Lunigiana: Zeri si tiene la sua acqua!

[:it]acquadi Nadia Fondelli –  Davide contro Golia. Il no a oltranza di Zeri – ultimo paese di Toscana nell’alfabeto e nell’interesse pubblico – nel voler soggiacere alla Spa dell’acqua fa notizia.
Ma la notizia è la ribellione di Zeri o il “signorsì” degli altri 287 paesi della regione?

C’era una volta l’acqua come bene pubblico; peraltro sancito dalla nostra costituzione e c’è stato solo pochi anni fa, nel 2011, un referendum in cui si è sperperato denaro pubblico per far dire agli italiani con un plebiscito di oltre il 96% una cosa scontata: volete che l’acqua sia di tutti?

E certo! Mica volevano gli italiani foraggiare il poltronificio di quelle Spa a capitale pubblico denominati enti di gestione delle acque che in cambio di millantante buone gestioni stanno solo frugato nelle tasche degli utenti col il doppio e triplo da pagare rispetto a quanto consumato.

A Zeri non ci stanno e nonostante le 7 diffide ricevute dal 2004 ad oggi e la recente minaccia del Governatore Rossi di inviare un commissario e multare il comune tirano dritti.

Del resto hanno dalla loro la costituzione, la logica del buon senso e un contorto gioco degli equivoci.
Il regolamento regionale impone infatti di “consegnare le infrastrutture idriche” ma solo dopo “ricognizione atta a individuare il perimetro delle infrastrutture stesse” mai avvenuta.

Il sindaco Egidio Pedrini è alla testa della ribellione di un popolo montanaro che vive in un posto meraviglioso – ricordato solo quando si tratta di contar voti – con un piede in Emilia, uno in Liguria e uno nel Granducato e a lui, come a tutti quelli di Zeri, non piace allinearsi al volere del più forte.

In queste tre valli chiuse e impervie peraltro ricchissime di sorgenti e torrenti che formano il comune l’isolamento è forza e virtù.
Lo sapevano bene i romani costretti a costruire la Francigena non a caso più a nord, lo sapeva bene Napoleone rimbalzato dopo Borgotaro e costretto a tornare in Emilia e più recentemente i nazisti che qui hanno trovato una grande resistenza al punto che a Rossano di Zeri il maggiore inglese Gordon Lett formò la brigata partigiana internazionale.

“Questa comunità – racconta Oscar Bandini presidente dell’Associazione culturale delle Valli di Zeri – ha fruito delle proprie risorse per sopravvivere e l’acqua come è facilmente intuibile è indispensabile a ciò.
Qua le persone possono sopravvivere allo stato brado mangiando radici e bacche spontanee, ma senza l’acqua sarebbe la morte per tutto il territorio. La comunità zerasca, in buona parte composta da pensionati ed ultrasettantenni con pensioni inferiori ai 500 euro mensili, privi quasi totalmente di servizi pubblici, non subiranno un aumento delle tariffe sul sistema idrico?”

Difficile rispondere che non sarà così dato che negli altri paesi della Lunigiana sono incavolati neri dato che con la gestione di Gaia spa le bollette sono lievitate di quasi tre volte.

Difficile non stare con gli zeraschi e facile invece comprendere che: “La sensazione insopportabile e inaccettabile – prosegue Bandini – è che con queste minacce si voglia impoverire il territorio mettendo in seria prospettiva l’esistenza  stessa di una comunità fatta di popolazione anziana e indigente che già soffre del crescente spopolamento e abbandono delle giovani generazioni per mancanza di lavoro e prospettive.”
E perchè stupirsi allora del loro non voler foraggiare il poltronificio?

Stupisce piuttosto il tacere di tutti; soprattutto di coloro che solo pochi anni fa scendevano in piazza a urlare che l’acqua è un bene pubblico. Stupisce che quei politici in prima fila allora tacciano oggi. Stupisce che non s’indignino nel constatare che, anche quel referendum è stato solo fuffa.

A Zeri non fanno le barricate. A Zeri non frega niente di diventare un caso. A Zeri interessa solo che l’acqua rimanga ciò che è: un bene di tutti.

A Zeri continuano la vita semplice di montagna fra servizi pubblici inesistenti promessi sotto elezioni; fra pascoli bucolici dell’agnello zerasco presidio slow food; fra strade che se franano si deve aspettare mesi se non anni per vedere un operario a ripararle; fra contraddizione di leggi che sbugiardano se stesse e il volere degli italiani.
Ma a Zeri dicono no e aspettano…

Arriverà il commissario oppure dato che le elezioni regionali non sono poi così lontane finirà tutto a tarallucci e vino?[:en]acquadi Nadia Fondelli –  Davide contro Golia. Il no a oltranza di Zeri – ultimo paese di Toscana nell’alfabeto e nell’interesse pubblico – nel voler soggiacere alla Spa dell’acqua fa notizia.
Ma la notizia è la ribellione di Zeri o il “signorsì” degli altri 287 paesi della regione?

C’era una volta l’acqua come bene pubblico; peraltro sancito dalla nostra costituzione e c’è stato solo pochi anni fa, nel 2011, un referendum in cui si è sperperato denaro pubblico per far dire agli italiani con un plebiscito di oltre il 96% una cosa scontata: volete che l’acqua sia di tutti?

E certo! Mica volevano gli italiani foraggiare il poltronificio di quelle Spa a capitale pubblico denominati enti di gestione delle acque che in cambio di millantante buone gestioni stanno solo frugato nelle tasche degli utenti col il doppio e triplo da pagare rispetto a quanto consumato.

A Zeri non ci stanno e nonostante le 7 diffide ricevute dal 2004 ad oggi e la recente minaccia del Governatore Rossi di inviare un commissario e multare il comune tirano dritti.

Del resto hanno dalla loro la costituzione, la logica del buon senso e un contorto gioco degli equivoci.
Il regolamento regionale impone infatti di “consegnare le infrastrutture idriche” ma solo dopo “ricognizione atta a individuare il perimetro delle infrastrutture stesse” mai avvenuta.

Il sindaco Egidio Pedrini è alla testa della ribellione di un popolo montanaro che vive in un posto meraviglioso – ricordato solo quando si tratta di contar voti – con un piede in Emilia, uno in Liguria e uno nel Granducato e a lui, come a tutti quelli di Zeri, non piace allinearsi al volere del più forte.

In queste tre valli chiuse e impervie peraltro ricchissime di sorgenti e torrenti che formano il comune l’isolamento è forza e virtù.
Lo sapevano bene i romani costretti a costruire la Francigena non a caso più a nord, lo sapeva bene Napoleone rimbalzato dopo Borgotaro e costretto a tornare in Emilia e più recentemente i nazisti che qui hanno trovato una grande resistenza al punto che a Rossano di Zeri il maggiore inglese Gordon Lett formò la brigata partigiana internazionale.

“Questa comunità – racconta Oscar Bandini presidente dell’Associazione culturale delle Valli di Zeri – ha fruito delle proprie risorse per sopravvivere e l’acqua come è facilmente intuibile è indispensabile a ciò.
Qua le persone possono sopravvivere allo stato brado mangiando radici e bacche spontanee, ma senza l’acqua sarebbe la morte per tutto il territorio. La comunità zerasca, in buona parte composta da pensionati ed ultrasettantenni con pensioni inferiori ai 500 euro mensili, privi quasi totalmente di servizi pubblici, non subiranno un aumento delle tariffe sul sistema idrico?”

Difficile rispondere che non sarà così dato che negli altri paesi della Lunigiana sono incavolati neri dato che con la gestione di Gaia spa le bollette sono lievitate di quasi tre volte.

Difficile non stare con gli zeraschi e facile invece comprendere che: “La sensazione insopportabile e inaccettabile – prosegue Bandini – è che con queste minacce si voglia impoverire il territorio mettendo in seria prospettiva l’esistenza  stessa di una comunità fatta di popolazione anziana e indigente che già soffre del crescente spopolamento e abbandono delle giovani generazioni per mancanza di lavoro e prospettive.”
E perchè stupirsi allora del loro non voler foraggiare il poltronificio?

Stupisce piuttosto il tacere di tutti; soprattutto di coloro che solo pochi anni fa scendevano in piazza a urlare che l’acqua è un bene pubblico. Stupisce che quei politici in prima fila allora tacciano oggi. Stupisce che non s’indignino nel constatare che, anche quel referendum è stato solo fuffa.

A Zeri non fanno le barricate. A Zeri non frega niente di diventare un caso. A Zeri interessa solo che l’acqua rimanga ciò che è: un bene di tutti.

