Natale insolito? Caciocavallo al gusto di panettone e carne di gazza marina fermentata

Natale insolito? Caciocavallo al gusto di panettone e carne di gazza marina fermentata

Sicuramente avrete fatto scorpacciate golose di dolci e salati fra la vigilia e il pranzo di Natale e mentre siete pentiti di tutte le calorie ingerite in due soli pasti ecco, per farvi passare la fame, ma anche per sorridere due curiose proposte culinarie natalizie che possono far storcere la bocca a qualcuno.

La carne fermentata sottoterra della Groenlandia

La prima proposta viene da molto lontano e da un luogo molto freddo: la Groenlandia.
In questa grande isola circondata dai ghiacci del Mar Artico non potendo mangiare panettoni e pandori a Natale scelgono di mangiare il Mattak.
Il piatto di Natale per eccellenza di questo popolo che ama baciarsi col naso è fatto di pelle e grasso di balena tradizionalmente servito crudo, ma che oggi viene consumato anche impanato, fritto o in salamoia. Oltre alla Groenlandia, questo piatto è diffuso anche nella cucina di altri popoli dell’Artico, come Inuit, Chukchi e Nenet. Ricco di vitamina C svolge un ruolo molto importante nella dieta degli indigeni che vivono nell’Artico.
L’altro piatto golosissimo per il Natale a queste latitudini è il Kiviak, che consiste in carne di gazza marina fermentata avvolto nella pelle di foca. La pelle di foca può contenere diverse centinaia di uccelli e, una volta sigillata, viene e posizionata sotto un cumulo di rocce per diversi mesi prima del Natale.
Durante il periodo natalizio è tradizione dissotterrare il kiviak e poi consumarlo rigorosamente crudo.

Il formaggio al panettone creato dall’intelligenza artificiale

E’ italianissima l’altra proposta più bizzarra del Natale 2023. Arriva dalla Campania dove a Fisciano ha sede un’azienda che detiene il brevetto di Innovative Enrichment Milk (IEM): ovvero in parole semplici un dispositivo che migliora i processi di omogeneizzazione e pastorizzazione grazie all’intelligenza artificiale che analizza i parametri del latte e ottimizza l’arricchimento.
Nasce così il Cacettone ovvero il primo caciocavallo al gusto di panettone! Non è uno scherzo è uno dei primi virtuosi traguardo dell’IA applicata al cibo che unisce al gusto del celebre formaggio caciocacallo quello del dolce del Natale per eccellenza addirittura in due varianti: quello fresco stagionato solo 2/3 mesi che inebria con la combinazione di mandorla e uvetta e quello stagionato un anno dove emerge la piccantezza tipica del formaggio che contrasta con la dolcezza dell’uvetta e del profumo che sprigiona il tipico panettone.
Della serie alle stranezze non c’è mai fine sappiate che grazie a questo dispositivo mosso dall’intelligenza artificiale potete già assaggiare altre incredibili novità fra cui il caciocavallo all’albicocca del Vesuvio, quello al caffè espresso napoletano e quello ai limoni della costa d’Amalfi.

 

I 10 alberi di Natale più spettacolari del mondo

I 10 alberi di Natale più spettacolari del mondo

Festeggiamo il Natale portandovi in giro per il mondo a scoprire gli alberi più spettacolari e affascinanti del mondo. Lasciamoci ammaliare dalle luminarie e partiamo per un viaggio incredibile che parte dall’italiana Gubbio, sale a nord verso Vilnius e varca l’oceano per visitare New York e dopo aver trasvollato anche il Pacifico si arriva fino a Sidney.

1 – Gubbio (Italia): l’albero da record

L’antica città medievale di Gubbio, tra i borghi più belli dell’Umbria e dell’Italia intera, possiede un primato unico al mondo. Alle pendici del monte Ingino infatti c’è un albero di Natale che nel 1991 è entrato nel Guinness dei Primati come il più grande del mondo.
Tecnicamente non è un albero vero e proprio, ma una forma creata con quasi mille punti luci e che si appoggia sul declivio e le pendici del monte creando un’immagine mozzafiato visibile a da chilometri anche a distanza.
La superficie occupata equivale a circa 30 campi da calcio per un totale di 950 luci che ne compongono la sagoma, le decorazioni interne e la stella.
La grande istallazione, che come è ben comprensibile consuma molta energia si alimenta oggi grazie a un impianto fotovoltaico che durante l’anno accumula l’energia necessaria per accendere l’albero a dicembre. Inoltre in un ottica di sostenibilità tutti i punti luminosi che compongono la figura sono stati sostituiti con luci Led per una maggiore efficienza energetica.

