28 Agosto 2012

L’acquedotto NottoliniThe acquedotto Nottolini

E’ uno dei simboli di Lucca e senz’altro uno di quelli più scenograficamente visibili, anche da lontano; basta transitare infatti sull’autostrada A11 fra Lucca e Capannoni per scorgere la spettacolare e scenografia fuga degli archi e dei pilastri che contraddistinguono questo grande acquedotto.

La necessità di dotare la città di un grande acquedotto per rifornirla d’acqua di buona qualità risolvendo così i problemi di carattere igienico, fu avvertita e affrontata dai ricchi e nobili lucchesi già agli inizi del Settecento epoca in cui, matematici e idraulici si confrontarono lungamente fra discussioni e progetti tant’è che, l’acquedotto fu realizzato soltanto nel secolo successivo dal regio architetto Lorenzo Nottolini, da cui prende il nome.
I lavori iniziati nel 1823 e più volte interrotti terminarono nel 1851.  L’acqua era ricavata da alcune sorgenti del versante settentrionale del Monte Pisano mediante due percorsi separati: acqua di maggiore e minore qualità e – scriveva Antonio Mazzarosa nella sua Guida di Lucca per gli ospiti convenuti in città per il V Congresso degli Scienziati Italiani – «passando per diversi strati di sassi e ghiaje, si depura prima e poi limpida si versa per sedici bocche in una galleria sotto un torrente».  Queste opere di presa, realizzate tra il 1825 e il 1840, sono ancora oggi in gran parte visibili nel verde dell’area di rispetto dell’Acquedotto Monumentale di Guamo dov’è il tempietto-cisterna di Guamo, costruito dal 1823 al 1825 in stile neoclassico che raccoglieva l’acqua dalle fonti e all’interno, attraverso una vasca divisa in due parti, incanalava l’acqua nel condotto passando sopra una fila di oltre 400 archi in mattoni e muratura per una lunghezza di circa 3.250 metri, la cui serie è oggi interrotta dall’autostrada A11, dalla quale tuttavia se ne coglie la spettacolare fuga prospettica che caratterizza tutta la scenografica opera.

L’acqua arrivava così nel tempietto-cisterna di San Concordio, un grazioso edificio a pianta circolare neoclassica da dove l’acqua entrava in città passando sotto il baluardo San Colombano; ai lati del tempietto erano due fontane che facevano sgorgare acqua da una bocca di leone e, nel progetto del Nottolini, era prevista anche una fontana in piazza San Michele, però poi non costruita.

Dal tempietto di San Concordio oggi, un suggestivo percorso pedonale consente di seguire il tragitto dell’acquedotto fin dentro il cuore della campagna lucchese.
Lucca, Da Guamo (Capannori) a Lucca (Via del Tempietto)
Visibile sempre dall’esternoE’ uno dei simboli di Lucca e senz’altro uno di quelli più scenograficamente visibili, anche da lontano; basta transitare infatti sull’autostrada A11 fra Lucca e Capannoni per scorgere la spettacolare e scenografia fuga degli archi e dei pilastri che contraddistinguono questo grande acquedotto.

La necessità di dotare la città di un grande acquedotto per rifornirla d’acqua di buona qualità risolvendo così i problemi di carattere igienico, fu avvertita e affrontata dai ricchi e nobili lucchesi già agli inizi del Settecento epoca in cui, matematici e idraulici si confrontarono lungamente fra discussioni e progetti tant’è che, l’acquedotto fu realizzato soltanto nel secolo successivo dal regio architetto Lorenzo Nottolini, da cui prende il nome.
I lavori iniziati nel 1823 e più volte interrotti terminarono nel 1851.  L’acqua era ricavata da alcune sorgenti del versante settentrionale del Monte Pisano mediante due percorsi separati: acqua di maggiore e minore qualità e – scriveva Antonio Mazzarosa nella sua Guida di Lucca per gli ospiti convenuti in città per il V Congresso degli Scienziati Italiani – «passando per diversi strati di sassi e ghiaje, si depura prima e poi limpida si versa per sedici bocche in una galleria sotto un torrente».  Queste opere di presa, realizzate tra il 1825 e il 1840, sono ancora oggi in gran parte visibili nel verde dell’area di rispetto dell’Acquedotto Monumentale di Guamo dov’è il tempietto-cisterna di Guamo, costruito dal 1823 al 1825 in stile neoclassico che raccoglieva l’acqua dalle fonti e all’interno, attraverso una vasca divisa in due parti, incanalava l’acqua nel condotto passando sopra una fila di oltre 400 archi in mattoni e muratura per una lunghezza di circa 3.250 metri, la cui serie è oggi interrotta dall’autostrada A11, dalla quale tuttavia se ne coglie la spettacolare fuga prospettica che caratterizza tutta la scenografica opera.

L’acqua arrivava così nel tempietto-cisterna di San Concordio, un grazioso edificio a pianta circolare neoclassica da dove l’acqua entrava in città passando sotto il baluardo San Colombano; ai lati del tempietto erano due fontane che facevano sgorgare acqua da una bocca di leone e, nel progetto del Nottolini, era prevista anche una fontana in piazza San Michele, però poi non costruita.

Dal tempietto di San Concordio oggi, un suggestivo percorso pedonale consente di seguire il tragitto dell’acquedotto fin dentro il cuore della campagna lucchese.
Lucca, Da Guamo (Capannori) a Lucca (Via del Tempietto)
Visibile sempre dall’esterno

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