Livorno: il pesce azzurro d’autore in ToscanaLivorno: the best bluefish in Tuscany

di Nadia Fondelli – 24 chef tra i migliori della Toscana, il pesce azzurro come tema, suggerimenti intriganti e foto di notevole impatto visivo. Una grafica accattivante, nuova per un libro di gastronomia, spazialità e luminosità fanno da cornice a 48 ricette realizzate da 13 chef stellati e altrettanti emergenti e arcinote firme della ristorazione regionale.

Il libro è l’undicesima pubblicazione di Claudio Mollo, giornalista e critico enogastronomico, attivo da molti anni ormai nella promozione dell’agroalimentare e della ristorazione di qualità. Un elegante formato quadrato di 22,5 centimetri per lato, cartonato con sovraccopertina. 120 pagine nelle quali le immagini rendono chiaramente l’idea del lavoro fatto con gli scatti dei rispettivi piatti, ma raccontano anche la filosofia dello chef e la storia del locale.

Il volume è stato presentato lunedì 8 ottobre nella sala Butterfly del Grand Hotel Principe di Piemonte a Viareggio di fronte ad oltre 100 tra chef, produttori di vino, giornalisti e altri operatori del settore.
Presente alla conferenza stampa una nota biologa marina, la dottoressa Silvia Gambaccini collaboratrice e consulente di Lega Pesca Toscana, che ha impreziosito l’evento con un bellissimo intervento sulle metodologie e le problematiche della pesca, i principi commerciali che regolano il mercato ittico e tante altre interessanti informazioni riguardo certe specie di pesci e le loro caratteristiche organolettiche.

Il dopo conferenza è proseguito con un buffet a base di finger food realizzati con il pesce azzurro dagli chef stellati, Fabrizio Girasoli del ristorante Butterfly di Marlia, Lucca; Andrea Mattei del ristorante La Magnolia di Forte dei Marmi, e il padrone di casa, Giuseppe Mancino, chef del ristorante Il Piccolo Principe, situato all’attico del Grand Hotel Principe di Piemonte.
In alternativa al pesce, uno dei più famosi artigiani dei salumi della lucchesia, Alderigo Triglia, proprietario del salumificio omonimo, situato in località Gombitelli, in alta Versilia.

Edito da penna blu Edizioni di Lido di Camaiore, di cui è titolare Gianluca Domenici, verrà veicolato attraverso canali di distribuzione diversi dai soliti, ma sarà presto disponibile anche in 6/7 librerie delle principali città toscane, presso gli stessi chef e locali che hanno preso parte alla pubblicazione, ed anche presso la sede della casa editrice, a Lido di Camaiore, in Viale Colombo, 246, Tel. 0584 650029. Per altre ed eventuali informazioni o dettagli è possibile contattare direttamente anche l’autore del libro al numero 348 5111580.

Un nuovo prodotto d’eccellenza e d’autore dalla penna di Claudio Mollo, uno dei migliori nel suo settore e fortunatamente anche nostra preziosa firma.di Nadia Fondelli – 24 of the best chefs in Tuscany, blue fish theme, tips and photos of intriguing visual impact. Attractive graphics, a new book by food, space and light are the frame of 48 recipes made by 13 chefs and many emerging and arcinote signatures of regional food.

The book is the eleventh publication of Claudio Mollo, journalist and wine critic, active for many years in promoting agribusiness and food quality. An elegant square format of 22.5 cm per side. 120 pages in which images make it clear idea of ​​the work done with the shots of their dishes, but they also tell the chef’s philosophy and the history of the place.

The book was presented Monday, October 8 in the Butterfly room at the Grand Hotel Principe di Piemonte in Viareggio in front of more than 100 chefs, winemakers, journalists and other professionals.
Present at the press conference a well-known marine biologist, Dr. Silvia Gambaccini collaborator and adviser of Lega Pesca Toscana, who has graced the event with a beautiful speech on the methods and problems of fisheries, the commercial principles that govern the fish market and many other interesting information about certain species of fish and their characteristics.

