9 Giugno 2014

Toscana insolita: un tuffo? Non di solo mare…Unuaul Tuscan: a dip? Not only sea …

di Nadia Fondelli – L’estate sta fragorosamente bussando alle nostre porte, dirompente, con punte di oltre 35 gradi insolite per l’inizio di giugno.
La voglia di acqua e di tuffi si fa sempre più forte. Il mare è lontano e i tempi sono quelli che sono. Come rimediare?
Negli anni della crisi diventa una moda di ritorno quella dei bagni nei fiumi, nei torrenti e nei laghi.
Un’abitudine vintage che ci rimanda ai tempi antichi di pane amore e fantasia. Tempi in cui i soldi in tasca erano (come oggi) pochi, ma i gusti genuini, La ricerca di semplicità e consapevolezza era uno status quo e il bello non era soltanto ad ore di aereo in mete estere dal nome esotico.
Anche una sola giornata al mare può costare una discreta cifra. Basta sommare il costo di ombrellone, sdraio, pranzo, carburante ed eventuale pedaggio dell’autostrada. L’alternativa piscina? Non troppo economica, difficile trovarne una con ingresso inferiore a 8/9 euro e poi troppa gente…
Allora ecco per voi gli angoli nascosti di Toscana e il ritorno del bagno al fiume.
Obbligatorio premettere dicendo di fare tantissima attenzione perché le acque del fiume a volte sono più pericolose di quelle del mare e sicuramente meno conosciute. Ci sono spesso correnti e buche nascoste. Poi c’è un altro fattore di “rischio” non di poco conto: la balneabilità. Molti fiumi in Italia purtroppo sono inquinati, ma per legge devono essere segnalati…
Noi per evitare questo optiamo per i fiumi di montagna e i torrenti. Le acque saranno fredde, ma la limpidezza e purezza è assicurata…e i livelli bassi.
Confesso che il mio fiume preferito non è in Toscana. Ho il vezzo di bagnarmi nel fiume smeraldo d’Europa per eccellenza: l’Isonzo che, nella stretta Val di Trenta soprattutto, in terra slovena a due passi dal confine italiano, stordisce con i suoi colori unici e i suoi canyon mozzafiato.
Qualcosa di simile c’è però anche in Toscana. Basta saper cercare…
Sull’Appennino, oltrepassare il Mugello e il Passo della Futa in direzione Romagna, dopo Palazzuolo sul Senio, là dove l’aria si fa più fresca la strada fiancheggia, ora a destra e ora a sinistra il fiume Santerno.
Guardate, scegliete l’ansa che più vi piace e tuffatevi. Vi consiglio di farlo proprio al confine fra Toscana e Emilia Romagna, al paese di Moranduccio dove, oltre a poter fare un’escursione al borgo fantasma di Castiglioncello potete bagnarvi nel Santerno al cospetto della bellissima cascata del Rio dei Briganti.
Non mancano bar attrezzati ed autentici “bagni” a due passi dalle rive dove poter gustare per pochi euro genuinità locali.
In provincia di Siena se preferite l’acqua calda il consiglio è di immergervi nelle straordinarie e affascinanti vasche termali naturali di Bagni San Filippo fra stallattiti e slallagmiti calcarei.
Le acque hanno creato un paesaggio magico di bianche cascatelle e piccole vasche nel mezzo di un verde bosco rigoglioso.
Le prime pozze e le prime formazioni calcaree sono poco distanti, mentre per vedere la famosa cascata detta “Balena Bianca”, si deve andare oltre attraverso un percorso pedonale immerso nella boscaglia.
Potreste anche optare per Petriolo, in Val d’Ombrone sulla superstrada che da Siena porta a Grosseto; accanto al lussuoso resort da poco restaurato sopravvivono i pozzoni gratuiti lungo il Farma. Cercateli, non è difficile trovarli!
Ora un salto a nord della regione per fermarsi in Garfagnana al celebre Orrido di Botri spettacolare gola calcarea alle pendici dei monti Rondinaio e Tre Potenze con ripide pareti scavate in profondità dal Rio Pelago.
Solo nel periodo estivo quando la portata delle acque è minore e la temperatura più mite è possibile risalirne il tratto finale da Ponte a Gaio fino alla celebre “piscina”.
Nell’orrido la vegetazione è distribuita secondo una stratificazione verticale, con muschi e felci. Le impervie pareti arrivano in alcuni punti fino a 200 metri di altezza e da sempre costituiscono sito di nidificazione per l’Aquila Reale.
Dal centro visita di Ponte Gaio dove si lascia l’auto si scendono le scalette per entrare nel letto del Rio Pelago; subito con le scarpe nel torrente. Si entra ed esce continuamente dall’acqua che in dei tratti arriva fino alla pancia prima di giuungere al “Salto dei Becchi;” da dove il percorso diventa più impegnativo e con alcune corde fisse. E’ necessario muoversi con attenzione fino ad arrivare alla “piscina” dove termina l’escursione con un bellissimo tuffo ristoratore in acque adatte solo a chi non teme il freddo!