A Zeri continuano la vita semplice di montagna fra servizi pubblici inesistenti promessi sotto elezioni; fra pascoli bucolici dell’agnello zerasco presidio slow food; fra strade che se franano si deve aspettare mesi se non anni per vedere un operario a ripararle; fra contraddizione di leggi che sbugiardano se stesse e il volere degli italiani.
Ma a Zeri dicono no e aspettano…

Arriverà il commissario oppure dato che le elezioni regionali non sono poi così lontane finirà tutto a tarallucci e vino?[:]

Gite fuori porta: idee per scoprire la Toscana autentica

Gite fuori porta: idee per scoprire la Toscana autentica

[:it]Castiglioncello_Firenzuola_Italydi Nadia Fondelli – Aria di primavera, belle giornate e la voglia di stare all’aria aperta. Aprofittatene di Pasquuetta e dei Ponti di aprile e maggio per scoprire una Toscana poco nota e meravigliosa. Quella da autentici lovers… 12 idee uniche fra antiche strade, borghi abbandonati, alpeggi, grotte e giardini.

L’abbazia di Carlo Magno dove i riti sono in gregoriano
Un grande classico sempre ricco di fascino a due passi dalla capitale del vino: Montalcino. Fondata – fra leggenda e realtà da Carlo Magno che, nel 781 tornando da Roma vide in questa vallata morire molti suoi soldati colpiti dalla peste. Per porre fine all’epidemia giurò di far costruire qui un Abbazia ed ecco Sant’Antimo.
Silenzio, verde, misticismo e tutte le funzioni cantate in gregoriano. Possibile anche essere ospitati in dieci camere e quattro dormitori.

Il Romitorio dell’Argentario
Per chi si trova in Maremma impossibile non salire sulle pendici del Monte Argentario dove, nel 1728 San Paolo della Croce fondò il Romitorio di Sant’Antonio creando il primo nucleo dell’Ordine completato più tardi con la chiesa, il convento e l’edificio del noviziato oggi adibito a casa di preghiera.
La posizione splendida che domina dall’alto la costa, la frescura e il silenzio dei boschi circostanti fanno di questo un luogo ideale per fermarsi anche qualche giorno, mentre per chi è solo di passaggio da provare è il liquore “argentarium”. Tel. 0564 812641.

Una passeggiata là dov’era il trenino a cremagliera Saline-Volterra
Chi arriva a Saline, proveniente dal mare, non può fare a meno di vedere, lassù, in alto, la sagoma di Volterra dove fino al 1958 arrivavano i treni che oggi si fermano a Saline. Pare impossibile perchè le pendenze che superano il 10% non sono certo quelle tipiche delle linee ferroviarie. Ma la ferrovia realizzata ad inizio ‘900 oggi non c’è più, ma la massicciata ferroviaria oggi dismessa è perfetta oggi come collegamento tra Saline e Volterra, per gli amanti delle escursioni pedatorie. Un sentiero straordinario, un luogo sicuro in cui si può camminare senza il rischio di finire sotto le ruote di una “moderno” mezzo di trasporto su gomma…

Antro del Corchia
Vicino alla Versilia, incastonata tra gli spettacolari scenari del Parco delle Alpi Apuane è Antro del Corchia la “Montagna vuota” con i suoi milioni di anni di storia geologica. 70 km di gallerie e pozzi, 1200 metri di dislivello massimo, un sistema di condotti carsici sviluppati in 2 km cubici di roccia lo rendono il più importante complesso carsico d’Italia ed uno dei maggiori al mondo.
Il percorso di quasi due chilometri si fa con soste, in circa due ore. La presenza di oltre 1000 scalini non la rende un’escursione adatta a persone con ridotta mobilità. La temperatura interna, costante durante tutto l’anno, si aggira sui 7,5°. Necessario indossare almeno una felpa, avere con se una cerata e calzare scarpe con suola in gomma meglio se da trekking.  Apertura: mattina e pomeriggio secondo un calendario annuale www.antrocorchia.it. Disponibili anche visite guidate in più lingue. Su richiesta sono disponibili anche due diversi percorsi speleologici entrambi di tre ore: la Galleria della Neve e il Ramo del Fiume; le attrezzature tecniche necessarie sono parzialmente fornite dal gestore e comprese nel prezzo del biglietto.

In alto Mugello nel borgo abbandonato
Castiglioncello si trova nel comune di Firenzuola e nella valle del Santerno ai confini con la provincia di Bologna.
E’ un meraviglioso borgo abbandonato che venne progressivamente abbandonato a partire dal ‘700 quando al posto dell’antica strada che correva sul crinale appenninico si iniziò ad utilizzare una strada nel fondovalle, che è quella tuttora utilizzata. Gli abitanti rimasero sempre più isolati e decisero così di abbandonare il paese.
Si raggiunge da Moranduccio nel pressi del passo della Futa, a due passi dal confine con l’Emilia-Romagna.

La Riserva Naturale di Ponte a Buriano e La Penna
Alle porte di Arezzo in una riserva naturale resa famosa dalla diga sul fiume Arno di La Penna e il Ponte a Buriano che, fra misto di leggenda e realtà si narra sia il panorama che fa da sfondo al sorriso enigmatico della celebre Gioconda dipinta da Leonardo Da Vinci.
Una riserva da vivere fra i suoi 665 ettari che si estendono fra i comuni di Arezzo, Civitella della Chiana e Laterina. Un area perfetta per gli amanti del trekking, del birdwatching, ma anche semplicemente del verde e delle camminate dove potrete passeggiare in una vegetazione che varia da boschi di roverelle a leccete e a zone ben coltivate.

Un fiumicel che nasce in Falterona…
Il Monte Falterona (1654 mt.), divide due pianure – Casentino e Mugello –  e alle sue pendici nasce l’Arno (a quota 641 km.) – uno dei fiumi più importanti d’Italia che attraversa la Toscana centro-settentrionale per sfociare in prossimità di Marina di Pisa nel Tirreno.
Il Monte è situato all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (36.000 ettari di terreno) dove è possibile ammirare boschi secolari di faggi, abeti e castagni, e dove il daino, il capriolo ed il cervo sono le presenze comuni.
Più di uno i percorsi su questa montagna, ma le tappe più significative sono: Lago degli Idoli, Capo d’Arno e Monte Falterona.
Se passiamo da Dicomano in direzione Passo del Muraglione e Forlì, a San Godenzo dovete girare per Castagno d’Andrea dove arriviamo fino ad una strada sterrata che conduce all’inizio di uno dei vari ingressi del Parco. Il percorso per arrivare fino al Monte Falterona richiede circa tre ore. Dopo circa un’ora e mezzo di cammino troviamo Capo d’Arno (1358 mt.). A circa 15 minuti di cammino, è possibile visitare ciò che è rimasto del Lago degli Idoli (1380 mt.), prosciugato per permettere gli scavi che hanno portato alla luce svariati reperti archeologici di bronzo e rame.

Respirando la storia dalla Torre di Galatrona
Uno dei tetti del Valdarno, un pezzo di storia medievaleQuesto è la torre di Galatrona, nel comune di Bucine in provincia di Arezzo, ultimo baluardo dell’antico castello che intorno all’anno 1000 dominava la Valdambra e il Chianti.
Recentemente restaurata, la torre mostra i segni di antiche dominazioni. All’esterno è possibile individuare tracce di un recinto murario fatto di grandi blocchi di pietra e tratti di un’altra cinta più antica e più spessa. 
Salendo lassù è possibile “respirare” la storia in un paesaggio che potrebbe esser la scenografia ideale di “Braveheart” dove gli oltre mille anni vissuti da questa torre si fondono con la bellezza della natura incontaminata della terra toscana.

Parco d’Arte E. Pazzagli
Situato nella zona sud di Firenze – realizzato personalmente dallo scultore Enzo Pazzagli – il Parco si estende su una superficie di 23.900 mq, racchiudendo oltre 200 sculture armoniosamente distribuite e contornate da 300 giovani cipressi quasi a formare un connubio di sculture viventi.
Le opere d’arte, prevalentemente in acciaio, ottone e bronzo, trasmettono forti emozioni: di giorno con il sole assumono dei riflessi di rara bellezza e di notte, illuminate singolarmente, sembrano dotate di luce propria emanando un aspetto surrealistico e di gran fascino. 
Un “paradiso scultorio” contornato da colline con ville e castelli medicei, dall’Arno che gli scorre accanto e dallo sfrecciare dei treni come se fossero messaggeri nel mondo di una visione indimenticabile.Ingresso è gratuito e info: www.pazzagli.com.

