Dal 25 maggio al 3 giugno Valdichiana in festa per il ‘Gigante bianco’

Dal 25 maggio al 3 giugno Valdichiana in festa per il ‘Gigante bianco’

[:it]La Valdichiana si prepara ad ospitare il maggior evento dedicato alla chianina nella sua zona d’origine.
Da venerdì 25 a domenica 27 maggio e da venerdì 1 a domenica 3 giugno torna “La valle del Gigante Bianco” che, giunta alla quattordicesima edizione, proporrà un doppio fine settimana ricco di iniziative orientate alla valorizzazione e alla scoperta della razza bovina, proponendo rievocazioni storiche, visite agli allevamenti, percorsi cicloturistici, convegni e, ovviamente, cene e degustazioni. La rassegna, organizzata dagli Amici della chianina in collaborazione con il comune di Sinalunga e il Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco dell’Appenino Centrale, ha sede principale a Bettolle ma sarà poi dislocata anche in altri Comuni aretini e senesi della vallata, con il coinvolgimento di tante associazioni, enti e istituzioni.< /p>

L’evento è collegato al progetto ‘I percorsi del Gigante Bianco’, che già nei mesi scorsi ha visto iniziative disseminate sul territorio, tra cui il treno speciale dello scorso 7 ottobre, partito da Arezzo e arrivato a Sinalunga con a bordo cicloturisti iscritti ad una pedalata tra le colline della Valdichiana e gli iscritti al convegno sulla ‘valorizzazione delle linee ferroviarie minori attraverso il collegamento con percorsi cicloturistici’.

“Il ‘Gigante bianco’ è un simbolo e una ricchezza della nostra tradizione e della nostra cultura, oltre che delle nostre tavole – ha spiegato l’assessore Ceccarelli – l’organizzazione di giornate speciali o iniziative come il ‘treno del gigante bianco’, sono un modo per valorizzare questo solenne bovino e promuovere i territori che sono la sua culla. Allo stesso tempo vogliamo mostrare come lo sviluppo di un tipo di mobilità e di turismo più lento e sano, sia utile e produttivo per il territorio”. “La Toscana ha molte aree splendide da esplorare ma lontane dai grandi flussi turistici – ha concluso Ceccarelli – crediamo l’intermodalità treno-bici possa rappresentare una leva di sviluppo importate in questo senso. La Regione sta lavorando per costruire in Toscana un sistema di ciclovie in grado di competere con i gra ndi itinerari ciclabili europei e al tempo stesso stiamo valorizzando le linee ferroviarie minori, anche attraverso iniziative come queste. Credo che la Val di Chiana abbia tutte le carte in regola per essere una protagonista di questo scenario”.

“La chianina – sottolinea l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi – è uno dei grandi ambasciatori del mondo rurale e della gastronomia toscana nel mondo. Metterla al centro di una manifestazion così ricca e articolata è un’idea giusta e vincente perché consentirà di valorizzare questa preziosa e antica razza bovina proprio nel suo territorio, consentendo a un pubblico vastissimo di conoscere da vicino e di apprezzare le qualità culturali, artistiche e gastronomiche di tutta l’area. “Nei due week-end in cui si svilupperà la manifestazione – prosegue Remaschi – il ‘Gigante bianco’ riuscirà anche nell’intento di unire tutta la Valdichiana, nei suoi comuni senesi e aretini, permettendo di valorizzare coralmente una delle zone rurali più pregiate della nostra regione”.

“La valle del ‘Gigante bianco’ – spiega Giovanni Corti, presidente degli Amici della Chianina – vuole valorizzare la chianina come un motore per lo sviluppo socio-economico dell’intero territorio, collegandosi a tantissimi settori: quello enogastronomico legato all’alimentazione, quello rurale-agricolo legato a tanti allevatori e produttori, quello culturale legato alla storia della zona, quello turistico legato alla scoperta lenta e sostenibile di una vallata piena di ricchezze. I due fine settimana proporranno un’irripetibile occasione per scoprire le tradizioni e le eccellenze dell’intera Valdichiana».

“La valle del Gigante Bianco” si aprirà alle 17.00 del 26 maggio con “La grande disfida della chianina” che proporrà un momento formativo per la conoscenza della chianina attraverso la degustazione di diversi tipi di carne, mentre la sera si terrà la cena di degustazione “100 bistecche di Chianina – Limited Edition” dedicata al taglio più pregiato del bovino.

Il giorno successivo si terrà la nona rievocazione del Matrimonio Contadino con una vera e propria ricostruzione in abiti d’epoca della tipica cerimonia nuziale agricola degli anni ’50, oltre alla prima ciclo-pedalata “Borghi & Chianina” che porterà alla scoperta turistica degli antichi borghi fortificati e delle fattorie monumentali di Sinalunga.