After the conference continued with a buffet of finger food made with the blue fish by starred chef, Fabrizio Sunflowers Restaurant Butterfly Marlia, Lucca, Andrea Mattei Restaurant La Magnolia in Forte dei Marmi, and the landlord, Joseph Left, chef at Il Piccolo Principe is located in the attic of the Grand Hotel Principe di Piemonte.
As an alternative to fish, one of the most famous craftsmen of the meats of Lucca, Alderigo Mullet, owner of the sausage factory of the same name, situated in the locality Gombitelli, high Versilia.

Published by blue pen Editions of Lido di Camaiore, which he owns Gianluca Domenici, will be channeled through distribution channels other than the usual, but will soon be available in 6/7 libraries of the main Tuscan cities, and at the same local chef who took part in the publication, and also at the office of the publisher, in Lido di Camaiore, in Viale Colombo, 246, Phone 0584 650 029. For more details and any information or you can contact the author of the book to number 348 5111580.

A new book of excellence from the pen of Claudio Mollo, one of the best in its field, and fortunately our precious fir.

L’AnsonicaL’Ansonica

In una terra di gole rosse e possenti come la Toscana, l’ansonica rappresenta una delle voci bianche che con sempre maggiori ascolti sanno cantare fuori dal coro, svincolando la Maremma del vino dal suo interprete più celebrato, il Morellino.

Siamo lungo il tratto del grossetano che guarda verso il Monte Argentario, territorio ideale per quest’uva conosciuta ed apprezzata fin dall’antichità dove tener fede alla sua innata vocazione costiera.

L’ansonica si lega infatti per storia e caratteristiche alle zone di mare, con una simpatia tutta particolare per le isole: Isola d’Elba, Isola del Giglio, Sardegna e soprattutto Sicilia, dov’è conosciuta come inzolia, protagonista fra le più rappresentative della viticoltura locale.

Una tradizione che lungo la costa dell’Argentario è portata avanti con incoraggianti risultati da un numero crescente di piccoli produttori.
Vera chicca è quella offerta dell’Isola del Giglio, uno delle più colorite espressioni di quella viticoltura cosiddetta eroica che vede l’uomo impegnato a strappare a Madre Natura lembi di terra coltivabili.

I filari di ansonaco, come viene localmente chiamata l’uva, sorgono su piccoli terrazzamenti a picco sul mare ancora puntellati di curiose costruzioni in muratura, i palmenti, realizzate dagli abitanti dell’isola fra il XVI ed il XVII e destinate alla pigiatura delle uve, che per problemi di trasporto avveniva direttamente sul campo.
Oltre a Giglio e Argentario la produzione interessa anche parte dei territori di
Capalbio, Manciano e Orbetello.

Del 1995 è il disciplinare che, riconoscendo storia e tipicità di vino e vitigno, ha istituito la Doc “Ansonica Costa dell’Argentario”, imponendo in produzione l’utilizzo di uve Ansonica in misura non inferiore all’85%.
In tavola l’abbinamento resta legato alla tradizione costiera di quest’angolo di Maremma: vino fresco e dagli aromi delicati che ricordano fiori e agrumi, di corpo leggero, ben accompagna il pesce a tutto pasto, evitando però preparazioni troppo elaborate.
Più strutturata la versione prodotta sul Giglio, dove il clima caldo e soleggiato porta nel bicchiere vini dal corpo più robusto, con gradazione alcolica anche piuttosto sostenuta.

Fior d’Ansonica” Ansonica Costa dell’Argentario Doc
Cantina Capalbio (Capalbio, GR)
Vino Ansonaco Isola del Giglio
Azienda agricola Altura (Isola del Giglio, GR)

Marco Ghelfi

In a land of mighty red gorges, like Tuscany the ansonica is one of the whites that, with increasing attention, knows how to stand on its own two feet, releasing the Maremma of its most celebrated star in the field of wine, the Morellino.

We are heading along the section of the road for Grosseto that looks towards Monte Argentario, the perfect land for this well-known grape that has been enjoyed since antiquity where it keeps faith in its innate coastal vocation.

