Prato: assaggiare 300 anni di storia

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di redazione –  Prosegue il week end del meglio dell’enogastronomia pratese fra mmortadella, biscottini, pane e vini di Carmignano protagonisti di cooking show, degustazioni e food-contest per blogger da tutta Italia e chef fiorentini

Celebrare e assaporare il meglio della produzione enogastronomica pratese, dalla mortadella con l’alchermes al pane con la farina macinata a pietra, fino ai biscotti originali, il vermouth e i vini di Carmignano: dal 17 al 19 giugno 2016 va in scena EatPrato, kermesse organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con Associazione Strada dei Vini di Carmignano e dei Sapori Tipici Pratesi e la partecipazione dei principali Consorzi e associazioni di tutela del territorio.

Cooking show, degustazioni e laboratori del gusto animeranno piazza del Comune e i ristoranti di Prato per tutto il weekend, mentre durante la settimana precedente alcuni degli chef più rinomati di Firenze proporranno menu e piatti studiati ad hoc con i prodotti pratesi.

Si preannuncia ricchissimo il programma di “EatPrato”, a cui l’assessore Daniela Toccafondi affida il compito di promuovere il territorio pratese, anche dal punto di vista turistico.
Sono passati 300 anni da quando il Granduca Cosimo III de’Medici (nel 1716) indicò Carmignano come una delle quattro zone a vocazione viticola del Granducato di Toscana.
Da allora Prato ha espresso numerose eccellenze nel campo enogastronomico: per questo il comune di Prato ha dato vita a un progetto di valorizzazione dei prodotti, la nascita di un marchio che ne rafforzi l’identità, una campagna di promozione nazionale e un evento nel centro della città.
Protagoniste le eccellenze pratesi, dalla “Mortadella di Prato” al vermouth e i vini di “Carmignano” e poi ancora i biscotti e il pane Gran Prato, senza dimenticare le tante altre specialità.

Per tutta la durata della kermesse ristoranti, enoteche e bistrot di Prato proporranno menu speciali e aperitivi gourmet a base di specialità pratesi.

Tra coloro che hanno aderito all’iniziativa: il wine bar Le Barrique, il bar enoteca Lo Schiaccino, i ristoranti Le Fontanelle, Razmataz, Logli, Lo Scoglio, La Limonaia di Villa Rospigliosi, il vegetariano Yop e infine il Capriolo, Le Garage Bistrot, Megabono. Questi ultimi tre saranno inoltre protagonisti di altrettanti cooking show.

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di redazione –  Prosegue il week end del meglio dell’enogastronomia pratese fra mmortadella, biscottini, pane e vini di Carmignano protagonisti di cooking show, degustazioni e food-contest per blogger da tutta Italia e chef fiorentini

Celebrare e assaporare il meglio della produzione enogastronomica pratese, dalla mortadella con l’alchermes al pane con la farina macinata a pietra, fino ai biscotti originali, il vermouth e i vini di Carmignano: dal 17 al 19 giugno 2016 va in scena EatPrato, kermesse organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con Associazione Strada dei Vini di Carmignano e dei Sapori Tipici Pratesi e la partecipazione dei principali Consorzi e associazioni di tutela del territorio.

Cooking show, degustazioni e laboratori del gusto animeranno piazza del Comune e i ristoranti di Prato per tutto il weekend, mentre durante la settimana precedente alcuni degli chef più rinomati di Firenze proporranno menu e piatti studiati ad hoc con i prodotti pratesi.

Si preannuncia ricchissimo il programma di “EatPrato”, a cui l’assessore Daniela Toccafondi affida il compito di promuovere il territorio pratese, anche dal punto di vista turistico.
Sono passati 300 anni da quando il Granduca Cosimo III de’Medici (nel 1716) indicò Carmignano come una delle quattro zone a vocazione viticola del Granducato di Toscana.
Da allora Prato ha espresso numerose eccellenze nel campo enogastronomico: per questo il comune di Prato ha dato vita a un progetto di valorizzazione dei prodotti, la nascita di un marchio che ne rafforzi l’identità, una campagna di promozione nazionale e un evento nel centro della città.
Protagoniste le eccellenze pratesi, dalla “Mortadella di Prato” al vermouth e i vini di “Carmignano” e poi ancora i biscotti e il pane Gran Prato, senza dimenticare le tante altre specialità.