Doveroso dire che questo non è un bagnetto per tutti. La piscina dell’Orrido va conquistata sapendo muoversi fra i massi del torrente ed entrando e uscendo dall’acqua. Fra andata e ritorno servono 4 ore. Da evitate i bastoncini da trekking e da indossare scarpe da scoglio strutturate, quelle da trekking bagnandosi diventano pesantissime!
Portatevi un cambio in auto e fermatevi a mangiare ottimi coccoli alla trattoria del Ponte Gaio oppure a fare un pic nic nel bosco sui tavoli attrezzati.
Infine un tuffo da non farsi mancare è quello nelle acque del Gordana; torrente ribelle che scende dagli Appennini liguri verso Pontremoli.
A Noce di Zeri obbligatorio fermarsi, magari anche a dormire al Mulino Marghen a cui arriverete solo dopo aver attraversato un ponte antico in pietra sul Gordana che qui si apre in anse invitanti.
Se volete il brivido però scendete ancora verso Pontremoli dove, nelle vicinanze di Cavezzana il torrente si addentra tra anguste gole nei famosi stretti di Giaredo; uno spettacolo affascinante della natura…
Le acque cristalline scorrono tra due ripide pareti alte oltre cinquanta metri che, in alcuni punti, arrivano quasi a toccarsi lasciando penetrare appena qualche raggio solare. Gli stretti si possono percorrere con cautela e visitare partendo da Pontremoli, prima del ponte sul Gordana, per una piccola strada sulla destra che costeggia il torrente. Dopo alcuni chilometri si arriva ad un gruppo di case abbandonate, di lì si scende, a piedi, lungo il greto. Gli stretti di Giaredo non sono per tutti, sono anche più difficili dell’Orrido di Botri questo è bene saperlo.
E’ consigliabile percorrerli solo quando i livelli delle acque sono adatti e con l’ausilio di un piccolo gommone per alcuni tratti: per informazioni sulle visite rivolgersi solo a www.vallidizeri.it.
Tante opzioni, tanti luoghi diversi dove bagnarsi, via dalla pazza folla sudaticcia del week end al mare.
Questi solo alcuni consigli di una lista davvero infinita, basta essere curiosi, seguire i sentieri, ascoltare i rumori della natura e scoprire angoli affascinanti…
di Nadia Fondelli – L’estate sta fragorosamente bussando alle nostre porte, dirompente, con punte di oltre 35 gradi insolite per l’inizio di giugno.
La voglia di acqua e di tuffi si fa sempre più forte. Il mare è lontano e i tempi sono quelli che sono. Come rimediare?
Negli anni della crisi diventata una moda di ritorno quella dei bagni nei fiumi, nei torrenti e nei laghi.
Un’abitudine vintage che ci rimanda ai tempi antichi di pane amore e fantasia. Tempi in cui i soldi in tasca erano (come oggi) pochi, ma i gusti genuini, La ricerca di semplicità e consapevolezza era uno status quo e il bello non era soltanto ad ore di aereo in mete estere dal nome esotico.
Anche una sola giornata al mare può costare una discreta cifra. Basta sommare il costo di ombrellone, sdraio, pranzo, carburante ed eventuale pedaggio dell’autostrada. L’alternativa piscina? Non troppo economica, difficile trovarne una con ingresso inferiore a 8/9 euro e poi troppa gente…
Allora ecco per voi gli angoli nascosti d’Italia e il ritorno del bagno al fiume.
Obbligatorio premettere dicendo di fare tantissima attenzione perché le acque del fiume a volte sono più pericolose di quelle del mare e sicuramente meno conosciute. Ci sono spesso correnti pericolose e buche nascoste. Poi c’è un altro fattore di “rischio” non di poco conto: la balneabilità. Molti fiumi in Italia purtroppo sono inquinati, ma per legge devono essere segnalati…
Noi per evitare questo optiamo per i fiumi di montagna e i torrenti. Le acque saranno fredde, ma la limpidezza e purezza è assicurata…
Confesso che il mio preferito fiume preferito non è in Toscana. Ho il vezzo di bagnarmi nel fiume smeraldo d’Europa per eccellenza: l’Isonzo che, nella stretta Val di Trenta soprattutto, in terra slovena a due passi dal confine italiano, stordisce con i suoi colori unici e i suoi canyon mozzafiato.
Qualcosa di simile c’è però anche in Toscana. Basta saper cercare…
Sull’Appennino, oltrepassare il Mugello e il Passo della Futa in direzione Romagna, dopo Palazzuolo sul Senio, là dove l’aria si fa più fresca la strada fiancheggia, ora a destra e ora a sinistra il fiume Santerno.