Il secondo fine settimana, invece, sarà caratterizzato per tutti i tre giorni da “Stalle di chianina aperte” che proporrà una visita ai cinque principali allevamenti di razza chianina dislocati nella vallata e, a livello gastronomico, troverà il proprio apice con la cena di venerdì 1 giugno “Chianina in tavola” che servirà la chianina nelle varie ricette della tradizione. I sei giorni de “La valle del Gigante Bianco” proporranno poi tante altre attività per grandi e piccoli, oltre alla possibilità di provare le degustazioni dell’Osteria della Chianina e del cibo di strada dello Streetfood del “Gigante Bianco”.[:en]La Valdichiana si prepara ad ospitare il maggior evento dedicato alla chianina nella sua zona d’origine.
Da venerdì 25 a domenica 27 maggio e da venerdì 1 a domenica 3 giugno torna “La valle del Gigante Bianco” che, giunta alla quattordicesima edizione, proporrà un doppio fine settimana ricco di iniziative orientate alla valorizzazione e alla scoperta della razza bovina, proponendo rievocazioni storiche, visite agli allevamenti, percorsi cicloturistici, convegni e, ovviamente, cene e degustazioni. La rassegna, organizzata dagli Amici della chianina in collaborazione con il comune di Sinalunga e il Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco dell’Appenino Centrale, ha sede principale a Bettolle ma sarà poi dislocata anche in altri Comuni aretini e senesi della vallata, con il coinvolgimento di tante associazioni, enti e istituzioni.< /p>

L’evento è collegato al progetto ‘I percorsi del Gigante Bianco’, che già nei mesi scorsi ha visto iniziative disseminate sul territorio, tra cui il treno speciale dello scorso 7 ottobre, partito da Arezzo e arrivato a Sinalunga con a bordo cicloturisti iscritti ad una pedalata tra le colline della Valdichiana e gli iscritti al convegno sulla ‘valorizzazione delle linee ferroviarie minori attraverso il collegamento con percorsi cicloturistici’.

“Il ‘Gigante bianco’ è un simbolo e una ricchezza della nostra tradizione e della nostra cultura, oltre che delle nostre tavole – ha spiegato l’assessore Ceccarelli – l’organizzazione di giornate speciali o iniziative come il ‘treno del gigante bianco’, sono un modo per valorizzare questo solenne bovino e promuovere i territori che sono la sua culla. Allo stesso tempo vogliamo mostrare come lo sviluppo di un tipo di mobilità e di turismo più lento e sano, sia utile e produttivo per il territorio”. “La Toscana ha molte aree splendide da esplorare ma lontane dai grandi flussi turistici – ha concluso Ceccarelli – crediamo l’intermodalità treno-bici possa rappresentare una leva di sviluppo importate in questo senso. La Regione sta lavorando per costruire in Toscana un sistema di ciclovie in grado di competere con i gra ndi itinerari ciclabili europei e al tempo stesso stiamo valorizzando le linee ferroviarie minori, anche attraverso iniziative come queste. Credo che la Val di Chiana abbia tutte le carte in regola per essere una protagonista di questo scenario”.

“La chianina – sottolinea l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi – è uno dei grandi ambasciatori del mondo rurale e della gastronomia toscana nel mondo. Metterla al centro di una manifestazion così ricca e articolata è un’idea giusta e vincente perché consentirà di valorizzare questa preziosa e antica razza bovina proprio nel suo territorio, consentendo a un pubblico vastissimo di conoscere da vicino e di apprezzare le qualità culturali, artistiche e gastronomiche di tutta l’area. “Nei due week-end in cui si svilupperà la manifestazione – prosegue Remaschi – il ‘Gigante bianco’ riuscirà anche nell’intento di unire tutta la Valdichiana, nei suoi comuni senesi e aretini, permettendo di valorizzare coralmente una delle zone rurali più pregiate della nostra regione”.

“La valle del ‘Gigante bianco’ – spiega Giovanni Corti, presidente degli Amici della Chianina – vuole valorizzare la chianina come un motore per lo sviluppo socio-economico dell’intero territorio, collegandosi a tantissimi settori: quello enogastronomico legato all’alimentazione, quello rurale-agricolo legato a tanti allevatori e produttori, quello culturale legato alla storia della zona, quello turistico legato alla scoperta lenta e sostenibile di una vallata piena di ricchezze. I due fine settimana proporranno un’irripetibile occasione per scoprire le tradizioni e le eccellenze dell’intera Valdichiana».

“La valle del Gigante Bianco” si aprirà alle 17.00 del 26 maggio con “La grande disfida della chianina” che proporrà un momento formativo per la conoscenza della chianina attraverso la degustazione di diversi tipi di carne, mentre la sera si terrà la cena di degustazione “100 bistecche di Chianina – Limited Edition” dedicata al taglio più pregiato del bovino.

Il giorno successivo si terrà la nona rievocazione del Matrimonio Contadino con una vera e propria ricostruzione in abiti d’epoca della tipica cerimonia nuziale agricola degli anni ’50, oltre alla prima ciclo-pedalata “Borghi & Chianina” che porterà alla scoperta turistica degli antichi borghi fortificati e delle fattorie monumentali di Sinalunga.

Il secondo fine settimana, invece, sarà caratterizzato per tutti i tre giorni da “Stalle di chianina aperte” che proporrà una visita ai cinque principali allevamenti di razza chianina dislocati nella vallata e, a livello gastronomico, troverà il proprio apice con la cena di venerdì 1 giugno “Chianina in tavola” che servirà la chianina nelle varie ricette della tradizione. I sei giorni de “La valle del Gigante Bianco” proporranno poi tante altre attività per grandi e piccoli, oltre alla possibilità di provare le degustazioni dell’Osteria della Chianina e del cibo di strada dello Streetfood del “Gigante Bianco”.[:]

Le Donne del Vino festeggiano i loro 30 anni

Le Donne del Vino festeggiano i loro 30 anni

[:it]Partono da Firenze, in Palazzo Vecchio, le celebrazioni per il 30° anniversario delle Donne del Vino, la più grande associazione mondiale di donne del comparto enologico.