The ansonica is in fact linked to seaside areas by its history and properties, with a special liking for the islands: Elba Island, Giglio Island, Sardinia and, especially, Sicily, where it’s known as inzolia, one of the most typical stars of the local wine-making culture.

It is a tradition that is promoted with encouraging results by a growing number of small-scale producers along the Argentario coast.
The real gem is offered by Giglio Island, one of the most colourful expressions of the so-called heroic vineyard cultivation, which sees man hard at work to rob Mother Nature of strips of land that can be cultivated.

The rows of ansonaco, as the grape is called locally, stand on small terraces with a sheer drop down to the sea, still dotted with curious stone wall buildings, the palmenti, built by the islanders between the sixteenth and seventeenth century and intended for grape pressing, which took place on site due to transport problems.
In addition to Giglio and the Argentario, production also involves part of the
Capalbio, Manciano and Orbetello areas.

There has been a guideline in place since 1995, which, having recognised the history and uniqueness of the wine and vine, established the DOC Ansonica Costa dell’Argentario, enforcing the use of no less than 80% of Ansonica grapes in production.

It goes wonderfully with the coastal tradition of this corner of the Maremma; a crisp wine with delicate aromas that recall flowers and citrus fruit, with a light body, it is perfect with fish throughout the meal. However, elaborate recipes are best avoided. The version produced on Giglio is more structured, given the hot, sunny climate, providing us with more robust wines with a higher alcohol content.

Fior d’Ansonica” Ansonica Costa dell’Argentario Doc
Cantina Capalbio (Capalbio, GR)
Vino Ansonaco Isola del Giglio

Azienda agricola Altura (Giglio Island, GR)

Marco Ghelfi

Bolgheri. Un eccellenza fatta borgoBolgheri. A village of excellence

Bolgheri è soprattutto uno stato d’animo, un modo di vivere, un’atmosfera rarefatta di un mondo che si pensa estinto.
Perfetta questa frase per raccontare questo borgo e la sua terra e ci spiace solo di non averne la paternità perché questo semplice e centrato flash appartiene al Consorzio del Vino omonimo.

A volte bastano davvero poche parole per descrivere un luogo, per riassumere il tutto in poco più di una riga.

Difficile davvero dire Bolgheri e parlare di ciò che è speciale. Di un piccolissimo borgo che è solo la frazione di un comune ma che è più famose del comune a cui appartiene; di un luogo baciato dalla natura che si trova a metà strada fra le ultime propaggini delle Colline Metallifere lungo la costa maremmana livornese e che dallo sposalizio di questi due diversi fattori climatici sa trarne il meglio; del posto dove si trovano da secoli a silenti sentinelle quei rigogliosi cipressi resi immortali dai celebri versi di Giosuè Carducci nella poesia “Davanti a San Guido”; di quel luogo dov’è nata nel 1959 quella che è stata la prima oasi naturale privata d’Italia; dove sono quelle quattro vigne o poco più dov’è nato, quasi per scommessa, un vino che ha fatto la storia recente dell’enologia e che è oggi splende fra gli astri più lucenti nel firmamento della viticoltura mondiale.

Solo così si può parlare di Bolgheri, parlando di tutte le sue straordinarie unicità racchiuse fra le mura e le atmosfere rarefatte di quello che è un caratteristico borgo toscano sviluppatosi intorno a un castello più volte rimaneggiato nel corso dei secoli che si raggiunge dopo cinque chilometri di viale dove sono i famosi cipressi di cui sopra.
Una zona da svelarsi fra le frasche della sua oasi oggi del Wwf che mantiene inalterate le caratteristiche dell’antica Maremma con i ginepri, i pini domestici, i lecci, i frassini e dove si muovono sornioni i caprioli e gli scoiattoli fra i voli degli storni del falchi, dei germani reali.

Fermiamoci, siamo in un luogo magico. Alziamo il calice con quel vino unico, profumato, complesso e generoso che parla di un micro territorio e di una favola moderna che scopriremo piano piano.