L’Alpe di Luna

E’ una riserva naturale di boschi di faggi e cerri che fa da spartiacque fra l’alta valle de Tevere in Toscana e la valle dei Marecchia nelle Marche.
Un luogo giunto selvaggio al terzo millennio grazie al suo isolamento e alla mancanza di grandi vie di comunicazione dove domina solo la natura e i silenzi urlati degli abitanti del bosco. Un Appennino che ha i suoi picchi più alti nel Monte dei Frati (m. 1453), nel Monte Maggiore (m.1384) e nel Monte Sodo Pulito (1225).
Qui sull’Alpe della Luna fra il rarissimo Abete Bianco e i caprioli, i cinghiali, le poiane e gli scoiattoli che qui hanno la residenza è una ben segnalata rete sentieristica che si presta ottimamente ad escursioni indimenticabili per amanti del trekking, del cavallo e della mountain bike: i migliori mezzi di locomozione per vivere le sensazioni ed i profumi di questa parte di Appennino dove il tempo sembra essersi fermato.
Info:www.parks.it/riserva.alpe.luna – www.areeprotette.provincia.arezzo.it

Valle di Zeri,  escursione nella natura intonsa
Si trovano in Lunigiana, all’estremo confine con la Liguria e l’Emilia Romagna, nell’Appennino tosco-emiliano. Sono le valli di Zeri che comprendono un territorio suddiviso in tre ampie vallate denominate di Adelano, del Gordana e di Rossano.
Boschi di castagni, faggi e querce, si alternano a estesi prati permanenti. Tutto il territorio è ricco di sorgenti, fiumi, torrenti, con ambienti incontaminati. Da segnalare la grotta della Colombara, nella vallata di Rossano – una cascata forma una stupenda piscina naturale – e gli stretti di Giaredo, canyon scavato dal fiume Gordana nella roccia, lungo alcune centinai di metri.
Tanti i possibili itinerari dalla vetta del Passo del Rastrello (1044 metri) che segna il confine con la provincia di Parma con in lontananza il mare ligure dove molti sono gli alpeggi abbandonati fra cui Capanne di Vruga e Formentara dove per secoli, in estate, si trasferivano gli abitanti del fondovalle per pascolare il bestiame.
Info:Associazione Culturale Valli di Zeriwww.vallidizeri.it

La casa dei narcisi più belli d’Italia!
Li vedi spuntare bianchi, gialli, bicolori, colorati e possenti; a guardia di una splendida villa che si erge tra le bordure all’inglese o al margine del bosco, con aiuole gentilizie che si affacciano sul lembo di una conca ridente; sono i narcisi di Villa la Pescigola.
I proprietari, Adriana Hedges e suo marito, hanno trasformato il vecchio giardino all’italiana in un parco romantico all’inglese, prendendo spunto da un antico dipinto collocato su una porta del salone della dimora.
Siamo in Lunigiana e qui fra esemplari antichi di cedri atlantici ben 150.000 narcisi suddivisi in quattrocento varietà.
Nelle varie aiuole si trovano i “Narcisi dei Poeti”, con fiori profumatissimi e semplici, bianchi, con una piccola corona gialla, orlata di rosso, ma anche gli “Incomparabili”, spuntano  qua e la, con la sua corona aperta e increspata.

 [:en]Castiglioncello_Firenzuola_Italydi Nadia Fondelli – Aria di primavera, belle giornate e la voglia di stare all’aria aperta. Aprofittatene di Pasquuetta e dei Ponti di aprile e maggio per scoprire una Toscana poco nota e meravigliosa. Quella da autentici lovers… 12 idee uniche fra antiche strade, borghi abbandonati, alpeggi, grotte e giardini.

L’abbazia di Carlo Magno dove i riti sono in gregoriano
Un grande classico sempre ricco di fascino a due passi dalla capitale del vino: Montalcino. Fondata – fra leggenda e realtà da Carlo Magno che, nel 781 tornando da Roma vide in questa vallata morire molti suoi soldati colpiti dalla peste. Per porre fine all’epidemia giurò di far costruire qui un Abbazia ed ecco Sant’Antimo.
Silenzio, verde, misticismo e tutte le funzioni cantate in gregoriano. Possibile anche essere ospitati in dieci camere e quattro dormitori.

Il Romitorio dell’Argentario
Per chi si trova in Maremma impossibile non salire sulle pendici del Monte Argentario dove, nel 1728 San Paolo della Croce fondò il Romitorio di Sant’Antonio creando il primo nucleo dell’Ordine completato più tardi con la chiesa, il convento e l’edificio del noviziato oggi adibito a casa di preghiera.
La posizione splendida che domina dall’alto la costa, la frescura e il silenzio dei boschi circostanti fanno di questo un luogo ideale per fermarsi anche qualche giorno, mentre per chi è solo di passaggio da provare è il liquore “argentarium”. Tel. 0564 812641.

Una passeggiata là dov’era il trenino a cremagliera Saline-Volterra
Chi arriva a Saline, proveniente dal mare, non può fare a meno di vedere, lassù, in alto, la sagoma di Volterra dove fino al 1958 arrivavano i treni che oggi si fermano a Saline. Pare impossibile perchè le pendenze che superano il 10% non sono certo quelle tipiche delle linee ferroviarie. Ma la ferrovia realizzata ad inizio ‘900 oggi non c’è più, ma la massicciata ferroviaria oggi dismessa è perfetta oggi come collegamento tra Saline e Volterra, per gli amanti delle escursioni pedatorie. Un sentiero straordinario, un luogo sicuro in cui si può camminare senza il rischio di finire sotto le ruote di una “moderno” mezzo di trasporto su gomma…

Antro del Corchia
Vicino alla Versilia, incastonata tra gli spettacolari scenari del Parco delle Alpi Apuane è Antro del Corchia la “Montagna vuota” con i suoi milioni di anni di storia geologica. 70 km di gallerie e pozzi, 1200 metri di dislivello massimo, un sistema di condotti carsici sviluppati in 2 km cubici di roccia lo rendono il più importante complesso carsico d’Italia ed uno dei maggiori al mondo.
Il percorso di quasi due chilometri si fa con soste, in circa due ore. La presenza di oltre 1000 scalini non la rende un’escursione adatta a persone con ridotta mobilità. La temperatura interna, costante durante tutto l’anno, si aggira sui 7,5°. Necessario indossare almeno una felpa, avere con se una cerata e calzare scarpe con suola in gomma meglio se da trekking.  Apertura: mattina e pomeriggio secondo un calendario annuale www.antrocorchia.it. Disponibili anche visite guidate in più lingue. Su richiesta sono disponibili anche due diversi percorsi speleologici entrambi di tre ore: la Galleria della Neve e il Ramo del Fiume; le attrezzature tecniche necessarie sono parzialmente fornite dal gestore e comprese nel prezzo del biglietto.

In alto Mugello nel borgo abbandonato
Castiglioncello si trova nel comune di Firenzuola e nella valle del Santerno ai confini con la provincia di Bologna.
E’ un meraviglioso borgo abbandonato che venne progressivamente abbandonato a partire dal ‘700 quando al posto dell’antica strada che correva sul crinale appenninico si iniziò ad utilizzare una strada nel fondovalle, che è quella tuttora utilizzata. Gli abitanti rimasero sempre più isolati e decisero così di abbandonare il paese.
Si raggiunge da Moranduccio nel pressi del passo della Futa, a due passi dal confine con l’Emilia-Romagna.

La Riserva Naturale di Ponte a Buriano e La Penna
Alle porte di Arezzo in una riserva naturale resa famosa dalla diga sul fiume Arno di La Penna e il Ponte a Buriano che, fra misto di leggenda e realtà si narra sia il panorama che fa da sfondo al sorriso enigmatico della celebre Gioconda dipinta da Leonardo Da Vinci.
Una riserva da vivere fra i suoi 665 ettari che si estendono fra i comuni di Arezzo, Civitella della Chiana e Laterina. Un area perfetta per gli amanti del trekking, del birdwatching, ma anche semplicemente del verde e delle camminate dove potrete passeggiare in una vegetazione che varia da boschi di roverelle a leccete e a zone ben coltivate.