Un appuntamento che l’assessora alle Relazioni Internazionali, Cooperazione, Turismo e Marketing territoriale Anna Paola Concia ha definito «un anniversario importante per le donne, per le donne del vino e in generale per tutto il vino italiano».

Non a caso Firenze: la città dove Le Donne del Vino sono nate alla fine dell’inverno di 30 anni fa, il 19 marzo 1988.
Nata nel 1988 su iniziativa di Elisabetta Tognana, l’associazione Donne del Vino ha sempre perseguito lo scopo di promuovere la cultura del vino e il ruolo delle donne nella società e nel comparto enologico.
Oggi conta 770 associate: produttrici, enotecarie, ristoratrici, sommelier, giornaliste e esperte. È presente in tutte le regioni italiane e ha anche socie all’estero.

L’appuntamento a Palazzo Vecchio, a cui hanno partecipato oltre all’assessora Concia la scrittrice Sveva Casati Modignani e il giornalista Massimo Giletti, apre il calendario degli eventi 2018 e presenta quello più grande: la Festa delle Donne del Vino che avrà il suo clou sabato 3 marzo con eventi diffusi in tutta Italia.
Degustazioni al cinema, video racconti, inviti in azienda. Una festa in versione film che accende i riflettori sui personaggi femminili che creano, vendono, promuovono le grandi bottiglie italiane.

Con il tema “Donne vino e cinema” l’iniziativa anticipa la festa della donna e «mira ad accendere i riflettori sul comparto enologico rivolgendosi in prima battura proprio all’universo femminile» ha detto la presidente delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini.
La scommessa è quella di cambiare i luoghi e i modi per raccontare il vino ponendo le donne come protagoniste.

Sono in programma degustazioni di bottiglie d’autore nelle sale cinematografiche mettendo “più sapore nel piacere del film” e regalando un momento unico agli spettatori del cinema.

Verranno autoprodotti video che raccontano la vita delle Donne del vino con ironia, autenticità ma anche tanto orgoglio.
Una sorta di racconto a più voci, spesso cucito da registi e video maker, dove le protagoniste si mostrano in momenti della loro vita quotidiana. La diffusione on line e durante gli eventi fa conoscere personaggi e storie femminili pieni di valori e saperi, un universo in gran parte poco conosciuto, ma molto entusiasmante.

La parte più “tradizionale” del programma riguarda le visite nelle imprese delle Donne del Vino: cantine, enoteche, ristoranti, agenzie di PR, redazioni, centri di consulenza enologica. Visite accompagnate da assaggi e mini lezioni sul vino. Fra gli invitati un posto privilegiato va alle associazioni femminili con cui le Donne del vino puntano a consolidare i rapporti oltre, ovviamente, a diffondere la cultura del buon bere.

La Festa delle Donne del Vino costituisce il primo esempio di un comparto produttivo che apre le porte in modo coordinato e diffuso nell’intera nazione per far conoscere il proprio lato femminile. «A poco tempo dalla notizia del World Economic Forum che mette l’Italia all’82° posto nel mondo per il gender gap, le Donne del Vino con il loro dinamismo e i loro progetti danno una ventata di ottimismo all’intero universo femminile italiano» ha detto l’assessora Anna Paola Concia.

DATI SULLA PRESENZA FEMMINILE NELLE IMPRESE ITALIANE E NELLE IMPRESE DEL VINO
Secondo i dati Unioncamere del 2015 il 21% delle imprese italiane sono dirette da donne e un terzo di esse sono agroalimentari o turistiche. Il 35% della forza lavoro agricola è femminile.

Le donne dirigono il 28% delle cantine con vigneto e il 12% delle cantine industriali, il 24% delle imprese che commercializzano vino al dettaglio e il 12,5% di quelle all’ingrosso (dati Cribis- Crif).

Associazione Nazionale Le Donne del Vino
02 867577, www.ledonnedelvino.com, info@ledonnedelvino.com[:en]Partono da Firenze, in Palazzo Vecchio, le celebrazioni per il 30° anniversario delle Donne del Vino, la più grande associazione mondiale di donne del comparto enologico.

Un appuntamento che l’assessora alle Relazioni Internazionali, Cooperazione, Turismo e Marketing territoriale Anna Paola Concia ha definito «un anniversario importante per le donne, per le donne del vino e in generale per tutto il vino italiano».

Non a caso Firenze: la città dove Le Donne del Vino sono nate alla fine dell’inverno di 30 anni fa, il 19 marzo 1988.
Nata nel 1988 su iniziativa di Elisabetta Tognana, l’associazione Donne del Vino ha sempre perseguito lo scopo di promuovere la cultura del vino e il ruolo delle donne nella società e nel comparto enologico.
Oggi conta 770 associate: produttrici, enotecarie, ristoratrici, sommelier, giornaliste e esperte. È presente in tutte le regioni italiane e ha anche socie all’estero.

