Toscana: ricco fine settimana… su tutto viva la Regina

[:it]1239730_10200595102224811_1657401652_nDa Greve in Chianti dove si sta svolgendo la 46ma Expo del Chianti Classico alla valle dell’Arno e dove Londa e Pontassieve hanno dato vita rispettivamente alla pluridecennale Festa della Pesca Regina di Londa e alla terza Cookstock mentre nel vicino Mugello a Borgo San Lorenzo è numero cinque per Via del Gusto.
Settembre ricco, anche troppo… Ma l’antica festa del Chianti Classico a Greve non si trova nella stessa situazione di quella della pesca di Londa dove non si capisce come mai e a quale pro si faccia fiorire dal cilindro due eventi mangiofili a pochi chilometri da Londa che tenta eroicamente di fare cultura e tradizione.

GREVE IN CHIANTI
46ma Expo del Chianti Classico si è aperta ieri con circa 100 aziende vitivinicole espositrici. Un successo di adesioni, tante che, come aveva ricordato il sindaco Sottani in conferenza stampa, “abbiamo dovuto rinunciare alla presenza di qualcuno”.  L’Expo 2016, anno dei festeggiamenti per i 300 anni della nascita del territorio come entità produttiva unica, ha messo in campo non solo oltre 200  vini in degustazione ma tante attività per fare cultura del vino.

Il programma è ricco e interessante con visite, lezioni come quella tenuta dal  giornalista ed enocritico Riccardo Margheri che condurrà le degustazioni (sabato 10  dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 17.30 alle ore 19). Di rilievo anche il ciclo di incontri incentrato su alcuni dei temi più attuali legati al mondo vitinicolo allestito nel Giardino Incontri (giovedì 8 alle ore 18, venerdì 9 alle ore 17). Il programma propone anche un tour alla scoperta del territorio grevigiano con escursioni a piedi e visite alle pievi, ai castelli e ai laboratori artigiani (sabato 10 ore 6, domenica 11 ore 9-12 e 11-20). Info su : www.expochianticlassico.com.

FESTA DELLA PESCA REGINA DI LONDA
A Londa si festeggia un frutto ritrovato, una varietà antica ma in realtà si festeggia un modo di vivere verde.  Un percorso di grande intensità culturale quello intrapreso dal comune della montagna fiorentina, nel parco delle Foreste Casentinesi.  Frutti ritrovati su un territorio abitato e percorso da secoli che unisce Toscana e Romagna, strade dove gli Etruschi erano ben presenti (i recenti ritrovamenti confermano ciò che già si sapeva) che oggi possono raccontare una storia nascosta ai più.

La festa della Pesca Regina si inserisce in questo contesto e lo fa  non creando un evento mediatico e confusionario ma con il suo stile, che parla di una vita che guarda al futuro e alla tecnologia senza perdere le conoscenze e i valori del passato. La Pesca regina di Londa  è una pesca per sua natura a km 0, perché non sopporta la refrigerazione ed è una varietà resistente alle malattie del pesco come molte cultivar antiche.

A festeggiare la regina anche un re che arriva dalla Romagna che ha una storia simile, un vitigno antico ritrovato, il centesi mino, che oggi ci regala il Savignone che l’azienda Poderi Morini di faenza porterà a Londa.

Quindi a Londa dall’9 all’11 si potranno trovare prodotti a km zero, divertimento, trekking, buon cibo e spettacoli, come la finale del food contest Pesca & Friends a cui hanno partecipato  i più importanti food blogger italiani. Programma su : http://www.comune.londa.fi.it/eventi-notizie/festa-della-pesca-regina-di-londa

COOKSTOCK
A Pontassieve torna Cookstock per la sua terza edizione e il centro storico si animerà di gente ed eventi. Tanti tantissimi in un clima frenetico dove si parlerà di cibo in tutte le sue declinazioni. Cooking show a go go, spettacoli, cibo e vino per chi ama condividere con tante persone il gusto del cibo. Info: http://cookstock.it/programma/

VIE DEL GUSTO
Scenario simile a Borgo San Lorenzo dove fra mercato artigianale, show cooking e tanta musica da tutta Italia il cibo e declinato in mille varianti e gusti. 1239730_10200595102224811_1657401652_n[:en]1239730_10200595102224811_1657401652_nDa Greve in Chianti dove si sta svolgendo la 46ma Expo del Chianti Classico alla valle dell’Arno e dove Londa e Pontassieve hanno dato vita rispettivamente alla pluridecennale Festa della Pesca Regina di Londa e alla terza Cookstock mentre nel vicino Mugello a Borgo San Lorenzo è numero cinque per Via del Gusto.
Settembre ricco, anche troppo… Ma l’antica festa del Chianti Classico a Greve non si trova nella stessa situazione di quella della pesca di Londa dove non si capisce come mai e a quale pro si faccia fiorire dal cilindro due eventi mangiofili a pochi chilometri da Londa che tenta eroicamente di fare cultura e tradizione.

GREVE IN CHIANTI
46ma Expo del Chianti Classico si è aperta ieri con circa 100 aziende vitivinicole espositrici. Un successo di adesioni, tante che, come aveva ricordato il sindaco Sottani in conferenza stampa, “abbiamo dovuto rinunciare alla presenza di qualcuno”.  L’Expo 2016, anno dei festeggiamenti per i 300 anni della nascita del territorio come entità produttiva unica, ha messo in campo non solo oltre 200  vini in degustazione ma tante attività per fare cultura del vino.