Un fiumicel che nasce in Falterona…
Il Monte Falterona (1654 mt.), divide due pianure – Casentino e Mugello –  e alle sue pendici nasce l’Arno (a quota 641 km.) – uno dei fiumi più importanti d’Italia che attraversa la Toscana centro-settentrionale per sfociare in prossimità di Marina di Pisa nel Tirreno.
Il Monte è situato all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (36.000 ettari di terreno) dove è possibile ammirare boschi secolari di faggi, abeti e castagni, e dove il daino, il capriolo ed il cervo sono le presenze comuni.
Più di uno i percorsi su questa montagna, ma le tappe più significative sono: Lago degli Idoli, Capo d’Arno e Monte Falterona.
Se passiamo da Dicomano in direzione Passo del Muraglione e Forlì, a San Godenzo dovete girare per Castagno d’Andrea dove arriviamo fino ad una strada sterrata che conduce all’inizio di uno dei vari ingressi del Parco. Il percorso per arrivare fino al Monte Falterona richiede circa tre ore. Dopo circa un’ora e mezzo di cammino troviamo Capo d’Arno (1358 mt.). A circa 15 minuti di cammino, è possibile visitare ciò che è rimasto del Lago degli Idoli (1380 mt.), prosciugato per permettere gli scavi che hanno portato alla luce svariati reperti archeologici di bronzo e rame.

Respirando la storia dalla Torre di Galatrona
Uno dei tetti del Valdarno, un pezzo di storia medievale. Questo è la torre di Galatrona, nel comune di Bucine in provincia di Arezzo, ultimo baluardo dell’antico castello che intorno all’anno 1000 dominava la Valdambra e il Chianti.
Recentemente restaurata, la torre mostra i segni di antiche dominazioni. All’esterno è possibile individuare tracce di un recinto murario fatto di grandi blocchi di pietra e tratti di un’altra cinta più antica e più spessa.
Salendo lassù è possibile “respirare” la storia in un paesaggio che potrebbe esser la scenografia ideale di “Braveheart” dove gli oltre mille anni vissuti da questa torre si fondono con la bellezza della natura incontaminata della terra toscana.

Parco d’Arte E. Pazzagli
Situato nella zona sud di Firenze – realizzato personalmente dallo scultore Enzo Pazzagli – il Parco si estende su una superficie di 23.900 mq, racchiudendo oltre 200 sculture armoniosamente distribuite e contornate da 300 giovani cipressi quasi a formare un connubio di sculture viventi.
Le opere d’arte, prevalentemente in acciaio, ottone e bronzo, trasmettono forti emozioni: di giorno con il sole assumono dei riflessi di rara bellezza e di notte, illuminate singolarmente, sembrano dotate di luce propria emanando un aspetto surrealistico e di gran fascino.
Un “paradiso scultorio” contornato da colline con ville e castelli medicei, dall’Arno che gli scorre accanto e dallo sfrecciare dei treni come se fossero messaggeri nel mondo di una visione indimenticabile.Ingresso è gratuito e info: www.pazzagli.com.

L’Alpe di Luna

E’ una riserva naturale di boschi di faggi e cerri che fa da spartiacque fra l’alta valle de Tevere in Toscana e la valle dei Marecchia nelle Marche.
Un luogo giunto selvaggio al terzo millennio grazie al suo isolamento e alla mancanza di grandi vie di comunicazione dove domina solo la natura e i silenzi urlati degli abitanti del bosco. Un Appennino che ha i suoi picchi più alti nel Monte dei Frati (m. 1453), nel Monte Maggiore (m.1384) e nel Monte Sodo Pulito (1225).
Qui sull’Alpe della Luna fra il rarissimo Abete Bianco e i caprioli, i cinghiali, le poiane e gli scoiattoli che qui hanno la residenza è una ben segnalata rete sentieristica che si presta ottimamente ad escursioni indimenticabili per amanti del trekking, del cavallo e della mountain bike: i migliori mezzi di locomozione per vivere le sensazioni ed i profumi di questa parte di Appennino dove il tempo sembra essersi fermato.
Info:www.parks.it/riserva.alpe.luna www.areeprotette.provincia.arezzo.it

Valle di Zeri,  escursione nella natura intonsa
Si trovano in Lunigiana, all’estremo confine con la Liguria e l’Emilia Romagna, nell’Appennino tosco-emiliano. Sono le valli di Zeri che comprendono un territorio suddiviso in tre ampie vallate denominate di Adelano, del Gordana e di Rossano.
Boschi di castagni, faggi e querce, si alternano a estesi prati permanenti. Tutto il territorio è ricco di sorgenti, fiumi, torrenti, con ambienti incontaminati. Da segnalare la grotta della Colombara, nella vallata di Rossano – una cascata forma una stupenda piscina naturale – e gli stretti di Giaredo, canyon scavato dal fiume Gordana nella roccia, lungo alcune centinai di metri.
Tanti i possibili itinerari dalla vetta del Passo del Rastrello (1044 metri) che segna il confine con la provincia di Parma con in lontananza il mare ligure dove molti sono gli alpeggi abbandonati fra cui Capanne di Vruga e Formentara dove per secoli, in estate, si trasferivano gli abitanti del fondovalle per pascolare il bestiame.
Info:Associazione Culturale Valli di Zeriwww.vallidizeri.it

La casa dei narcisi più belli d’Italia!
Li vedi spuntare bianchi, gialli, bicolori, colorati e possenti; a guardia di una splendida villa che si erge tra le bordure all’inglese o al margine del bosco, con aiuole gentilizie che si affacciano sul lembo di una conca ridente; sono i narcisi di Villa la Pescigola.
I proprietari, Adriana Hedges e suo marito, hanno trasformato il vecchio giardino all’italiana in un parco romantico all’inglese, prendendo spunto da un antico dipinto collocato su una porta del salone della dimora.
Siamo in Lunigiana e qui fra esemplari antichi di cedri atlantici ben 150.000 narcisi suddivisi in quattrocento varietà.
Nelle varie aiuole si trovano i “Narcisi dei Poeti”, con fiori profumatissimi e semplici, bianchi, con una piccola corona gialla, orlata di rosso, ma anche gli “Incomparabili”, spuntano  qua e la, con la sua corona aperta e increspata.
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Toscana insolita: un tuffo? Non di solo mare…Unuaul Tuscan: a dip? Not only sea …

