La Toscana ha due nuovi prodotti agroalimentari tradizionali certificati. Scopriamo la Befana di Barga e la Scola di Vicchio

La Toscana ha due nuovi prodotti agroalimentari tradizionali certificati. Scopriamo la Befana di Barga e la Scola di Vicchio

L’anno 2023 della Toscana si chiude con l’aggiornamento dell’Elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali che vede l’inserimento di due nuovi prodotti appartenenti entrambi alla Categoria “Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria”.
Si tratta della “Befana di Barga” la cui richiesta di iscrizione arriva dal Comune di Barga, mentre il Comune di Vicchio ha presentato la richiesta della “Scola”.

Il totale dell’elenco dei PAT della Toscana sale così a 464.

La Befana di Barga

I biscotti della Befana di Barga

La Befana di Barga sono i biscottini ricoperti di marzapane colorato di Alkermes e spolverati di zucchero, hanno le più svariate forme e sono preparati tradizionalmente nel periodo natalizio o durante l’anno in corrispondenza di occasioni particolari, matrimoni, battesimi, comunioni, cresime, ecc..
Ogni famiglia conserva tuttora i propri stampini delle forme più varie tramandati di generazione in generazione.
La preparazione casalinga poi è un vero rito collettivo, dove ognuno ha i suoi compiti: l’impasto e il marzapane vengono preparati il giorno precedente e fatti riposare al fresco.
Una volta pronti ci si ritrova da chi ha la cucina più grande e possibilmente, il forno a legna.
C’è chi spiana, chi dà la forma, chi pinzetta, chi aggiunge il marzapane e chi aggiunge gli elementi decorativi.
L’uso dell’apposita pinzetta richiede una manualità ed un’esperienza che si acquisisce solo con anni e anni di preparazioni.
Era tradizione preparare la Befana anche per i parenti emigranti.
L’arrivo del biscotto in Scozia, in America, in Brasile ecc. rappresenta infatti per i bargo-esteri un motivo di festa evocando i ricordi della terra natia.
E’ un prodotto che viene preparato anche dai forni e dalle pasticcerie di Barga ma è molto sentito dalle famiglie per le quali vi è perfino il concorso per “La migliore befana casalinga” che si svolge il 5 gennaio.
Si racconta che gli abitanti di Castelvecchio, frazione del Comune di Barga, in occasione dell’Epifania, erano soliti regalare al poeta Giovanni Pascoli un cestino di Befana di Barga.

La Scola di Vicchio

Il dolce della Candelora di Vicchio

La “Scola” o “Spola” è invece un dolce allungato, morbido e profumato, arricchito da zucchero, uvetta, anice, prodotto dai forni di Vicchio e venduta come fila di 6 panini, che si possono vendere anche singolarmente.
La “scola” viene prodotta annualmente solo nel mese di febbraio esclusivamente dai fornai del comune di Vicchio, prodotto è arrivato fino ai giorni nostri sostanzialmente senza modifiche nella ricetta.

Se ne riscontra la produzione già dagli inizi del 1900 dalle testimonianze di generazioni trascorse tramandate ai consumatori odierni, o in modo più puntuale, al 1940 secondo la testimonianza di alcuni produttori locali, che ricordano la produzione della “scola” nella frazione di Molezzano per la festività della Candelora.
Il prodotto “scola” è da collegare alla festa della Candelora, che nel calendario liturgico era dedicata alla Purificazione della Vergine avvenuta appunto 40 giorni dopo il Natale. 
È interessante notare come i dizionari storici (vedi Tommaseo) riportino il lemma come variante “spola”, facendo riferimento a un filoncino di pane di forma affusolata come la spola di legno della tessitura.

 

 

Luoghi e leggende della GarfagnanaPlaces and myths of the Garfagnana

Si dice che sul Ponte della Maddalena, che collega le due sponde del Serchio vicino al paese di Borgo a Mozzano, nel 1300 lo stesso costruttore del ponte strinse un patto con il maligno: sarebbe riuscito a finire l’opera nei tempi prestabiliti a patto di consegnare a Satana l’anima del primo malcapitato che avesse attraversato il fiume.

Fu così che, su suggerimento del prete del paese, il primo a passare il ponte fu  un maiale e il demonio scomparve, roso dalla rabbia per l’inganno.

Da questa leggenda prende il nome uno dei ponti più belli ed affascinanti della Toscana, il Ponte del Diavolo, uno dei tanti misteriosi simboli della Garfagnana.

Questa terra incastonata tra le Alpi Apaune e l’Appenino Tosco Emiliano, è da sempre considerata magica, per le numerose favole e i luoghi incantati che la popolano.

Tra le perle da visitare sul territorio c’è la Grotta del Vento, un’incredibile complesso sotterraneo dove è possibile ammirare surreali paesaggi disegnati dalla stratificazione secolare del terreno.

Risalendo invece la gola calcarea dell’Orrido di Botri, canyon formato dallo scorrere di due torrenti, s’incontrano incredibili piscine naturali immerse nel silenzio della natura e, se si raggiungono i 200 m, chissà che non s’incontri pure un’aquila reale.

Fortunato è stato chi è riuscito a scorgere il campanile o addirittura passeggiare tra i vicoli di Vagli, il villaggio sommerso, custodito nella diga artificiale omonima e che solo saltuariamente, per i lavori di manutenzione del bacino, riemerge alla luce del sole.

In un immaginario itinerario lungo la Garfagnana, impossibile non fermarsi a Barga, riconosciuto dal Touring Club come uno dei borghi più belli d’Italia, ultimo rifugio del Poeta Giovanni Pascoli, che a Barga dedicò alcuni dei suoi versi più belli e la cui casa ancora oggi è aperta ai visitatori.

www.ingarfagnana.orgIt is said that the bridge builder made a pact with the devil in 1300 on the Ponte della Maddalena, which connects the two generic viagra online banks of the Serchio, close to the town of Borgo a Mozzano: he would be able to finish the work before the deadline as long as the soul of the first wretch to cross the river would be given to Satan.

That’s why, upon the suggestion of the town’s priest, the first to cross the bridge was a pig and the demon appeared, red with rage for the trick. One of the most beautiful and striking bridges in Tuscany, Ponte del Diavolo takes its name from this legend, one of the many mysterious symbols in the Garfagnana.

This land wedged in between the Apuan Alps and the Tuscan-Emilian Apennines has always been considered magical for the many tales and enchanting places that are found there.

Among the gems to be visited in the area, there’s the Grotta del Vento, an incredible underground complex where you can take in the surreal landscape designed by the centuries-old stratification of the ground.

Climbing up the chalky gorge of Orrido di Botri instead, a canyon formed by the flowing of two torrents, you come across incredible natural swimming pools immersed in the silence of nature, and who knows if you’d even come across a real eagle if you continue above 200 metres.

You’re one of the lucky one if you’re able to catch a glimpse of the bell tower or walk around the alleyways of Vagli, the sunken village, preserved in the man-made dam of the same name and which only re-emerges in the light of the sun occasionally for basin maintenance works.

Along an imaginary route along the Garfagnana, stopping in Barga is almost mandatory, acknowledged by Touring Club as one of the loveliest towns in Italy, the last refuge of the poet Giovanni Pascoli, to which he dedicated some of his best verse and whose house is still open to visitors today.

BOX: www.ingarfagnana.org