Il programma è ricco e interessante con visite, lezioni come quella tenuta dal  giornalista ed enocritico Riccardo Margheri che condurrà le degustazioni (sabato 10  dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 17.30 alle ore 19). Di rilievo anche il ciclo di incontri incentrato su alcuni dei temi più attuali legati al mondo vitinicolo allestito nel Giardino Incontri (giovedì 8 alle ore 18, venerdì 9 alle ore 17). Il programma propone anche un tour alla scoperta del territorio grevigiano con escursioni a piedi e visite alle pievi, ai castelli e ai laboratori artigiani (sabato 10 ore 6, domenica 11 ore 9-12 e 11-20). Info su : www.expochianticlassico.com.

 

FESTA DELLA PESCA REGINA DI LONDA
A Londa si festeggia un frutto ritrovato, una varietà antica ma in realtà si festeggia un modo di vivere verde.  Un percorso di grande intensità culturale quello intrapreso dal comune della montagna fiorentina, nel parco delle Foreste Casentinesi.  Frutti ritrovati su un territorio abitato e percorso da secoli che unisce Toscana e Romagna, strade dove gli Etruschi erano ben presenti (i recenti ritrovamenti confermano ciò che già si sapeva) che oggi possono raccontare una storia nascosta ai più.

La festa della Pesca Regina si inserisce in questo contesto e lo fa  non creando un evento mediatico e confusionario ma con il suo stile, che parla di una vita che guarda al futuro e alla tecnologia senza perdere le conoscenze e i valori del passato. La Pesca regina di Londa  è una pesca per sua natura a km 0, perché non sopporta la refrigerazione ed è una varietà resistente alle malattie del pesco come molte cultivar antiche.

A festeggiare la regina anche un re che arriva dalla Romagna che ha una storia simile, un vitigno antico ritrovato, il centesi mino, che oggi ci regala il Savignone che l’azienda Poderi Morini di faenza porterà a Londa.

Quindi a Londa dall’9 all’11 si potranno trovare prodotti a km zero, divertimento, trekking, buon cibo e spettacoli, come la finale del food contest Pesca & Friends a cui hanno partecipato  i più importanti food blogger italiani. Programma su : http://www.comune.londa.fi.it/eventi-notizie/festa-della-pesca-regina-di-londa

 

COOKSTOCK
A Pontassieve torna Cookstock per la sua terza edizione e il centro storico si animerà di gente ed eventi. Tanti tantissimi in un clima frenetico dove si parlerà di cibo in tutte le sue declinazioni. Cooking show a go go, spettacoli, cibo e vino per chi ama condividere con tante persone il gusto del cibo. Info: http://cookstock.it/programma/

VIE DEL GUSTO
Scenario simile a Borgo San Lorenzo dove fra mercato artigianale, show cooking e tanta musica da tutta Italia il cibo e declinato in mille varianti e gusti. 1239730_10200595102224811_1657401652_n[:]

Frutti dimenticati riscoperti e “specialisti” non pervenuti

[:it]Pesca-Regina-Londadi Nadia Fondelli – Ormai è assodato. Lo sanno pure i muri – anche se lo dicono sottovoce per non disturbare la cassaforte dei monopolisti della nostra salute – l’alimentazione base del presente e del futuro è nella verdura e nella frutta.

Da sempre lo dice la nostra cara e vecchia dieta mediterranea ma troppo spesso lo dimentichiamo nella rincorsa a modelli e stili di vita che danneggiano la salute, ma sono tanto comodi.
La legge della comunicazione del resto insegna che la massificazione piace e che parlare di buone regole è argomento fastidioso.

Così è stato per molti anni, gli anni della plastica, del preconfezionato e del fast salvo scoprire poi, quando i buoi sono già scappati dalla stalla, che il rovescio della medaglia c’era. Addio salute.

Facendo due conti si è compreso allora che il costo sociale di cattive politiche è un boomerang assassino. Spendere oggi uno per risparmiare e nutrire i popoli di veleni corrisponde a spendere domani dieci per garantire cure a vite a popoli avvelenati.

Malattie cardiovascolari, metaboliche e neurodegenerative erano sconosciute pochi decenni fa quando sulla tavola la carne scarseggiava, i prodotti lavorati non esistevano, i legumi erano la bistecca dei poveri e frutta e verdura non mancava mai.

E’ stato comodo e troppo facile distruggere l’economia di micro produzioni contadine di cui nessuno si sarebbe interessato in nome della spesa da carrello.
Oggi ne paghiamo il conto ed ecco che l’economia che ha fatto risorgere l’Italia dalle macerie della guerra, quella contadina sacrificata in nome del progresso, oggi è la chiave per un futuro migliore.
Non un vero ritorno al passato, sarebbe impossibile, ma un passato rivisto in chiave moderna per curarsi e non ammalarsi mangiando.

La frutta dimenticata ritorna così ad avere un seppur piccolo (e ci auguriamo in crescita) numero di produttori e seguaci ben consci di dover trovare la chiave di volta per non essere dei Don Chisciotte qualsiasi.
E pensare che in poco più di un ventennio siamo stati capaci di azzerare un patrimonio unico fatto di: primo paese al mondo a produrre pesche, pere e kiwi; ben oltre 170.000 varietà vegetali commestibili prodottee (la Gran Bretagna seconda ne ha 2100) e oltre 120 varietà di grani quando un colosso come gli Usa ne hanno solo 6.