di Nadia Fondelli – L’estate sta fragorosamente bussando alle nostre porte, dirompente, con punte di oltre 35 gradi insolite per l’inizio di giugno.
La voglia di acqua e di tuffi si fa sempre più forte. Il mare è lontano e i tempi sono quelli che sono. Come rimediare?
Negli anni della crisi diventa una moda di ritorno quella dei bagni nei fiumi, nei torrenti e nei laghi.
Un’abitudine vintage che ci rimanda ai tempi antichi di pane amore e fantasia. Tempi in cui i soldi in tasca erano (come oggi) pochi, ma i gusti genuini, La ricerca di semplicità e consapevolezza era uno status quo e il bello non era soltanto ad ore di aereo in mete estere dal nome esotico.
Anche una sola giornata al mare può costare una discreta cifra. Basta sommare il costo di ombrellone, sdraio, pranzo, carburante ed eventuale pedaggio dell’autostrada. L’alternativa piscina? Non troppo economica, difficile trovarne una con ingresso inferiore a 8/9 euro e poi troppa gente…
Allora ecco per voi gli angoli nascosti di Toscana e il ritorno del bagno al fiume.
Obbligatorio premettere dicendo di fare tantissima attenzione perché le acque del fiume a volte sono più pericolose di quelle del mare e sicuramente meno conosciute. Ci sono spesso correnti e buche nascoste. Poi c’è un altro fattore di “rischio” non di poco conto: la balneabilità. Molti fiumi in Italia purtroppo sono inquinati, ma per legge devono essere segnalati…
Noi per evitare questo optiamo per i fiumi di montagna e i torrenti. Le acque saranno fredde, ma la limpidezza e purezza è assicurata…e i livelli bassi.
Confesso che il mio fiume preferito non è in Toscana. Ho il vezzo di bagnarmi nel fiume smeraldo d’Europa per eccellenza: l’Isonzo che, nella stretta Val di Trenta soprattutto, in terra slovena a due passi dal confine italiano, stordisce con i suoi colori unici e i suoi canyon mozzafiato.
Qualcosa di simile c’è però anche in Toscana. Basta saper cercare…
Sull’Appennino, oltrepassare il Mugello e il Passo della Futa in direzione Romagna, dopo Palazzuolo sul Senio, là dove l’aria si fa più fresca la strada fiancheggia, ora a destra e ora a sinistra il fiume Santerno.
Guardate, scegliete l’ansa che più vi piace e tuffatevi. Vi consiglio di farlo proprio al confine fra Toscana e Emilia Romagna, al paese di Moranduccio dove, oltre a poter fare un’escursione al borgo fantasma di Castiglioncello potete bagnarvi nel Santerno al cospetto della bellissima cascata del Rio dei Briganti.
Non mancano bar attrezzati ed autentici “bagni” a due passi dalle rive dove poter gustare per pochi euro genuinità locali.
In provincia di Siena se preferite l’acqua calda il consiglio è di immergervi nelle straordinarie e affascinanti vasche termali naturali di Bagni San Filippo fra stallattiti e slallagmiti calcarei.
Le acque hanno creato un paesaggio magico di bianche cascatelle e piccole vasche nel mezzo di un verde bosco rigoglioso.
Le prime pozze e le prime formazioni calcaree sono poco distanti, mentre per vedere la famosa cascata detta “Balena Bianca”, si deve andare oltre attraverso un percorso pedonale immerso nella boscaglia.
Potreste anche optare per Petriolo, in Val d’Ombrone sulla superstrada che da Siena porta a Grosseto; accanto al lussuoso resort da poco restaurato sopravvivono i pozzoni gratuiti lungo il Farma. Cercateli, non è difficile trovarli!
Ora un salto a nord della regione per fermarsi in Garfagnana al celebre Orrido di Botri spettacolare gola calcarea alle pendici dei monti Rondinaio e Tre Potenze con ripide pareti scavate in profondità dal Rio Pelago.
Solo nel periodo estivo quando la portata delle acque è minore e la temperatura più mite è possibile risalirne il tratto finale da Ponte a Gaio fino alla celebre “piscina”.
Nell’orrido la vegetazione è distribuita secondo una stratificazione verticale, con muschi e felci. Le impervie pareti arrivano in alcuni punti fino a 200 metri di altezza e da sempre costituiscono sito di nidificazione per l’Aquila Reale.
Dal centro visita di Ponte Gaio dove si lascia l’auto si scendono le scalette per entrare nel letto del Rio Pelago; subito con le scarpe nel torrente. Si entra ed esce continuamente dall’acqua che in dei tratti arriva fino alla pancia prima di giuungere al “Salto dei Becchi;” da dove il percorso diventa più impegnativo e con alcune corde fisse. E’ necessario muoversi con attenzione fino ad arrivare alla “piscina” dove termina l’escursione con un bellissimo tuffo ristoratore in acque adatte solo a chi non teme il freddo!
Doveroso dire che questo non è un bagnetto per tutti. La piscina dell’Orrido va conquistata sapendo muoversi fra i massi del torrente ed entrando e uscendo dall’acqua. Fra andata e ritorno servono 4 ore. Da evitate i bastoncini da trekking e da indossare scarpe da scoglio strutturate, quelle da trekking bagnandosi diventano pesantissime!
Portatevi un cambio in auto e fermatevi a mangiare ottimi coccoli alla trattoria del Ponte Gaio oppure a fare un pic nic nel bosco sui tavoli attrezzati.
Infine un tuffo da non farsi mancare è quello nelle acque del Gordana; torrente ribelle che scende dagli Appennini liguri verso Pontremoli.
A Noce di Zeri obbligatorio fermarsi, magari anche a dormire al Mulino Marghen a cui arriverete solo dopo aver attraversato un ponte antico in pietra sul Gordana che qui si apre in anse invitanti.
Se volete il brivido però scendete ancora verso Pontremoli dove, nelle vicinanze di Cavezzana il torrente si addentra tra anguste gole nei famosi stretti di Giaredo; uno spettacolo affascinante della natura…
Le acque cristalline scorrono tra due ripide pareti alte oltre cinquanta metri che, in alcuni punti, arrivano quasi a toccarsi lasciando penetrare appena qualche raggio solare. Gli stretti si possono percorrere con cautela e visitare partendo da Pontremoli, prima del ponte sul Gordana, per una piccola strada sulla destra che costeggia il torrente. Dopo alcuni chilometri si arriva ad un gruppo di case abbandonate, di lì si scende, a piedi, lungo il greto. Gli stretti di Giaredo non sono per tutti, sono anche più difficili dell’Orrido di Botri questo è bene saperlo.
E’ consigliabile percorrerli solo quando i livelli delle acque sono adatti e con l’ausilio di un piccolo gommone per alcuni tratti: per informazioni sulle visite rivolgersi solo a www.vallidizeri.it.
Tante opzioni, tanti luoghi diversi dove bagnarsi, via dalla pazza folla sudaticcia del week end al mare.
Questi solo alcuni consigli di una lista davvero infinita, basta essere curiosi, seguire i sentieri, ascoltare i rumori della natura e scoprire angoli affascinanti…
di Nadia Fondelli – L’estate sta fragorosamente bussando alle nostre porte, dirompente, con punte di oltre 35 gradi insolite per l’inizio di giugno.
La voglia di acqua e di tuffi si fa sempre più forte. Il mare è lontano e i tempi sono quelli che sono. Come rimediare?
Negli anni della crisi diventata una moda di ritorno quella dei bagni nei fiumi, nei torrenti e nei laghi.
Un’abitudine vintage che ci rimanda ai tempi antichi di pane amore e fantasia. Tempi in cui i soldi in tasca erano (come oggi) pochi, ma i gusti genuini, La ricerca di semplicità e consapevolezza era uno status quo e il bello non era soltanto ad ore di aereo in mete estere dal nome esotico.
Anche una sola giornata al mare può costare una discreta cifra. Basta sommare il costo di ombrellone, sdraio, pranzo, carburante ed eventuale pedaggio dell’autostrada. L’alternativa piscina? Non troppo economica, difficile trovarne una con ingresso inferiore a 8/9 euro e poi troppa gente…
Allora ecco per voi gli angoli nascosti d’Italia e il ritorno del bagno al fiume.
Obbligatorio premettere dicendo di fare tantissima attenzione perché le acque del fiume a volte sono più pericolose di quelle del mare e sicuramente meno conosciute. Ci sono spesso correnti pericolose e buche nascoste. Poi c’è un altro fattore di “rischio” non di poco conto: la balneabilità. Molti fiumi in Italia purtroppo sono inquinati, ma per legge devono essere segnalati…
Noi per evitare questo optiamo per i fiumi di montagna e i torrenti. Le acque saranno fredde, ma la limpidezza e purezza è assicurata…
Confesso che il mio preferito fiume preferito non è in Toscana. Ho il vezzo di bagnarmi nel fiume smeraldo d’Europa per eccellenza: l’Isonzo che, nella stretta Val di Trenta soprattutto, in terra slovena a due passi dal confine italiano, stordisce con i suoi colori unici e i suoi canyon mozzafiato.
Qualcosa di simile c’è però anche in Toscana. Basta saper cercare…
Sull’Appennino, oltrepassare il Mugello e il Passo della Futa in direzione Romagna, dopo Palazzuolo sul Senio, là dove l’aria si fa più fresca la strada fiancheggia, ora a destra e ora a sinistra il fiume Santerno.
Guardate, scegliete l’ansa che più vi piace e tuffatevi. Vi consiglio di farlo proprio al confine fra Toscana e Emilia Romagna, al paese di Moranduccio dove, oltre a poter fare un’escursione al borgo fantasma di Castiglioncello potete bagnarvi nel Santerno al cospetto della bellissima cascata del Rio dei Briganti.
Non mancano bar attrezzati ed autentici “bagni” a due passi dalle rive dove poter gustare per pochi euro genuinità locali.
In provincia di Siena se preferite l’acqua calda il consiglio è di immergervi nelle straordinarie e affascinanti vasche termali naturali di Bagni San Filippo fra stallattiti e slallagmiti calcarei.
Le acque hanno creato un paesaggio magico di bianche cascatelle e piccole vasche nel mezzo di un verde bosco rigoglioso.
Le prime pozze e le prime formazioni calcaree sono poco distanti, mentre per vedere la famosa cascata detta “Balena Bianca”, si deve andare oltre attraverso un percorso pedonale immerso nella boscaglia.
Potreste anche optare per Petriolo, in Val d’Ombrone sulla superstrada che da Siena porta a Grosseto; accanto al lussuoso resort da poco restaurato sopravvivono i pozzoni gratuiti lungo il Farma. Cercateli, non è difficile trovarli!
Ora un salto a nord della regione per fermarsi in Garfagnana al celebre Orrido di Botri spettacolare gola calcarea alle pendici dei monti Rondinaio e Tre Potenze con ripide pareti scavate in profondità dal Rio Pelago.
Solo nel periodo estivo quando la portata delle acque è minore e la temperatura più mite è possibile risalirne il tratto finale da Ponte a Gaio fino alla celebre “piscina”.
Nell’orrido la vegetazione è distribuita secondo una stratificazione verticale, con muschi e felci. Le impervie pareti arrivano in alcuni punti fino a 200 metri di altezza e da sempre costituiscono sito di nidificazione per l’Aquila Reale.
Dal centro visita di Ponte Gaio dove si lascia l’auto si scendono le scalette per entrare nel letto del Rio Pelago; subito con le scarpe nel torrente. Si entra ed esce continuamente dall’acqua che in dei tratti arriva fino alla pancia prima di giuungere al “Salto dei Becchi;” da dove il percorso diventa più impegnativo e con alcune corde fisse. E’ necessario muoversi con attenzione fino ad arrivare alla “piscina” dove termina l’escursione con un bellissimo tuffo ristoratore in acque adatte solo a chi non teme il freddo!
Doveroso dire che questo non è un bagnetto per tutti. La piscina dell’Orrido va conquistata sapendo muoversi fra i massi del torrente ed entrando e uscendo dall’acqua. Fra andata e ritorno servono 4 ore. Da evitate i bastoncini da trekking e da indossare scarpe da scoglio strutturate, quelle da trekking bagnandosi diventano pesantissime!
Portatevi un cambio in auto e fermatevi a mangiare ottimi coccoli alla trattoria del Ponte Gaio oppure a fare un pic nic nel bosco sui tavoli attrezzati.
Infine un tuffo da non farsi mancare è quello nelle acque del Gordana; torrente ribelle che scende dagli Appennini liguri verso Pontremoli.
A Noce di Zeri obbligatorio fermarsi, magari anche a dormire al Mulino Marghen a cui arriverete solo dopo aver attraversato un ponte antico in pietra sul Gordana che qui si apre in anse invitanti.
Se volete il brivido però scendete ancora verso Pontremoli dove, nelle vicinanze di Cavezzana il torrente si addentra tra anguste gole nei famosi stretti di Giaredo; uno spettacolo affascinante della natura…
Le acque cristalline scorrono tra due ripide pareti alte oltre cinquanta metri che, in alcuni punti, arrivano quasi a toccarsi lasciando penetrare appena qualche raggio solare. Gli stretti si possono percorrere con cautela e visitare partendo da Pontremoli, prima del ponte sul Gordana, per una piccola strada sulla destra che costeggia il torrente. Dopo alcuni chilometri si arriva ad un gruppo di case abbandonate, di lì si scende, a piedi, lungo il greto. Gli stretti di Giaredo non sono per tutti, sono anche più difficili dell’Orrido di Botri questo è bene saperlo.
E’ consigliabile percorrerli solo quando i livelli delle acque sono adatti e con l’ausilio di un piccolo gommone per alcuni tratti: per informazioni sulle visite rivolgersi solo a www.vallidizeri.it.
Tante opzioni, tanti luoghi diversi dove bagnarsi, via dalla pazza folla sudaticcia del week end al mare.
Questi solo alcuni consigli di una lista davvero infinita, basta essere curiosi, seguire i sentieri, ascoltare i rumori della natura e scoprire angoli affascinanti…