L’appuntamento a Palazzo Vecchio, a cui hanno partecipato oltre all’assessora Concia la scrittrice Sveva Casati Modignani e il giornalista Massimo Giletti, apre il calendario degli eventi 2018 e presenta quello più grande: la Festa delle Donne del Vino che avrà il suo clou sabato 3 marzo con eventi diffusi in tutta Italia.
Degustazioni al cinema, video racconti, inviti in azienda. Una festa in versione film che accende i riflettori sui personaggi femminili che creano, vendono, promuovono le grandi bottiglie italiane.

Con il tema “Donne vino e cinema” l’iniziativa anticipa la festa della donna e «mira ad accendere i riflettori sul comparto enologico rivolgendosi in prima battura proprio all’universo femminile» ha detto la presidente delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini.
La scommessa è quella di cambiare i luoghi e i modi per raccontare il vino ponendo le donne come protagoniste.

Sono in programma degustazioni di bottiglie d’autore nelle sale cinematografiche mettendo “più sapore nel piacere del film” e regalando un momento unico agli spettatori del cinema.

Verranno autoprodotti video che raccontano la vita delle Donne del vino con ironia, autenticità ma anche tanto orgoglio.
Una sorta di racconto a più voci, spesso cucito da registi e video maker, dove le protagoniste si mostrano in momenti della loro vita quotidiana. La diffusione on line e durante gli eventi fa conoscere personaggi e storie femminili pieni di valori e saperi, un universo in gran parte poco conosciuto, ma molto entusiasmante.

La parte più “tradizionale” del programma riguarda le visite nelle imprese delle Donne del Vino: cantine, enoteche, ristoranti, agenzie di PR, redazioni, centri di consulenza enologica. Visite accompagnate da assaggi e mini lezioni sul vino. Fra gli invitati un posto privilegiato va alle associazioni femminili con cui le Donne del vino puntano a consolidare i rapporti oltre, ovviamente, a diffondere la cultura del buon bere.

La Festa delle Donne del Vino costituisce il primo esempio di un comparto produttivo che apre le porte in modo coordinato e diffuso nell’intera nazione per far conoscere il proprio lato femminile. «A poco tempo dalla notizia del World Economic Forum che mette l’Italia all’82° posto nel mondo per il gender gap, le Donne del Vino con il loro dinamismo e i loro progetti danno una ventata di ottimismo all’intero universo femminile italiano» ha detto l’assessora Anna Paola Concia.

DATI SULLA PRESENZA FEMMINILE NELLE IMPRESE ITALIANE E NELLE IMPRESE DEL VINO
Secondo i dati Unioncamere del 2015 il 21% delle imprese italiane sono dirette da donne e un terzo di esse sono agroalimentari o turistiche. Il 35% della forza lavoro agricola è femminile.

Le donne dirigono il 28% delle cantine con vigneto e il 12% delle cantine industriali, il 24% delle imprese che commercializzano vino al dettaglio e il 12,5% di quelle all’ingrosso (dati Cribis- Crif).

Associazione Nazionale Le Donne del Vino
02 867577, www.ledonnedelvino.com, info@ledonnedelvino.com[:]

Sulla Francigena: la prima ultra maratona per camminatori

Sulla Francigena: la prima ultra maratona per camminatori

[:it]

Oggi e domani i 700 trekker si cimenteranno nei 4 percorsi lungo la Via Francigena tra Toscana e Lazio
World Francigena Ultramarathon’: al via la prima maratona per camminatori lungo la Via di Sigerico a Siena
Partenza davanti al Duomo di Siena anche per il sindaco di Siena e gli assessori Pallai, Mazzini, Maggi e Tarquini

La Via Francigena prende la strada. Partiti oggi da Siena i pellegrini della ‘World Francigena Ultra Marathon, la prima maratona per camminatori alle prese con i 4 itinerari slow tra Toscana e Lazio.
I primi a cimentarsi nell’impresa.

Ai ‘nastri di partenza’ di Piazza Duomo tanti sorrisi e un bel clima di amicizia hanno accompagnato il primo giorno di cammino che si concluderà domani con l’arrivo ad Acquapendente della tappa non stop di 120 Km.

In contemporanea è stato dato il via anche ai trekker della tappa di 32 Km, in viaggio da Siena a Buonconvento. Itinerario scelto anche dal sindaco di Siena Bruno Valentini e gli assessori Sonia Pallai, Paolo Mazzini, Tiziana Tarquini e Stefano Maggi. Il cammino dei pellegrini moderni proseguirà anche stasera, alle ore 22, con la partenza a San Quirico d’Orcia dei camminatori che parteciperanno alla tappa di 65 Km, che vedrà anche la presenza dell’assessore del Comune di Acquapendente Riccardo Crisanti e del sindaco di San Quirico d’Orcia, Valeria Agnelli.

L’ultimo gruppo di trekker formato anche dall’assessore ai lavori pubblici del Comune di Radicofani Cristina Meloni, partirà domani, domenica 22 ottobre alle ore 9 da Radicofani con arrivo finale sempre ad Acquapendente, dove ad attendere tutti i camminatori ci sarà una vera e propria festa, con musica dal vivo e tanto buon cibo.[:en]

Oggi e domani i 700 trekker si cimenteranno nei 4 percorsi lungo la Via Francigena tra Toscana e Lazio
World Francigena Ultramarathon’: al via la prima maratona per camminatori lungo la Via di Sigerico a Siena
Partenza davanti al Duomo di Siena anche per il sindaco di Siena e gli assessori Pallai, Mazzini, Maggi e Tarquini

La Via Francigena prende la strada. Partiti oggi da Siena i pellegrini della ‘World Francigena Ultra Marathon, la prima maratona per camminatori alle prese con i 4 itinerari slow tra Toscana e Lazio.
I primi a cimentarsi nell’impresa.

