Siena: Al via la terza edizione del trekking urbano #SienaFrancigena

[:it]PiazzadelCampo1di redazione – Il movimento turistico regionale legato alla Via Francigena cresce del 13% con ricadute importanti su fatturato e occupazione

A Siena torna la terza edizione di #SienaFrancigena, il trekking urbano lungo la Via Francigena, dentro le mura della città.

Ogni domenica, dal 1 maggio al 26 giugno, i visitatori potranno trasformarsi in ‘pellegrini per un giorno’ e ripercorrere le orme degli antichi viandanti, da Porta Camollia a Porta Romana, facendo tappa al Santa Maria della Scala, uno degli ospedali più antichi d’Europa.

Protagonista del percorso slow è la Via Francigena, esempio di turismo sostenibile su cui il comune di Siena ha investito attraverso la creazione di rassegne, eventi e prodotti turistici che premiano sia il tratto urbano che quello extraurbano della vecchia Via Romea.

Il tratto toscano della Via Francigena è lungo 370 km, attraversa 38 comuni e può contare su un’offerta ricettiva di 2.600 strutture e oltre 81.000 posti letto, con una prevalenza dell’extralberghiero (80%).
Guardando ai dati l’offerta turistica toscana “a basso impatto” ha visto crescere presenze, fatturato e occupazione, con un’incidenza del 6% sul Pil e del 10% sul lavoro attivato.
Un plus è rappresentato dal percorso francigeno che in Toscana è interamente fruibile in sicurezza, ben segnalato e dotato delle necessarie infrastrutture di servizio.
Un percorso apprezzato e scelto come destinazione di viaggio sia dagli italiani delle regioni limitrofe (Lombardia, Emilia Romagna e Lazio) che dagli stranieri, come tedeschi, russi e cinesi che scelgono di visitare i comuni toscani della Via Francigena.
Siena, fin dal Medioevo, è stata una tappa fondamentale della Via Francigena, tanto da essere stata definita dallo storico Ernesto Sestan ‘figlia della strada’.
E’ qui che i pellegrini, a metà strada verso Roma, trovavano ristoro e cura, grazie ai servizi e all’assistenza offerta dal Santa Maria della Scala. Oggi come allora, ogni domenica mattina, il trekking urbano di #SienaFrancigena prende il via da Porta Camollia, una delle antiche porte murarie sulla quale svetta la scritta ‘Cor magis tibi Sena pandit’ (Siena ti apre il cuore più della sua porta), simbolo dell’ospitalità senese.L’itinerario continua verso San Pietro alla Magione, la casa dei Templari e poi dei Cavalieri di Malta, per poi proseguire lungo Banchi di Sopra fino a Piazza Duomo e arrivare al Santa Maria della Scala, dove i pellegrini scopriranno aneddoti e storie legate all’accoglienza dell’antico Spedale.
L’antico spedale, oggi sede di uno dei più importanti musei e percorsi espositivi della città, dava assistenza quotidiana ai pellegrini ma anche ai malati, ai bimbi abbandonati e ai poveri. I partecipanti continueranno fino a Porta Romana per concludere il percorso presso il Santa Chiara Lab, il cui giardino per la prima volta ospiterà i viandanti per il pranzo a base dei prodotti senesi di filiera corta contenuti nella Bisaccia del Pellegrino.

#SienaFrancigena si svolgerà, ogni domenica, dal 1 maggio al 26 giugno con partenza alle ore 9 da Porta Camollia.
Il percorso ha una durata di circa 3 ore e si snoda per 4 km all’interno delle mura.
Il costo del biglietto, comprensivo di guida, ingresso al Santa Maria della Scala e della “Bisaccia del Pellegrino” è di 20 euro e di 10 euro per bambini fino a 11 anni di età.
Per informazioni e prenotazioni,  è possibile telefonare ai numeri tel. 347 6137678 e tel. 348 0216972 oppure scrivere un’e-mail a sienasms@c-way.it.
La partenza è garantita indipendentemente dal numero dei partecipanti. Su richiesta la visita sarà svolta in lingua inglese.

 [:en]PiazzadelCampo1di redazione – Il movimento turistico regionale legato alla Via Francigena cresce del 13% con ricadute importanti su fatturato e occupazione

A Siena torna la terza edizione di #SienaFrancigena, il trekking urbano lungo la Via Francigena, dentro le mura della città.

