’Enoteca della sagra”, “La Cappa”, “Assaggia la sagra”, il “Banco dei dolci, castagne e vin brulè” e il “Banco dei ghiottoni”.

Il programma degli eventi inizia sabato 25 novembre alle ore 20 nello spazio “Il Ghibellino” con “L’Anteprima della 50° edizione della Sagra” con una cena e l’incontro: “Dieta e cinghiale in cerca di autore.
L’enigma dell’essere e dell’apparire”. Domenica 26 novembre nel centro storico alle ore 11 l’apertura ufficiale della Sagra con la sfila della Banda Musicale G. Puccini di Suvereto mentre al “Rocca Park”, accanto agli esercizi di equitazione a cura dell’Associazione Passioni di Maremma e laboratori dedicati ai ragazzi, prendono il via le rievocazioni storiche medievali con le prove di tiro con l’arco degli Arcieri Aquila Nera; eventi che culmineranno venerdì 8 dicembre alle ore 15.30 con la sfilata del Corteo Storico e la rievocazione della concessione della Charta Libertatis alla Comunità di Suvereto del 1201.

Tra i convegni venerdì 1 dicembre alle ore 16 presso il Museo di Arte Sacra una tavola rotonda dal titolo “La Toscana dei paesi”, sabato 2 dicembre alle ore 15 l’incontro :”Vino, territorio e turismo: la costruzione di una wine destination”.
Mercoledì 6 e giovedì 7 dicembre si svolgerà invece il convegno “Il paesaggio dell’olivo” a cura dell’Associazione culturale Centro Studi Città e Territorio e che vedrà la partecipazione di docenti universitari, storici dell’arte, ricercatori, geologi e architetti del paesaggio provenienti da tutta Italia.

Le presentazioni di libri si svolgeranno nel “Salotto della Sagra. Incontri con gli autori” e parteciperanno scrittori come Elio Vernucci, Enrico Caracciolo, Debora Bertozzi, e Danilo Alessi.
Invece venerdì 1 dicembre alle ore 21 presso “Il Ghibellino” in occasione dell’incontro ”Le associazioni di Suvereto, mestieri e tradizioni”, presentazione del libro sui 25 anni della Compagnia Sbandieratori di Suvereto.

Per scoprire Suvereto e questa parte della Val di Cornia in programma escursioni trekking a cura del Centro Guide Costa Etrusca, info e prenotazioni: www.guidecostaetrusca.it, tel. 3278361651.
Domenica 3 dicembre ore 9 all’ingresso del Parco di Montioni parte la passeggiata “Montioni riaccende i sensi”, alla scoperta della storia mineraria ottocentesca, l’iniziativa sarà replicata sabato 9 dicembre solito orario.
Venerdì 8 dicembre alle ore 9 camminata “Il Belvedere di Suvereto” alla scoperta della storia e tradizioni di Suvereto e del borgo di Belvedere che domina il paese.
Domenica 10 dicembre ore 9 prende il via l’escursione dal titolo “Campiglia – Suvereto sull’antica strada medievale”.

Due gli appuntamenti dedicati allo sport: la corsa podistica Uisp di domenica 26 novembre, partenza alle ore 10 da Piazza Vittorio Veneto; poi il Torneo di Tennis delle città del vino con la finale prevista sempre domenica 26 novembre inizio alle ore 9.

Tra gli eventi speciali la giornata Unicef di martedì 5 dicembre contro il cyber bullismo mentre il 6 dicembre presso “Il Ghibellino” uno degli eventi più attesi, il ringraziamento a tutti gli abitanti di Suvereto che in questi 50 anni hanno partecipato attivamente all’organizzazione della sagra.
Inoltre la Sagra rientra nel programma della Festa della Toscana 30 del novembre.