 First and foremost, Bolgheri is a state of mind, a lifestyle, a rare atmosphere of a Levitra world that is thought to be extinct.
This is the best sentence to describe this village and its land. We’re only sorry that we didn’t come up with it ourselves as this simple and focused flash belongs to the wine consortium of the same name.

At times only a few words are needed to describe a place, to sum it all up in little more than one line.

It’s hard to explain what makes Bolgheri so special. It’s a tiny village that is merely the hamlet of a municipality, but which is more famous than the municipality to which it belongs; a place caressed by nature that is located halfway between the final foothills of the Colline Metallifere (metal-bearing hills) along the Livorno coast in the Maremma area and which knows how to get the best out of the union of these two different climatic factors; the place where the silent sentinels of those luxuriant cypress trees have stood for centuries, made immortal in the famous verses of Giosuè Carducci in the poem Davanti a San Guido; that place where what was the first private nature park in Italy was created in 1959; where those four vines or more gave rise to a wine as if by accident that has gone down in recent wine-making history and still shines out as one of the brightest stars in world oenology.

This is the only way to talk about Bolgheri, about all of its extraordinary unique features contained within its walls and the rare atmosphere of a typical Tuscan village built up aroud a castle that has been reworked several times over the centuries, where you arrive after three miles of a wide road lined with the famous cypress trees.

Discover this area with the branches of its WWF oasis, which keeps the features of old Maremma intact with the juniper, domestic pine, oak and ash and where the deer and squirrels move craftily amidst the flight of the starlings, hawks and wild ducks.

That’s enough; this is a magical place. Let’s raise our glasses with this uniquely perfumed, full-bodied and generous wine that speaks of a small land and a modern-day fairytale that we discover a little at a time.

 

 

 

 

Castiglioncello: tutti i colori del mareCastiglioncello: all the colours of the sea

Rosse scogliere a picco sul mare, piccole spiagge e calette bagnate da un’acqua quasi trasparente, una fresca pineta.

Così si presenta Castiglioncello, antico villaggio etrusco che domina il mare da un piccolo promontorio. L’atmosfera magica, immersa in una natura ricca di profumi e di colori, ha ispirato artisti di ogni genere: pittori, scrittori e poeti.

La storia di Castiglioncello risale alla fine del IV sec. A.C., con un prospero insediamento etrusco. Un forte impulso allo sviluppo fu dato dai Medici: Cosimo I vi fece costruire una torre, integrata in un sistema di fortificazione del litorale contro le frequenti scorrerie dei pirati.

La fortuna turistica di Castiglioncello inizia nella seconda metà dell’800, quando, per la bellezza del paesaggio e il clima mite, diventa meta di un turismo d’elite e di personaggi dello spettacolo, della politica e della cultura, come Pirandello, Mastroianni, Gassman, Zeffirelli, Sordi, Spadolini e molti altri.

Diego Martelli, critico d’arte e mecenate, vi stabilì la residenza, ospitando con assiduità molti pittori – divenuti poi famosi, come “Macchiaioli” – che dettero vita all’importante movimento artistico della “Scuola di Castiglioncello”.

Oggi, la vita culturale ruota intorno al Castello Pasquini, al centro del paese, che ospita manifestazioni, rassegne, premi letterari e convegni di livello internazionale.

Subito sotto, piazza della Vittoria, la “piazzetta”, è, invece, il centro della mondanità e il naturale punto di ritrovo per gli amanti della vita notturna.

Il soggiorno a Castiglioncello offre molte opportunità – davvero per tutti i gusti.

Gli amanti della pesca subacquea trovano fondali incontaminati, tutti da scoprire; inoltre, il clima e i venti sono ideali per il windsurf, lo sci e gli altri sport acquatici; infine, la leggera brezza di maestrale invita i velisti all’esplorazione di calette e baie inattese.

Grandi soddisfazioni anche per chi ama il trekking e la mountain bike con emozionanti itinerari lungo i quali si aprono scorci paesaggistici di rara bellezza.

Consigliamo una visita ai piccoli borghi dell’entroterra per rivivere le atmosfere di un tempo e assaporare le tipiche specialità locali – accompagnati dalla musica e dall’allegria delle sagre paesane.