Ogni domenica, dal 1 maggio al 26 giugno, i visitatori potranno trasformarsi in ‘pellegrini per un giorno’ e ripercorrere le orme degli antichi viandanti, da Porta Camollia a Porta Romana, facendo tappa al Santa Maria della Scala, uno degli ospedali più antichi d’Europa.

Protagonista del percorso slow è la Via Francigena, esempio di turismo sostenibile su cui il comune di Siena ha investito attraverso la creazione di rassegne, eventi e prodotti turistici che premiano sia il tratto urbano che quello extraurbano della vecchia Via Romea.

Il tratto toscano della Via Francigena è lungo 370 km, attraversa 38 comuni e può contare su un’offerta ricettiva di 2.600 strutture e oltre 81.000 posti letto, con una prevalenza dell’extralberghiero (80%).
Guardando ai dati l’offerta turistica toscana “a basso impatto” ha visto crescere presenze, fatturato e occupazione, con un’incidenza del 6% sul Pil e del 10% sul lavoro attivato.
Un plus è rappresentato dal percorso francigeno che in Toscana è interamente fruibile in sicurezza, ben segnalato e dotato delle necessarie infrastrutture di servizio.
Un percorso apprezzato e scelto come destinazione di viaggio sia dagli italiani delle regioni limitrofe (Lombardia, Emilia Romagna e Lazio) che dagli stranieri, come tedeschi, russi e cinesi che scelgono di visitare i comuni toscani della Via Francigena.
Siena, fin dal Medioevo, è stata una tappa fondamentale della Via Francigena, tanto da essere stata definita dallo storico Ernesto Sestan ‘figlia della strada’.
E’ qui che i pellegrini, a metà strada verso Roma, trovavano ristoro e cura, grazie ai servizi e all’assistenza offerta dal Santa Maria della Scala. Oggi come allora, ogni domenica mattina, il trekking urbano di #SienaFrancigena prende il via da Porta Camollia, una delle antiche porte murarie sulla quale svetta la scritta ‘Cor magis tibi Sena pandit’ (Siena ti apre il cuore più della sua porta), simbolo dell’ospitalità senese.L’itinerario continua verso San Pietro alla Magione, la casa dei Templari e poi dei Cavalieri di Malta, per poi proseguire lungo Banchi di Sopra fino a Piazza Duomo e arrivare al Santa Maria della Scala, dove i pellegrini scopriranno aneddoti e storie legate all’accoglienza dell’antico Spedale.
L’antico spedale, oggi sede di uno dei più importanti musei e percorsi espositivi della città, dava assistenza quotidiana ai pellegrini ma anche ai malati, ai bimbi abbandonati e ai poveri. I partecipanti continueranno fino a Porta Romana per concludere il percorso presso il Santa Chiara Lab, il cui giardino per la prima volta ospiterà i viandanti per il pranzo a base dei prodotti senesi di filiera corta contenuti nella Bisaccia del Pellegrino.
#SienaFrancigena si svolgerà, ogni domenica, dal 1 maggio al 26 giugno con partenza alle ore 9 da Porta Camollia.
Il percorso ha una durata di circa 3 ore e si snoda per 4 km all’interno delle mura.
Il costo del biglietto, comprensivo di guida, ingresso al Santa Maria della Scala e della “Bisaccia del Pellegrino” è di 20 euro e di 10 euro per bambini fino a 11 anni di età.
Per informazioni e prenotazioni,  è possibile telefonare ai numeri tel. 347 6137678 e tel. 348 0216972 oppure scrivere un’e-mail a sienasms@c-way.it.
La partenza è garantita indipendentemente dal numero dei partecipanti. Su richiesta la visita sarà svolta in lingua inglese.

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Altopascio: sulla Francigena nasce una  nuova foresteria

Altopascio: sulla Francigena nasce una nuova foresteria

[:it]esternodi redazione – La Via Francigena toscana si arricchisce di un nuovo luogo per la sosta dei pellegrini ad Altopascio, in provincia di Lucca; nuovo moderno, confortevole e gratuito.

Camere con bagno, wi-fi, arredi e servizi di qualità compresa una piccola lavanderia. I pellegrini ed escursionisti che transitano nel tratto toscano della Via Francigena possono trovare ad Altopascio un’accoglienza confortevole e gratuita per una notte.
Questo grazie alla nuova foresteria che è stata inaugurata domenica 29 marzo e che rappresenta un grande salto di qualità per quanto riguarda l’ospitalità ad Altopascio, da sempre snodo fondamentale della più antica via di pellegrinaggio del Medioevo.