Per tutta la durata della kermesse ristoranti, enoteche e bistrot di Prato proporranno menu speciali e aperitivi gourmet a base di specialità pratesi.

Tra coloro che hanno aderito all’iniziativa: il wine bar Le Barrique, il bar enoteca Lo Schiaccino, i ristoranti Le Fontanelle, Razmataz, Logli, Lo Scoglio, La Limonaia di Villa Rospigliosi, il vegetariano Yop e infine il Capriolo, Le Garage Bistrot, Megabono. Questi ultimi tre saranno inoltre protagonisti di altrettanti cooking show.

 

 

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Prato: dal “maiale etrusco” nasce la mortadella di Montemurlo

[:it]20160421172548985di redazione – Nasce la mortadella, prodotta con le “parti nobili” del maiale tipico toscano, allevato fin dagli etruschi, ma fino a qualche anno fa considerato estinto. Un prodotto di nicchia, realizzato dall’artigiano delle mortadelle di Bologna, Silvio Scapin

Anche Montemurlo ha la sua mortadella, un prodotto di nicchia e di altissima qualità, realizzato con le parti nobili del suino nero di macchiaiola maremmana, allevato dall’azienda agricola “Il Poggiolino Montemurlo”.
Una vera e propria novità per l’azienda di Cicignano che va ad arricchire il paniere di salumi tutti “made in Montemurlo”.
Il salume è stato presentato alla presenza del sindaco di Montemurlo, Mauro Lorenzini, che ha detto:
« I due terzi del territorio di Montemurlo si estendono nella parte collinare ed è un piacere sapere che ci sono imprenditori come la famiglia Tissi, che investono nella cura dell’ambiente e nella promozione dei prodotti locali. Questo è il nostro valore aggiunto ed è così che si promuove il turismo e l’agricoltura sostenibile».

Inoltre, il sindaco ha sottolineato il valore della giovane imprenditoria agricola al femminile, ben rappresentata da Giulia Tissi, poco più che trent’anni, e figlia del fondatore dell’azienda “Il Poggiolino”, che all’amore del padre per un allevamento di qualità ha aggiunto il marketing e a breve aprirà uno spaccio dove poter acquistare i vari salumi della macchiaiola maremmana.

L’ultima arrivata in casa “Poggiolino” nasce dalla passione del proprietario, Bruno Tissi, per la regina delle tavole bolognesi: la mortadella.
Così alcuni mesi fa Tissi fa contattare il migliore artigiano delle mortadelle bolognesi, Silvio Scapin, da oltre quarant’anni patron di “Artigianquality” nel centro di Bologna e presidio slow food, e gli propone una nuova sfida: realizzare una mortadella dalle carni di macchiaiola maremmana.

È così che Montemurlo e Bologna si mettono insieme per dare vita ad un prodotto straordinario per gusto e qualità. Un prodotto di nicchia che per ora l’azienda agricola “Il Poggiolino” proporrà soltanto in alcuni periodi dell’anno ed in produzione limitata.

«Le carni di macchiaiola maremmana costituiscono un unicum, non esiste qualcosa di simile altrove, tanto che ho accettato volentieri la sfida che mi ha proposto Bruno Tissi.- spiega il “maestro della mortadella” Silvio Scapin– Il metodo di allevamento allo stato semi-brado, l’alimentazione con prodotti del sottobosco, frutta, verdura e i cereali prodotti dall’azienda agricola stessa migliorano il benessere dell’animale, rendendo le carni naturalmente saporite, così come lo erano un tempo e il risultato è una mortadella di grande consistenza, aroma e qualità».
Nulla a che vedere con le produzioni industriali. Per produrre la mortadella di macchiaiola maremmana Scapin ha utilizzato le parti più nobili dell’animale: prosciutto, parte della pancetta, gola e spalla denervata. Banditi gli additivi chimici e il pepe, mentre il sapore, oltre che dalla consistenza delle carni, viene dalle spezie naturali utilizzate e dosate con maestria: macis, cardamomo, coriandolo e noce moscata. Una produzione “lenta” che dura in media quattro o cinque giorni. La carne viene macinata e mescolata con le spezie selezionate. Sono, poi, aggiunti i lardelli di gola e il sale marino. Il composto viene insaccato in budelli naturali, legati a mano e poi fatti cuocere lentamente (cottura per assunzione) in particolari stufe per 24-28 ore. Così la carne ha tutto il tempo di far “esplodere” i propri aromi e profumi. Una mortadella tutta naturale, che, tra le altre qualità, ha anche quella di essere ben digeribile.

