5 Maggio 2012

Un tour fra i Castelli del ChiantiAn tour between Chianti castle

Il toponimo Chianti da sempre evoca il rosso nettare di Bacco più bevuto nel mondo e distese incontaminate tra Firenze e Siena note per bellezza e varietà di paesaggi di tipo collinare, agreste e boschivo. Radda, Gaiole, Castellina, Greve, San Casciano sono solo alcuni dei capoluoghi chiantigiani da cui il turismo del vino in terra italiana non può prescindere, un luogo ricco di vitigni sangiovese, di olivi secolari, di campagne ben curate.

Ecco perché l’edizione 2010 del Best of Wine Tourism ha premiato le migliori realtà vitivinicole per qualità di ricettività, innovazione e sostenibilità nelle pratiche enologiche, arte e cultura, architettura, parchi e giardini.

Spesso queste strutture sono veri e propri castelli, dotati di un ricco corredo di storia, tradizione, patrimonio artistico. Ecco perciò un breve, ma suggestivo itinerario che unisce i castelli premiati quest’anno.

Le radici del Castello di Vicchiomaggio, l’antico Vicchio dei Longobardi, affondano nel Medioevo, quando ebbe una posizione strategica nella difesa di Firenze nei conflitti contro Siena.
Raggiunse il massimo splendore nel Rinascimento come villa signorile, in cui hanno soggiornato Leonardo da Vinci, che forse vi dipinse la Monna Lisa e Francesco Redi, che qui compose il suo “Bacco in Toscana”.
La torre merlata, le abitazioni e le mura sono ancor oggi ben conservate. L’elegante agriturismo è circondato da 130 ettari di terre. La casa vinicola offre ottimi prodotti come Ripa delle Mandorle, Ripa delle More e Riserva La Prima.

Dall’alto di Vicchiomaggio si può ben vedere il Castello di Verrazzano, dimora storica seicentesca, con torre del X secolo, in cui nacque nel 1485 il grande navigatore Giovanni che scoprì la baia di New York (1524).
Dal 2002 un Centro Studi Storici  promuove iniziative legate alle sue imprese, come il “Verrazzano Day” il 17 aprile. Il giardino è ricco di varietà botaniche autoctone originali come il limone fiorentino. Come ha dichiarato Burton Anderson: “Sulle fondamenta di Verrazzano il Chianti ha rinnovato il suo prestigio”. La famiglia Cappellini vi produce oggi vini Chianti Classico, Riserva, Verrazzano Rosso e olio extravergine d’oliva.

Non molta strada separa Verrazzano dal Castello di Gabbiano, dalla suggestiva torre fortificata del XII secolo, oltre a quelle cilindriche di epoca più tarda. Sulla sommità del portone si leggono le iscrizioni nello stemma dei Sederini (XVI secolo).
La splendida terrazza davanti al castello si affaccia su un paesaggio incantevole di vigneti, oliveti e boschi. Gli ospiti possono vivere i diversi, confortevoli ambienti in un susseguirsi di stagioni e di sensazioni.
Le cantine di oggi risalgono al XIV secolo, ma la struttura a volte ne ricorda l’utilizzazione vinicola fin dal 1100, quando erano proprietà dei Bardi. Ogni anno nella stagione estiva il Castello ospita una mostra di arte contemporanea: quest’anno è la volta di Franco Fedeli.

I Ricasoli erano già baroni nell’XI secolo, quando si insediarono a Brolio, costruendovi un castello a difesa di Firenze contro Siena. Dall’aristocratico casato discendono vari personaggi che hanno dato lustro alla nostra storia.
Da maggio 2009 nel cassero è aperta la collezione Ricasoli che raccoglie pezzi unici  di questa famiglia guerriera, che ha combattuto a fianco dei Medici. Quattro sale in stile neogotico riuniscono armi del periodo 1300-1800, onorificenze del barone Bettino, protagonista del Risorgimento e fondatore della moderna storia del vino Chianti Classico, ricordi della visita a Brolio di Vittorio Emanuele II (1863 ed esperimenti scientifici in campo agricolo e vitivinicolo. (Orario: mar-dom 10.30-12.30; 14.30-18)

Ultima tappa del nostro tour il Chianti Rufina con il Castello del Trebbio, di proprietà dei Pazzi fin dal 1184: qui fu ordita la celebre Congiura dei Pazzi ai danni di Lorenzo e Giuliano dei Medici. Abitato dagli attuali proprietari dal 1968, esso conserva gran parte del suo aspetto originario:  la cappella privata, il cortile e le suggestive cantine, un tempo adibite a carcere. “La Sosta del Gusto” è il nuovo ristorante in cui si possono degustare  ottimi vini di produzione propria.

