Toscana: Feste di Natale e dintorni per tutti i gusti

Toscana: Feste di Natale e dintorni per tutti i gusti

di Nadia Fondelli – Dove andare e cosa fare di interessante in Toscana durante le feste di Natale e fine anno? Tanti ce lo chiedono e districarsi fra occasioni vere e falsità commerciali non è facile.
Ecco allora una selezione speciale per voi fra tradizione, folklore, storia e valori veri.

La tradizione a tavola
7eea64522bbd64bb8032a5f30b95a2beIniziamo dalla vigilia,
24 dicembre che sarà speciale a Londa, cuore dell’Appennino toscano a solo mezz’ora di auto da Firenze, dove andrà in scena una tradizione unica che non ha uguali: la festa del Fusigno.
S’inizia alle 21 con la settima edizione del
presepe vivente – uno dei più suggestivi di Toscana – che si snoda sul greto del fiume Rincine, nel parco fluviale con oltre 100 figuranti.
Poi dopo la Messa di Natale, alle 23 penderà il via la festa del Fusigno vera e propria.
Due grandi falò illumineranno e riscalderanno gli astanti mentre si arrostisce di “Bardiccio”, la tipica salsiccia londese di cui molti (troppi) in questi anni se ne sono assunti la progenitura in tutta la Valdisieve.
Ma la festa del Fusigno – il termine deriva da “smangiucchiare” insieme nel dopocena davanti al focolare – che si svolge da oltre 50 anni rimette la cose a posto e con la sua storicità conferma che il
Bardiccio è nato a Londa nel dopoguerra quando la produzione e l’allevamento dei maiali reggeva l’economia locale e vedeva affluire nel paese durante le due feste (fiera calda e fiera fredda) migliaia di maiali e che venivano acquistati dai tanti che arrivavano dalla Toscana e dalla vicina Emilia Romagna.
Del resto Londa è l’unico paese che al bardiccio dedica una festa!

Presepi artistici
100presepiTantissimi. Di ogni fatta e storicità. Dalla Lunigiana alla Maremma passando per Garfagnana, pistoiese, fiorentino, pisano, senese e aretino. ecco una selezione.
Col presepe si scopre non solo la religiosità del Natale ma anche i luoghi, l’arte e la storia di tante comunità.
Castelfiorentino (Fi) si caratterizza per un grande presepe in bicicletta che si illumin pedalando e che affianca quello meteorologico molto tecnologico. Aperta fino all’8 gennaio sabato, domenica e festivi dalle 15 alle 19,30.
A
Cerreto Guidi (Fi) è la più grande rappresentazione italiana realizzata all’uncinetto che si affianca alle altre cento rappresentazioni visibili nel centro storico tra i quali un presepe all’interno del campanile. Fino all’8 gennaio con orario 9-20.
Coreglia Antelminelli (Lu) microscopico paese montano della Garfagnana famoso come terra delle figure di gesso ospita presepi in sughero e terracotta provenienti dalla Sicilia che incontrano la produzione locale di gesso e cartapesta. Visibile il 26 dicembre e 5-6 gennaio, ore 10-18.
A Baggio (Pt) cuore della montagna pistoiese la passione dei pochi abitanti del luogo offre più presepi che abitanti. Oltre cento rappresentazioni all’aperto allestite nelle viuzze del paese. Sempre visitabile fino all’8 gennaio.
Campi Bisenzio (Fi) ospita una riproduzione a grandezza naturale di una borgata di Betlemme situata su due piani all’aperto. Ricerca della fedeltà agli elementi storico-biblici le caratteristiche. Aperto fino al 2 febbraio: giorni feriali 15,30-19, giorni festivi anche 12-13.
Cigoli (Pi) vanta una delle più grandi rappresentazioni tecnologiche italiane con i suoi 100 metri quadri! Aperto fino all’8 gennaio, tutti i giorni con orario 9,30 -12,30 e 14,30 -19,30.
Fucecchio (Fi) uun grande elettromeccanico con 200 personaggi in oltre 60 metri quadri con un ciclo di 11 minuti giorno/notte e voce guida. Aperto fino al 6 gennaio. Prefestivi e festivi 9-12,30 e 15-19,30. Feriali 15-19. Chiuso il lunedì.
Convalle di Pescaglia (Lu) suggestivo presepe in grotta fra il freddo dell’inverno della Garfagnana. Orario festivi 10-19, feriale su appuntamento.
Castelnuovo Valdicecina (Pi) da non perdere il caratteristico presepe nel soffione costituito da statue di terracotta create da un artigiano locale che prendono forma in uno scenario unico. Sempre visitabile dall’esterno del percorso.