Le carni del “Poggiolino”, infatti, sono naturalmente buone: i suini neri sono allevati in un ambiente incontaminato all’interno dell’area protetta del Monteferrato ed hanno un dna al 100% toscano. Allevati fin dagli etruschi, i maiali di macchiaiola maremmana fino ad alcuni anni fa era considerati estinti. Il recupero della razza è iniziato nel 2005 con il ritrovamento di un nucleo di riproduttori alle pendici dell’ Amiata ed proseguito grazie al sostegno del progetto europeo Vagal con il patrocinio della Provincia di Grosseto ed alla collaborazione dell’Università di Firenze ed è così rincominciato l’allevato di questa razza antica. L’allevamento, la riproduzione, la produzione di carne e la trasformazione dei prodotti stagionati della “Macchiaiola maremmana” sono regolamentati da un rigoroso disciplinare per garantirne l’eccellenza, la qualità e la salubrità. In Toscana sono solo due le aziende che producono la macchiaiola maremmana, “Il Poggiolino Montemurlo” e un’azienda di Seggiano. Le carni di macchiaiola maremmana hanno una prevalenza di acidi grassi insaturi e di acidi grassi delle famiglie Omega 3 e omega 6.

Maggiori informazioni si possono trovare anche sul sito dell’azienda www.ilpoggiolino.net[:en]20160421172548985di redazione – Nasce la mortadella, prodotta con le “parti nobili” del maiale tipico toscano, allevato fin dagli etruschi, ma fino a qualche anno fa considerato estinto. Un prodotto di nicchia, realizzato dall’artigiano delle mortadelle di Bologna, Silvio Scapin

Anche Montemurlo ha la sua mortadella, un prodotto di nicchia e di altissima qualità, realizzato con le parti nobili del suino nero di macchiaiola maremmana, allevato dall’azienda agricola “Il Poggiolino Montemurlo”.
Una vera e propria novità per l’azienda di Cicignano che va ad arricchire il paniere di salumi tutti “made in Montemurlo”.
Il salume è stato presentato alla presenza del sindaco di Montemurlo, Mauro Lorenzini, che ha detto:
« I due terzi del territorio di Montemurlo si estendono nella parte collinare ed è un piacere sapere che ci sono imprenditori come la famiglia Tissi, che investono nella cura dell’ambiente e nella promozione dei prodotti locali. Questo è il nostro valore aggiunto ed è così che si promuove il turismo e l’agricoltura sostenibile».

Inoltre, il sindaco ha sottolineato il valore della giovane imprenditoria agricola al femminile, ben rappresentata da Giulia Tissi, poco più che trent’anni, e figlia del fondatore dell’azienda “Il Poggiolino”, che all’amore del padre per un allevamento di qualità ha aggiunto il marketing e a breve aprirà uno spaccio dove poter acquistare i vari salumi della macchiaiola maremmana.

L’ultima arrivata in casa “Poggiolino” nasce dalla passione del proprietario, Bruno Tissi, per la regina delle tavole bolognesi: la mortadella.
Così alcuni mesi fa Tissi fa contattare il migliore artigiano delle mortadelle bolognesi, Silvio Scapin, da oltre quarant’anni patron di “Artigianquality” nel centro di Bologna e presidio slow food, e gli propone una nuova sfida: realizzare una mortadella dalle carni di macchiaiola maremmana.

È così che Montemurlo e Bologna si mettono insieme per dare vita ad un prodotto straordinario per gusto e qualità. Un prodotto di nicchia che per ora l’azienda agricola “Il Poggiolino” proporrà soltanto in alcuni periodi dell’anno ed in produzione limitata.