Caldo e agosto: 5 idee-escursione anticaldoHot and August: 5 fresh excursions

di Nadia Fondelli –  Siamo nel periodo più caldo dell’anno e fra umido e afa abbiamo difficoltà a difenderci e anche le escursioni e gite diventano complicate.
Noi che conosciamo davvero il territorio e che non scriviamo dalla scrivania, ma andiamo a scoprire… abbiamo per voi, una serie di proposte anticaldo. Escursioni fra grotte e canyon perfette adesso. Per chi è in vacanza e per chi cerca anche un’escusione di un solo giorno.

Antro del Corchia
In provincia di Lucca e quindi vicina anche alla Versilia, incastonata tra gli spettacolari scenari del Parco delle Alpi Apuane è la “Montagna vuota” che porta con sé i segreti di milioni di anni di storia geologica: al suo interno ben 70 km di gallerie e pozzi, 1200 metri di dislivello massimo, un sistema di condotti carsici sviluppati in 2 km cubici di roccia che rendono l’Antro del Corchia il più importante complesso carsico d’Italia ed uno dei maggiori al mondo.
Il percorso di quasi due chilometri si fa con soste, in circa due ore. La presenza di oltre 1000 scalini non la rende un’escursione adatta a persone con ridotta mobilità. La temperatura interna, costante durante tutto l’anno, si aggira sui 7,5°. Necessario indossare almeno una felpa, avere con se una cerata e calzare scarpe con suola in gomma meglio se da trekking.
Apertura: mattina e pomeriggio secondo un calendario annuale www.antrocorchia.it. Disponibili anche visite guidate in più lingue. Su richiesta sono disponibili anche due diversi percorsi speleologici entrambi di tre ore: la Galleria della Neve e il Ramo del Fiume; le attrezzature tecniche necessarie sono parzialmente fornite dal gestore e comprese nel prezzo del biglietto.

Il Museo delle miniere di Montecatini Valdicecina
In Valdicecina visita a un luogo speciale dove la memoria rimanda alla polvere e alla fatica della vita in miniera; qui era nel XIX secolo la più grande miniera di rame d’Europa.
Un’esperienza emozionante è calarsi nelle viscere della terra per andare alla scoperta della miniera di Caporciano che è possibile visitare con guida. Il sito si trova a circa un chilometro dal centro del paese e offre un viaggio emozionante ed indimenticabile che vi porterà a ripercorrere, passo dopo passo, i percorsi fatti per oltre un secolo dai minatori. Percorrere le gallerie scavate nel corso degli anni, ma soprattutto quelle ottocentesche. La visita in un’atmosfera dal clima costante mai superiore ai 10° vi lascerà sulla pelle l’odore del minerale, qualche goccia d’umidità, ma tanta emozione.
Ammirerete i cunicoli, il pozzo d’estrazione del minerale all’interno della torre e chiuderete la visita all’interno dell’oratorio dedicato a Santa Barbara patrona dei minatori.
Percorso facile, adatto a tutti, visita di circa un’ora e mezza. Si consiglia di indossare almeno una felpa, avere con se una cerata e calzare scarpe con suola in gomma meglio se da trekking.
Informazioni e prenotazioni: tel. +39 0588 86099 – www.volterratur.itwww.museodelleminiere.it

Grotta del Sassocolato
Siamo nel territorio di Castell’Azzara in provincia di Grosseto e alle pendici del Monte Amiata a 900 metri d’altitudine.
Dall’abitato di Castell’Azzara, seguendo l’apposita segnaletica, si sale verso il Poggio delle Forche, uno sperone di roccia ben visibile dal paese e, dopo circa un chilometro di cammino, si raggiunge la cavità naturale, prevalentemente lineare, con alcuni dislivelli significativi superabili nella parte turistica mediante scale artificiali. In un ambiente dove non si superano gli 8° una delle caratteristiche è la
presenza di una grande colonia di Chirotteri (pipistrelli di 12 specie diverse) che, nel periodo estivo, raggiunge complessivamente 2000/2500 individui!
Il percorso turistico si snoda attraverso spazi anche grandi attrezzati con scale a gradini fino ad una profondità di 30 metri. La visita dura circa 45 minuti, ma per chi è più allenato esiste anche un itinerario più impegnativo di tre ore.
Si consiglia di indossare almeno una felpa, avere con se una cerata e calzare scarpe con suola in gomma meglio se da trekking.
Apertura: dal 10 aprile al 10 novembre.
Informazioni: Gruppo Speleologo l’Orso: +39 0564 951032

L’orrido di Botri
Il “gran canyon” di Toscana si trova in Garfagnana, nel Comune di Bagni di Lucca, nascosto nelle faggete.
Grande e profondo è un’aspra e imponente gola calcarea scavata nel corso del tempo dalle fredde acque cristalline dei torrenti Mariana e Ribellino che si uniscono nel Rio Pelago: in alcuni punti le ripide pareti raggiungono i 200 metri di altezza.
Per salvaguardare questo luogo unico di assoluta bellezza dal 1971 è stata istituita una Riserva naturale statale gestita dal Corpo Forestale di Stato, che comprende una superficie di 286 ettarial centro di un’area di un’oasi di protezione della fauna di circa 2.000 ettari, voluta dalla Provincia di Lucca.
La vegetazione, ricca e lussureggiante ha varietà anche rare: fra cui, nella parte umida, una pianta carnivora, la pinguicola. Nelle zone rocciose soleggiate, nei livelli più alti delle pareti nasce la rara pianta di aquilegia, di silene o la bella primula auricola.
C’è tempo fino a settembre per visitare L’Orrido di Botri, partendo da località Ponte Gaio, unico accesso alla gola, dove si trova il Centro di accoglienza del Corpo forestale dello Stato con biglietteria.
Percorrerlo non è facile anche se il percorso si divide in quattro steep di diversi livelli perchè il fondo è scivoloso, sopratutto nel tratto finale. Chi lo vuole percorrere tutto fino alla famosa “piscina” metta in conto quattro ore per andata e ritorno con pause. Per tutti occorre un abbigliamento adeguato dato che l’ambiente è totalmente ombroso e l’acqua fresca anche in piena estate. Abiti tecnici, uno zaino con il cambio d’abito e sopratutto fondamentale la scelta delle scarpe. Si consiglia scarpette da scoglio che aggrappano sulle pietre e non sono troppo pesanti in acqua. Obbligatorio il casco, affittabile presso il centro.
Informazioni:
Ufficio Guide Scuola di Alpinismo: tel. 335- 6322005 – www.ufficioguide.it
Centro accoglienza del CFS di Ponte a Gaio Tel 0583/800020