Un itinerario, ricco di storia, arte e natura, ormai completamente riscoperto e valorizzato grazie all’impegno della Regione Toscana e dei Comuni che vedono in questo progetto un’importante scommessa per lo sviluppo turistico e culturale.
In questo contesto, la nuova foresteria di Altopascio, chiamata “Nuovo Ospitale dei Pellegrini”, non fa altro che richiamarsi alla grande tradizione di ospitalità di questa città.

Una storia che ha le sue radici nel Medioevo grazie alla presenza di un ordine religioso, gli Ospitalieri del Tau che fondarono proprio ad Altopascio nella prima metà dell’XI secolo  un ospedale che fino al XV secolo ebbe un ruolo fondamentale per l’ospitalità, l’assistenza ai pellegrini, agli infermi e ai poveri.

Al taglio del nastro erano presenti il sindaco di Altopascio Maurizio Marchetti, l’assessore alla cultura e turismo Nicola Fantozzi, il vice sindaco Francesco Fagni mentre per la Regione Toscana ha partecipato l’assessore alla cultura e turismo Sara Nocentini.

“Siamo molto soddisfatti e orgogliosi di avere inaugurato questa nuova struttura – ha detto il sindaco Maurizio Marchetti – che arriva dopo un percorso lungo 25 anni quando nel 1990 fu aperto il primo punto di accoglienza per i pellegrini. Quello che abbiamo aperto oggi è un edificio completamente ristrutturato e con tutti i servizi, nel cuore del centro storico e anche questo è un dato molto importante, in grado di garantire una accoglienza libera e gratuita a tutti i pellegrini che ne faranno richiesta”.

La foresteria si trova infatti in Piazza Ricasoli accanto al nuovo ufficio turistico, ed è costituita da quattro locali per 12 posti letto su due piani con ascensore e sarà gestita dal Comune in collaborazione con la Misericordia di Altopascio.
I lavori di ristrutturazione per un costo di 150 mila euro, sono stati realizzati con il contributo  della Regione Toscana oltre ai costi relativi all’acquisto della struttura. “I posti per dormire sono limitati, ma la nostra ospitalità – aggiunge l’assessore alla cultura e turismo Nicola Fantozzi – è sempre quella che ha fatto conoscere e apprezzare Altopascio nel  mondo”.[:en]esternodi redazione – La Via Francigena toscana si arricchisce di un nuovo luogo per la sosta dei pellegrini ad Altopascio, in provincia di Lucca; nuovo moderno, confortevole e gratuito.

Camere con bagno, wi-fi, arredi e servizi di qualità compresa una piccola lavanderia. I pellegrini ed escursionisti che transitano nel tratto toscano della Via Francigena possono trovare ad Altopascio un’accoglienza confortevole e gratuita per una notte.
Questo grazie alla nuova foresteria che è stata inaugurata domenica 29 marzo e che rappresenta un grande salto di qualità per quanto riguarda l’ospitalità ad Altopascio, da sempre snodo fondamentale della più antica via di pellegrinaggio del Medioevo.

Un itinerario, ricco di storia, arte e natura, ormai completamente riscoperto e valorizzato grazie all’impegno della Regione Toscana e dei Comuni che vedono in questo progetto un’importante scommessa per lo sviluppo turistico e culturale.
In questo contesto, la nuova foresteria di Altopascio, chiamata “Nuovo Ospitale dei Pellegrini”, non fa altro che richiamarsi alla grande tradizione di ospitalità di questa città.

Una storia che ha le sue radici nel Medioevo grazie alla presenza di un ordine religioso, gli Ospitalieri del Tau che fondarono proprio ad Altopascio nella prima metà dell’XI secolo  un ospedale che fino al XV secolo ebbe un ruolo fondamentale per l’ospitalità, l’assistenza ai pellegrini, agli infermi e ai poveri.

Al taglio del nastro erano presenti il sindaco di Altopascio Maurizio Marchetti, l’assessore alla cultura e turismo Nicola Fantozzi, il vice sindaco Francesco Fagni mentre per la Regione Toscana ha partecipato l’assessore alla cultura e turismo Sara Nocentini.