E di frutti dimenticati da rilanciare se n’è parlato in abbondanza in un interessante confronto fra stampa specializzata, produttori, scienziati e amministratori pochi giorni fa a Londa: paese conosciuto per la celebre e ormai introvabile pesca regina.

La regina appunto tardiva settembrina a cui il paese mugellano ha da sempre dedicato la sua festa che insieme alla cotogna che si coltivava dalle parti dell’odierna via di Villamagna a Firenze rimangono tracce, insieme a tantissime altre varietà solo nei dipinti di Bartolomeo Bimbi testimone con le sue tele di come la frutta e le sue mille varietà fossero invece conosciute e rispettate sulle tavole rinascimentali.

Peccato che fra i tantissimi (sempre più) colleghi che vantano specializzazione in enogastronomia sulle rive del lago di Londa fossimo solo una manciata.
Peccato che la buona e sana divulgazione che si può fare non abbia appeal. Peccato non aver compreso la richiesta di sostegno lanciata da un’amministrazione lungimirante che tanto sta facendo in termini di sostegno e formazione per riprendere in chiave moderna una produzione che determina un economia; peccato per non sapere e non poter raccontare ai consumatori che ci mangiamo (quando la mangiamo) frutta costruita in laboratorio con il solo scopo di essere adatta alla grande distribuzione anche se deve stare venti giorni in frigorifero e col gusto pari a zero.

Peccato non sapere e non poter raccontare che il chilometro zero non è solo una bella parola da usare per riempirsi la bocca, non capire come costruire insieme una filiera, delle corrette etichettature, come sviluppare piante naturalmente resistenti ai parassiti, perché non chiedere agli chef-divi perché la frutta non esiste nei loro menù, etc…

Chi ci rimette è il consumatore perché al poutpourri del tutto si cucina a tutte le ore in tv si può rispondere solo con informazione corretta e coraggiosa. Ma forse è il coraggio che manca a questo paese per rifiorire.[:en]Pesca-Regina-Londadi Nadia Fondelli – Ormai è assodato. Lo sanno pure i muri – anche se lo dicono sottovoce per non disturbare la cassaforte dei monopolisti della nostra salute – l’alimentazione base del presente e del futuro è nella verdura e nella frutta.

Da sempre lo dice la nostra cara e vecchia dieta mediterranea ma troppo spesso lo dimentichiamo nella rincorsa a modelli e stili di vita che danneggiano la salute, ma sono tanto comodi.
La legge della comunicazione del resto insegna che la massificazione piace e che parlare di buone regole è argomento fastidioso.

Così è stato per molti anni, gli anni della plastica, del preconfezionato e del fast salvo scoprire poi, quando i buoi sono già scappati dalla stalla, che il rovescio della medaglia c’era. Addio salute.

Facendo due conti si è compreso allora che il costo sociale di cattive politiche è un boomerang assassino. Spendere oggi uno per risparmiare e nutrire i popoli di veleni corrisponde a spendere domani dieci per garantire cure a vite a popoli avvelenati.

Malattie cardiovascolari, metaboliche e neurodegenerative erano sconosciute pochi decenni fa quando sulla tavola la carne scarseggiava, i prodotti lavorati non esistevano, i legumi erano la bistecca dei poveri e frutta e verdura non mancava mai.

E’ stato comodo e troppo facile distruggere l’economia di micro produzioni contadine di cui nessuno si sarebbe interessato in nome della spesa da carrello.
Oggi ne paghiamo il conto ed ecco che l’economia che ha fatto risorgere l’Italia dalle macerie della guerra, quella contadina sacrificata in nome del progresso, oggi è la chiave per un futuro migliore.
Non un vero ritorno al passato, sarebbe impossibile, ma un passato rivisto in chiave moderna per curarsi e non ammalarsi mangiando.

La frutta dimenticata ritorna così ad avere un seppur piccolo (e ci auguriamo in crescita) numero di produttori e seguaci ben consci di dover trovare la chiave di volta per non essere dei Don Chisciotte qualsiasi.
E pensare che in poco più di un ventennio siamo stati capaci di azzerare un patrimonio unico fatto di: primo paese al mondo a produrre pesche, pere e kiwi; ben oltre 170.000 varietà vegetali commestibili prodottee (la Gran Bretagna seconda ne ha 2100) e oltre 120 varietà di grani quando un colosso come gli Usa ne hanno solo 6.

E di frutti dimenticati da rilanciare se n’è parlato in abbondanza in un interessante confronto fra stampa specializzata, produttori, scienziati e amministratori pochi giorni fa a Londa: paese conosciuto per la celebre e ormai introvabile pesca regina.

La regina appunto tardiva settembrina a cui il paese mugellano ha da sempre dedicato la sua festa che insieme alla cotogna che si coltivava dalle parti dell’odierna via di Villamagna a Firenze rimangono tracce, insieme a tantissime altre varietà solo nei dipinti di Bartolomeo Bimbi testimone con le sue tele di come la frutta e le sue mille varietà fossero invece conosciute e rispettate sulle tavole rinascimentali.