2 – Parigi (Francia): la tradizione della Gallerie Lafayette

Ormai è una tradizione che va avanti fin dal 1976 quello di visitare Parigi per scoprire l’allestimento natalizio dei magazzini Gallerie Lafayette che accendono di magia le notti parigine.
Ogni anno un tema e un nuovo artista a progettare l’allestimento popolare in tutto il mondo e quest’anno l’opera è figlia della mente creativa dell’enfant prodige Charles de Vilmorin che ha scelto per il Natale 2023 atmosfere poetiche e oniriche. “My Dream Christmas” è il filo conduttore delle decorazioni.

L’albero di Natale che troneggia nell’ iconica cupola dei grandi magazzini è stato ispirato dai ricordi d’infanzia di un Natale trascorso con i nonni.

3 – Sydney (Australia): il Natale galleggiante della baia

Situato nella famosa Corio Bay di Sydney, è indubbiamente l’albero di Natale galleggiante più famoso del mondo.
Un albero molto particolare e creativo dato che, anche se nella forma assomiglia molto a quello dei paesi del nord Europa c’è da considerare che a queste latitudini il Natale cade in piena estate e sarebbe davvero difficile far sopravvivere un’abete nella baia di Sydney.
Questo albero è un mix di luci colorate e spettacolari fuochi d’artificio che non può che ammaliare chi ha la fortuna di vederlo dal vivo.
L’installazione è stata sviluppata da un’agenzia creativa con sede a Melbourne, e dal lighting designer Philip Lethlean.
I creatori hanno voluto andare oltre il classico concetto di albero di Natale e il
 risultato è una grande struttura, rivestita da 11.000 dischi riflettenti e con 28 diverse sequenze di illuminazione.
In questo modo l’installazione è illuminata non solo di notte, ma crea anche un effetto scintillante alla luce del sole estivo.

4 – Londra (Gran Bretagna): il must di Trafalgar Square

L’Albero di Natale di Trafalgar Square a Londra è un simbolo stesso della capitale inglese nel periodo natalizio ma forse non tutti sanno che è un simbolo speciale di amicizia internazionale e mai come quest’anno c’è bisogno di buone cose.
L’albero di Trafalgar Square simboleggia l’amicizia fra il popolo inglese e quello norvegese.
Ogni anno, la Norvegia dona infatti un magnifico abete rosso norvegese al popolo britannico come segno di gratitudine per il supporto ricevuto durante la Seconda Guerra Mondiale.
Una tradizione che ha origini che risalgono al 1947, quando la Norvegia donò il primo albero come ringraziamento per il sostegno ricevuto durante il conflitto mondiale. Da allora, questa donazione è diventata una tradizione amata, con un grande abete selezionato con cura e trasportato a Londra per essere eretto in Trafalgar Square.
L’albero, decorato in modo semplice con luci e una stella sulla cima, diventa il fulcro delle celebrazioni natalizie nella capitale britannica.
Questo gesto simbolico non solo incanta i visitatori con la sua bellezza, ma anche rafforza il legame tra le due nazioni, trasmettendo un messaggio di pace, amicizia e gratitudine durante la stagione delle festività.

5 – Vilnius (Lituania): lo sfarzo nella città vecchia

Una delle capitali più verdi d’Europa, Vilnius (o Vilna) in Lituania è oggi considerata una delle migliori destinazioni al mondo dove festeggiare il Natale: in effetti la città è bellissima e il programma per il periodo delle feste è intenso, con la città che cambia completamente volto.
L’albero di Natale che campeggia nella centralissima Piazza della Cattedrale è uno dei simboli della città, riconosciuto come uno dei più belli del mondo, tanto da dettare tendenza.
Non è un albero tradizionale posizionato verticalmente, ma una struttura illuminata che si erge in verticale, con luci cangianti e un design che crea un’atmosfera incantata. Le luci che lo adornano cambiano colore, spesso passando attraverso una varietà di tonalità vivaci, regalando uno spettacolo luminoso e affascinante.
Addobbato ogni anno in modo diverso, è arricchito con migliaia di decorazioni fatte a mano da artigiani locali che hanno utilizzato fibre naturali, vetro e legno. Migliaia di piccole luci Led ad alta efficienza energetica illuminano poi l’albero e creano un’atmosfera magica.