Presepi Viventi
filattiera_2015_01Moltissime rappresentazioni da non perdere che mescolano storicità religiosa con quella locale. Scenari imperdibili e in alcuni casi unici e irripetibili altrove.
Le Ville di Monterchi (Ar)
E’ tra i più grandi presepi viventi italiani con oltre 300 figuranti, 57 scene e oltre un chilometro di percorso! Si svolge il 25 e 26 dicembre, il 1° e 6 gennaio 2017 dalle 17,15 alle 19,30
Castelfranco di Sotto (Pi)
Nel centro storico oltre cento figuranti danno vita a una suggestiva rappresentazione ambientata all’anno zero.
Si svolge in due parti il 23 dicembre alle ore 21 e il 24 dicembre a partire dalle ore 22,30.
Ruota, Capannori (LU) pendici Monte Serra
In un delizioso borgo si svolge una rappresentazione in costume ambientata ai tempi di Gesù. Si svolge il 26 dicembre dalle 13,30 alle 19. con navetta da Pieve di Compito e Colle di Compito.
San Miniato Basso (Pi)
Corteo con oltre 200 figuranti, dal centro del paese alla piazza della chiesa dove sono allestite, molte scene della Palestina al tempo di Gesù. Rappresentazioni: 26 dicembre e 6 gennaio ore 16,30
Fonte Vetriana, Sarteano (Si)
Il presepe vivente si svolge in vere e proprie grotte, già abitate nell’Età del Bronzo in un luogo che è presepe tutto l’anno immerso com’è nel magnifico scenario della Valdichiana. In ogni grotta vengono allestiti i mestieri sempre visitabili. Il 26 dicembre la rappresentazione con i 18 figuranti che abitano il paese e quelli dei dintorni.
Pescia (Pt)
Il fiume che porta il nome del paese fa da scena a una delle più suggestive rappresentazioni toscane ambientate al tempo di San Francesco con oltre 200 figuranti. Si svolge il 6 gennaio alle ore 15. Nel centro storico è allestita anche la via dei presepi con oltre 40 postazioni aperta fino al 6 gennaio.

Musei aperti e non solo….
5256e922-f263-4b2d-96a6-0962b9aa3a19Il meteo dice che il Natale e il Santo Stefano ci riservano bel tempo e temperature mite perfette per godersi le città e le gite fuori porta.
Firenze, che rimane una delle mete predilette renderà possibile la visita al museo di Palazzo Vecchio che sarà aperto in via straordinaria fino alle 23 quasi tutti i giorni nel periodo natalizio, ad eccezione del 24 e 31 dicembre, quando sarà aperto dalle 9 alle 19, e del primo gennaio, quando sarà aperto dalle 14 alle 19.

Aperture straordinarie il 26 dicembre il 2 gennaio anche per la Galleria dell’Accademia chiusa invece a Natale e Capodanno e con orario ridotto (fino alle 18) il 24 e 31 dicembre.

Per Bargello e Cappelle Medicee invece apertura straordinaria il 2 e l’8 gennaio, mentre il 26 dicembre sarà prolungato l’orario di apertura.
Per Santo Stefano sarà aperto anche Palazzo Davanzati e, grazie agli Amici dei musei, Orsanmichele, visitabile anche il 2 gennaio. Invece il museo di Casa Martelli resterà chiuso al pubblico dal 29 dicembre al 4 gennaio.

Aperture straordinarie anche per l’Accademia di Belle Arti di Carrara, le aree archeologiche di Vetulonia, nel comune di Castiglione della Pescaia (Grosseto),di Roselle e di quella del Sodo e Tomba di Camucia, a Cortona (Arezzo) il 26 dicembre e a Capodanno.

E per chi avrà tortellini, capponi e panettoni sullo stomaco e la voglia di smaltirli la parola d’ordine è movimento! 
christmas-sport-day-a-galzignano-termeEh sì perché mediamente un pranzo (o il Cenone) delle feste contiene circa 2000 calorie. In un solo pasto quello che è il fabbisogno giornaliero se siamo attenti!
Basti pensare che una fetta di panettone classico ad esempio, conta 330 calorie, una fetta di un panettone al cioccolato 401 e una di pandoro 430. La fregatura è la seconda fetta perché in un battibaleno si arriva a superare le 700 calorie…
Andando nei dettagli calorici del menù delle feste…
antipasti: salumi e affettati misti con pane: 300 calorie circa, tartine al salmone: 200 calorie a porzione;
primi piatti: tortellini in brodo: 480 calorie, tortellini alla panna: 590 calorie, lasagne: 680 calorie, cannelloni 900 calorie;
secondi piatti: bollito misto: 370 calorie, arrosto di vitello farcito: 560 calorie, cappone: 300 calorie per 100 gr, arrosto di arista: 330 calorie, capitone fritto: 450 calorie per 100 gr;
frutta secca: noci, nocciole, mandorle, etc…600 calorie per 100 grammi
dolci: già detto dei classici panettone e pandoro aggiungiamo il torrone con 460 calorie per 100 gr
vino: bianco o rosso da pasto 70 calorie per bicchiere, bollicine 95 calorie per bicchiere
Doveroso quindi muoversi, muoversi e muoversi ma che attività scegliere?
Fitwalking. Ovvero camminare, velocemente e a lungo. Per buttare giù una fetta di panettone serviranno un paio d’ore di camminata veloce indipendentemente dai chilometri che riuscite a percorrere. Se avete un buon passo alla fine delle due ore potreste avere fatti 12. E’ regola generale che si possa perdere mezza caloria moltiplicata per il proprio peso ad ogni chilometro.
Correre. Preferibilmente senza esagerare con la velocità. Qui le calorie consumate raddoppiano ad ogni chilometro. Quindi potrebbe bastare per ogni fetta di panettone un’oretta di corsa a 6-6,5 km orari.
Fare sesso. Sì ma ininterrottamente per almeno un’oretta. Non proprio facilissimo…
Andare in bicicletta. Un’ora di bicicletta a ritmo medio può farconsumare dalle 300 alle 600 calorie.
Ballare. Per esempio con la zumba e i suoi simili. In un’ora si consumano dalle 390 alle 550 calorie.
Dunque un’ora o due di attività fisica a vostra scelta per ogni fetta di panettone non ve la toglie nessuno.