Peccato che fra i tantissimi (sempre più) colleghi che vantano specializzazione in enogastronomia sulle rive del lago di Londa fossimo solo una manciata.
Peccato che la buona e sana divulgazione che si può fare non abbia appeal. Peccato non aver compreso la richiesta di sostegno lanciata da un’amministrazione lungimirante che tanto sta facendo in termini di sostegno e formazione per riprendere in chiave moderna una produzione che determina un economia; peccato per non sapere e non poter raccontare ai consumatori che ci mangiamo (quando la mangiamo) frutta costruita in laboratorio con il solo scopo di essere adatta alla grande distribuzione anche se deve stare venti giorni in frigorifero e col gusto pari a zero.

Peccato non sapere e non poter raccontare che il chilometro zero non è solo una bella parola da usare per riempirsi la bocca, non capire come costruire insieme una filiera, delle corrette etichettature, come sviluppare piante naturalmente resistenti ai parassiti, perché non chiedere agli chef-divi perché la frutta non esiste nei loro menù, etc…

Chi ci rimette è il consumatore perché al poutpourri del tutto si cucina a tutte le ore in tv si può rispondere solo con informazione corretta e coraggiosa. Ma forse è il coraggio che manca a questo paese per rifiorire.[:]

2018: Firenze e il Mugello diventano rosa

[:it]20160130_132043di redazione – Dopo l’aggiudicazione del Mondiale le Donne in Rosa, impegnate nell’organizzazione del Dragon Boat Festival  2018, da oggi hanno anche un logo, la mascotte e casa all’interno del Coni delegazione di Firenze.

E’ uno di quegli eventi che fanno strusciare le mani di orgoglio l’aggiudicazione da parte di Firenze e della sua provincia di quello che è di fatto il campionato del mondo di Dragon Boat delle donne operate di tumore al seno.
Un orgoglio perché è la prima volta che il mondiale sbarca di qua dall’oceano e Firenze è la prima città d’Europa ad avere la possibilità di ospitare questo evento che definire solo sportivo è riduttivo.

Sarà il lago di Bilancino, da un anno divenuto proprietà della regione e finalmente uscito dal suo letargico isolamento, ad ospitare nelle sue acque oltre 100 dragoni provenienti da ogni dove.
Un occasione da non perdere anche per valorizzare questo meraviglioso angolo di Mugello che non è solo autodromo con un qualcosa che non è solo sportivo, ma anche sociale.

“Quello che era nato come invaso di Bilancino, non a caso è divenuto anche nella denominazione lago di Toscana – afferma Eugenio Giani delegato Coni e presidente del consiglio regionale – è per la sua bellezza e adattabilità ideale per manifestazioni sportive.  Con questo evento finalmente, la regione che da poco lo ha acquisito intende  valorizzare il meglio dello sport, della natura e del sociale che siamo in grado di offrire ani nostri ospiti”.

L’occasione della presentazione del logo e della mascotte vincenti per concorso e che rappresenteranno l’evento è stato anche l’occasione per ribadire forte da parte dell’assessore alla salute Stefania Saccardi che “le donne in rosa e il loro festival non sono solo un evento sportivo ma anche sociale molto importante” mentre per l’assessore allo sport del comune di Firenze Andrea Vannucci  “c’è tanto entusiasmo e voglia di fare intorno a questo festival. Lo stesso entusiasmo che le Dragon Lady con il loro essere un inno alla vita trasmettono sempre”.

La presidente della commissione sport del comune di Firenze, Maria Federica Giuliani che fin dalla loro nascita segue le donne in rosa di cui è di fatto una madrina l’entusiasmo lo dimostra guardando in faccia dritte le “sue” donne in rosa e affermando che: “loro sono squadra. Loro hanno trasformato quello che è iniziato come un percorso di riabilitazione in qualcosa di sportivo ma anche di molto più profondo.  Sono una squadra vincente non solo nella vita ma anche nello sport e rappresentano la forza delle donne.

Firenze e la Toscana si sono aggiudicate il festival fra le lacrime di commozione del comitato internazionale davanti alle nostre bellezze.
Ci attende una grande responsabilità, l’allegria di una Toscana tutta rosa e oltre 4000 persone previste che sbarcheranno qua per vedere il bello e il buono che siamo in grado di regalare.[:en]20160130_132043di redazione – Dopo l’aggiudicazione del Mondiale le Donne in Rosa, impegnate nell’organizzazione del Dragon Boat Festival  2018, da oggi hanno anche un logo, la mascotte e casa all’interno del Coni delegazione di Firenze.

E’ uno di quegli eventi che fanno strusciare le mani di orgoglio l’aggiudicazione da parte di Firenze e della sua provincia di quello che è di fatto il campionato del mondo di Dragon Boat delle donne operate di tumore al seno.
Un orgoglio perché è la prima volta che il mondiale sbarca di qua dall’oceano e Firenze è la prima città d’Europa ad avere la possibilità di ospitare questo evento che definire solo sportivo è riduttivo.

Sarà il lago di Bilancino, da un anno divenuto proprietà della regione e finalmente uscito dal suo letargico isolamento, ad ospitare nelle sue acque oltre 100 dragoni provenienti da ogni dove.
Un occasione da non perdere anche per valorizzare questo meraviglioso angolo di Mugello che non è solo autodromo con un qualcosa che non è solo sportivo, ma anche sociale.

“Quello che era nato come invaso di Bilancino, non a caso è divenuto anche nella denominazione lago di Toscana – afferma Eugenio Giani delegato Coni e presidente del consiglio regionale – è per la sua bellezza e adattabilità ideale per manifestazioni sportive.  Con questo evento finalmente, la regione che da poco lo ha acquisito intende  valorizzare il meglio dello sport, della natura e del sociale che siamo in grado di offrire ani nostri ospiti”.