Una piccola curiosità: l’albero scelto ogni anno non proviene da un terreno pubblico, ma da un privato che in cambio riceve un premio simbolico.

6 – Strasburgo (Francia): il Grand Sapin di 30 metri

Strasburgo è conosciuta come la “Capitale del Natale” e il suo albero principale, situato davanti alla Cattedrale di Notre-Dame, è un’opera maestosa che incanta visitatori di tutte le età.
Situato nel cuore del più antico mercatino natalizio francese, allestito da ben 450 anni, l’albero ha un’altezza minima di 30 metri e richiede 120 ore per l’allestimento completo.
Ancora numeri importanti per questo gioiello: 180 rami impiantati per infoltirne la chioma, 7 chilometri di luci e più di 300 lucine lampeggianti, per non contare i circa 700 addobbi.
L’albero di Natale di Strasburgo è davvero maestoso e non stupisce che tante persone decidano di trascorrere qui le proprie vacanze dicembrine solo per vederlo dal vivo.

7 – New York (Stati Uniti): l’albero mito del Rockefeller Center

È probabilmente l’albero di Natale più celebre del mondo, protagonista in centinaia di film e meta turistica fissa nel periodo delle feste.
Il rito annuale della sua accensione è uno degli spettacoli più amati della città e segna ufficialmente l’inizio delle festività natalizie.
Il suo allestimento è una tradizione che risale al 1933, quando il grattacielo era ancora in costruzione e nel 1936 ai suoi piedi si è aggiunta la celebre pista di pattinaggio sul ghiaccio.
Oltre 8 chilometri di luci Led e la stella in cristalli Swarovski alta 3 metri lo rendono l’albero di Natale per eccellenza.

8 – Città del Messico: l’albero latino dello Zòcalo

Un salto più a sud per scoprire il Natale latino di Città del Messico.
Nel cuore della capitale messicana è il celebre albero di Natale che viene ogni anno allestito in Piazza della Costituzione, detta El Zòcalo, che durante il periodo natalizio si illumina a partire dal 12 dicembre, cioè il Dia de la Virgen de Guadalupe.
Addobbato secondo il gusto della tradizione messicana, con influenze sia americane che europee, il gigantesco albero si staglia nel cuore pulsante della megalopoli.
Insieme allo spettacolo di luci e suoni che accompagnano le decorazioni, lo spirito del Natale qui si sente moltissimo.

9 – Rio de Janeiro: l’albero galleggiante più grande del mondo

Un altro albero di Natale entrato nel Guinness dei Primati si trova in Brasile ed è quello di Rio de Janeiro riconosciuto come il più grande albero di Natale galleggiante al mondo.
Con i suoi 70 metri di altezza, emerge fluttuando su una piattaforma nel bel mezzo della laguna Rodrigo de Freitas, a sud della città.
E’ un’icona luminosa che riflette la magia del Natale sotto il cielo brasiliano, Realizzato con montature in metallo e milioni di luci, è uno spettacolo davvero impressionante.

In Brasile i festeggiamenti per il Natale sono secondi solo a quelli per il Carnevale e quindi l’accensione dell’albero di Natale è uno degli eventi più popolari di Rio ed è contornato da un enorme spettacolo pirotecnico che segna l’inizio delle festività natalizie.

10 – Madrid: l’albero della Puerta del Sol

La capitale spagnola durante il periodo delle feste natalizie si veste di colori e allegria. Più di 200 strade sono illuminate dalle sfarzose decorazioni, la regina delle quali è l’enorme palla di 12 metri di diametro con le sue 43 mila luci situata tra Gran Vía e Calle de Alcalá, mentre il re delle decorazioni è senza ombra di dubbio il maestoso albero di Puerta del Sol, fotografato ogni anno da migliaia di turisti che lo ammirano stupiti e ammaliati.
Alto oltre venti metri è una maestosa istallazione decorata ogni anno in modo spettacolare. Le luci, gli ornamenti e le decorazioni sono scelti con cura per creare un effetto visivo straordinario che attira sia i residenti che i turisti.