«Le carni di macchiaiola maremmana costituiscono un unicum, non esiste qualcosa di simile altrove, tanto che ho accettato volentieri la sfida che mi ha proposto Bruno Tissi.- spiega il “maestro della mortadella” Silvio Scapin– Il metodo di allevamento allo stato semi-brado, l’alimentazione con prodotti del sottobosco, frutta, verdura e i cereali prodotti dall’azienda agricola stessa migliorano il benessere dell’animale, rendendo le carni naturalmente saporite, così come lo erano un tempo e il risultato è una mortadella di grande consistenza, aroma e qualità».
Nulla a che vedere con le produzioni industriali. Per produrre la mortadella di macchiaiola maremmana Scapin ha utilizzato le parti più nobili dell’animale: prosciutto, parte della pancetta, gola e spalla denervata. Banditi gli additivi chimici e il pepe, mentre il sapore, oltre che dalla consistenza delle carni, viene dalle spezie naturali utilizzate e dosate con maestria: macis, cardamomo, coriandolo e noce moscata. Una produzione “lenta” che dura in media quattro o cinque giorni. La carne viene macinata e mescolata con le spezie selezionate. Sono, poi, aggiunti i lardelli di gola e il sale marino. Il composto viene insaccato in budelli naturali, legati a mano e poi fatti cuocere lentamente (cottura per assunzione) in particolari stufe per 24-28 ore. Così la carne ha tutto il tempo di far “esplodere” i propri aromi e profumi. Una mortadella tutta naturale, che, tra le altre qualità, ha anche quella di essere ben digeribile.

Le carni del “Poggiolino”, infatti, sono naturalmente buone: i suini neri sono allevati in un ambiente incontaminato all’interno dell’area protetta del Monteferrato ed hanno un dna al 100% toscano. Allevati fin dagli etruschi, i maiali di macchiaiola maremmana fino ad alcuni anni fa era considerati estinti. Il recupero della razza è iniziato nel 2005 con il ritrovamento di un nucleo di riproduttori alle pendici dell’ Amiata ed proseguito grazie al sostegno del progetto europeo Vagal con il patrocinio della Provincia di Grosseto ed alla collaborazione dell’Università di Firenze ed è così rincominciato l’allevato di questa razza antica. L’allevamento, la riproduzione, la produzione di carne e la trasformazione dei prodotti stagionati della “Macchiaiola maremmana” sono regolamentati da un rigoroso disciplinare per garantirne l’eccellenza, la qualità e la salubrità. In Toscana sono solo due le aziende che producono la macchiaiola maremmana, “Il Poggiolino Montemurlo” e un’azienda di Seggiano. Le carni di macchiaiola maremmana hanno una prevalenza di acidi grassi insaturi e di acidi grassi delle famiglie Omega 3 e omega 6.

Maggiori informazioni si possono trovare anche sul sito dell’azienda www.ilpoggiolino.net[:]

Prato: anche la Mortadella di Prato ottiene l’ IGP

[:it]mortadella_di_pratodi redazione – E così fanno 30! La Toscana sbanca ancora Bruxelles e ottiene il riconoscimento per uno dei prodotti meno noti ma più di successo della regione. perchè la mortadella non è solo Bologna!

“Ancora un importante riconoscimento per la qualità alimentare della Toscana. Con la Mortadella di Prato IGP la Toscana arriva a quota 30 riconoscimenti fra Dop e Igp.”
Questo il commento di Marco Remaschi, assessore all’agricoltura della Regione Toscana, nell’apprendere la notizia giunta da Bruxelles dell’iscizione della Mortadella di Prato fra le IGP, indicazioni di origine protetta della Toscana.
“L’Igp premia il lavoro svolto dai nostri produttori – continua Remaschi – e sarà un valore aggiunto per loro. Per i consumatori sarà un marchio di garanzia sulla qualità del prodotto e sarà un valido scudo contro le contraffazioni alimentari.”

Il procedimento per il riconoscimento dell’IGP alla Mortadella di Prato è stato avviato da 5 salumifici che hanno dato vita al Comitato per il riconoscimento della IGP.

In Italia la Mortadella di Prato riscuote successo, oltre che a Prato e Firenze, anche nel Nord Italia (Milano, Liguria, Emilia Romagna), nel Centro Italia con Roma e il Lazio, e in Sardegna.
Fuori dai confini nazionali questo salume è apprezzato particolarmente nel Regno Unito e in Belgio.
I consumatori possono trovarla in particolare nei negozi che vendono prodotti di qualità e, in piccole quantità, anche in alcuni marchi della grande distribuzione. E’ utilizzata e apprezzata per gli aperitivi e nel settore del catering.