 

Valdera: il diamante della terra alla conquista del mondo

[:it]tartufo-bianco-di-albadi redazione – Che l’estate è ormai spalle lo si capisce dalle giornate più corte, il primo fresco e la pioggia che riempie le giornate. Ottobre, il primo mese autunnale è quello dei funghi porcini, del marrone e del tartufo. In Toscana siamo ricchi di tutti questi tre meravigliosi prodotti.

Se la Garfagnana, la Lunigiana, l’Amiata e il Casentino sono il regno del porcino, il Mugello quello del marrone e la Valdera la vena tartufigena più importante non solo di Toscana, ma dell’Italia intera.

La festa del tartufo più famosa è senza ombra di dubbio quella di San Miniato che chiude la stagione e che quest’anno si celebra nei week end di novembre 12, 13, 19, 20, 26, 27 novembre e 3 e 4 dicembre.
Un’evento importante e consolidato che quest’anno attende anche il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina per parlare della sua valorizzazione e che ha oltre 120 espositori.
Ogni week end è dedicato ad un tema specifico: il primo sarà dedicato a Pinocchio il burattino più famoso del mondo, che ha i suoi “natali” proprio a San Miniato Basso, luogo al quale si ritiene che Carlo Lorenzini si sia ispirato per dare il nome al suo personaggio.

Ma la stagione del tartufo si è aperta il 24 e 25 settembre a La Serra di San Miniato e proseguita il 1 e 2 ottobre a Corrazzano.
Nel week end 9 e 10 ottobre la festa si ssposta nel comune  di Palaia dove a Forcoli è l’unico museo del tartufo a casa Savini.
Una memoria di cinque generazioni di tartufai quella della famiglia che ha creato la Savini Museum che racconta  storie antiche e presenti. Dai video ai vecchi attrezzi per la storia di una famiglia che dal 1920 è mastra dell’ arte di andar a tartufi. La superstar del museo è il tartufo da Guiness dei primati, ritrovato nei boschi intorno a Palaia nel 2007. 1.497 grami di storia.
L’occasione della visita al museo è perfetta per scoprire la Mostra Mercato che fra espositori, degustazioni ha nel food contest “a coppie” il suo momento clou.

Lo show del diamante del bosco prosegue a Balconevisi il 15 e 16 ottobre, a Ponte a Egola il 22 e 23 ottobre quando anche Volterra con la sua tradizionale Volterragusto che prosegue anche nel week end suggestivo del 29, 30 ottobre festeggerà insieme al tartufo bianco le eccellenze di toscana in uno dei luoghi più affascinanti della regione.
Spostandosi nella provincia di Firenze è da segnalareTartufesta di Montaione unica località della provincia fiorentina ricca del prezioso tubero dove le specialità culinarie a base di tartufo faranno da padrone nel week end 29 e 30 ottobre.[:en]tartufo-bianco-di-albadi redazione – Che l’estate è ormai spalle lo si capisce dalle giornate più corte, il primo fresco e la pioggia che riempie le giornate. Ottobre, il primo mese autunnale è quello dei funghi porcini, del marrone e del tartufo. In Toscana siamo ricchi di tutti questi tre meravigliosi prodotti.

Se la Garfagnana, la Lunigiana, l’Amiata e il Casentino sono il regno del porcino, il Mugello quello del marrone e la Valdera la vena tartufigena più importante non solo di Toscana, ma dell’Italia intera.