“Siamo molto soddisfatti e orgogliosi di avere inaugurato questa nuova struttura – ha detto il sindaco Maurizio Marchetti – che arriva dopo un percorso lungo 25 anni quando nel 1990 fu aperto il primo punto di accoglienza per i pellegrini. Quello che abbiamo aperto oggi è un edificio completamente ristrutturato e con tutti i servizi, nel cuore del centro storico e anche questo è un dato molto importante, in grado di garantire una accoglienza libera e gratuita a tutti i pellegrini che ne faranno richiesta”.

La foresteria si trova infatti in Piazza Ricasoli accanto al nuovo ufficio turistico, ed è costituita da quattro locali per 12 posti letto su due piani con ascensore e sarà gestita dal Comune in collaborazione con la Misericordia di Altopascio.
I lavori di ristrutturazione per un costo di 150 mila euro, sono stati realizzati con il contributo  della Regione Toscana oltre ai costi relativi all’acquisto della struttura. “I posti per dormire sono limitati, ma la nostra ospitalità – aggiunge l’assessore alla cultura e turismo Nicola Fantozzi – è sempre quella che ha fatto conoscere e apprezzare Altopascio nel  mondo”.[:]

La farmacia dell’ospedale di S. FinaThe pharmacy in the hospital of S. Fina

Nell’Ospedale di S. Fina, fondato all’indomani della morte della Santa (12 marzo 1253) grazie alle offerte lasciate sul sepolcro dai pellegrini e all’intervento del Comune che ne promosse la costruzione e ne assunse il patrocinio, si trovava una farmacia edificata qualche anno più tardi (1508) come struttura autonoma dell’ospedale e lì venivano per l’appunto preparate le medicine secondo le prescrizioni dei medici. Negli antichi ricettari si leggono interessanti e allo stesso tempo curiosi rimedi contro la peste applicati durante l’epidemia degli anni 1631-1633; non solo centinaia di libbre di miele venivano impiegate come lenitivo e anticatarrale ma si utilizzarono anche una notevole quantità di viole mammole le quali, oltre al loro uso in vari medicamenti, si pensa che fossero impiegate per disinfettare ed odorare gli ambienti chiusi dell’ospedale poiché si riteneva che il contagio avvenisse attraverso l’aria miasmatica. Un grandissimo numero di ricette riguarda infatti la fabbricazione di pomi odoriferi che andavano accostati alle narici per “filtrare” l’aria da respirare. Per evitare inoltre che il “veleno” inalato si mescolasse con la saliva si consigliava di masticare radici amare per la disinfezione del cavo orale o si prescrivevano preparati sudoriferi o purganti per espellere il “veleno” attraverso la traspirazione o per via intestinale. A questa farmacia apparteneva una splendida collezione di vasi databili tra la seconda meta del XV secolo ed il XIX, alcuni dei quali di produzione locale mentre altri provenivano da varie fornaci come quelle di Faenza, Montelupo, Siena, Montaione, Gambassi e Firenze. La collezione in seguito fu trasferita a Roma al Museo di Palazzo Venezia nel 1983 e arricchita da materiale di documentazione. Nella seconda metà del XIII secolo, in concomitanza con il periodo più florido nella storia di S. Gimignano, l’ospedale vide accrescere il suo patrimonio grazie a donazioni, acquisti di terre, case e mulini. Nonostante i tentativi da parte della Chiesa di rivendicarne il patrocinio, l’ospedale dipendeva direttamente dal Comune e divenne ben presto il più importante della città paragonabile, per ricchezza e numero di assistiti, solo a quello S. Maria della Scala.In the hospital of S. Fina Electronic Cigarette, founded following the death of the Saint (12th March 1253) thanks to the offers left on her tomb by pilgrims and the action of the Comune which promoted its construction and became its patron, there was a pharmacy which was built a few years later (1508) as an independent hospital structure. The medicines prescribed by the doctors were prepared here. The old recipes include interesting and curious remedies against the plague which were applied during the epidemic of 1631-1633; not only were thousands of pounds of honey used for soothing the throat and coughs but also a considerable quantity of violets which, as well as being used for various medications, were probably also used to disinfect and perfume the closed rooms of the hospital as it was believed that diseases were picked up through miasmic air. A large number of recipes involved the production of scent holders which were held to the nostrils in order to “filter” the air being breathed. To prevent the “poison” inhaled from entering the saliva, people were advised to chew bitter roots in order to disinfect the mouth. Sweating preparations or purges were also prepared to expel the “poison” through the pores or the intestine. This pharmacy once owned a splendid collection of vases dating back to between the second half of the fifteenth century and the nineteenth century, some of which were locally produced while others came from various kilns in Faenza, Montelupo, Siena, Montaione, Gambassi and Florence. The collection was later transferred to the Museum of Palazzo Venezia, Rome, in 1983 and was enriched with documentary material. In the second half of the thirteenth century, during the maximum flowering of S. Gimignano, the wealth of the hospital grew thanks to donations and the purchases of land, houses and mills. In spite of the attempts of the Church to take over the hospital, it stayed in the hands of the Comune and soon became the most important one in the town, comparable, for wealth and number of patients, only to that of S. Maria della Scala.