L’occasione della presentazione del logo e della mascotte vincenti per concorso e che rappresenteranno l’evento è stato anche l’occasione per ribadire forte da parte dell’assessore alla salute Stefania Saccardi che “le donne in rosa e il loro festival non sono solo un evento sportivo ma anche sociale molto importante” mentre per l’assessore allo sport del comune di Firenze Andrea Vannucci  “c’è tanto entusiasmo e voglia di fare intorno a questo festival. Lo stesso entusiasmo che le Dragon Lady con il loro essere un inno alla vita trasmettono sempre”.

La presidente della commissione sport del comune di Firenze, Maria Federica Giuliani che fin dalla loro nascita segue le donne in rosa di cui è di fatto una madrina l’entusiasmo lo dimostra guardando in faccia dritte le “sue” donne in rosa e affermando che: “loro sono squadra. Loro hanno trasformato quello che è iniziato come un percorso di riabilitazione in qualcosa di sportivo ma anche di molto più profondo.  Sono una squadra vincente non solo nella vita ma anche nello sport e rappresentano la forza delle donne.

Firenze e la Toscana si sono aggiudicate il festival fra le lacrime di commozione del comitato internazionale davanti alle nostre bellezze.
Ci attende una grande responsabilità, l’allegria di una Toscana tutta rosa e oltre 4000 persone previste che sbarcheranno qua per vedere il bello e il buono che siamo in grado di regalare.[:]

Toscana: il Natale è già arrivato

[:it]siena-piazza_night_1600Anche se sembra ancora lontano il Natale è già arrivato in Toscana. Si accendono le luci dello shopping natalizio già da novembre in tanti piccoli borghi e nelle grandi città fra profumi di vin brulè e palle colorate di mille sfumature.

Si inizia il nostro viaggio da Chianciano Terme, che dal 6 novembre al 27 dicembre, si trasforma nel Paese di Babbo Natale. Scenografie fatte di luci, alberi, stelle e proiezioni guideranno i visitatori attraverso un mondo incantato.
Anche il trenino turistico “Termalino” si trasformerà per l’occasione per diventare il “Polar Express” e portare grandi e piccini per le vie di tutto il paese. Il clou della manifestazione sarà la dimora di Babbo Natale con tante attività per i più piccoli e il mercatino all’esterno.

Anche Montecatini Terme si prepara presto per le festività natalizie e diventa La Città del Natale dal 6 novembre al 6 gennaio.
Quest’anno anche il borgo medivale di Montecatini Alto partecipa alla festa e fa da cornice al Piccolo Regno Incantato, dove i più piccoli potranno trascorrere la giornata in compagnia dei personaggi delle fiabe più celebri. La città termale, invece, ospita anche la Casa di Babbo Natale, al Castello delle Terme Tamerici. Oltre alla ricostruzione della magica dimora del mitico vecchietto panciuto e barbuto, ci saranno elfi, animazioni, laboratori, spettacoli, burattini, clown, scuola circense e molto altro ancora.

A Montepulciano, nel cuore della Valdorcia, la festa inizia il 21 novembre per concludersi soltanto il 6 gennaio con il Villaggio di Natale.
Piazza Grande, piazzetta Danesi e Via San Donato saranno invase da casette di legno e addobbi a tema. Grande attenzione alla qualità e originalità dei prodotti in vendita con il coinvolgimento delle associazioni degli artigiani.
Street food, spettacoli e attività di animazioni assicureranno poi il divertimento per tutta la famiglia. Per i più piccoli ci saranno inoltre il mini ranch dei pony e il Castello di Babbo Natale, ospitato all’interno della Fortezza Medievale con giochi, canti, spettacoli e laboratori creativi.

A Porciano di Lamporecchio, in provincia di Pistoia, il 29 novembre c’è l’appuntamento con Porciano e i Sapori del Natale.
Dolci tipici, vin brulé, musica itinerante e artigianato per godere l’atmosfera festiva tra le colline del Montalbano e, magari, visitare il piccolo borgo a bordo di una carrozza trainata da cavalli.

A Firenze sono tanti gli eventi in programma.
Dal 2 al 20 dicembre torna, appunto, il Weihnachtsmarkt, tradizionale mercatino di Natale tedesco in Piazza Santa Croce.
Caratteristiche casette di legno addobbate in stile natalizio portano l’aria della Germania nel cuore della città del Giglio. Il profumo di saporiti wurstel e sostanziosi stinchi di maiale cotti sulla brace, i bretzel, lo strudel e altre prelibatezze pervadono l’aria e invitano i visitatori a cedere alle tentazioni della gola, magari accompagnando il tutto con un bel boccale di birra spillato sul momento.
Largo Pietro Annigoni diventa anche quest’anno il Villaggio di Babbo Natale dall’8 dicembre al 6 gennaio.
A Palazzo Corsini, dal 18 al 20 dicembre, c’è il Natale per File (Fondazione Italiana di Leniterapia), l’occasione ideale per trovare un regalo speciale ai propri cari mentre si fa una buona azione. Interverranno molti espositori tra grandi brand, negozi e artigiani del territorio, che devolveranno parte del loro ricavato a FILE.
Nel segno della beneficenza anche Aspettando il Natale, la mostra-mercato che si terrà dal 4 al 6 dicembre all’Obihall a favore della Croce Rossa Italiana.
L’8 dicembre in Piazza Santissima Annunziata ci sarà la Fierucola dell’Immacolata, mentre la Fierucolina di Natale avrà luogo in Piazza Santo Spirito il 20 dicembre.