 

Trend, il curioso rito del cetriolo di Natale conquista l’aperitivo italiano

Trend, il curioso rito del cetriolo di Natale conquista l’aperitivo italiano

Quest’anno il classico aperitivo natalizio sarà più insolito del previsto: l’ingrediente principe secondo gli esperti sarà infatti il cetriolo, protagonista non solo di una tradizione nata in Europa e diventata popolare negli Usa, ma di un vero e proprio fenomeno social.
Il “Cetriolo di Natale” è un trend virale con oltre 16mila post su Instagram, tanto da diventare un caso mediatico. Ecco che dalla prestigiosa collaborazione tra lo chef, Lorenzo Lunghi, di Torre – in Fondazione Prada – e Hendrick’s Gin arrivano originali ricette in grado di conquistare amici e parenti.
Se per Solomiya, Brand Ambassador Italia Hendrick’s Gin, “I cocktail di tendenza per il Natale 2023, come l’Hendrick’s Gin & Tonic, saranno caratterizzati finalmente da qualcosa di estremamente rinfrescante; il cetriolo”, per Lorenzo Lunghi, chef di Torre “L’idea è raccontare l’incredibile simbiosi di Hendrick’s con il cetriolo attraverso la cucina. Quella che porto in tavola è una storia dove il protagonista assoluto è proprio lui, declinato in tutta la sua straordinaria versatilità”.

foto di Steve Buissinne da Pixabay

Il cetriolo delle feste che porta fortuna

Il Natale si avvicina ed è partita la riscoperta degli usi e costumi più stravaganti per sorprendere amici e parenti nel periodo più atteso. Ma quest’anno, secondo gli esperti di Hendrick’s Gin Torre in Fondazione Prada, il protagonista sarà solo uno, sull’albero come in tavola, fino nei piatti e nei bicchieri: si tratta del “cetriolo di Natale”, una curiosa e peculiare antica tradizione, meglio nota a livello internazionale come “Christmas Pickle”, che unisce Europa e Stati Uniti, a partire proprio dalle origini tedesche dell’usanza divenuta negli ultimi anni popolarissima oltreoceano.
Oggi, infatti, quello del cetriolo di Natale è un rito capace di attirare l’attenzione della stampa internazionale, tanto che anche il New York Times ne ha raccontato la storia.
Dal 1909, il fortunato che per primo trova il cetriolino nascosto tra i rami dell’albero addobbato ha diritto a un anno di successi e a un regalo in più.
Al contempo, un’ azienda che produce ornamenti in vetro, ha rivelato che da 40 anni il Christmas Pickle risulta essere l’addobbo di Natale più venduto, con 25mila pezzi ogni anno.
Come spesso accade, il folclore si è poi trasformato in trend, che dall’albero di Natale si è trasferito in cucina.
Se l’attrice Kristen Bell ha condiviso a Good Morning America la ricetta natalizia della sua famiglia per preparare una zuppa di cetrioli, i social lo fanno diventare un trend: il “Cetriolo di Natale”, che arriva a contare oltre 16mila post su Instagram.
Da semplice ornamento a protagonista delle tavolate, il cetriolo finisce così per conquistare anche l’aperitivo natalizio, il momento più conviviale delle festività: il “Christmas Cucumber”, firmato Hendrick’s Gin e Torre in Fondazione Prada, è infatti il nuovo e freschissimo aperitivo che sorprenderà amici e parenti.