Info: Ente Valorizzazione Pro Loco Suvereto; web: www.suvereto.net, email:    entevalorizzazionesuvereto@live.it  telefono: 3289008053[:]

La Toscana per la Valnerina

La Toscana per la Valnerina

[:it]Fino al 22 settembre nei ristoranti e osterie toscane di Slow Food che hanno aderito al progetto e che espongono la locandina serate solidali per il centro Italia terremotato a base di Marocca di Casola.

La Marocca di Casola è un presìdio Slow Food che si ottiene impastando farina di castagne setacciata fine, farina di grano e patate lesse schiacciate, olio extravergine di oliva, lievito sciolto nel latte, pasta madre e acqua. L’impasto viene poi modellato in pagnotte rotonde di circa 20 centimetri di diametro lasciate lievitare per oltre 1 ora e poi cotte sempre per 1 ora nel forno a legna a temperatura più bassa rispetto a quella del pane. I pani sono di un colore marrone scuro, emanano un intenso profumo di castagne e sono lievemente dolci.

In occasione del 7° piatto dell’Alleanza, i cuochi delle osterie e dei ristoranti aderenti hanno deciso di presentarla nei propri menu in abbinamento libero ai prodotti della Comunità terremotate della Valnerina.

Ad esempio al ristorante “L’Oste Dispensa” (Strada provinciale Giannella, 113 Orbetello, Grosseto, www.ostedispensa.it il cuoco Stefano Sorci prepara “Quando la Marocca va in Valnerina a base di Marocca di Casola con la sua Insalata di Melone, menta e lippia, su croccante di Marocca, prosciutto crudo di Norcia con grattugia di pecorino di Cascia 18 mesimollica tostata in insalata di pecorino fresco e stagionato di Cascia, guanciale e spalletta di Norcia con cetrioli e olive all’origano.
Tiziana Tacchi dell’Osteria “Il Grillo è Buoncantore” di Chiusi (piazza XX settembre 10, Chiusi, Siena, www.ilgrillobuoncantore.it ha scelto di servire il piatto in: insalata di melone, menta e lippia, su croccante di Marocca, prosciutto crudo di Norcia con grattugia di pecorino di Cascia 18 mesi.
Il prosciutto è realizzato dall’Antica Norcineria Fratelli Ansuini, mentre il pecorino arriva dalla Fattoria di Opagna di Cascia di Domenico Porzio.
Elena Bianciardi dell’Osteria “Grotta Follis” via Roma 125, Follonica, Grosseto prepara: Lo schiaccino della Marocca di Casola, ricotta di pura pecora di Angela Saba, mortadella di Campotosto (a Norcia denominata coglioni di mulo), sedano croccante, ciliegie e misticanza.
Al ristorante “i Diavoletti” (Stradone di Camigliano, 302, Capannori, Lucca, www.ristorantediavoletti.it la Marocca di Casola con pecorino della Fattoria Opascia dei fratelli Domenico con composta di bucce di Pomodorocuoca Alda Bosi prepara: la Marocca di Casola con il pecorino della Fattoria di Opagna di Cascia di Domenico Porzio con composta di bucce di pomodoro.

La Marocca viene prodotta tutto l’anno ed ha una consistenza spugnosa grazie alla presenza di patate lesse e una buona conservabilità dovuta anche all’utilizzo della farina di castagne, oltreché delle patate. E’adatta per essere consumata con formaggi caprini morbidi e con il miele. Ottimo abbinamento con il lardo di Colonnata e con i salumi della tradizione toscana.
La sua produzione oggi è legata ad un solo forno, situato proprio a Casola in Lunigiana (via Villa di Regnano, 99 tel. 0585 983017) gestito da Fabio Bertolucci, che la prepara ancora abitualmente. Il nome della Marocca pare derivi dal termine dialettale marocat, cioè poco malleabile: questo pane, infatti, in passato aveva una consistenza molto dura.
 Ristorante L’Oste Dispensa, Strada provinciale Giannella, 113 Orbetello (Gr)
 Da Roberto, Taverna in Montisi, via Umberto I, 3 San Giovanni d’Asso (Si)
 Antica porta di Levante
 Ristorante Il Grillo è Buon Cantore, piazza XX settembre 10, Chiusi (Si)
 Il Ristoro del Parco Bio Fattoria Il Duchesco, strada provinciale 59 n. 29 Alberese (Gr)
 Ristorante Antico Ristoro Le Colombaie, via Montanelli 22, loc. La Catena, San Miniato (Pi)
 Ristorante Grotta Follis, via Roma 125, Follonica (Gr)
 Osteria Vecchio Mulino, via Vittorio Emanuele, 12 Castelnuovo Garfagnana (Lu)
 Osteria I Diavoletti, via Stradone di Camigliano, 302, Capannori (Lu)
 Ristorante Belvedere, Località Bano 226, Monte San Savino (Ar)