La festa del tartufo più famosa è senza ombra di dubbio quella di San Miniato che chiude la stagione e che quest’anno si celebra nei week end di novembre 12, 13, 19, 20, 26, 27 novembre e 3 e 4 dicembre.
Un’evento importante e consolidato che quest’anno attende anche il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina per parlare della sua valorizzazione e che ha oltre 120 espositori.
Ogni week end è dedicato ad un tema specifico: il primo sarà dedicato a Pinocchio il burattino più famoso del mondo, che ha i suoi “natali” proprio a San Miniato Basso, luogo al quale si ritiene che Carlo Lorenzini si sia ispirato per dare il nome al suo personaggio.

Ma la stagione del tartufo si è aperta il 24 e 25 settembre a La Serra di San Miniato e proseguita il 1 e 2 ottobre a Corrazzano.
Nel week end 9 e 10 ottobre la festa si ssposta nel comune  di Palaia dove a Forcoli è l’unico museo del tartufo a casa Savini.
Una memoria di cinque generazioni di tartufai quella della famiglia che ha creato la Savini Museum che racconta  storie antiche e presenti. Dai video ai vecchi attrezzi per la storia di una famiglia che dal 1920 è mastra dell’ arte di andar a tartufi. La superstar del museo è il tartufo da Guiness dei primati, ritrovato nei boschi intorno a Palaia nel 2007. 1.497 grami di storia.
L’occasione della visita al museo è perfetta per scoprire la Mostra Mercato che fra espositori, degustazioni ha nel food contest “a coppie” il suo momento clou.

Lo show del diamante del bosco prosegue a Balconevisi il 15 e 16 ottobre, a Ponte a Egola il 22 e 23 ottobre quando anche Volterra con la sua tradizionale Volterragusto che prosegue anche nel week end suggestivo del 29, 30 ottobre festeggerà insieme al tartufo bianco le eccellenze di toscana in uno dei luoghi più affascinanti della regione.
Spostandosi nella provincia di Firenze è da segnalareTartufesta di Montaione unica località della provincia fiorentina ricca del prezioso tubero dove le specialità culinarie a base di tartufo faranno da padrone nel week end 29 e 30 ottobre.[:]

Toscana insolita: un tuffo? Non di solo mare…Unuaul Tuscan: a dip? Not only sea …