Ai ‘nastri di partenza’ di Piazza Duomo tanti sorrisi e un bel clima di amicizia hanno accompagnato il primo giorno di cammino che si concluderà domani con l’arrivo ad Acquapendente della tappa non stop di 120 Km.

In contemporanea è stato dato il via anche ai trekker della tappa di 32 Km, in viaggio da Siena a Buonconvento. Itinerario scelto anche dal sindaco di Siena Bruno Valentini e gli assessori Sonia Pallai, Paolo Mazzini, Tiziana Tarquini e Stefano Maggi. Il cammino dei pellegrini moderni proseguirà anche stasera, alle ore 22, con la partenza a San Quirico d’Orcia dei camminatori che parteciperanno alla tappa di 65 Km, che vedrà anche la presenza dell’assessore del Comune di Acquapendente Riccardo Crisanti e del sindaco di San Quirico d’Orcia, Valeria Agnelli.

L’ultimo gruppo di trekker formato anche dall’assessore ai lavori pubblici del Comune di Radicofani Cristina Meloni, partirà domani, domenica 22 ottobre alle ore 9 da Radicofani con arrivo finale sempre ad Acquapendente, dove ad attendere tutti i camminatori ci sarà una vera e propria festa, con musica dal vivo e tanto buon cibo.[:]

La Toscana per la Valnerina

La Toscana per la Valnerina

[:it]Fino al 22 settembre nei ristoranti e osterie toscane di Slow Food che hanno aderito al progetto e che espongono la locandina serate solidali per il centro Italia terremotato a base di Marocca di Casola.

La Marocca di Casola è un presìdio Slow Food che si ottiene impastando farina di castagne setacciata fine, farina di grano e patate lesse schiacciate, olio extravergine di oliva, lievito sciolto nel latte, pasta madre e acqua. L’impasto viene poi modellato in pagnotte rotonde di circa 20 centimetri di diametro lasciate lievitare per oltre 1 ora e poi cotte sempre per 1 ora nel forno a legna a temperatura più bassa rispetto a quella del pane. I pani sono di un colore marrone scuro, emanano un intenso profumo di castagne e sono lievemente dolci.

In occasione del 7° piatto dell’Alleanza, i cuochi delle osterie e dei ristoranti aderenti hanno deciso di presentarla nei propri menu in abbinamento libero ai prodotti della Comunità terremotate della Valnerina.

Ad esempio al ristorante “L’Oste Dispensa” (Strada provinciale Giannella, 113 Orbetello, Grosseto, www.ostedispensa.it il cuoco Stefano Sorci prepara “Quando la Marocca va in Valnerina a base di Marocca di Casola con la sua Insalata di Melone, menta e lippia, su croccante di Marocca, prosciutto crudo di Norcia con grattugia di pecorino di Cascia 18 mesimollica tostata in insalata di pecorino fresco e stagionato di Cascia, guanciale e spalletta di Norcia con cetrioli e olive all’origano.
Tiziana Tacchi dell’Osteria “Il Grillo è Buoncantore” di Chiusi (piazza XX settembre 10, Chiusi, Siena, www.ilgrillobuoncantore.it ha scelto di servire il piatto in: insalata di melone, menta e lippia, su croccante di Marocca, prosciutto crudo di Norcia con grattugia di pecorino di Cascia 18 mesi.
Il prosciutto è realizzato dall’Antica Norcineria Fratelli Ansuini, mentre il pecorino arriva dalla Fattoria di Opagna di Cascia di Domenico Porzio.
Elena Bianciardi dell’Osteria “Grotta Follis” via Roma 125, Follonica, Grosseto prepara: Lo schiaccino della Marocca di Casola, ricotta di pura pecora di Angela Saba, mortadella di Campotosto (a Norcia denominata coglioni di mulo), sedano croccante, ciliegie e misticanza.
Al ristorante “i Diavoletti” (Stradone di Camigliano, 302, Capannori, Lucca, www.ristorantediavoletti.it la Marocca di Casola con pecorino della Fattoria Opascia dei fratelli Domenico con composta di bucce di Pomodorocuoca Alda Bosi prepara: la Marocca di Casola con il pecorino della Fattoria di Opagna di Cascia di Domenico Porzio con composta di bucce di pomodoro.