A Pisa il Palazzo dei Congressi diventa la Fabbrica di Babbo Natale dal 4 all’8 dicembre. Lì la festa è indubbiamente dei più piccoli, con folletti, spettacoli di circo e magia, laboratori artistici, teatrino delle marionette e la presenza di truccatori.

Abbadia San Salvatore, nel cuore dell’Amiata, si prepara ad una grande festa dal 4 dicembre al 6 gennaio.
L’iniziativa Città delle Fiaccole racchiude un richissimo cartelone che condurrà cittadini e visitatori alla scoperta di una montagna diversa,  dove si scia, ma non solo. Ogni weekend, infatti, ci saranno mercatini, musiche, laboratori, mostre di presepi e molto altro ancora. I profumi e i sapori del periodo natalizio invaderrano le vie del borgo merdievale che vivrà il momento clou il 24 dicembre, la celebre Notte delle Fiaccole.

A Siena, il 5 e il 6 dicembre si farà shopping nel Medioevo con l’arrivo del Mercato nel Campo, che quest’anno si inspira al tema di Siena Capitale Italiana della Cultura 2015.
Una delle piazze più belle d’Italia farà da cornice alla rievocazione del “mercato grande” che si teneva nel Trecento. Spazio ai prodotti tipici senesi, ma anche di altre regioni italiane e dall’Europa in oltre 150 banche che saranno disposti seguendo le indicazioni date nel XIV secolo dalle autorità comunali. Il Cortile del Podestà ospiterà poi un percorso sensoriale dedicato al settore vitivinicolo.

A Palazzuolo sul Senio, nell’Alto Mugello, torna l’appuntamento con Le Magie dell’Avvento. Il 6, 8, 13 e 20 dicembre la Piazza IV Novembre è il cuore della manifestazione con bancarelle di idee regalo e prodotti tipici italiani, dai presepi alle candele.
Canti natalizi, lanterne colorate, artisti di strada, animazione per adulti e bambini e il percorso 100 Presepi per Palazzuolo – visitabile dal 6 dicembre al 6 gennaio, completano l’atmosfera fiabesca della festa. Immancabile poi, la Baita di Babbo Natale con l’Elfo Truccabimbi per i più piccoli.

Il castello di Monteriggioni diventa il Villaggio di Natale nei giorni 8, 13 e 20 dicembre: animazione per bambini, mercatino di prodotti tipici e attività per tutta la famiglia.

A Chiusi della Verna, nell’Aretino, dal 20 al 27 dicembre è in programma la prima edizione del mercatino e della Casa di Babbo Natale.
Tante le attività: gara di dolci natalizi, palio dei presepi, truccabimbi, animazioni, musica, cori, danze, giochi per grandi e piccini, stand gastronomici e tanto artigianato nella splendida cornice del Sacro Monte.

Infine, a Lucignano, il romantico borgo dell’Aretino, il 20 dicembre – l’ultima domenica prima di Natale – c’è la tradizionale Fiera del Ceppo. Presepi, giocattoli in legno, bambole di pezza, addobbi natalizi e articoli artigianali in pelle ispirano i regali speciali, mentre i dolci tradizionali del periodo, oltre a tartufi e pecorini, miele e marmellate, allietano i buongustai. L’appuntamento è legato ad una memoria storica particolarmente cara ai lucignanesi.

Ricordiamo, inoltre, che l’intera Toscana è costellata di mercatini di Natale: da Lucca a Massa, da Marradi a Pietrasanta.

 [:en]siena-piazza_night_1600Anche se sembra ancora lontano il Natale è già arrivato in Toscana. Si accendono le luci dello shopping natalizio già da novembre in tanti piccoli borghi e nelle grandi città fra profumi di vin brulè e palle colorate di mille sfumature.

Si inizia il nostro viaggio da Chianciano Terme, che dal 6 novembre al 27 dicembre, si trasforma nel Paese di Babbo Natale. Scenografie fatte di luci, alberi, stelle e proiezioni guideranno i visitatori attraverso un mondo incantato.
Anche il trenino turistico “Termalino” si trasformerà per l’occasione per diventare il “Polar Express” e portare grandi e piccini per le vie di tutto il paese. Il clou della manifestazione sarà la dimora di Babbo Natale con tante attività per i più piccoli e il mercatino all’esterno.

Anche Montecatini Terme si prepara presto per le festività natalizie e diventa La Città del Natale dal 6 novembre al 6 gennaio.
Quest’anno anche il borgo medivale di Montecatini Alto partecipa alla festa e fa da cornice al Piccolo Regno Incantato, dove i più piccoli potranno trascorrere la giornata in compagnia dei personaggi delle fiabe più celebri. La città termale, invece, ospita anche la Casa di Babbo Natale, al Castello delle Terme Tamerici. Oltre alla ricostruzione della magica dimora del mitico vecchietto panciuto e barbuto, ci saranno elfi, animazioni, laboratori, spettacoli, burattini, clown, scuola circense e molto altro ancora.