di Nadia Fondelli – L’estate sta fragorosamente bussando alle nostre porte, dirompente, con punte di oltre 35 gradi insolite per l’inizio di giugno.
La voglia di acqua e di tuffi si fa sempre più forte. Il mare è lontano e i tempi sono quelli che sono. Come rimediare?
Negli anni della crisi diventa una moda di ritorno quella dei bagni nei fiumi, nei torrenti e nei laghi.
Un’abitudine vintage che ci rimanda ai tempi antichi di pane amore e fantasia. Tempi in cui i soldi in tasca erano (come oggi) pochi, ma i gusti genuini, La ricerca di semplicità e consapevolezza era uno status quo e il bello non era soltanto ad ore di aereo in mete estere dal nome esotico.
Anche una sola giornata al mare può costare una discreta cifra. Basta sommare il costo di ombrellone, sdraio, pranzo, carburante ed eventuale pedaggio dell’autostrada. L’alternativa piscina? Non troppo economica, difficile trovarne una con ingresso inferiore a 8/9 euro e poi troppa gente…
Allora ecco per voi gli angoli nascosti di Toscana e il ritorno del bagno al fiume.
Obbligatorio premettere dicendo di fare tantissima attenzione perché le acque del fiume a volte sono più pericolose di quelle del mare e sicuramente meno conosciute. Ci sono spesso correnti e buche nascoste. Poi c’è un altro fattore di “rischio” non di poco conto: la balneabilità. Molti fiumi in Italia purtroppo sono inquinati, ma per legge devono essere segnalati…
Noi per evitare questo optiamo per i fiumi di montagna e i torrenti. Le acque saranno fredde, ma la limpidezza e purezza è assicurata…e i livelli bassi.
Confesso che il mio fiume preferito non è in Toscana. Ho il vezzo di bagnarmi nel fiume smeraldo d’Europa per eccellenza: l’Isonzo che, nella stretta Val di Trenta soprattutto, in terra slovena a due passi dal confine italiano, stordisce con i suoi colori unici e i suoi canyon mozzafiato.
Qualcosa di simile c’è però anche in Toscana. Basta saper cercare…
Sull’Appennino, oltrepassare il Mugello e il Passo della Futa in direzione Romagna, dopo Palazzuolo sul Senio, là dove l’aria si fa più fresca la strada fiancheggia, ora a destra e ora a sinistra il fiume Santerno.
Guardate, scegliete l’ansa che più vi piace e tuffatevi. Vi consiglio di farlo proprio al confine fra Toscana e Emilia Romagna, al paese di Moranduccio dove, oltre a poter fare un’escursione al borgo fantasma di Castiglioncello potete bagnarvi nel Santerno al cospetto della bellissima cascata del Rio dei Briganti.
Non mancano bar attrezzati ed autentici “bagni” a due passi dalle rive dove poter gustare per pochi euro genuinità locali.
In provincia di Siena se preferite l’acqua calda il consiglio è di immergervi nelle straordinarie e affascinanti vasche termali naturali di Bagni San Filippo fra stallattiti e slallagmiti calcarei.
Le acque hanno creato un paesaggio magico di bianche cascatelle e piccole vasche nel mezzo di un verde bosco rigoglioso.
Le prime pozze e le prime formazioni calcaree sono poco distanti, mentre per vedere la famosa cascata detta “Balena Bianca”, si deve andare oltre attraverso un percorso pedonale immerso nella boscaglia.
Potreste anche optare per Petriolo, in Val d’Ombrone sulla superstrada che da Siena porta a Grosseto; accanto al lussuoso resort da poco restaurato sopravvivono i pozzoni gratuiti lungo il Farma. Cercateli, non è difficile trovarli!
Ora un salto a nord della regione per fermarsi in Garfagnana al celebre Orrido di Botri spettacolare gola calcarea alle pendici dei monti Rondinaio e Tre Potenze con ripide pareti scavate in profondità dal Rio Pelago.
Solo nel periodo estivo quando la portata delle acque è minore e la temperatura più mite è possibile risalirne il tratto finale da Ponte a Gaio fino alla celebre “piscina”.
Nell’orrido la vegetazione è distribuita secondo una stratificazione verticale, con muschi e felci. Le impervie pareti arrivano in alcuni punti fino a 200 metri di altezza e da sempre costituiscono sito di nidificazione per l’Aquila Reale.
Dal centro visita di Ponte Gaio dove si lascia l’auto si scendono le scalette per entrare nel letto del Rio Pelago; subito con le scarpe nel torrente. Si entra ed esce continuamente dall’acqua che in dei tratti arriva fino alla pancia prima di giuungere al “Salto dei Becchi;” da dove il percorso diventa più impegnativo e con alcune corde fisse. E’ necessario muoversi con attenzione fino ad arrivare alla “piscina” dove termina l’escursione con un bellissimo tuffo ristoratore in acque adatte solo a chi non teme il freddo!
Doveroso dire che questo non è un bagnetto per tutti. La piscina dell’Orrido va conquistata sapendo muoversi fra i massi del torrente ed entrando e uscendo dall’acqua. Fra andata e ritorno servono 4 ore. Da evitate i bastoncini da trekking e da indossare scarpe da scoglio strutturate, quelle da trekking bagnandosi diventano pesantissime!
Portatevi un cambio in auto e fermatevi a mangiare ottimi coccoli alla trattoria del Ponte Gaio oppure a fare un pic nic nel bosco sui tavoli attrezzati.
Infine un tuffo da non farsi mancare è quello nelle acque del Gordana; torrente ribelle che scende dagli Appennini liguri verso Pontremoli.
A Noce di Zeri obbligatorio fermarsi, magari anche a dormire al Mulino Marghen a cui arriverete solo dopo aver attraversato un ponte antico in pietra sul Gordana che qui si apre in anse invitanti.
Se volete il brivido però scendete ancora verso Pontremoli dove, nelle vicinanze di Cavezzana il torrente si addentra tra anguste gole nei famosi stretti di Giaredo; uno spettacolo affascinante della natura…
Le acque cristalline scorrono tra due ripide pareti alte oltre cinquanta metri che, in alcuni punti, arrivano quasi a toccarsi lasciando penetrare appena qualche raggio solare. Gli stretti si possono percorrere con cautela e visitare partendo da Pontremoli, prima del ponte sul Gordana, per una piccola strada sulla destra che costeggia il torrente. Dopo alcuni chilometri si arriva ad un gruppo di case abbandonate, di lì si scende, a piedi, lungo il greto. Gli stretti di Giaredo non sono per tutti, sono anche più difficili dell’Orrido di Botri questo è bene saperlo.
E’ consigliabile percorrerli solo quando i livelli delle acque sono adatti e con l’ausilio di un piccolo gommone per alcuni tratti: per informazioni sulle visite rivolgersi solo a www.vallidizeri.it.
Tante opzioni, tanti luoghi diversi dove bagnarsi, via dalla pazza folla sudaticcia del week end al mare.
Questi solo alcuni consigli di una lista davvero infinita, basta essere curiosi, seguire i sentieri, ascoltare i rumori della natura e scoprire angoli affascinanti…