Il piatto dell’Alleanza dei cuochi di Slow Food viene servito in ristoranti e osterie toscane che hanno aderito al progetto e che espongono la locandina dell’iniziativa, e viene cambiato ogni tre mesi, in occasione di ogni solstizio ed equinozio seguendo anche le stagionalità alimentari. Il piatto a base di Marocca di Casola sarà pertanto degustabile fino al 22 settembre prossimo.

Altri piatti dell’Alleanza sono stati: Testarolo artigianale Pontremolese con Pecorino a Latte Crudo della Montagna Pistoiese, i prodotti della Pesca Tradizionale nella Laguna di Orbetello, la razza bovina Maremmana, la Tarese del Valdarno, la Cipolla di Certaldo e il Biscotto Salato di Roccalbegna.

 [:en]Lo schiaccino della Marocca di Casola, ricotta di pura pecora di Angela Saba, la Mortadella di Campotosto, sedano croccante, ciliegie e misticanzaFino al 22 settembre nei ristoranti e osterie toscane di Slow Food che hanno aderito al progetto e che espongono la locandina serate solidali per il centro Italia terremotato a base di Marocca di Casola.

La Marocca di Casola è un presìdio Slow Food che si ottiene impastando farina di castagne setacciata fine, farina di grano e patate lesse schiacciate, olio extravergine di oliva, lievito sciolto nel latte, pasta madre e acqua. L’impasto viene poi modellato in pagnotte rotonde di circa 20 centimetri di diametro lasciate lievitare per oltre 1 ora e poi cotte sempre per 1 ora nel forno a legna a temperatura più bassa rispetto a quella del pane. I pani sono di un colore marrone scuro, emanano un intenso profumo di castagne e sono lievemente dolci.

In occasione del 7° piatto dell’Alleanza, i cuochi delle osterie e dei ristoranti aderenti hanno deciso di presentarla nei propri menu in abbinamento libero ai prodotti della Comunità terremotate della Valnerina.

Ad esempio al ristorante “L’Oste Dispensa” (Strada provinciale Giannella, 113 Orbetello, Grosseto, www.ostedispensa.it il cuoco Stefano Sorci prepara “Quando la Marocca va in Valnerina a base di Marocca di Casola con la sua Insalata di Melone, menta e lippia, su croccante di Marocca, prosciutto crudo di Norcia con grattugia di pecorino di Cascia 18 mesimollica tostata in insalata di pecorino fresco e stagionato di Cascia, guanciale e spalletta di Norcia con cetrioli e olive all’origano.
Tiziana Tacchi dell’Osteria “Il Grillo è Buoncantore” di Chiusi (piazza XX settembre 10, Chiusi, Siena, www.ilgrillobuoncantore.it ha scelto di servire il piatto in: insalata di melone, menta e lippia, su croccante di Marocca, prosciutto crudo di Norcia con grattugia di pecorino di Cascia 18 mesi.
Il prosciutto è realizzato dall’Antica Norcineria Fratelli Ansuini, mentre il pecorino arriva dalla Fattoria di Opagna di Cascia di Domenico Porzio.
Elena Bianciardi dell’Osteria “Grotta Follis” via Roma 125, Follonica, Grosseto prepara: Lo schiaccino della Marocca di Casola, ricotta di pura pecora di Angela Saba, mortadella di Campotosto (a Norcia denominata coglioni di mulo), sedano croccante, ciliegie e misticanza.
Al ristorante “i Diavoletti” (Stradone di Camigliano, 302, Capannori, Lucca, www.ristorantediavoletti.it la Marocca di Casola con pecorino della Fattoria Opascia dei fratelli Domenico con composta di bucce di Pomodorocuoca Alda Bosi prepara: la Marocca di Casola con il pecorino della Fattoria di Opagna di Cascia di Domenico Porzio con composta di bucce di pomodoro.