Via Francigena: passeggiando nella storiaVia Francigena: trekking in the history

Il 13, 20 maggio la Monteriggioni AD 1213 e l’Associazione Agresto di Monteriggioni organizzano una divertente passeggiata sulla via Francigena animata da personaggi in costume.
L’abate dell’Isola darà inizio a questo curioso viaggio nel passato aprendovi le porte del suo potente monastero, scrigno di arte e di storia legato alla Via Francigena fin dalle sue origini.

Successivamente, accompagnati da un pellegrino che vi racconterà le peripezie del suo lungo viaggio verso Roma, muoverete alla volta di Monteriggioni, percorrendo un tratto di Via Francigena ricco di suggestioni e panorami mozzafiato.
Il capitano della guarnigione dei soldati attenderà fiero il vostro arrivo al castello, per farvi rivivere l’emozione della guardia alle mura dal camminamento di ronda e la vestizione di un cavaliere all’interno del museo delle armature.

Rivivere per un giorno un viaggio-avventura del passato, da non perdere…

La partenza sarà alle ore 10 dalla chiesa di Abbadia Isola, la prenotazione all’evento è obbligatoria.
per chi lo vorrà sarà possibile partecipare anche in abito medievale che potrete anche noleggiare, presentandovi ad Abbadia Isola un’ora prima dell’inizio della passeggiata.
Quota di partecipazione (inclusi ingressi ai camminamenti sulle mura e al museo delle armature di Monteriggioni): € 20 adulti; € 5 bambini 7-11 anni compresi; gratuito bambini 0-6 anni.
Noleggio costume senza calzature € 15 adulti, € 10 bambini.
Percorso a piedi: tratto ministeriale della Via Francigena da Abbadia Isola a Monteriggioni con possibili brevi varianti. Sono 4 chilometri circa su strade bianche, senza difficoltà. Durata: 2,15 ore circa. Al termine sarà disponibile una navetta per rientro il rientro ad Abbadia Isola (solo per gli autisti)

Info e prenotazioni:
Ufficio Turistico di Monteriggioni (SI)
tel/fax 0577304834
info@monteriggioniturismo.it    – www.monteriggioniturismo.itIl 13, 20 maggio la Monteriggioni AD 1213 e l’Associazione Agresto di Monteriggioni organizzano una divertente passeggiata sulla via Francigena animata da personaggi in costume.
L’abate dell’Isola darà inizio a questo curioso viaggio nel passato aprendovi le porte del suo potente monastero, scrigno di arte e di storia legato alla Via Francigena fin dalle sue origini.

Successivamente, accompagnati da un pellegrino che vi racconterà le peripezie del suo lungo viaggio verso Roma, muoverete alla volta di Monteriggioni, percorrendo un tratto di Via Francigena ricco di suggestioni e panorami mozzafiato.
Il capitano della guarnigione dei soldati attenderà fiero il vostro arrivo al castello, per farvi rivivere l’emozione della guardia alle mura dal camminamento di ronda e la vestizione di un cavaliere all’interno del museo delle armature.