di Nadia Fondelli – L’estate sta fragorosamente bussando alle nostre porte, dirompente, con punte di oltre 35 gradi insolite per l’inizio di giugno.
La voglia di acqua e di tuffi si fa sempre più forte. Il mare è lontano e i tempi sono quelli che sono. Come rimediare?
Negli anni della crisi diventata una moda di ritorno quella dei bagni nei fiumi, nei torrenti e nei laghi.
Un’abitudine vintage che ci rimanda ai tempi antichi di pane amore e fantasia. Tempi in cui i soldi in tasca erano (come oggi) pochi, ma i gusti genuini, La ricerca di semplicità e consapevolezza era uno status quo e il bello non era soltanto ad ore di aereo in mete estere dal nome esotico.
Anche una sola giornata al mare può costare una discreta cifra. Basta sommare il costo di ombrellone, sdraio, pranzo, carburante ed eventuale pedaggio dell’autostrada. L’alternativa piscina? Non troppo economica, difficile trovarne una con ingresso inferiore a 8/9 euro e poi troppa gente…
Allora ecco per voi gli angoli nascosti d’Italia e il ritorno del bagno al fiume.
Obbligatorio premettere dicendo di fare tantissima attenzione perché le acque del fiume a volte sono più pericolose di quelle del mare e sicuramente meno conosciute. Ci sono spesso correnti pericolose e buche nascoste. Poi c’è un altro fattore di “rischio” non di poco conto: la balneabilità. Molti fiumi in Italia purtroppo sono inquinati, ma per legge devono essere segnalati…
Noi per evitare questo optiamo per i fiumi di montagna e i torrenti. Le acque saranno fredde, ma la limpidezza e purezza è assicurata…
Confesso che il mio preferito fiume preferito non è in Toscana. Ho il vezzo di bagnarmi nel fiume smeraldo d’Europa per eccellenza: l’Isonzo che, nella stretta Val di Trenta soprattutto, in terra slovena a due passi dal confine italiano, stordisce con i suoi colori unici e i suoi canyon mozzafiato.
Qualcosa di simile c’è però anche in Toscana. Basta saper cercare…
Sull’Appennino, oltrepassare il Mugello e il Passo della Futa in direzione Romagna, dopo Palazzuolo sul Senio, là dove l’aria si fa più fresca la strada fiancheggia, ora a destra e ora a sinistra il fiume Santerno.
Guardate, scegliete l’ansa che più vi piace e tuffatevi. Vi consiglio di farlo proprio al confine fra Toscana e Emilia Romagna, al paese di Moranduccio dove, oltre a poter fare un’escursione al borgo fantasma di Castiglioncello potete bagnarvi nel Santerno al cospetto della bellissima cascata del Rio dei Briganti.
Non mancano bar attrezzati ed autentici “bagni” a due passi dalle rive dove poter gustare per pochi euro genuinità locali.
In provincia di Siena se preferite l’acqua calda il consiglio è di immergervi nelle straordinarie e affascinanti vasche termali naturali di Bagni San Filippo fra stallattiti e slallagmiti calcarei.
Le acque hanno creato un paesaggio magico di bianche cascatelle e piccole vasche nel mezzo di un verde bosco rigoglioso.
Le prime pozze e le prime formazioni calcaree sono poco distanti, mentre per vedere la famosa cascata detta “Balena Bianca”, si deve andare oltre attraverso un percorso pedonale immerso nella boscaglia.
Potreste anche optare per Petriolo, in Val d’Ombrone sulla superstrada che da Siena porta a Grosseto; accanto al lussuoso resort da poco restaurato sopravvivono i pozzoni gratuiti lungo il Farma. Cercateli, non è difficile trovarli!
Ora un salto a nord della regione per fermarsi in Garfagnana al celebre Orrido di Botri spettacolare gola calcarea alle pendici dei monti Rondinaio e Tre Potenze con ripide pareti scavate in profondità dal Rio Pelago.
Solo nel periodo estivo quando la portata delle acque è minore e la temperatura più mite è possibile risalirne il tratto finale da Ponte a Gaio fino alla celebre “piscina”.
Nell’orrido la vegetazione è distribuita secondo una stratificazione verticale, con muschi e felci. Le impervie pareti arrivano in alcuni punti fino a 200 metri di altezza e da sempre costituiscono sito di nidificazione per l’Aquila Reale.
Dal centro visita di Ponte Gaio dove si lascia l’auto si scendono le scalette per entrare nel letto del Rio Pelago; subito con le scarpe nel torrente. Si entra ed esce continuamente dall’acqua che in dei tratti arriva fino alla pancia prima di giuungere al “Salto dei Becchi;” da dove il percorso diventa più impegnativo e con alcune corde fisse. E’ necessario muoversi con attenzione fino ad arrivare alla “piscina” dove termina l’escursione con un bellissimo tuffo ristoratore in acque adatte solo a chi non teme il freddo!
Doveroso dire che questo non è un bagnetto per tutti. La piscina dell’Orrido va conquistata sapendo muoversi fra i massi del torrente ed entrando e uscendo dall’acqua. Fra andata e ritorno servono 4 ore. Da evitate i bastoncini da trekking e da indossare scarpe da scoglio strutturate, quelle da trekking bagnandosi diventano pesantissime!
Portatevi un cambio in auto e fermatevi a mangiare ottimi coccoli alla trattoria del Ponte Gaio oppure a fare un pic nic nel bosco sui tavoli attrezzati.
Infine un tuffo da non farsi mancare è quello nelle acque del Gordana; torrente ribelle che scende dagli Appennini liguri verso Pontremoli.
A Noce di Zeri obbligatorio fermarsi, magari anche a dormire al Mulino Marghen a cui arriverete solo dopo aver attraversato un ponte antico in pietra sul Gordana che qui si apre in anse invitanti.
Se volete il brivido però scendete ancora verso Pontremoli dove, nelle vicinanze di Cavezzana il torrente si addentra tra anguste gole nei famosi stretti di Giaredo; uno spettacolo affascinante della natura…
Le acque cristalline scorrono tra due ripide pareti alte oltre cinquanta metri che, in alcuni punti, arrivano quasi a toccarsi lasciando penetrare appena qualche raggio solare. Gli stretti si possono percorrere con cautela e visitare partendo da Pontremoli, prima del ponte sul Gordana, per una piccola strada sulla destra che costeggia il torrente. Dopo alcuni chilometri si arriva ad un gruppo di case abbandonate, di lì si scende, a piedi, lungo il greto. Gli stretti di Giaredo non sono per tutti, sono anche più difficili dell’Orrido di Botri questo è bene saperlo.
E’ consigliabile percorrerli solo quando i livelli delle acque sono adatti e con l’ausilio di un piccolo gommone per alcuni tratti: per informazioni sulle visite rivolgersi solo a www.vallidizeri.it.
Tante opzioni, tanti luoghi diversi dove bagnarsi, via dalla pazza folla sudaticcia del week end al mare.
Questi solo alcuni consigli di una lista davvero infinita, basta essere curiosi, seguire i sentieri, ascoltare i rumori della natura e scoprire angoli affascinanti…