La Marocca viene prodotta tutto l’anno ed ha una consistenza spugnosa grazie alla presenza di patate lesse e una buona conservabilità dovuta anche all’utilizzo della farina di castagne, oltreché delle patate. E’adatta per essere consumata con formaggi caprini morbidi e con il miele. Ottimo abbinamento con il lardo di Colonnata e con i salumi della tradizione toscana.
La sua produzione oggi è legata ad un solo forno, situato proprio a Casola in Lunigiana (via Villa di Regnano, 99 tel. 0585 983017) gestito da Fabio Bertolucci, che la prepara ancora abitualmente. Il nome della Marocca pare derivi dal termine dialettale marocat, cioè poco malleabile: questo pane, infatti, in passato aveva una consistenza molto dura.
 Ristorante L’Oste Dispensa, Strada provinciale Giannella, 113 Orbetello (Gr)
 Da Roberto, Taverna in Montisi, via Umberto I, 3 San Giovanni d’Asso (Si)
 Antica porta di Levante
 Ristorante Il Grillo è Buon Cantore, piazza XX settembre 10, Chiusi (Si)
 Il Ristoro del Parco Bio Fattoria Il Duchesco, strada provinciale 59 n. 29 Alberese (Gr)
 Ristorante Antico Ristoro Le Colombaie, via Montanelli 22, loc. La Catena, San Miniato (Pi)
 Ristorante Grotta Follis, via Roma 125, Follonica (Gr)
 Osteria Vecchio Mulino, via Vittorio Emanuele, 12 Castelnuovo Garfagnana (Lu)
 Osteria I Diavoletti, via Stradone di Camigliano, 302, Capannori (Lu)
 Ristorante Belvedere, Località Bano 226, Monte San Savino (Ar)

Il piatto dell’Alleanza dei cuochi di Slow Food viene servito in ristoranti e osterie toscane che hanno aderito al progetto e che espongono la locandina dell’iniziativa, e viene cambiato ogni tre mesi, in occasione di ogni solstizio ed equinozio seguendo anche le stagionalità alimentari. Il piatto a base di Marocca di Casola sarà pertanto degustabile fino al 22 settembre prossimo.

Altri piatti dell’Alleanza sono stati: Testarolo artigianale Pontremolese con Pecorino a Latte Crudo della Montagna Pistoiese, i prodotti della Pesca Tradizionale nella Laguna di Orbetello, la razza bovina Maremmana, la Tarese del Valdarno, la Cipolla di Certaldo e il Biscotto Salato di Roccalbegna.

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I magnifici 23 dell’olio extravergine toscano

[:it]podere-le-melie-dei-cavallini-olio-extravergine-di-oliva-toscano-olio-1La selezione, bandita nel febbraio 2017 dalla Regione Toscana con Promo Firenze, azienda speciale della Camera di Commercio di Firenze, è stata presentata nel capoluogo toscano ed è il frutto del lavoro della commissione regionale di assaggio che ha scelto tra i campioni presentati dai produttori di oli extravergini certificati in una delle 5 Dop e Igp registrate per la Toscana.