Rivivere per un giorno un viaggio-avventura del passato, da non perdere…

La partenza sarà alle ore 10 dalla chiesa di Abbadia Isola, la prenotazione all’evento è obbligatoria.
per chi lo vorrà sarà possibile partecipare anche in abito medievale che potrete anche noleggiare, presentandovi ad Abbadia Isola un’ora prima dell’inizio della passeggiata.
Quota di partecipazione (inclusi ingressi ai camminamenti sulle mura e al museo delle armature di Monteriggioni): € 20 adulti; € 5 bambini 7-11 anni compresi; gratuito bambini 0-6 anni.
Noleggio costume senza calzature € 15 adulti, € 10 bambini.
Percorso a piedi: tratto ministeriale della Via Francigena da Abbadia Isola a Monteriggioni con possibili brevi varianti. Sono 4 chilometri circa su strade bianche, senza difficoltà. Durata: 2,15 ore circa. Al termine sarà disponibile una navetta per rientro il rientro ad Abbadia Isola (solo per gli autisti)

Info e prenotazioni:
Ufficio Turistico di Monteriggioni (SI)
tel/fax 0577304834
info@monteriggioniturismo.it    – www.monteriggioniturismo.it

Il sistema museale della Valdelsa si svelaDiscovering the Valdesa museums

Il Sistema Museale della Valdelsa si presenta e si svela per l’inizio della stagione 2012.

Un convegno e sopratutto giornate nel territorio per svelare un territorio dove forte è  il legame fra paesaggio, musei e valorizzazione.
Un territorio che, musealmente, abbraccia tutte le tipologie di musei, sia quelli di taglio demoetnoantropologico e archeologico che quelli di arte sacra e del paesaggio.
Nel concreto si tratta di un calendario di passeggiate guidate sul territorio della Valdelsa e di un convegno di archeologia distribuito su due giorni.

In Valdelsa, dove la bellezza insegue la bellezza, dove è la bellezza che si fa paesaggio ed il paesaggio diventa museo la direzione del sistema museale ha pensato di organizzare cinque giornate da passare dentro questo grande museo senza mura. Un museo di cui tutti indistintamente possono godere e di cui tutti siano portatori dei valori più profondi e identitari.

Uno degli obiettivi del pacchetto di passeggiate proposte è proprio cercare di rendere esplicito la variabilità di questo paesaggio valdelsano e per far questo saranno degli specialisti a guidare il viaggiatore in ogni singola passeggiata: geologi, archeologi, storici, esperti forestali.

La Valdelsa ha nella sua estrema variabilità la punta di diamante del suo paesaggio: una variabilità geomorfolgica e litologica, storico-insediativa e vegetazionale.
E poi, le vicende storiche che si sono susseguite in questa valle dal medioevo in avanti, hanno portato ad una contaminazione vicendevole felicissima di realizzazioni artistiche, di correnti architettoniche e decorative, di tendenze pittoriche. Tutto questo costituisce il Paesaggio.

La prima passeggiata si svolgerà nel territorio di Montespertoli, nella valle del Virginio, un territorio che si trasformò molto prima di altre aree del contado fiorentino, in un banco di prova per la creazione di proprietà fondiarie cittadine unitarie e la cui evoluzione storica portò al sistema della villa-fattoria, dei poderi sparsi, ad un disegno della campagna entrato ormai nel mito della Toscana odierna: i cipressi, la viabilità di crinale, la casa colonica, la villa, i vigneti.

La seconda si svolgerà nel territorio di Certaldo, sulla collina di Semifonte, il mito per antonomasia della Valdelsa: “Firenze fatti in là che Semifonte diventa città!”
La collina serba ancora oggi evidentissime tracce di questa storia svoltasi fra la fine del 1100 e l’inizio del 1200. Una storia che evidenzia lo sforzo estremo che Firenze intraprese in questa parte meridionale del suo contado per assoggettarlo, controllarlo, sfruttarlo economicamente, ma anche riversandoci immense quantità di capitali che costruirono lo scheletro di quel paesaggio che oggi ha reso la Toscana famosa nel mondo intero.
Un esempio per tutti lo mostra proprio la collina di Semifonte con la cupola di San Michele, costruita dal canonico Giovan Battista Capponi quasi quattro secoli dopo i fatti di Semifonte e proprio a ricordo di questi e per sancire la presenza del potere mediceo attraverso il simbolo per eccellenza della città: la cupola di Santa Maria del Fiore.