Stretti di Giaredo
Quasi sconosciuto ai più questo canyon scavato dalle vorticose acque del Gordana poco dopo Pontremoli, andando in direzione di Zeri.
Gli stretti di una bellezza straordinaria con pareti alte oltre 30 metri in cui a malapena filtra timidamente il sole hanno una lunghezza percorribile di poco meno di un chilometro, ma decisamente, non sono adatti a tutti.
Si tratta di una forra fluviale e si percorre il letto del fiume. In alcuni tratti placido e a seconda delle annate lo si deve anche nuotare per brevi bracciate in un’acqua cristallina e fresca. Un’ora per percorrerli tutti e un’altra ora per tornare indietro. Cinque le gole principali che si attraversano, la più bella quella centrale.
Si raggiungono (dato che non esistono indicazioni) come detto prendendo da Pontremoli in direzione di Zeri. Dopo alcuni tornanti in località Cavezzana Gordana si prende su uno di essi a sinistra abbandonando la strada asfaltata e prendendone una sterrata in discesa. Su uno spiazzo si lascia l’auto e si prosegue fino a trovare il fiume. Si consiglia abiti tecnici, costume da bagno, uno zaino con il cambio d’abito in auto e sopratutto fondamentale la scelta delle scarpe. Si consiglia scarpette da scoglio che aggrappano sulle pietre e non sono troppo pesanti in acqua.
Non esistono visite guidate organizzate in loco, si consiglia solo ad escursionisti esperti e comunque con prudenza e attenzione dato che la zona è alluvionale, sopratutto nei passaggi a nuoto
.
by Nadia Fondelli –  We are in the hottest time of year, and between wet and muggy we have propecia side effects difficulty to defend ourselves and also excursions and trips become complicated.

We who really know the area and that we do not write off the desk, but let’s find out … we have for you, a series of proposals. Excursions between caves and canyons perfect now.

For those who are on vacation and for those seeking un’escusione even a single day.

Antro del Corchia

In the province of Lucca and thus also close to the Versilia, set among the spectacular scenery of the Apuan Alps is the “empty Mountain” which brings with it the secrets of millions of years of geological history: inside a 70 km of tunnels and wells, 1,200 vertical meters up a system of karst conduits developed in 2 cubic km of rock that make the Antro del Corchia the most important karst in Italy and one of the largest in the world.

The course of almost two kilometers you with stops in about two hours. The presence of more than 1,000 steps does not make a trip suitable for people with reduced mobility. The internal temperature constant throughout the year, is about 7.5 °. Must at least wear a sweatshirt, having with you a tarp and wear shoes with rubber soles, preferably from trekking.

Hours: morning and afternoon according to an annual calendar www.antrocorchia.it. Also available guided tours in several languages. On request there are also two different speleological both three-hour: Gallery of Snow and the Branch River, the necessary technical equipment are partly provided by the operator and included in the ticket price.

The Mining Museum of Montecatini Val di Cecina

In Valdicecina visit to a special place where memory refers to the dust and fatigue life in the mine, here in the nineteenth century was the largest copper mine in Europe.

Is an exciting adventure descend into the bowels of the earth to discover the mine of Caporciano that can be visited with a guide. The site is located about a kilometer from the town center and offers a thrilling and unforgettable experience that will take you to retrace, step by step, the paths made for over a century by miners. Browse tunnels dug over the years, but especially those nineteenth-century. The visit in an atmosphere of constant climate was never higher than 10 ° will leave the smell on the skin of the mineral, a few drops of moisture, but so much emotion. Admire the tunnels, shaft extraction of the mineral inside the tower and you close the visit inside the oratory dedicated to St. Barbara patron saint of miners.

Easy trail, suitable for all, visit of about an hour and a half. You should wear at least a sweatshirt, having with you a tarp and wear shoes with rubber soles, preferably from trekking.

Information and reservations: tel. +39 0588 86099 – www.volterratur.it-www.museodelleminiere.it

Cave Sassocolato

We are in the territory of Castell’Azzara in the province of Grosseto, on the slopes of Monte Amiata at an altitude of 900 meters.

From the town of Castell’Azzara, following the signs, you climb towards the Poggio delle Forche, a spur of rock visible from the village and, after about a mile of walking, you will reach the natural cavity, mainly linear, with some significant slopes in the tourist overcome by artificial stairs. In an environment where you do not exceed 8 ° one of the characteristics is the presence of a large colony of bats (bats of 12 different species) that, during the summer, reaching a total of 2000/2500 individuals!

The tourist route winds through large spaces also equipped with ladders with steps up to a depth of 30 meters. The tour lasts about 45 minutes, but for those who are more trained there is also a route more challenging than three hours.

You should wear at least a sweatshirt, having with you a tarp and wear shoes with rubber soles, preferably from trekking.

Open from April 10 to November 10.

Information: Group Speleologist the Bear: +39 0564 951032

The Orrido di  Botri

The “Grand Canyon” of Tuscany is located in Garfagnana, in the town of Bagni di Lucca, hidden in the beech woods.

Big and deep is a rugged and imposing limestone gorge carved over time by the cold waters of the streams and Mariana Ribellino who come together in Rio Pelago: in some places the steep walls reach 200 meters in height.

In order to preserve this unique place of absolute beauty from 1971 was established a state nature reserve managed by the State Forestry Corps, which encompasses an area of 286 ettarial center of an oasis of fauna protection of nearly 2,000 acres, built by the Province of Lucca.

The vegetation is rich and luxuriant variety also has rare: among them, the wet, a carnivorous plant, butterwort. In rocky areas sunny in the higher levels of the walls comes the rare plant aquilegia, campion or the beautiful primula auricula.

You have until September to visit TheOrrido di Botri, starting from Ponte Gaio, only access to the throat, where the Reception Centre of the State Forestry Corps with ticket services.

Touring it is not easy even if the path is divided into four different levels of steep because the bottom is slippery, especially in the final stretch. Who wants to go around to the famous “pool” account us four hours to return with breaks. For all need to dress appropriately given that the environment is totally shady and cool water even in summer. Dresses technicians, a backpack with a change of clothes and especially the fundamental choice of shoes. We recommend shoes for rocks that cling on the stones and are not too heavy in the water. Mandatory helmet, rentable at the center.

Information:

Office Guide Mountaineering School: tel. 335-6322005 – www.ufficioguide.it

Best Friends of CFS Ponte a Gaio Tel 0583/800020

Stretti di Giaredo

Almost unknown to most people this canyon carved by the swirling waters of Gordana shortly after Pontremoli, going in the direction of Zeri.

The Straits of outstanding natural beauty with walls more than 30 meters where the sun barely filters timidly have a viable length of just under a mile, but definitely are not suitable for everyone.

It is a river gorge and walk along the river bed. In some places placid and depending on the year you must also swim for short strokes in crystal clear water and fresh. Hour to cover them all and another hour to get back. Five main gorges that are crossed, the most beautiful central one.

Are reached (since there are no indications) as said in the direction of taking from Pontremoli Zeri. After a few turns in the locality Cavezzana Gordana you take on one of them left on the next road and taking a dirt downhill. On an open space you leave the car and continue until you find the river. It is recommended that technical clothing, swimsuit, a backpack with a change of clothes in the car and especially the fundamental choice of shoes. We recommend shoes for rocks that cling on the stones and are not too heavy in the water.

There are no guided tours on site, it is recommended only for experienced hikers with care and attention and in any case given that the area is alluvial, especially in the passages by swimming.