“Questa iniziativa – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi in un messaggio ai premiati – ha lo scopo da una parte di individuare quegli oli che per le loro caratteristiche possono rappresentare al massimo livello tutta la nostra produzione e dall’altra, di stimolare lo sforzo delle imprese olivicole al continuo miglioramento della qualità del prodotto.” “Inoltre – ha aggiunto – la selezione, che è riservata agli oli certificati DOP e IGP, vuol incentivare l’uso di questi strumenti di valorizzazione che garantiscono il consumatore quanto a qualità e legame col territorio”.

Gli oli selezionati sono la punta di diamante di un settore che conta 50mila aziende in tutta la regione e che da 15 milioni di piante ricava in media 180mila quintali di olio per un fatturato di 132 milioni di euro.
Nello specifico, alla selezione hanno potuto partecipare tutti i produttori toscani di oli extravergini di oliva presentando campioni di olio appartenenti a un lotto unico ed omogeneo di almeno 10 quintali.
Ogni impresa aveva la possibilità di partecipare con un massimo di 3 oli. Il tutto, tra l’altro, a fronte di un’annata piuttosto scarsa per la produzione di olio.

Guardando ai numeri, il patrimonio olivicolo regionale è formato da oltre 15 milioni di piante, delle quali più del 90% è costituito da poche varietà: Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino, e Pendolino. Negli oliveti toscani sono comunque presenti anche numerose altre varietà minori che sono state censite e studiate attraverso approfondite indagini. Si tratta di un immenso patrimonio genetico, selezionato e riprodotto localmente nel corso dei secoli, che forma con l’ambiente naturale un insieme inscindibile.

Ora il compito di portare alto il nome della Toscana spetta alla selezione dei 23 oli extravergine, descritti anche in un catalogo predisposto in due lingue.[:en]La selezione, bandita nel febbraio 2017 dalla Regione Toscana con Promo Firenze, azienda speciale della Camera di Commercio di Firenze, è stata presentata nel capoluogo toscano ed è il frutto del lavoro della commissione regionale di assaggio che ha scelto tra i campioni presentati dai produttori di oli extravergini certificati in una delle 5 Dop e Igp registrate per la Toscana.

“Questa iniziativa – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi in un messaggio ai premiati – ha lo scopo da una parte di individuare quegli oli che per le loro caratteristiche possono rappresentare al massimo livello tutta la nostra produzione e dall’altra, di stimolare lo sforzo delle imprese olivicole al continuo miglioramento della qualità del prodotto.” “Inoltre – ha aggiunto – la selezione, che è riservata agli oli certificati DOP e IGP, vuol incentivare l’uso di questi strumenti di valorizzazione che garantiscono il consumatore quanto a qualità e legame col territorio”.

Gli oli selezionati sono la punta di diamante di un settore che conta 50mila aziende in tutta la regione e che da 15 milioni di piante ricava in media 180mila quintali di olio per un fatturato di 132 milioni di euro.
Nello specifico, alla selezione hanno potuto partecipare tutti i produttori toscani di oli extravergini di oliva presentando campioni di olio appartenenti a un lotto unico ed omogeneo di almeno 10 quintali.
Ogni impresa aveva la possibilità di partecipare con un massimo di 3 oli. Il tutto, tra l’altro, a fronte di un’annata piuttosto scarsa per la produzione di olio.

Guardando ai numeri, il patrimonio olivicolo regionale è formato da oltre 15 milioni di piante, delle quali più del 90% è costituito da poche varietà: Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino, e Pendolino. Negli oliveti toscani sono comunque presenti anche numerose altre varietà minori che sono state censite e studiate attraverso approfondite indagini. Si tratta di un immenso patrimonio genetico, selezionato e riprodotto localmente nel corso dei secoli, che forma con l’ambiente naturale un insieme inscindibile.

Ora il compito di portare alto il nome della Toscana spetta alla selezione dei 23 oli extravergine, descritti anche in un catalogo predisposto in due lingue.[:]