A Montepulciano, nel cuore della Valdorcia, la festa inizia il 21 novembre per concludersi soltanto il 6 gennaio con il Villaggio di Natale.
Piazza Grande, piazzetta Danesi e Via San Donato saranno invase da casette di legno e addobbi a tema. Grande attenzione alla qualità e originalità dei prodotti in vendita con il coinvolgimento delle associazioni degli artigiani.
Street food, spettacoli e attività di animazioni assicureranno poi il divertimento per tutta la famiglia. Per i più piccoli ci saranno inoltre il mini ranch dei pony e il Castello di Babbo Natale, ospitato all’interno della Fortezza Medievale con giochi, canti, spettacoli e laboratori creativi.

A Porciano di Lamporecchio, in provincia di Pistoia, il 29 novembre c’è l’appuntamento con Porciano e i Sapori del Natale.
Dolci tipici, vin brulé, musica itinerante e artigianato per godere l’atmosfera festiva tra le colline del Montalbano e, magari, visitare il piccolo borgo a bordo di una carrozza trainata da cavalli.

A Firenze sono tanti gli eventi in programma.
Dal 2 al 20 dicembre torna, appunto, il Weihnachtsmarkt, tradizionale mercatino di Natale tedesco in Piazza Santa Croce.
Caratteristiche casette di legno addobbate in stile natalizio portano l’aria della Germania nel cuore della città del Giglio. Il profumo di saporiti wurstel e sostanziosi stinchi di maiale cotti sulla brace, i bretzel, lo strudel e altre prelibatezze pervadono l’aria e invitano i visitatori a cedere alle tentazioni della gola, magari accompagnando il tutto con un bel boccale di birra spillato sul momento.
Largo Pietro Annigoni diventa anche quest’anno il Villaggio di Babbo Natale dall’8 dicembre al 6 gennaio.
A Palazzo Corsini, dal 18 al 20 dicembre, c’è il Natale per File (Fondazione Italiana di Leniterapia), l’occasione ideale per trovare un regalo speciale ai propri cari mentre si fa una buona azione. Interverranno molti espositori tra grandi brand, negozi e artigiani del territorio, che devolveranno parte del loro ricavato a FILE.
Nel segno della beneficenza anche Aspettando il Natale, la mostra-mercato che si terrà dal 4 al 6 dicembre all’Obihall a favore della Croce Rossa Italiana.
L’8 dicembre in Piazza Santissima Annunziata ci sarà la Fierucola dell’Immacolata, mentre la Fierucolina di Natale avrà luogo in Piazza Santo Spirito il 20 dicembre.

A Pisa il Palazzo dei Congressi diventa la Fabbrica di Babbo Natale dal 4 all’8 dicembre. Lì la festa è indubbiamente dei più piccoli, con folletti, spettacoli di circo e magia, laboratori artistici, teatrino delle marionette e la presenza di truccatori.

Abbadia San Salvatore, nel cuore dell’Amiata, si prepara ad una grande festa dal 4 dicembre al 6 gennaio.
L’iniziativa Città delle Fiaccole racchiude un richissimo cartelone che condurrà cittadini e visitatori alla scoperta di una montagna diversa,  dove si scia, ma non solo. Ogni weekend, infatti, ci saranno mercatini, musiche, laboratori, mostre di presepi e molto altro ancora. I profumi e i sapori del periodo natalizio invaderrano le vie del borgo merdievale che vivrà il momento clou il 24 dicembre, la celebre Notte delle Fiaccole.

A Siena, il 5 e il 6 dicembre si farà shopping nel Medioevo con l’arrivo del Mercato nel Campo, che quest’anno si inspira al tema di Siena Capitale Italiana della Cultura 2015.
Una delle piazze più belle d’Italia farà da cornice alla rievocazione del “mercato grande” che si teneva nel Trecento. Spazio ai prodotti tipici senesi, ma anche di altre regioni italiane e dall’Europa in oltre 150 banche che saranno disposti seguendo le indicazioni date nel XIV secolo dalle autorità comunali. Il Cortile del Podestà ospiterà poi un percorso sensoriale dedicato al settore vitivinicolo.

A Palazzuolo sul Senio, nell’Alto Mugello, torna l’appuntamento con Le Magie dell’Avvento. Il 6, 8, 13 e 20 dicembre la Piazza IV Novembre è il cuore della manifestazione con bancarelle di idee regalo e prodotti tipici italiani, dai presepi alle candele.
Canti natalizi, lanterne colorate, artisti di strada, animazione per adulti e bambini e il percorso 100 Presepi per Palazzuolo – visitabile dal 6 dicembre al 6 gennaio, completano l’atmosfera fiabesca della festa. Immancabile poi, la Baita di Babbo Natale con l’Elfo Truccabimbi per i più piccoli.

Il castello di Monteriggioni diventa il Villaggio di Natale nei giorni 8, 13 e 20 dicembre: animazione per bambini, mercatino di prodotti tipici e attività per tutta la famiglia.

A Chiusi della Verna, nell’Aretino, dal 20 al 27 dicembre è in programma la prima edizione del mercatino e della Casa di Babbo Natale.
Tante le attività: gara di dolci natalizi, palio dei presepi, truccabimbi, animazioni, musica, cori, danze, giochi per grandi e piccini, stand gastronomici e tanto artigianato nella splendida cornice del Sacro Monte.

Infine, a Lucignano, il romantico borgo dell’Aretino, il 20 dicembre – l’ultima domenica prima di Natale – c’è la tradizionale Fiera del Ceppo. Presepi, giocattoli in legno, bambole di pezza, addobbi natalizi e articoli artigianali in pelle ispirano i regali speciali, mentre i dolci tradizionali del periodo, oltre a tartufi e pecorini, miele e marmellate, allietano i buongustai. L’appuntamento è legato ad una memoria storica particolarmente cara ai lucignanesi.