Foto di Steve Buissinne da Pixabay

Un cetriolo nel bicchiere

La rivoluzione del cetriolo parte dal bicchiere e arriva fino alla tavola.
Dalla straordinaria freschezza dell’Hendrick’s Gin & Tonic, il classico cocktail amato dagli appassionati in tutto il mondo, alla ricercatezza del French 75, il drink per le feste che vogliono lasciare il segno. Un abbinamento tanto insolito quanto sorprendente, la delicatezza dell’ostrica servita con cetriolo e olio al tagete, il profumo dello scampo marinato alla rosa e la deliziosa eleganza di una tartelletta con cetriolo, panna acida e caviale e l’avvolgente fragranza del pan brioche con tartare di vitello, maionese all’aneto e cetriolo. I protagonisti della “festa prima delle feste”, non potranno dunque che essere il gin – il distillato più bevuto dopo cena e il secondo tra gli aperitivi – e il cetriolo, il suo matrimonio perfetto. “Hendrick’s Gin nasce dall’insolita, quanto straordinaria, infusione di essenze di rosa e cetriolo, deliziosamente affiancata da niente meno che 11 botaniche provenienti dai quattro angoli del mondo.
Questa singolare unione produce un gin rinfrescante dal delizioso aroma distintivo. Hendrick’s Gin viene infatti distillato in ben due tipi di alambicchi, il Bennett-Still e il Carter-Head. L’armoniosa combinazione dei due crea un gin straordinariamente insolito, dal carattere deciso ed equilibrato. I cocktails di tendenza per il Natale 2023, come l’Hendrick’s Gin & Tonic, saranno caratterizzati dal cetriolo, rinfrescante e dal carattere eccentrico, perfetto dall’aperitivo al dopo cena”, commenta Solomiya, Brand Ambassador Italia Hendrick’s. In abbinamento ai cocktail d’eccezione, in questo Natale 2023, occorre un altrettanto ricercato aperitivo. Ci ha pensato Lorenzo Lunghi, chef del ristorante Torre in Fondazione Prada, che ha realizzato 4 proposte insolite, per un pairing fresco e sorprendente: “L’idea è raccontare l’incredibile simbiosi di Hendrick’s Gin con il cetriolo attraverso la cucina. Quella che porto in tavola è una storia dove il protagonista assoluto è infatti il cetriolo, declinato in tutta la sua straordinaria versatilità a livello di texture. Nel caso dell’ostrica, abbiamo impiegato il succo del cetriolo come centrifugato; lo scampo marinato alla rosa vede scendere in campo il secondo celebre profumo di Hendrick’s Gin, la rosa, ad abbracciare con coraggio il gusto più deciso del cetriolo vaporizzato per estrarne l’essenza; per la tartelletta, abbiamo impiegato il cetriolo in tutta la sua croccante purezza, condito semplicemente con olio, sale e pepe per essere abbinato alla cremosità della panna acida e la sapidità del caviale; nella quarta proposta abbiamo optato invece per l’inserimento del pickle, il cetriolo sottaceto di cui parla anche la tradizione. I cetrioli, oltretutto, sono alleati eccellenti per l’idratazione e contengono un sacco di vitamine e minerali. La parola chiave di questi piatti è dunque freschezza!”, commenta lo chef.

Foto di Steve Buissinne da Pixabay

Italiani, re degli aperitivi

Non più solo cenone, quindi: secondo l’analisi di mercato di TradeLab, pubblicata pochi giorni fa, gli italiani sono anche dei grandissimi amanti dell’aperitivo, arrivando a spendere fino a 4,5 miliardi l’anno in happy hour. Un’abitudine ormai consolidata dunque, che merita una degna offerta anche durante le festività natalizie, quando le occasioni per festeggiare con amici, parenti e colleghi si moltiplicano.
A guidare il trend sono le celebrità. La testata Hola riporta infatti le ricette dei cocktail natalizi preferiti dalle star: dal tanto amato da Kate Moss French 75, fino all’amatissimo Gin and Dubonnet della compianta Regina Elisabetta,  Natale non è soltanto tradizione, ma anche nuove scoperte e sperimentazioni, soprattutto quando si parla di brindisi.

I 7 spumanti da stappare per le feste

I 7 spumanti da stappare per le feste

Le feste di Natale e Capodanno sono sinonimo di gioia, festeggiamenti e momenti speciali da condividere con coloro che amiamo.
E cosa potrebbe trasformare questi momenti in esperienze ancora più memorabili se non il brindare con le bollicine siano esse quelle del luccicante, vivace e italico spumante oppure quelle del sontuoso champagne.
Inebrianti bollicine che solleticano il palato e sollevano lo spirito incarnando l’eleganza festosa e l’incanto delle feste.
C’è di più dietro a una semplice bottiglia: c’è la magia di celebrare, di condividere la gioia e di creare ricordi indelebili. Scopriamo insieme allora quali sono le bottiglie che vale la pena stappare sotto il vischio.