La “Mortadella di Prato”, un prodotto di origine medievale, si caratterizza per la presenza di un liquore, l’alchermes, e per un’abbondante speziatura. Ai giorni nostri è apprezzata da grandi chef e personaggi della cultura, come Manuel Vasquez Montalban. E’ inserita nella guida gastronomica del Touring fin dal 1931, e valorizzata dall’Accademia Italiana della Cucina (1987) e da Slow Food che fin dal 2000 ne ha fatto un suo Presidi[:en]mortadella_di_pratodi redazione – E così fanno 30! La Toscana sbanca ancora Bruxelles e ottiene il riconoscimento per uno dei prodotti meno noti ma più di successo della regione. perchè la mortadella non è solo Bologna!

“Ancora un importante riconoscimento per la qualità alimentare della Toscana. Con la Mortadella di Prato IGP la Toscana arriva a quota 30 riconoscimenti fra Dop e Igp.”
Questo il commento di Marco Remaschi, assessore all’agricoltura della Regione Toscana, nell’apprendere la notizia giunta da Bruxelles dell’iscizione della Mortadella di Prato fra le IGP, indicazioni di origine protetta della Toscana.
“L’Igp premia il lavoro svolto dai nostri produttori – continua Remaschi – e sarà un valore aggiunto per loro. Per i consumatori sarà un marchio di garanzia sulla qualità del prodotto e sarà un valido scudo contro le contraffazioni alimentari.”

Il procedimento per il riconoscimento dell’IGP alla Mortadella di Prato è stato avviato da 5 salumifici che hanno dato vita al Comitato per il riconoscimento della IGP.

In Italia la Mortadella di Prato riscuote successo, oltre che a Prato e Firenze, anche nel Nord Italia (Milano, Liguria, Emilia Romagna), nel Centro Italia con Roma e il Lazio, e in Sardegna.
Fuori dai confini nazionali questo salume è apprezzato particolarmente nel Regno Unito e in Belgio.
I consumatori possono trovarla in particolare nei negozi che vendono prodotti di qualità e, in piccole quantità, anche in alcuni marchi della grande distribuzione. E’ utilizzata e apprezzata per gli aperitivi e nel settore del catering.

La “Mortadella di Prato”, un prodotto di origine medievale, si caratterizza per la presenza di un liquore, l’alchermes, e per un’abbondante speziatura. Ai giorni nostri è apprezzata da grandi chef e personaggi della cultura, come Manuel Vasquez Montalban. E’ inserita nella guida gastronomica del Touring fin dal 1931, e valorizzata dall’Accademia Italiana della Cucina (1987) e da Slow Food che fin dal 2000 ne ha fatto un suo Presidi

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Artimino, serata di “Bollicine & Burlesque”Artimino, an evening with “Bollicine & Burlesque”

di redazione – La Villa medicea “La Ferdinanda” festeggia col tradizionale cocktail party a base di musica live, degustazioni di champagne e spumanti, auto di lusso e fuochi d’artificio. In scena anche uno spettacolo di ballo burlesque,

Una serata frizzante, in tutti i sensi: per la quinta edizione di Bollicine – il tradizionale appuntamento estivo del complesso di Artimino, sulle colline di Carmignano (Prato) – la Villa medicea “La Ferdinanda” ha organizzato per giovedì 3 luglio un cocktail party dedicato al mondo di spumanti e champagne, declinato stavolta in chiave burlesque.

Per l’occasione, a partire dalle 20.30 sul prato all’esterno della Villa sarà allestito un banco d’assaggio con case produttrici di champagne e spumante, e verrà realizzato un buffet accanto all’esposizione di auto di lusso della Porsche AutoIn Firenze e del letto Orient Express by Treca Interiors Paris marchio francese esclusivo di letti di lusso,presentato dalla tappezzeria Perini di Firenze.
Al calar del sole, uno spettacolo di burlesque animerà la serata prima di cedere il passo al dj-set con musica lounge e disco. Infine, fuochi d’artificio a illuminare la villa e il complesso di Artimino.

Forte di intuizioni e contaminazioni lifestyle che ne hanno sancito il successo, la manifestazione “Bollicine” è ormai uno degli appuntamenti tradizionali del bon vivre made in Tuscany e richiama centinaia di ospiti da tutta la regione.