Ricordiamo, inoltre, che l’intera Toscana è costellata di mercatini di Natale: da Lucca a Massa, da Marradi a Pietrasanta.[:]

Mugello: I mondiali delle donne in rosa a Firenze e Bilancino

[:it]Dragonladydi Nadia Fondelli – A chi non è capitato almeno una volta, passeggiando sui lungarni, di vedere in Arno una strana barca con venti vogatori che procede al ritmo di un tamburino?
Se l’avete osservata bene quella barca con la testa di un dragone in prua ha un equipaggio totalmente di rosa vestito. Sono tutte donne e avanzano decise solcando le acque sul loro Dragon Boat pluridecorato.
Sono lo squadrone delle Lilt Florence Dragon Lady che, grazie al loro medagliere sono riuscite nella non facile impresa di far aggiudicare a Firenze il festival mondiale delle Dragon Lady 2018.
Se stessimo parlando di calcio la notizia sarebbe da otto colonne, ma siccome trattasi di altro sport la stessa è passata un po’ sotto traccia nei quotidiani.
Firenze e il Mugello con il lago di Bilancino  ospiteranno un appuntamento dai numeri incredibili; basti solo dire che, nell’edizione precedente del 2014 svoltatasi nel bacino di Sarasota in Florida, oltre 100 sono stati gli equipaggi partecipanti a rappresentare 9 paesi per un totale di circa 3000 donne operate al seno a vogare.
Ma chi sono queste donne speciali?
Sono delle vincenti della vita e dello sport che praticano questa disciplina nata nel 1996 come forma di riabilitazione a seguito dell’intuizione  del medico statunitense Dr. Mckenzie che, in contrasto con le teorie del periodo, ha scoperto che il movimento ritmico e ciclico della pagaiata costituisse una sorta di linfodrenaggio naturale favorendo la prevenzione del linfedema.
E da quel 1996 tanta strada è stata percorsa. Nel 2003 è nata a Roma la prima squadra italiana e il 14 febbraio del 2006 è nato lo squadrone fiorentino.
San Valentino ha sancito l’amore della città per le sue dragon lady. Oltre 200 le donne – dai 30 agli 80 anni – che in questi anni si sono alternate alla pagaia e circa 50 quelle che oggi fanno parte della squadra gigliata imbattibile fra i confini nazionali.
Faremo il tifo per loro al mondiale del 2018, ma facciamolo sempre, ogni volta che le vediamo procedere in Arno al ritmo del tamburo semplicemente perché, oltre al rappresentare il bello e il buono dello sport loro sono molto di più.
Sono l’entusiasmo, la forza interiore, il senso di squadra, il cuore, la vita e la certezza che una buona cultura della prevenzione passa attraverso esempi virtuosi.[:en]Dragonladydi Nadia Fondelli – A chi non è capitato almeno una volta, passeggiando sui lungarni, di vedere in Arno una strana barca con venti vogatori che procede al ritmo di un tamburino?
Se l’avete osservata bene quella barca con la testa di un dragone in prua ha un equipaggio totalmente di rosa vestito. Sono tutte donne e avanzano decise solcando le acque sul loro Dragon Boat pluridecorato.
Sono lo squadrone delle Lilt Florence Dragon Lady che, grazie al loro medagliere sono riuscite nella non facile impresa di far aggiudicare a Firenze il festival mondiale delle Dragon Lady 2018.
Se stessimo parlando di calcio la notizia sarebbe da otto colonne, ma siccome trattasi di altro sport la stessa è passata un po’ sotto traccia nei quotidiani.
Firenze e il Mugello con il lago di Bilancino  ospiteranno un appuntamento dai numeri incredibili; basti solo dire che, nell’edizione precedente del 2014 svoltatasi nel bacino di Sarasota in Florida, oltre 100 sono stati gli equipaggi partecipanti a rappresentare 9 paesi per un totale di circa 3000 donne operate al seno a vogare.
Ma chi sono queste donne speciali?
Sono delle vincenti della vita e dello sport che praticano questa disciplina nata nel 1996 come forma di riabilitazione a seguito dell’intuizione  del medico statunitense Dr. Mckenzie che, in contrasto con le teorie del periodo, ha scoperto che il movimento ritmico e ciclico della pagaiata costituisse una sorta di linfodrenaggio naturale favorendo la prevenzione del linfedema.
E da quel 1996 tanta strada è stata percorsa. Nel 2003 è nata a Roma la prima squadra italiana e il 14 febbraio del 2006 è nato lo squadrone fiorentino.
San Valentino ha sancito l’amore della città per le sue dragon lady. Oltre 200 le donne – dai 30 agli 80 anni – che in questi anni si sono alternate alla pagaia e circa 50 quelle che oggi fanno parte della squadra gigliata imbattibile fra i confini nazionali.
Faremo il tifo per loro al mondiale del 2018, ma facciamolo sempre, ogni volta che le vediamo procedere in Arno al ritmo del tamburo semplicemente perché, oltre al rappresentare il bello e il buono dello sport loro sono molto di più.
Sono l’entusiasmo, la forza interiore, il senso di squadra, il cuore, la vita e la certezza che una buona cultura della prevenzione passa attraverso esempi virtuosi.[:]