Serravezza: un estate con Mino MaccariSerravezza: a summers with Mino Maccari

di redazione – Nel Palazzo Mediceo oltre 120 opere di cui molte inedite di un artista ancora poco noto. Fino all’8 settembre.

A Mino Maccari, pittore, incisore e grande illustratore, è dedicata la mostra estiva organizzata dalla Fondazione Terre Medicee e dal Comune di Seravezza inauugurata a inizio luglio nel Palazzo Mediceo dal titolo ” La commedia nell’arte. Maccari. Indediti e rari. 1920-1978″ che ripercorre la cospicua produzione artistica di Mino Maccari (Siena 1898 – Roma 1989) che fu acuto osservatore dei costumi della società italiana.

Uno sguardo satirico e critico, ma anche ironico e allo stesso tempo indulgente. Un grande disegnatore che fece della pungente satira di costume in fulcro della sua poetica.
Esposte oltre centoventi opere tra dipinti disegni, acquarelli, incisioni, tecniche miste realizzate dal ventennio fino alla fine degli anni Settanta.
Dalle opere del periodo di militanza nel partito fascista, quando lavorava al “Selvaggio”, la rivista fiorentina di cui fu acclamato illustratore e direttore, ai quadri di vita contemporanea con soggetti spesso sagaci, ai ritratti, tutte le opere presenti in mostra hanno la caratteristica di essere poco conosciute e raramente esposte.
Per chi vuole scoprire un pezzo di Novecento italiano.  

Info:
Palazzo Mediceo,  via del Palazzo, 358 – Seravezza (LU)
Orario: dal lunedì al venerdì 17.00/24.00; sabato e domenica 10.00/12.00  e 17.00/24.00.
Biglietto d’ingresso: intero E. 6,00 ridotto E. 4,00
Fondazione Terre Medicee – tel. 0584/757443 (in orario mostra) www.terremedicee.it

by redaction –  The Palazzo Medici over 120 works, many Viagra of which unpublished an artist still unclear. Until September 8.

A Mino Maccari, painter, engraver and illustrator large, is dedicated to the summer exhibition organized by the Foundation and the City of Medicean Seravezza inauugurata in early July in the Medici Palace titled “The comedy in the art. Maccari. Indediti and rare. 1920 – 1978, “which traces the conspicuous artistic production of Mino Maccari (Siena 1898 – Rome 1989) who was an acute observer of the customs of Italian society.

A satirical look and critic, but also ironic and indulgent at the same time. A great designer who made the stinging satire in focus of his poetry.
Exhibited more than one hundred and twenty works, including paintings drawings, watercolors, prints, mixed media made by twenty years until the end of the seventies.
From the works of the period of militancy in the fascist party, when he worked at the “Wild One”, the Florentine magazine of which he was acclaimed illustrator and director, the paintings of contemporary life with the subjects that are often witty, portraits, all the works in the exhibition have the characteristic to be little known and rarely exhibited.
For those who want to discover a piece of twentieth century Italian.