Biglietto d’ingresso: 35 euro
Per prenotazioni: villa@artimino.com tel. 0558751426-7-8by redaction – The Medici Villa “La Ferdinanda” celebrates with the traditional cocktail made ​​with live music, tasting of champagne and sparkling wines, luxury cars and fireworks. Also a show on stage to dance burlesque,

A sparkling evening, in all senses: for the fifth edition of bubbles – the traditional summer complex of Artimino, on the hills of Carmignano (Prato) – the Medici Villa “La Ferdinanda” held Thursday, July 3 for a cocktail party dedicated the world of sparkling wines and champagne, this time declined in key burlesque.

For the occasion, starting at 20.30 on the lawn outside the Villa will set up a tasting table with manufacturers of champagne and sparkling wine, and a buffet will be built with luxury cars Porsche AutoIn Florence exhibited in the courtyard . At sunset, a burlesque show will liven up the evening before giving way to the dj-set with lounge music and disco. Finally, fireworks light up the villa and the complex of Artimino.

Strong insights and lifestyle influences that have established the success, the event “bubbles” is now one of the traditional events bon vivre made ​​in Tuscany and attracts hundreds of visitors from across the region.

Entrance Fee: 35 €
For reservations: tel villa@artimino.com. 0558751426-7-8

Poggio a Caiano: stanza del Novecento, nuova esposizione al Museo Soffici

di Simone Focardi – Al Museo Soffici e del ’900 italiano apre una nuova esposizione, la Stanza del Novecento, in attesa della grande mostra che l’anno prossimo sarà dedicata a Soffici in occasione dei 50 anni dalla sua morte.

Terminata la mostra dedicata alla rivista LACERBA, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Poggio a Caiano propone una nuova esposizione al Museo Soffici e del ’900 italiano, la “Stanza del Novecento”, dal 9 novembre 2013 al 26 gennaio 2014.

Un evento che prelude alla mostra dell’anno prossimo, realizzata nel Museo in occasione dei 50 anni dalla morte di Soffici, dal titolo Giornate di Paesaggio, in cui saranno esposte cinquanta opere dell’artista sul tema del paesaggio.

La Stanza del Novecento, a cura di Luigi Cavallo e Luigi Corsetti, realizzata con il sostegno del Credito Cooperativo Area Pratese, è la prima di una serie di mostre che sotto lo stesso titolo presenteranno ogni anno opere di artisti del Novecento italiano, collegati più o meno direttamente alla figura di Soffici, agli apprezzamenti critici, agli incontri, ai riscontri in aree diverse del nostro Paese. In questa prima sintetica rassegna sono esposte le opere, una per ogni artista, di Felice Carena, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Tullio Garbari, Giorgio Morandi, Filippo de Pisis, Ottone Rosai, Gino Severini, Mario Sironi, Armando Spadini e Lorenzo Viani.

In mostra Giuditta e Oloferne (1935) di Felice Carena, Case sul lago (1927) di Carlo Carrà, Bozzetto per natura morta con l’uva (1931) di Felice Casorati, Cavallo (1938-1939) di Giorgio De Chirico, Composizione mitologica (1930) di Tullio Garbati, Cortile di Via Fondazza (1954) di Giorgio Morandi, Ritratto maschile (1941) di Filippo de Pisis, Le casacce (1922) di Ottone Rosai, La fillette au lapin (1922) di Gino Severini,Ritratto dello scultore Giacomo Manzù (1940) di Mario Sironi, Studio di tacchini (1918) di Armando Spadini e Ritratto del filosofo Brissimisakis(1917) di Lorenzo Viani.

Si tratta di artisti che, come scrive Luigi Cavallo nella presentazione: “… non hanno messo sigilli nei loro anni, ma hanno cercato di proiettare quanto concepito nelle stagioni future, con un ordine che è davvero un richiamo e non un ritorno, proiezione in avanti di modo che i loro insegnamenti, provati con immagini, sperimentati fino al fondo dell’anima, tra dubitazioni, difficoltà umane e di linguaggio, potessero provocare nelle generazioni a venire una competizione più che altro di contenuto filosofico e di intima sostanza espressiva, spirituale, senza dimenticare quale sia il territorio in cui sono nati la storia e l’umanità che hanno segnato il destino italiano”.