La Marocca viene prodotta tutto l’anno ed ha una consistenza spugnosa grazie alla presenza di patate lesse e una buona conservabilità dovuta anche all’utilizzo della farina di castagne, oltreché delle patate. E’adatta per essere consumata con formaggi caprini morbidi e con il miele. Ottimo abbinamento con il lardo di Colonnata e con i salumi della tradizione toscana.
La sua produzione oggi è legata ad un solo forno, situato proprio a Casola in Lunigiana (via Villa di Regnano, 99 tel. 0585 983017) gestito da Fabio Bertolucci, che la prepara ancora abitualmente. Il nome della Marocca pare derivi dal termine dialettale marocat, cioè poco malleabile: questo pane, infatti, in passato aveva una consistenza molto dura.
 Ristorante L’Oste Dispensa, Strada provinciale Giannella, 113 Orbetello (Gr)
 Da Roberto, Taverna in Montisi, via Umberto I, 3 San Giovanni d’Asso (Si)
 Antica porta di Levante
 Ristorante Il Grillo è Buon Cantore, piazza XX settembre 10, Chiusi (Si)
 Il Ristoro del Parco Bio Fattoria Il Duchesco, strada provinciale 59 n. 29 Alberese (Gr)
 Ristorante Antico Ristoro Le Colombaie, via Montanelli 22, loc. La Catena, San Miniato (Pi)
 Ristorante Grotta Follis, via Roma 125, Follonica (Gr)
 Osteria Vecchio Mulino, via Vittorio Emanuele, 12 Castelnuovo Garfagnana (Lu)
 Osteria I Diavoletti, via Stradone di Camigliano, 302, Capannori (Lu)
 Ristorante Belvedere, Località Bano 226, Monte San Savino (Ar)

Il piatto dell’Alleanza dei cuochi di Slow Food viene servito in ristoranti e osterie toscane che hanno aderito al progetto e che espongono la locandina dell’iniziativa, e viene cambiato ogni tre mesi, in occasione di ogni solstizio ed equinozio seguendo anche le stagionalità alimentari. Il piatto a base di Marocca di Casola sarà pertanto degustabile fino al 22 settembre prossimo.

Altri piatti dell’Alleanza sono stati: Testarolo artigianale Pontremolese con Pecorino a Latte Crudo della Montagna Pistoiese, i prodotti della Pesca Tradizionale nella Laguna di Orbetello, la razza bovina Maremmana, la Tarese del Valdarno, la Cipolla di Certaldo e il Biscotto Salato di Roccalbegna.

 [:en]Lo schiaccino della Marocca di Casola, ricotta di pura pecora di Angela Saba, la Mortadella di Campotosto, sedano croccante, ciliegie e misticanzaFino al 22 settembre nei ristoranti e osterie toscane di Slow Food che hanno aderito al progetto e che espongono la locandina serate solidali per il centro Italia terremotato a base di Marocca di Casola.

La Marocca di Casola è un presìdio Slow Food che si ottiene impastando farina di castagne setacciata fine, farina di grano e patate lesse schiacciate, olio extravergine di oliva, lievito sciolto nel latte, pasta madre e acqua. L’impasto viene poi modellato in pagnotte rotonde di circa 20 centimetri di diametro lasciate lievitare per oltre 1 ora e poi cotte sempre per 1 ora nel forno a legna a temperatura più bassa rispetto a quella del pane. I pani sono di un colore marrone scuro, emanano un intenso profumo di castagne e sono lievemente dolci.

In occasione del 7° piatto dell’Alleanza, i cuochi delle osterie e dei ristoranti aderenti hanno deciso di presentarla nei propri menu in abbinamento libero ai prodotti della Comunità terremotate della Valnerina.

Ad esempio al ristorante “L’Oste Dispensa” (Strada provinciale Giannella, 113 Orbetello, Grosseto, www.ostedispensa.it il cuoco Stefano Sorci prepara “Quando la Marocca va in Valnerina a base di Marocca di Casola con la sua Insalata di Melone, menta e lippia, su croccante di Marocca, prosciutto crudo di Norcia con grattugia di pecorino di Cascia 18 mesimollica tostata in insalata di pecorino fresco e stagionato di Cascia, guanciale e spalletta di Norcia con cetrioli e olive all’origano.
Tiziana Tacchi dell’Osteria “Il Grillo è Buoncantore” di Chiusi (piazza XX settembre 10, Chiusi, Siena, www.ilgrillobuoncantore.it ha scelto di servire il piatto in: insalata di melone, menta e lippia, su croccante di Marocca, prosciutto crudo di Norcia con grattugia di pecorino di Cascia 18 mesi.
Il prosciutto è realizzato dall’Antica Norcineria Fratelli Ansuini, mentre il pecorino arriva dalla Fattoria di Opagna di Cascia di Domenico Porzio.
Elena Bianciardi dell’Osteria “Grotta Follis” via Roma 125, Follonica, Grosseto prepara: Lo schiaccino della Marocca di Casola, ricotta di pura pecora di Angela Saba, mortadella di Campotosto (a Norcia denominata coglioni di mulo), sedano croccante, ciliegie e misticanza.
Al ristorante “i Diavoletti” (Stradone di Camigliano, 302, Capannori, Lucca, www.ristorantediavoletti.it la Marocca di Casola con pecorino della Fattoria Opascia dei fratelli Domenico con composta di bucce di Pomodorocuoca Alda Bosi prepara: la Marocca di Casola con il pecorino della Fattoria di Opagna di Cascia di Domenico Porzio con composta di bucce di pomodoro.