A breve distanza da Castiglioncello, troviamo molti siti etruschi: Baratti, Populonia, Suvereto, Campiglia, Volterra con i loro musei ricchi di reperti, inoltre, i siti romani di Vada, Cecina, e cittadine medioevali come Massa Marittima – oltre a parchi e oasi faunistiche come quella di Bolgheri.

Soggiorno da sogno anche per gli amanti della buona cucina: i numerosi ristoranti lungo la costa offrono i tipici piatti toscani a base di pesce, come il cacciucco alla livornese o le triglie fragoline. Nell’entroterra, domina la genuina cucina maremmana, con le ricette della tradizione: crostini, taglieri di salumi e di formaggi, grigliate e la pasta, fatta in casa, al sugo di cinghiale. Red rocks jutting out over the sea, small beaches and coves bathed in crystal-clear water, a refreshing pine forest: this is Castiglioncello, the ancient Etruscan village that overlooks the sea from a small promontory.

This magical atmosphere, set amidst a fragrant and colourful natural landscape, has inspired painters, writers and poets for generations.

Castiglioncello’s history dates back to the late fourth century B.C. when the Etruscans settled here.

The town’s development received a strong boost from the Medici family when Duke Cosimo I had a tower built here as part of a coastal fortification system to defend against frequent pirate raids.

In the second half of the nineteenth century, tourists started coming to Castiglioncello for its beautiful scenery and mild climate. It quickly became a holiday destination for the elite and important entertainment, political and cultural figures like Pirandello, Mastroianni, Gassman, Zeffirelli, Sordi, Spadolini and many others.

Art critic and patron Diego Martelli established a residence here and diligently hosted many painters who would later become known collectively as the Macchiaioli. This in turn led to the emergence of an important artistic movement called the Castiglioncello School.

Today, the town’s cultural life revolves around the Castello Pasquini, which is located in the town centre and hosts events, shows, literary award ceremonies and international conferences.

Just below it is Piazza della Vittoria, the “little piazza”, a hub of social activity and an obvious meeting spot for night owls.

A stay in Castiglioncello offers something for everyone.

Deep-sea fishing lovers can explore vast underwater depths; the climate and wind are perfect for windsurfing, waterskiing and other water sports; and light north-westerly breezes invite sailors to discover unexpected nearby coves and bays.

There are plenty of exciting trails for hikers and mountain bikers that provide gorgeous scenic views.

Visitors are also urged to explore nearby inland villages where they can relive the atmosphere of a bygone age and taste local specialties accompanied by music and charming country festivals.

There are several Etruscan sites near Castiglioncello, including Baratti, Populonia, Suvereto, Campiglia and Volterra, which have museums full of artefacts. Also of interest are Roman towns like Vada and Cecina, and medieval towns like Massa Marittima. The Bolgheri nature reserve, among others, is definitely worth a visit as well.

Food lovers will enjoy the many restaurants along the coast offering traditional fish-based Tuscan dishes like the cacciucco alla livornese (fish stew) or the triglie fragoline (mullet). Authentic Maremma cuisine predominates inland with traditional dishes like crostini, sliced cold-cuts and cheeses, grilled meats and homemade pasta with wild boar sauce.

Nel parco minerario di San Silvestro In the San Silvestro Mining Park

Alle spalle di Campiglia Marittima e del promontorio di Piombino, si estende, per circa 450 ettari, il Parco Archeominerario di San Silvestro. I segni dell’attività estrattiva di piombo, rame e argento risalenti al periodo etrusco, lo rendono uno straordinario museo a cielo aperto e ne fanno il nucleo storico più importante del distretto minerario campigliese.

Una serie di itinerari archeologici e minerari conducono i turisti alla scoperta del parco. Il viaggio può essere organizzato a proprio piacimento e in base ai propri interessi, infatti l’area offre cammini naturalistici, percorsi trekking ed esplorazioni in miniera che si alternano a musei, visite guidate e laboratori didattici di archeologia per bambini e adulti.