Con la terza passeggiata passeremo in riva sinistra dell’Elsa e più in alto, subito sotto il crinale che la divide dalla Valdera; saremo in un altro mondo.
Sembra incredibile come a pochissimi chilometri in linea d’aria (solo 14) da Semifonte e dalle dolci colline coltivate in riva destra si passi ad un paesaggio totalmente diverso, aspro, boscoso, roccioso, con le ofioliti cioè quelle rocce verdi usate dai magister lapidei nel medioevo per comporre le tessere verdi di quel suggestivo cromatismo tipico della tecnica di rifinitura muraria chiamata Incrostazione, mutuato dal Battistero di San Giovanni e da San Miniato a Monte.
Non la usò invece la verde ofiolite Johannes Bundivulus nella costruzione di Santa Maria a Chianti, il maestro lapideo che lavorò alla pieve che andremo a visitare alla fine della passeggiata che invece si svolgerà nella valle del rio Casciani, un autentico mondo diverso, dove ci sono soffioni, putizze e mofete tipiche della zona geotermica delle Colline Metallifere, presente con un’appendice anche in Valdelsa.

La quarta passeggiata la faremo nel territorio di Castelfiorentino che ha l’imprimatur della viabilità rappresentato dalla Francigena quale elemento prioritario e maggiormente influente – insieme alla caratteristiche naturali – nella genesi formativa del paesaggio della Valdelsa.
Una viabilità che ha pesantemente influenzato la presenza di correnti artistiche e decorative, culturali e architettoniche susseguitesi nella valle nel corso dei secoli.
Nel territorio di Castelfiorentino infatti seguiremo un tratto della via Francigena partendo da una delle tante pievi valdelsane – quella dei Santi Pietro e Paolo a Coiano – toccata da questa importantissima arteria e arriveremo alla Madonna della Tosse, per poi finire la giornata al BE.GO. in compagnia di Benozzo Bozzoli. Quel Benozzo a cui sarà toccato, durante le sue permanenze in Valdelsa, di camminare negli stessi luoghi in cui cammineremo noi quella domenica.

Il bosco domina anche l’ultima passeggiata, quella nel territorio di Montaione, nella valle del torrente Carfalo, e si tratterà della passeggiata dal taglio più prettamente naturalistico (ed infatti in quell’occasione sarà presente anche un esperto forestale) di tutto il pacchetto.
Anche qui, come per Gambassi Terme e forse anche più, vale lo stesso discorso dell’incredulità: da quel terrazzo sulla Valdelsa che è Montaione si vedono vicinissimi i campi riarsi del fondovalle dove domina l’argilla.
Eppure qui, a cento metri in linea d’aria dal paese, c’è un paesaggio contrassegnato da un’idrografia a carattere montagnoso – con tonfi di acqua perenne e piccole cascate – e da un bosco dove è presente il faggio, un albero come sappiamo di vera e propria montagna. Un bosco che ha ospitato nei secoli scorsi la comunità monastica di San Vivaldo e che andremo a visitare alla fine della giornata.

Info: http://cultura.empolese-valdelsa.itIl Sistema Museale della Valdelsa si presenta e si svela per l’inizio della stagione 2012.

Un convegno e sopratutto giornate nel territorio per svelare un territorio dove forte è  il legame fra paesaggio, musei e valorizzazione.
Un territorio che, musealmente, abbraccia tutte le tipologie di musei, sia quelli di taglio demoetnoantropologico e archeologico che quelli di arte sacra e del paesaggio.
Nel concreto si tratta di un calendario di passeggiate guidate sul territorio della Valdelsa e di un convegno di archeologia distribuito su due giorni.

In Valdelsa, dove la bellezza insegue la bellezza, dove è la bellezza che si fa paesaggio ed il paesaggio diventa museo la direzione del sistema museale ha pensato di organizzare cinque giornate da passare dentro questo grande museo senza mura. Un museo di cui tutti indistintamente possono godere e di cui tutti siano portatori dei valori più profondi e identitari.

Uno degli obiettivi del pacchetto di passeggiate proposte è proprio cercare di rendere esplicito la variabilità di questo paesaggio valdelsano e per far questo saranno degli specialisti a guidare il viaggiatore in ogni singola passeggiata: geologi, archeologi, storici, esperti forestali.

La Valdelsa ha nella sua estrema variabilità la punta di diamante del suo paesaggio: una variabilità geomorfolgica e litologica, storico-insediativa e vegetazionale.
E poi, le vicende storiche che si sono susseguite in questa valle dal medioevo in avanti, hanno portato ad una contaminazione vicendevole felicissima di realizzazioni artistiche, di correnti architettoniche e decorative, di tendenze pittoriche. Tutto questo costituisce il Paesaggio.