Guardate, scegliete l’ansa che più vi piace e tuffatevi. Vi consiglio di farlo proprio al confine fra Toscana e Emilia Romagna, al paese di Moranduccio dove, oltre a poter fare un’escursione al borgo fantasma di Castiglioncello potete bagnarvi nel Santerno al cospetto della bellissima cascata del Rio dei Briganti.
Non mancano bar attrezzati ed autentici “bagni” a due passi dalle rive dove poter gustare per pochi euro genuinità locali.
In provincia di Siena se preferite l’acqua calda il consiglio è di immergervi nelle straordinarie e affascinanti vasche termali naturali di Bagni San Filippo fra stallattiti e slallagmiti calcarei.
Le acque hanno creato un paesaggio magico di bianche cascatelle e piccole vasche nel mezzo di un verde bosco rigoglioso.
Le prime pozze e le prime formazioni calcaree sono poco distanti, mentre per vedere la famosa cascata detta “Balena Bianca”, si deve andare oltre attraverso un percorso pedonale immerso nella boscaglia.
Potreste anche optare per Petriolo, in Val d’Ombrone sulla superstrada che da Siena porta a Grosseto; accanto al lussuoso resort da poco restaurato sopravvivono i pozzoni gratuiti lungo il Farma. Cercateli, non è difficile trovarli!
Ora un salto a nord della regione per fermarsi in Garfagnana al celebre Orrido di Botri spettacolare gola calcarea alle pendici dei monti Rondinaio e Tre Potenze con ripide pareti scavate in profondità dal Rio Pelago.
Solo nel periodo estivo quando la portata delle acque è minore e la temperatura più mite è possibile risalirne il tratto finale da Ponte a Gaio fino alla celebre “piscina”.
Nell’orrido la vegetazione è distribuita secondo una stratificazione verticale, con muschi e felci. Le impervie pareti arrivano in alcuni punti fino a 200 metri di altezza e da sempre costituiscono sito di nidificazione per l’Aquila Reale.
Dal centro visita di Ponte Gaio dove si lascia l’auto si scendono le scalette per entrare nel letto del Rio Pelago; subito con le scarpe nel torrente. Si entra ed esce continuamente dall’acqua che in dei tratti arriva fino alla pancia prima di giuungere al “Salto dei Becchi;” da dove il percorso diventa più impegnativo e con alcune corde fisse. E’ necessario muoversi con attenzione fino ad arrivare alla “piscina” dove termina l’escursione con un bellissimo tuffo ristoratore in acque adatte solo a chi non teme il freddo!
Doveroso dire che questo non è un bagnetto per tutti. La piscina dell’Orrido va conquistata sapendo muoversi fra i massi del torrente ed entrando e uscendo dall’acqua. Fra andata e ritorno servono 4 ore. Da evitate i bastoncini da trekking e da indossare scarpe da scoglio strutturate, quelle da trekking bagnandosi diventano pesantissime!
Portatevi un cambio in auto e fermatevi a mangiare ottimi coccoli alla trattoria del Ponte Gaio oppure a fare un pic nic nel bosco sui tavoli attrezzati.
Infine un tuffo da non farsi mancare è quello nelle acque del Gordana; torrente ribelle che scende dagli Appennini liguri verso Pontremoli.
A Noce di Zeri obbligatorio fermarsi, magari anche a dormire al Mulino Marghen a cui arriverete solo dopo aver attraversato un ponte antico in pietra sul Gordana che qui si apre in anse invitanti.
Se volete il brivido però scendete ancora verso Pontremoli dove, nelle vicinanze di Cavezzana il torrente si addentra tra anguste gole nei famosi stretti di Giaredo; uno spettacolo affascinante della natura…
Le acque cristalline scorrono tra due ripide pareti alte oltre cinquanta metri che, in alcuni punti, arrivano quasi a toccarsi lasciando penetrare appena qualche raggio solare. Gli stretti si possono percorrere con cautela e visitare partendo da Pontremoli, prima del ponte sul Gordana, per una piccola strada sulla destra che costeggia il torrente. Dopo alcuni chilometri si arriva ad un gruppo di case abbandonate, di lì si scende, a piedi, lungo il greto. Gli stretti di Giaredo non sono per tutti, sono anche più difficili dell’Orrido di Botri questo è bene saperlo.
E’ consigliabile percorrerli solo quando i livelli delle acque sono adatti e con l’ausilio di un piccolo gommone per alcuni tratti: per informazioni sulle visite rivolgersi solo a www.vallidizeri.it.
Tante opzioni, tanti luoghi diversi dove bagnarsi, via dalla pazza folla sudaticcia del week end al mare.
Questi solo alcuni consigli di una lista davvero infinita, basta essere curiosi, seguire i sentieri, ascoltare i rumori della natura e scoprire angoli affascinanti…

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