Quattro le vie suggerite che permettono di raggiungere i luoghi più attrattivi del parco. Dal Museo dell’Archeologia e dei Minerali – presso la biglietteria – si prosegue su via del Temperino per giungere in circa 20 minuti all’omonima Miniera: un tragitto sotterraneo che permette di osservare i minerali e contemporaneamente conoscere l’evoluzione delle tecniche di estrazione.

Uscendo dalla cava si sale verso l’area di Pozzo Earle. Qui, una serie di edifici costruiti tra l’800 e il ‘900, sono stati ristrutturati per ospitare il Museo delle Macchine Minerarie e dei Minatori, che raccoglie sia testimonianze metallurgiche, sia alcuni aspetti della vita sociale del tempo.

Una volta raggiunta la stazione di partenza del treno, attraverso la nuova Galleria mineraria Lanzi-Temperino, è facile spostarsi dalle miniere della Valle del Temperino agli impianti per la frantumazione del calcare nella Valle dei Lanzi. Dopodiché, percorrendo via dei Lanzi, è possibile avventurarsi in pozzi di estrazione medioevali in una seducente esplorazione che si sviluppa ad anello, con partenza e arrivo dalla stessa Valle.

Da qua, sullo sfondo, spiccano i resti di Rocca San Silvestro, uno straordinario esempio di borgo medioevale fondato nel X secolo dai signori pisani della Gherardesca, per ospitare i minatori e i fonditori del tempo. Luogo fortemente suggestivo, la Rocca rappresenta il cuore del Parco ed è raggiungibile sia da via dei Manienti che da via delle Ferruzze, così chiamata per gli accumuli di ferro scavati negli anni ’40.

Alle porte di Livorno, archeologia e natura s’incontrano nel Parco di San Silvestro per farne uno storico itinerario tutto da scoprire.
Info:

Parchi della Val di Cornia – Ufficio Infomazioni e Prenotazioni
Tel 0565 226445

Website: www.parchivaldicornia.it

 

The Archaeological and Mining Park of San Silvestro covers approximately 450 hectares and is located behind Campiglia Marittima and the promontory of penis enlargement surgery before after Piombino. The traces of the extraction of lead, copper and silver, dating back to the Etruscan period, render the park an extraordinary outdoor museum and the most important historical settlement of the Campiglia Marittima mining district. Visitors will be able to discover the park through a series of archaeological and mining itineraries. The journey can be customised to suit individual preferences and interests: the area offers nature itineraries, hiking routes and the possibility of exploring the mines, as well as museums, guided tours and educational archaeology workshops for children and adults.

There are four recommended itineraries to reach the park’s most attractive sites. From the ticket office of the Museum of Archaeology and Minerals, continue walking uphill towards Via del Temperino to reach, in about 20 minutes, the mine of the same name: you will embark upon an underground journey, allowing you to contemplate the minerals and at the same time learn about the evolution of the extraction techniques.

Upon exiting the quarry, walk up towards the Earle Pit area. Here, a series of buildings, built between the nineteenth and twentieth centuries, have been restored to house the Museum of Mining Machines and Miners, which features a collection of metallurgical equipment and offers an insight into how the miners used to live.

Having reached the train station, through the new Lanzi-Temperino mining gallery, it is easy to move on from the mines of the Temperino Valley to the limestone-crushing plants in the Lanzi Valley. Then, walking along Via dei Lanzi, one can venture into medieval extraction pits and explore them following a ring-like course, with the valley acting as both the point of departure and arrival. From the valley, you can admire the remains of the San Silvestro Fortress in the background, an extraordinary example of a medieval hamlet founded in the tenth century by the Pisan noble family Della Gherardesca to accommodate the miners and casters of the time.

An extremely lovely place, the fortress is the heart of the park and can be reached from either Via dei Manienti or Via delle Ferruzze, the latter owing its name to the mounds of iron resulting from the extractions carried out during the 1940s.

Just outside Livorno, archaeology and nature merge into one in the San Silvestro Park, a historical itinerary waiting to be discovered.
For further information:
Parchi della Val di Cornia – Information and booking office
Tel. 0565 226445
Web site: www.parchivaldicornia.it