La prima passeggiata si svolgerà nel territorio di Montespertoli, nella valle del Virginio, un territorio che si trasformò molto prima di altre aree del contado fiorentino, in un banco di prova per la creazione di proprietà fondiarie cittadine unitarie e la cui evoluzione storica portò al sistema della villa-fattoria, dei poderi sparsi, ad un disegno della campagna entrato ormai nel mito della Toscana odierna: i cipressi, la viabilità di crinale, la casa colonica, la villa, i vigneti.

La seconda si svolgerà nel territorio di Certaldo, sulla collina di Semifonte, il mito per antonomasia della Valdelsa: “Firenze fatti in là che Semifonte diventa città!”
La collina serba ancora oggi evidentissime tracce di questa storia svoltasi fra la fine del 1100 e l’inizio del 1200. Una storia che evidenzia lo sforzo estremo che Firenze intraprese in questa parte meridionale del suo contado per assoggettarlo, controllarlo, sfruttarlo economicamente, ma anche riversandoci immense quantità di capitali che costruirono lo scheletro di quel paesaggio che oggi ha reso la Toscana famosa nel mondo intero.
Un esempio per tutti lo mostra proprio la collina di Semifonte con la cupola di San Michele, costruita dal canonico Giovan Battista Capponi quasi quattro secoli dopo i fatti di Semifonte e proprio a ricordo di questi e per sancire la presenza del potere mediceo attraverso il simbolo per eccellenza della città: la cupola di Santa Maria del Fiore.

Con la terza passeggiata passeremo in riva sinistra dell’Elsa e più in alto, subito sotto il crinale che la divide dalla Valdera; saremo in un altro mondo.
Sembra incredibile come a pochissimi chilometri in linea d’aria (solo 14) da Semifonte e dalle dolci colline coltivate in riva destra si passi ad un paesaggio totalmente diverso, aspro, boscoso, roccioso, con le ofioliti cioè quelle rocce verdi usate dai magister lapidei nel medioevo per comporre le tessere verdi di quel suggestivo cromatismo tipico della tecnica di rifinitura muraria chiamata Incrostazione, mutuato dal Battistero di San Giovanni e da San Miniato a Monte.
Non la usò invece la verde ofiolite Johannes Bundivulus nella costruzione di Santa Maria a Chianti, il maestro lapideo che lavorò alla pieve che andremo a visitare alla fine della passeggiata che invece si svolgerà nella valle del rio Casciani, un autentico mondo diverso, dove ci sono soffioni, putizze e mofete tipiche della zona geotermica delle Colline Metallifere, presente con un’appendice anche in Valdelsa.

La quarta passeggiata la faremo nel territorio di Castelfiorentino che ha l’imprimatur della viabilità rappresentato dalla Francigena quale elemento prioritario e maggiormente influente – insieme alla caratteristiche naturali – nella genesi formativa del paesaggio della Valdelsa.
Una viabilità che ha pesantemente influenzato la presenza di correnti artistiche e decorative, culturali e architettoniche susseguitesi nella valle nel corso dei secoli.
Nel territorio di Castelfiorentino infatti seguiremo un tratto della via Francigena partendo da una delle tante pievi valdelsane – quella dei Santi Pietro e Paolo a Coiano – toccata da questa importantissima arteria e arriveremo alla Madonna della Tosse, per poi finire la giornata al BE.GO. in compagnia di Benozzo Bozzoli. Quel Benozzo a cui sarà toccato, durante le sue permanenze in Valdelsa, di camminare negli stessi luoghi in cui cammineremo noi quella domenica.

Il bosco domina anche l’ultima passeggiata, quella nel territorio di Montaione, nella valle del torrente Carfalo, e si tratterà della passeggiata dal taglio più prettamente naturalistico (ed infatti in quell’occasione sarà presente anche un esperto forestale) di tutto il pacchetto.
Anche qui, come per Gambassi Terme e forse anche più, vale lo stesso discorso dell’incredulità: da quel terrazzo sulla Valdelsa che è Montaione si vedono vicinissimi i campi riarsi del fondovalle dove domina l’argilla.
Eppure qui, a cento metri in linea d’aria dal paese, c’è un paesaggio contrassegnato da un’idrografia a carattere montagnoso – con tonfi di acqua perenne e piccole cascate – e da un bosco dove è presente il faggio, un albero come sappiamo di vera e propria montagna. Un bosco che ha ospitato nei secoli scorsi la comunità monastica di San Vivaldo e che andremo a visitare alla fine della giornata.

Info: http://cultura.empolese-valdelsa.it