La Marocca viene prodotta tutto l’anno ed ha una consistenza spugnosa grazie alla presenza di patate lesse e una buona conservabilità dovuta anche all’utilizzo della farina di castagne, oltreché delle patate. E’adatta per essere consumata con formaggi caprini morbidi e con il miele. Ottimo abbinamento con il lardo di Colonnata e con i salumi della tradizione toscana.
La sua produzione oggi è legata ad un solo forno, situato proprio a Casola in Lunigiana (via Villa di Regnano, 99 tel. 0585 983017) gestito da Fabio Bertolucci, che la prepara ancora abitualmente. Il nome della Marocca pare derivi dal termine dialettale marocat, cioè poco malleabile: questo pane, infatti, in passato aveva una consistenza molto dura.
 Ristorante L’Oste Dispensa, Strada provinciale Giannella, 113 Orbetello (Gr)
 Da Roberto, Taverna in Montisi, via Umberto I, 3 San Giovanni d’Asso (Si)
 Antica porta di Levante
 Ristorante Il Grillo è Buon Cantore, piazza XX settembre 10, Chiusi (Si)
 Il Ristoro del Parco Bio Fattoria Il Duchesco, strada provinciale 59 n. 29 Alberese (Gr)
 Ristorante Antico Ristoro Le Colombaie, via Montanelli 22, loc. La Catena, San Miniato (Pi)
 Ristorante Grotta Follis, via Roma 125, Follonica (Gr)
 Osteria Vecchio Mulino, via Vittorio Emanuele, 12 Castelnuovo Garfagnana (Lu)
 Osteria I Diavoletti, via Stradone di Camigliano, 302, Capannori (Lu)
 Ristorante Belvedere, Località Bano 226, Monte San Savino (Ar)

Il piatto dell’Alleanza dei cuochi di Slow Food viene servito in ristoranti e osterie toscane che hanno aderito al progetto e che espongono la locandina dell’iniziativa, e viene cambiato ogni tre mesi, in occasione di ogni solstizio ed equinozio seguendo anche le stagionalità alimentari. Il piatto a base di Marocca di Casola sarà pertanto degustabile fino al 22 settembre prossimo.

Altri piatti dell’Alleanza sono stati: Testarolo artigianale Pontremolese con Pecorino a Latte Crudo della Montagna Pistoiese, i prodotti della Pesca Tradizionale nella Laguna di Orbetello, la razza bovina Maremmana, la Tarese del Valdarno, la Cipolla di Certaldo e il Biscotto Salato di Roccalbegna.

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I magnifici 23 dell’olio extravergine toscano

[:it]podere-le-melie-dei-cavallini-olio-extravergine-di-oliva-toscano-olio-1La selezione, bandita nel febbraio 2017 dalla Regione Toscana con Promo Firenze, azienda speciale della Camera di Commercio di Firenze, è stata presentata nel capoluogo toscano ed è il frutto del lavoro della commissione regionale di assaggio che ha scelto tra i campioni presentati dai produttori di oli extravergini certificati in una delle 5 Dop e Igp registrate per la Toscana.

“Questa iniziativa – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi in un messaggio ai premiati – ha lo scopo da una parte di individuare quegli oli che per le loro caratteristiche possono rappresentare al massimo livello tutta la nostra produzione e dall’altra, di stimolare lo sforzo delle imprese olivicole al continuo miglioramento della qualità del prodotto.” “Inoltre – ha aggiunto – la selezione, che è riservata agli oli certificati DOP e IGP, vuol incentivare l’uso di questi strumenti di valorizzazione che garantiscono il consumatore quanto a qualità e legame col territorio”.

Gli oli selezionati sono la punta di diamante di un settore che conta 50mila aziende in tutta la regione e che da 15 milioni di piante ricava in media 180mila quintali di olio per un fatturato di 132 milioni di euro.
Nello specifico, alla selezione hanno potuto partecipare tutti i produttori toscani di oli extravergini di oliva presentando campioni di olio appartenenti a un lotto unico ed omogeneo di almeno 10 quintali.
Ogni impresa aveva la possibilità di partecipare con un massimo di 3 oli. Il tutto, tra l’altro, a fronte di un’annata piuttosto scarsa per la produzione di olio.

Guardando ai numeri, il patrimonio olivicolo regionale è formato da oltre 15 milioni di piante, delle quali più del 90% è costituito da poche varietà: Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino, e Pendolino. Negli oliveti toscani sono comunque presenti anche numerose altre varietà minori che sono state censite e studiate attraverso approfondite indagini. Si tratta di un immenso patrimonio genetico, selezionato e riprodotto localmente nel corso dei secoli, che forma con l’ambiente naturale un insieme inscindibile.

Ora il compito di portare alto il nome della Toscana spetta alla selezione dei 23 oli extravergine, descritti anche in un catalogo predisposto in due lingue.[:en]La selezione, bandita nel febbraio 2017 dalla Regione Toscana con Promo Firenze, azienda speciale della Camera di Commercio di Firenze, è stata presentata nel capoluogo toscano ed è il frutto del lavoro della commissione regionale di assaggio che ha scelto tra i campioni presentati dai produttori di oli extravergini certificati in una delle 5 Dop e Igp registrate per la Toscana.

“Questa iniziativa – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi in un messaggio ai premiati – ha lo scopo da una parte di individuare quegli oli che per le loro caratteristiche possono rappresentare al massimo livello tutta la nostra produzione e dall’altra, di stimolare lo sforzo delle imprese olivicole al continuo miglioramento della qualità del prodotto.” “Inoltre – ha aggiunto – la selezione, che è riservata agli oli certificati DOP e IGP, vuol incentivare l’uso di questi strumenti di valorizzazione che garantiscono il consumatore quanto a qualità e legame col territorio”.