Nazzareno Pola etichetta del fondatore, Andreola (Veneto)

Un Valdobbiadene Docg Extra Dry che riflette la visione del fondatore di Andreola, Nazzareno Pola. Prodotto con cura e dedizione nella zona di Valdobbiadene, questo vino è caratterizzato da un perlage elegante, un colore giallo chiaro con riflessi verdognoli e una spuma cremosa.
Al naso, si aprono fiori di glicine e biancospino, con note di pera, mela, pesca bianca e un delicato tocco di pasticceria. In bocca, si presenta elegante, pieno, ricco e persistente, con un finale sapido.
Un autentico gioiello dell’enologia, ideale come aperitivo o in abbinamento a piatti a base di pesce fresco. Servire a 6-8 °C.
L’Etichetta del Fondatore rappresenta l’essenza della qualità e della tradizione vitivinicola di Valdobbiadene, un autentico capolavoro da gustare in ogni occasione speciale.


Valdobbiadene Docg spumante superiore di Cartizze, Le Colture (Veneto)

Il Cartizze di Le Colture nasce in un luogo meraviglioso, una collina fitta di vigneti considerata come il cuore della denominazione.
È qui infatti che il Glera raggiunge la migliore maturazione possibile portando a vini profondi e sfaccettati con una complessità olfattiva davvero unica.
Giallo paglierino chiaro, dal perlage molto fine e persistente. Al naso esprime la quintessenza della tipologia grazie a note fruttate che ricordano la frutta bianca, l’albicocca e la pesca e che sfumano in una nota di fiori di agrumi e rosa.
Il sapore più morbido prolunga la persistenza dell’aroma e lo rende il vino ideale per il dessert ricercato.


Almaneti metodo classico, Librandi (Calabria)

Le uve Chardonnay, coltivate nell’area di Rocca di Neto/Casabona, donano a questo vino un carattere unico, mentre il terreno argilloso e calcareo ne accentua la complessità.
La vinificazione in acciaio, la rifermentazione secondo il metodo classico e il lungo affinamento in acciaio con permanenza sui lieviti per 24 mesi conferiscono al vino eleganza e complessità.
Questo spumante si sposa perfettamente con antipasti, piatti a base di pesce, frutti di mare, primi piatti leggeri e formaggi freschi, diventando una scelta ideale per celebrare le Feste con raffinatezza.


Grande annata brut 2017, Mattia Vezzola metodo classico (Lombardia)

Una sublime interpretazione di una vendemmia eccezionale.
Questo Metodo Classico VSQ è il risultato di uve Chardonnay provenienti dal Lago di Garda, coltivate con cura sulle antiche morene esposte a Sud e Sud-Est. Il terreno di origine glaciale, ricco di ghiaia e calcare, conferisce struttura e carattere a questo vino.
Nella degustazione, si notano perlage fini e persistenti e un colore giallo cristallino con riflessi verdognoli. Il profumo rivela note di agrumi, frutta matura, fiori bianchi e leggero melograno. Il sapore è complesso, fresco, con un’acidità vivace che promette una lunga evoluzione in bottiglia.
Questo Metodo Classico è l’accompagnamento perfetto per piatti raffinati come carpacci, tartare di pesce, ostriche e risotti con gamberi e scampi. Il suggerimento è di abbinarlo a una zuppa di pesce mediterranea svela l’eccezionale versatilità di questo vino. Servitelo a una temperatura di 4-6°C per un’esperienza gustativa memorabile.


Ribolla gialla brut, Tenuta Stella (Friuli)

Il Ribolla Gialla Brut 2019 Metodo Classico di Tenuta Stella è il vino perfetto da servire durante le festività natalizie.
Con un perlage elegante e fragranze fresche di mela, pesca bianca e nocciola, questo spumante è una gioia per i sensi. In bocca, si distingue per la sua freschezza, note agrumate, elegante corpo e ampia sapidità.
È ideale per aperitivi con piattini freschi come spiedini di gamberi e calamari grigliati, tortini di verdure o involtini di prosciutto crudo. Ma il suo fascino si estende a un pasto completo, sia delicato che intrigante, e persino ad una pizza gourmet. Questo vino straordinario è pronto a rendere le vostre feste natalizie indimenticabili.


Cuvée 38 metodo classico, Tenute Tomasella (Friuli)

La Cuvée 38 unisce Pinot Nero, Pinot Bianco e Chardonnay.
Vinificata con metodo classico e seconda rifermentazione in bottiglia, presenta un giallo paglierino brillante, profumi fruttati con retrogusto di mela, note di caramello, mandorle e pasticceria.
Il sapore è pieno, con perlage vellutato, ideale per l’aperitivo o per accompagnare pesce, frutti di mare, salumi delicati e formaggi freschi.
Servitela a 6-8 °C per esaltarne il perlage. Conservare in posizione orizzontale in luogo fresco fino a due anni.