Quanto sia feconda la pittura e la scultura del Novecento italiano, rapportata senza pregiudizi con quella europea, è evidenza che non può confondersi con una competizione di area: le espressioni di Sironi e de Chirico, di Severini e Morandi coinvolgono un mondo che si è conquistato un capitolo eletto nella storia dell’arte. Casorati e de Pisis sembrano poli opposti di razionalità e improvviso lirico e suonano come toni ai due estremi della grande tastiera dell’arte. Spadini, che fu sodale di Soffici e mise a partito una eccellente versione italiana delle luci impressioniste, concorre con Carrà a istruire una solida presenza del vero naturale nel vero umano. Garbari e Rosai, differenti visioni, diverse aree culturali, furono però riuniti da Soffici in una indicazione quanto mai precoce, dati come prossimi, sicuri talenti (“La peinture italienne d’aujourd’hui”, La Vraie Italie, Firenze, maggio 1920). Il turbolento Viani è agli antipodi certo di Carena, l’uno nutrito all’inizio da istinti anarchici, l’altro ispirato dall’umanitarismo socialista; poi ciascuno ha lavorato nella propria accademia con risultati che possiamo apprezzare meglio messi a fuoco da una prospettiva distante.
by Simone Focardi – At the Soffici Museum of Italian 900 opens a new exhibition , the Room of the twentieth century , waiting for the big show that next year will be dedicated to Soffici on the occasion of the 50th anniversary of his death .

After the exhibition dedicated to the magazine LACERBA , the Department of Culture of the Municipality of Poggio a Caiano proposes a new exhibition at the Museum of Italian 900 and Soffici , the “Room of the twentieth century ” , from 9 November 2013-26 January 2014.

An event that is a prelude to next year’s show , made in the Museum on the occasion of the 50th anniversary of the death of Soffici , entitled Days of Landscape, which will be exhibited in fifty works by the artist on the theme of landscape .

The Room of the twentieth century , edited by Luigi Luigi Cavallo and Corsetti, organized with the support of the Cooperative Credit Association of Prato Area , is the first in a series of exhibitions under the same title will present every year the works of Italian artists of the twentieth century , connected more or less directly to the figure of Soffici , to critical acclaim , the meetings, the findings in different areas of our country. In this first brief overview displays works , one for each artist , Felice Carena , Carlo Carra, Felice Casorati , Giorgio de Chirico, Tullio Garbari , Giorgio Morandi, Filippo de Pisis , Ottone Rosai , Gino Severini , Mario Sironi, Armando Spadini and Lorenzo Viani .

The exhibition Giuditta e Oloferne (1935) by Felice Carena, Case sul lago (1927 ) by Carlo Carra, bozzetto per natura morta con l’uva (1931) by Felice Casorati , Cavallo ( 1938-1939 ) by Giorgio De Chirico, composizione mitologica (1930) Tullio Garbati , Cortile di Via Fondazza (1954 ) by Giorgio Morandi, ritratto maschile(1941) by Filippo de Pisis le casacce (1922) by Ottone Rosai , la fillette au lapin (1922) by Gino Severini , ritratto dello scultore Giacomo Manzu (1940 ) by Mario Sironi, studio di tacchini ( 1918) Armando Spadini e ritratto del filosofo Brissimisakis (1917 ) by Lorenzo Viani .

These are artists who, like Luigi Cavallo wrote in the presentation: ” … they did not put the seals in their teens , but they tried to project as conceived in future seasons , with an order that is not really a recall and a back, forward projection so that their teachings , tested with images , tested down to the bottom of the soul, between dubitazioni , human difficulties and language, could result in the generations to come a competition that most other philosophical content and substance of intimate expression, spiritual , without forgetting what is the territory where they were born and the history of humanity that have marked the destiny of Italian . ”

How fruitful the painting and sculpture of the twentieth century Italian , without bias compared with that of Europe, is evidence that can not be confused with an area of competition : the expressions of Sironi and de Chirico, Morandi, Severini and involve a world that has earned elected a chapter in art history. Casorati and de Pisis seem to opposite poles of rationality and sudden lyrical tones and sound like the two ends of the large keyboard art . Spadini , who was close friend of Soft and began to party an excellent Italian version of the impressionist lights , competes with Carra to instruct a solid presence in the true nature of the true human being. Garbari and Rosai, different views , different cultural areas , however, were gathered from Plush in a early indication as ever , as data coming , safe talents ( ” La peinture italienne d’aujourd’hui ,” The Vraie Italie, Florence, May 1920 ) . The turbulent Viani is the opposite of course Bottom , one fed from the beginning instincts anarchists , the other inspired socialist humanitarianism , then each worked in his own academy with the results that we can better appreciate focused on a distant prospect .