Ma i castelli toscani non si esauriscono qui…Il toponimo Chianti da sempre evoca il rosso nettare di Bacco più bevuto nel mondo e distese incontaminate tra Firenze e Siena note per bellezza e varietà di paesaggi di tipo collinare, agreste e boschivo. Radda, Gaiole, Castellina, Greve, San Casciano sono solo alcuni dei capoluoghi chiantigiani da cui il turismo del vino in terra italiana non può prescindere, un luogo ricco di vitigni sangiovese, di olivi secolari, di campagne ben curate.

Ecco perché l’edizione 2010 del Best of Wine Tourism ha premiato le migliori realtà vitivinicole per qualità di ricettività, innovazione e sostenibilità nelle pratiche enologiche, arte e cultura, architettura, parchi e giardini.

Spesso queste strutture sono veri e propri castelli, dotati di un ricco corredo di storia, tradizione, patrimonio artistico. Ecco perciò un breve, ma suggestivo itinerario che unisce i castelli premiati quest’anno.

Le radici del Castello di Vicchiomaggio, l’antico Vicchio dei Longobardi, affondano nel Medioevo, quando ebbe una posizione strategica nella difesa di Firenze nei conflitti contro Siena.
Raggiunse il massimo splendore nel Rinascimento come villa signorile, in cui hanno soggiornato Leonardo da Vinci, che forse vi dipinse la Monna Lisa e Francesco Redi, che qui compose il suo “Bacco in Toscana”.
La torre merlata, le abitazioni e le mura sono ancor oggi ben conservate. L’elegante agriturismo è circondato da 130 ettari di terre. La casa vinicola offre ottimi prodotti come Ripa delle Mandorle, Ripa delle More e Riserva La Prima.

Dall’alto di Vicchiomaggio si può ben vedere il Castello di Verrazzano, dimora storica seicentesca, con torre del X secolo, in cui nacque nel 1485 il grande navigatore Giovanni che scoprì la baia di New York (1524).
Dal 2002 un Centro Studi Storici  promuove iniziative legate alle sue imprese, come il “Verrazzano Day” il 17 aprile. Il giardino è ricco di varietà botaniche autoctone originali come il limone fiorentino. Come ha dichiarato Burton Anderson: “Sulle fondamenta di Verrazzano il Chianti ha rinnovato il suo prestigio”. La famiglia Cappellini vi produce oggi vini Chianti Classico, Riserva, Verrazzano Rosso e olio extravergine d’oliva.

Non molta strada separa Verrazzano dal Castello di Gabbiano, dalla suggestiva torre fortificata del XII secolo, oltre a quelle cilindriche di epoca più tarda. Sulla sommità del portone si leggono le iscrizioni nello stemma dei Sederini (XVI secolo).
La splendida terrazza davanti al castello si affaccia su un paesaggio incantevole di vigneti, oliveti e boschi. Gli ospiti possono vivere i diversi, confortevoli ambienti in un susseguirsi di stagioni e di sensazioni.
Le cantine di oggi risalgono al XIV secolo, ma la struttura a volte ne ricorda l’utilizzazione vinicola fin dal 1100, quando erano proprietà dei Bardi. Ogni anno nella stagione estiva il Castello ospita una mostra di arte contemporanea: quest’anno è la volta di Franco Fedeli.

I Ricasoli erano già baroni nell’XI secolo, quando si insediarono a Brolio, costruendovi un castello a difesa di Firenze contro Siena. Dall’aristocratico casato discendono vari personaggi che hanno dato lustro alla nostra storia.
Da maggio 2009 nel cassero è aperta la collezione Ricasoli che raccoglie pezzi unici  di questa famiglia guerriera, che ha combattuto a fianco dei Medici. Quattro sale in stile neogotico riuniscono armi del periodo 1300-1800, onorificenze del barone Bettino, protagonista del Risorgimento e fondatore della moderna storia del vino Chianti Classico, ricordi della visita a Brolio di Vittorio Emanuele II (1863 ed esperimenti scientifici in campo agricolo e vitivinicolo. (Orario: mar-dom 10.30-12.30; 14.30-18)

Ultima tappa del nostro tour il Chianti Rufina con il Castello del Trebbio, di proprietà dei Pazzi fin dal 1184: qui fu ordita la celebre Congiura dei Pazzi ai danni di Lorenzo e Giuliano dei Medici. Abitato dagli attuali proprietari dal 1968, esso conserva gran parte del suo aspetto originario:  la cappella privata, il cortile e le suggestive cantine, un tempo adibite a carcere. “La Sosta del Gusto” è il nuovo ristorante in cui si possono degustare  ottimi vini di produzione propria.

Ma i cast

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