Caseo 470 pinot nero metodo classico Blanc de Noirs brut, Tommasi family estates, Teneta di Caseo (Lombardia)

Spumante dalla struttura ricercata, con una spuma fitta e fine.
L’intenso color giallo paglierino si fonde al sottile e continuo perlage. Fresco e intrigante, all’olfatto offre sentori di frutta a polpa bianca.
In bocca è secco, con una pregiata persistenza aromatica caratterizzata da gradevole acidità e piacevole mineralità.
Ottimo come aperitivo, si lega idealmente a risotti e grigliate di carne bianca e pesce. La struttura e la spiccata acidità consentono un eccezionale accordo con ogni tipo di frittura.

 

 

 

9 consigli per non sbagliare i doni natalizi

9 consigli per non sbagliare i doni natalizi

Natale si avvicina e la corsa ai regali da mettere sotto l’albero si fa sempre più serrata.
Nonostante il poco tempo a disposizione e le idee che spesso possono scarseggiare, però, è importante non cadere in errori sciocchi dettati dall’ansia e dalla frenesia.
Per gli indecisi e gli ansiosi di tutto il mondo, allora, accorre in aiuto lAccademia Italiana del Galateo che ha stilato i 9 consigli per arrivare a Natale con il pacchetto perfetto, perché “le buone maniere – spiega il presidente dell’Accademia Samuele Briatore e autore di numerosi volumi fra cui il best seller “Le regole delle buone maniere” – ci sono utili sempre e in modo particolare sotto le feste”.  

1 – Mai dimenticare il biglietto. A volte sarà più gradito del regalo stesso

Una frase personale, un pensiero sincero, qualcosa che faccia sentire unico chi riceve il dono: non c’è niente di meglio che una dedica pensata per far apprezzare ancora di più un regalo

2 –  Un libro è sempre una buona soluzione ma regalate qualcosa che avete già letto e che possa avere un significato per la persona che lo riceve

Un buon  libro rappresenta sempre un regalo gradito, vietatissimo però sceglierlo dalla copertina, per evitare gaffe e scongiurare brutte figure è bene optare per qualcosa di conosciuto, che magari si è amato 

3 – Regalare piante sì, ma solo se ne avete vista almeno una in casa di chi dovrebbe riceverle

Le piante sono belle, arredano, sono un dono sentito, ricco di significati. Insomma un bel pensiero a patto che il destinatario sappia apprezzarle e prendersene cura

4 – Con il cibo si va sul sicuro: sì al locale, no all’esotico

Un buon olio, una marmellata particolare, una bottiglia di vino: difficile sbagliarsi quando si regala qualcosa da mettere in tavola.
Un solo consiglio: non abbiate ansia da prestazione, spesso un prodotto tipico, acquistato a pochi passi da casa non ha nulla da invidiare a qualcosa di più internazionale

5 – Sì al superfluo, ma solo nei regali. Dimenticate il “dono utile”

Non è un invito al consumismo, ma Natale è un’occasione per uscire dall’ordinario.
Insomma, nessuno mette in dubbio che i calzini servano sempre, ma certo sotto l’albero non scaldano il cuore

6 – Abbiamo detto superfluo non brutto: attenzione alle suppellettili

Non si può mai star tranquilli: i soprammobili anche se superflui, non rappresentano quello che potremmo definire un “regalo azzeccato”, regola generale: adoperare parsimonia con tutto quello destinato a prendere polvere

7 – Se a caval donato non si guarda in bocca, tenete la bocca chiusa: vietati i dettagli sull’acquisto del vostro dono

Vietatissimo condire il momento dello scambio con chiacchiere inutili destinate solo a rendere esplicito quanto è pregiato, ricercato, costoso il vostro regalo

8 – “Home made” sì, ma con attenzione: una dose di autocritica non guasta

A meno che non abbiate qualità eccezionali, il “fatto con le vostre mani” sopra gli 8 anni è sconsigliato. Richiesti alti livelli di autocritica

9 – Attenzione anche al pacchetto: fa parte del regalo

No a griffe evidenti e sacchetti anonimi.
Per l’involucro vale la stessa regola del biglietto, una bella carta, un fiocco fatto bene, faranno sentire ancora più speciale il destinatario del dono