Gli oli selezionati sono la punta di diamante di un settore che conta 50mila aziende in tutta la regione e che da 15 milioni di piante ricava in media 180mila quintali di olio per un fatturato di 132 milioni di euro.
Nello specifico, alla selezione hanno potuto partecipare tutti i produttori toscani di oli extravergini di oliva presentando campioni di olio appartenenti a un lotto unico ed omogeneo di almeno 10 quintali.
Ogni impresa aveva la possibilità di partecipare con un massimo di 3 oli. Il tutto, tra l’altro, a fronte di un’annata piuttosto scarsa per la produzione di olio.

Guardando ai numeri, il patrimonio olivicolo regionale è formato da oltre 15 milioni di piante, delle quali più del 90% è costituito da poche varietà: Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino, e Pendolino. Negli oliveti toscani sono comunque presenti anche numerose altre varietà minori che sono state censite e studiate attraverso approfondite indagini. Si tratta di un immenso patrimonio genetico, selezionato e riprodotto localmente nel corso dei secoli, che forma con l’ambiente naturale un insieme inscindibile.

Ora il compito di portare alto il nome della Toscana spetta alla selezione dei 23 oli extravergine, descritti anche in un catalogo predisposto in due lingue.[:]

Toscana: le aperture speciali del Fai

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Giornate-FAI-primavera-2017-i-siti-da-non-perderedi Nadia Fondelli – Sabato 25 e domenica 26 edizione numero 25 delle Giornate Fai. 48 i “tesori” di Firenze e della Toscana che verranno nell’ occasione aperti al pubblico. In città si segnalano il cimitero degli Inglesi e il cimitero degli Allori.

A Firenze città in occasione delle Giornate Fai di primavera si potranno visitare anche due cimiteri monumentali: il cimitero degli Inglesi, dove è sepolto tra gli altri Pietro Viesseux, e il cimitero degli Allori dove riposano anche lo scrittore Harold Acton e la giornalista Oriana Fallaci.
Cimitero_Evangelico_Agli_Allori_-_interior_IIIFra le chicce da scoprire in città anche, eccezionalmente, palazzo Valori Altoviti sede della loggia massonica del Grande Oriente d’Italia un palazzo cinquecentesco famoso col nome di ‘Palazzo dei visacci’ per i ritratti di illustri fiorentini scolpiti sulla facciata.
Da non perdere neache la Torre di Careggi, l’ex convento delle Oblate e l’ex manifattura Tabacchi.

Allargandosi alla regione ben 48 i luoghi da scoprire o riscoprire aperti  eccezionalmente con orario dalle 10 alle 16,30.
Tra i ‘tesori’ da non perdere in provincia di Arezzo il chiostro dell’antico ospedale dell’ex convento di san Francesco a Foiano della Chiana; la villa del presidente a Livorno; l’idroscalo di Orbetello; palazzo Orsetti e la chiesa di Santa Caterina a Lucca; la splendida villa Puccini a Viareggio; il camposanto monumentale di Pisa; il conservatorio di San Niccolò a Prato; la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Pistoia; il cimitero monumentale della Misericordia e la farmacia dell’ex ospedale psichiatrico San Niccolò a Pisa e l’abbazia di San Galgano a Chiusdino.

Un week end speciale, da non perdere!

Informazioni: www.fondoambiente.it/Chi-siamo/Index.aspx?q=delegazione-toscana[:en]

DIG1415-S-GalganoGiornate-FAI-primavera-2017-i-siti-da-non-perderedi Nadia Fondelli – Sabato 25 e domenica 26 edizione numero 25 delle Giornate Fai. 48 i “tesori” di Firenze e della Toscana che verranno nell’ occasione aperti al pubblico. In città si segnalano il cimitero degli Inglesi e il cimitero degli Allori.

A Firenze città in occasione delle Giornate Fai di primavera si potranno visitare anche due cimiteri monumentali: il cimitero degli Inglesi, dove è sepolto tra gli altri Pietro Viesseux, e il cimitero degli Allori dove riposano anche lo scrittore Harold Acton e la giornalista Oriana Fallaci.
Cimitero_Evangelico_Agli_Allori_-_interior_IIIFra le chicce da scoprire in città anche, eccezionalmente, palazzo Valori Altoviti sede della loggia massonica del Grande Oriente d’Italia un palazzo cinquecentesco famoso col nome di ‘Palazzo dei visacci’ per i ritratti di illustri fiorentini scolpiti sulla facciata.
Da non perdere neache la Torre di Careggi, l’ex convento delle Oblate e l’ex manifattura Tabacchi.

Allargandosi alla regione ben 48 i luoghi da scoprire o riscoprire aperti  eccezionalmente con orario dalle 10 alle 16,30.
Tra i ‘tesori’ da non perdere in provincia di Arezzo il chiostro dell’antico ospedale dell’ex convento di san Francesco a Foiano della Chiana; la villa del presidente a Livorno; l’idroscalo di Orbetello; palazzo Orsetti e la chiesa di Santa Caterina a Lucca; la splendida villa Puccini a Viareggio; il camposanto monumentale di Pisa; il conservatorio di San Niccolò a Prato; la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Pistoia; il cimitero monumentale della Misericordia e la farmacia dell’ex ospedale psichiatrico San Niccolò a Pisa e l’abbazia di San Galgano a Chiusdino.

Un week end speciale, da non perdere!

Informazioni: www.fondoambiente.it/Chi-siamo/Index.aspx?q=delegazione-toscana[:]