Zeri: Mulino Marghen, un angolo di paradisoZeri: Mulino Marghen, a corner of paradise

di Nadia Fondelli – Bisogna conoscere a fondo la terra che si sceglie per scoprire luoghi incantati. Luoghi dove potrete veramente, per alcuni giorni o per intere settimane, isolarvi dal mondo.
Chi non ha mai sognato almeno una volta nella vita di farlo? Chi non ha mai pensato di rallentare per un po’ i ritmi stressanti della città per immergersi davvero nella natura?

Devono essere gli stessi pensieri che hanno avuto Adriana e Martin quando per la prima volta sono capitati, chissà come, in quest’angolo remoto di paradiso che non è Toscana, non è Liguria e non è Emilia Romagna, ma che è un isola a se sparsa fra Appennini e Apuane: Zeri.

Adriana romana e Martin inglese sono una coppia speciale. Sognatori romantici che, quando per la prima volta sono arrivati nella frazione di Noce, sulle rive del torrente Gordana e circondati di castagneti hanno deciso che sì, quel rudere che era un antico mulino poteva diventare un luogo speciale per sognatori romantici come loro in cerca di una fuga vera dalla città.

Tanto coraggio, molto amore per la terra e un’infinità di fantasia per riuscire a vedere con gli occhi del sogno quello che sarebbe diventato oggi il Mulino Marghen.
Eppure Adriana e Martin ce l’hanno fatto confermando che i sogni si realizzano ed ecco che restituiscono così ai sognatori romantici come loro quest’angolo defilato di paradiso.

Da Pontremoli bisogna lasciare la strada principale e inerpicarsi per Zeri. Dopo mezz’ora di curve, panorami mozzafiato e boschi verdissimi arriviamo alla frazione di Noce di Zeri; una stradina in discesa alla nostra sinistra c’indica la via da prendere per il Molino Marghen.
Non vi spaventate della discesa ripida, siete nella natura più vera e del resto chi l’ha detto che il paradiso sta in alto?

Il Mulino vi sorprende dopo una curva con la sua visione e dall’alto. Il torrente, l’antico ponte medievale pedonale a schiena d’asino e i boschi vi aspettano.
Lasciate l’auto prima del ponte nel parcheggio e lì vi distaccherete dal mondo civilizzato. Al Mulino si arriva solo a piedi attraversando l’antico ponte o guadando nella bella stagione il torrente e se sarete fortunati lo farete in compagnia di una mandria di agnelli tipici di Zeri che qui pascolano tranquilli.
Il Mulino è lì, un antico casale in pietra splendidamente restaurato dopo anni di duri e certosini lavori con tutto il suo fascino immutato comprese le macine in pietra intatte che producevano la farina da castagne.

Cinque camere con vista – basta scegliere: castagneto, ponte o torrente – curate in ogni dettaglio con pareti in pietra e soffitti in legno.
Ottima la colazione con marmellate e dolci fatti in casa e tutta la ristorazione curata con maestria e genuinità da Raffaella. Sarà un piacere per le vostre papille scoprire i piatti locali sulla spettacolare terrazza o nel salone con camino: torte salate con erbe dell’orto, i prodotti degli straordinari caseifici locali e il famoso agnello di Zeri rinomato per la sua carne dal gusto così particolare e genuino. E se poi vorrete qualcosa di veramente speciale prenotate la vostra cena solo per due nello splendido locale con le macine in pietra, un’esperienza mozzafiato.

Nella struttura, per quanto isolata è presente una rete wifi ma il mio consiglio è di dimenticare internet e telefono e perdersi in escursioni a piedi o in mountain bike alla scoperta di straordinari borghi d’alpeggio abbandonati, sulle cime dei monti fino alla rinomata pista di Zum Zeri da cui potrete scorgere panorami mozzafiato e perché no, se l’aria di salmastro che sentite dalle vette dei monti vi attira ricordate che siete sempre a soli 45 minuti dalle splendide Cinque Terre che se vorrete scoprire basta chiedere a Martin per avere garantita una meravigliosa escursione in catamarano nel Golfo dei Poeti, magari al tramonto prima di tornare ad immergersi in questo luogo incantato, in mezzo all’Appennino.

Mulino Marghen, Noce di Zeri
Tel. +39 0187 447431 – Adriana mobile +39 339 4279338 – Martin mobile +39 339 8456395 – www.mulinomarghen.com – email: adrianacassinelli@yahoo.co.uk– captainmurph2000@yahoo.com

 di Nadia Fondelli – Bisogna conoscere a fondo la terra che si sceglie per scoprire luoghi incantati. Luoghi dove potrete veramente, per alcuni giorni o per intere settimane, isolarvi dal mondo.
Chi non ha mai sognato almeno una volta nella vita di farlo? Chi non ha mai pensato di rallentare per un po’ i ritmi stressanti della città per immergersi davvero nella natura?

Devono essere gli stessi pensieri che hanno avuto Adriana e Martin quando per la prima volta sono capitati, chissà come, in quest’angolo remoto di paradiso che non è Toscana, non è Liguria e non è Emilia Romagna, ma che è un isola a se sparsa fra Appennini e Apuane: Zeri.

Adriana romana e Martin inglese sono una coppia speciale. Sognatori romantici che, quando per la prima volta sono arrivati nella frazione di Noce, sulle rive del torrente Gordana e circondati di castagneti hanno deciso che sì, quel rudere che era un antico mulino poteva diventare un luogo speciale per sognatori romantici come loro in cerca di una fuga vera dalla città.

Tanto coraggio, molto amore per la terra e un’infinità di fantasia per riuscire a vedere con gli occhi del sogno quello che sarebbe diventato oggi il Mulino Marghen.
Eppure Adriana e Martin ce l’hanno fatto confermando che i sogni si realizzano ed ecco che restituiscono così ai sognatori romantici come loro quest’angolo defilato di paradiso.

Da Pontremoli bisogna lasciare la strada principale e inerpicarsi per Zeri. Dopo mezz’ora di curve, panorami mozzafiato e boschi verdissimi arriviamo alla frazione di Noce di Zeri; una stradina in discesa alla nostra sinistra c’indica la via da prendere per il Molino Marghen.
Non vi spaventate della discesa ripida, siete nella natura più vera e del resto chi l’ha detto che il paradiso sta in alto?

Il Mulino vi sorprende dopo una curva con la sua visione e dall’alto. Il torrente, l’antico ponte medievale pedonale a schiena d’asino e i boschi vi aspettano.
Lasciate l’auto prima del ponte nel parcheggio e lì vi distaccherete dal mondo civilizzato. Al Mulino si arriva solo a piedi attraversando l’antico ponte o guadando nella bella stagione il torrente e se sarete fortunati lo farete in compagnia di una mandria di agnelli tipici di Zeri che qui pascolano tranquilli.
Il Mulino è lì, un antico casale in pietra splendidamente restaurato dopo anni di duri e certosini lavori con tutto il suo fascino immutato comprese le macine in pietra intatte che producevano la farina da castagne.

Cinque camere con vista – basta scegliere: castagneto, ponte o torrente – curate in ogni dettaglio con pareti in pietra e soffitti in legno.
Ottima la colazione con marmellate e dolci fatti in casa e tutta la ristorazione curata con maestria e genuinità da Raffaella. Sarà un piacere per le vostre papille scoprire i piatti locali sulla spettacolare terrazza o nel salone con camino: torte salate con erbe dell’orto, i prodotti degli straordinari caseifici locali e il famoso agnello di Zeri rinomato per la sua carne dal gusto così particolare e genuino. E se poi vorrete qualcosa di veramente speciale prenotate la vostra cena solo per due nello splendido locale con le macine in pietra, un’esperienza mozzafiato.

Nella struttura, per quanto isolata è presente una rete wifi ma il mio consiglio è di dimenticare internet e telefono e perdersi in escursioni a piedi o in mountain bike alla scoperta di straordinari borghi d’alpeggio abbandonati, sulle cime dei monti fino alla rinomata pista di Zum Zeri da cui potrete scorgere panorami mozzafiato e perché no, se l’aria di salmastro che sentite dalle vette dei monti vi attira ricordate che siete sempre a soli 45 minuti dalle splendide Cinque Terre che se vorrete scoprire basta chiedere a Martin per avere garantita una meravigliosa escursione in catamarano nel Golfo dei Poeti, magari al tramonto prima di tornare ad immergersi in questo luogo incantato, in mezzo all’Appennino.

Mulino Marghen, Noce di Zeri
Tel. +39 0187 447431 – Adriana mobile +39 339 4279338 – Martin mobile +39 339 8456395 – www.mulinomarghen.com – email: adrianacassinelli@yahoo.co.uk– captainmurph2000@yahoo.com