Info:
Medici Palace, Via del Palazzo, 358 – Seravezza (LU)
Hours: Monday to Friday 17.00/24.00, 10.00/12.00 and 17.00/24.00 Saturday and Sunday.
Entrance fee: Adults E. 6.00 reduced E. 4.00
Foundation Medicean – tel. 0584/757443 (during shows) www.terremedicee.it

Tutta la neve di ToscanaAll the snow of Tuscany

di redazione – La stagione dello sci è partita alla grande in quasi tutte le località toscane in occasione dello scorso week end, che coincideva con la festività dell’Immacolata.

Il Sistema neve della nostra regione si propone come un complesso articolato di grandi comprensori e stazioni più piccole. Tutte belle, tutte sciabili e perchè no anche solo passeggiabili fra boschi intonsi e natura rigogliosa.

Sono 5 le grandi aree della “Toscana Bianca”: Abetone e Doganaccia di Cutigliano sull’Appennino pistoiese, Amiata sull’omonimo monte che separa la provincia di Siena da quella di Grosseto, Casone di Profecchia, Passo Radici e Careggine in Garfagnana e infine Zum Zeri in Lunigiana, quasi al confine con Liguria e Emilia Romagna.

Le piste al momento, sono coperte da neve naturale e da neve programmata. Ancora nel corso della mattinata di ieri venerdì nevicava in molte località, ma il rialzo delle temperature soprattutto di oggi (con neve solo sulle cime più alte) e il miglioramento atteso per domenica, fanno essere la situazione in costante evoluzione come si dice in questi casi.

Si consiglia quindi più che mai a tutti gli appassionati di sci, ai turisti bianchi e quanti vogliono scoprire le montagne d’inverno di seguire sempre con attenzione tutti gli aggiornamenti del sito www.toscananeve.it e i portali delle singole località.

Per quanto riguarda le singole località iniziamo col dire che all’Abetone gli impianti saranno tutti aperti nel fine settimana (info www.multipassabetone.it).

Sull’Amiata invece è prevista l’apertura degli skilift Jolly, delle seggiovie Cantore e Macinaie e della pista di fondo (www.amiataneve.it).

Si scia bene anche alla Doganaccia, dove sono aperti tutti gli impianti.

In Garfagnana per il fine settimana è invece prevista l’apertura totale a Careggine e al Casone di Profecchia. Al Passo Radici invece sono aperti tutti i tracciati di fondo collegati a Piandelagotti. Chiusa ancora invece la stazione di Zum Zeri in Lunigiana.

Per quanto riguarda infine le promozioni in vista delle imminenti festività ricordiamo che all’Abetone, fino al 25 dicembre, gli under 14 sciano con un solo euro al giorno in qualsiasi giorno della settimana, se accompagnati da un adulto pagante.
Fino al 21 dicembre poi lo skipass feriale, dal lunedì al venerdì, costa solo 24 euro.by redaction – The ski season is playing great in almost all places in Tuscany during the last weekend, which coincided with the feast of the Immaculate Conception.

The system snow in our region is proposed as a complex set of large districts and smaller stations. All beautiful, all skiable and why not just passeggiabili between uncut forests and lush vegetation.

There are 5 major areas of “Tuscany White”: Abetone and Doganaccia Cutigliano Pistoia Apennines, Amiata on the mountain that separates the province of Siena from Grosseto, Casone Profecchia, Step Roots and Careggine in Garfagnana and finally Zum zeros in Lunigiana, near the border with Liguria and Emilia Romagna.

The tracks at the moment, are covered by snow and natural snow. Even during the morning of Friday it snowed yesterday in many places, but the rise in temperatures above today (with only snow on the highest peaks) and the expected improvement for Sunday, are to be the situation is constantly evolving as they say in these cases.

It is therefore recommended more than ever to all skiers, tourists and those who want to discover the white mountains winter always follow closely all site updates www.toscananeve.it and portals of each resort.

With regard to the individual locations begin by saying that Abetone facilities will be open all weekend (info www.multipassabetone.it).
Amiata instead is expected to open the ski lifts Jolly, chair of Cantore and Macinaie and trail (www.amiataneve.it).

You can ski well to Doganaccia, where all facilities are open.

In Garfagnana for the weekend is instead expected to open in full Careggine and Casone Profecchia. Step Roots instead are open to all basic tracks connected to Piandelagotti. Still rather closed station Zum Zeri in Lunigiana.

Finally, as regards the promotion for the forthcoming holidays remember that Abetone, until December 25, children under 14 ski for one euro per day on any day of the week, when accompanied by a paying adult.
Until December 21, then pass on weekdays, Monday through Friday, it costs only 24 euro.