Capri: l’sola gioiello italiana. 5 buoni motivi per visitarla d’estate

Capri: l’sola gioiello italiana. 5 buoni motivi per visitarla d’estate

L’Isola di Capri è un gioiello italiano di natura e storia incastonata nel prpfondo blu del Mar Tirreno. Celebre per la bellezza, le acque cristalline e l’atmosfera elegante è da secoli ambita da viaggiatori che provengono da ogni angolo del globo.
Ha affascinato poeti, artisti, cantori e celebrità di ogni dove e quest’anno è più splendida che mai dopo il recupero di via Krupp.

Via Krupp. Foto Twitter

La rinascita di via Krupp

È una notizia attesa da nove anni e finalmente a fine giugno, ha riaperto ufficialmente via Krupp l’iconica strada panoramica, unica nel suo genere che serpeggia fra le scogliere e la macchia mediterranea di Capri. Un percorso suggestivo oggi messo in sicurezza scavato nella roccia che profuma di salmastro che per un chilometro circa conduce il viandante dai Giardini di Augusto, che si trovano vicini alla celebre “Piazzetta” di Capri, fino a Marina Piccola. Percorrerla è un’esperienza che si ricorda per tutta la vita.
Fatta costruire tra il 1900 e il 1902 dall’imprenditore tedesco di cui porta il nome, Friedrich Alfred Krupp e realizzata dall’architetto Emilio Mayer, la strada è un capolavoro di ingegneria.

I Faraglioni. Foto di falco da Pixabay

Paesaggi incantevoli e vedute mozzafiato

Il primo motivo che rende Capri una destinazione irresistibile, un’isola che tutti almeno una volta nella vita dovrebbero visitare è la straordinaria bellezza dei suoi paesaggi.
Ogni angolo, ogni curva, ogni affaccio è una cartolina vivente che si apre davanti allo sguardo.
Una cartolina che pare quasi come quelle antiche in banco e nero dove poi il pennello dell’artista dipingeva ogni dettaglio con colori intensi, vivaci e contrasti di azzurri incredibili fra mare e scogliere.
La vista per eccellenza di Capri è ovviamente quella dei “Faraglioni”; tre imponenti rocce emergenti dal mare che formano uno degli scenari più celebri e celebrati a livello mondiale.
Oltre a questo, l’isola offre molti altri scorci panoramici indimenticabili come quello dal Monte Solaro raggiungibile con la seggiovia panoramica e dalla cui vetta lo sguardo si perde a 360 gradi in un mare blu profondo e bellissimo.
Passeggiare per il borgo di Anacapri, traboccante di stradine acciottolate e casette colorate offre l’opportunità di immergersi nella tradizione e nell’autenticità locale.
Ogni scorcio diventa una foto perfetta, ogni istante vissuto in questa atmosfera sarà un ricordo da custodire.

Grotta azzurra- Foto Isola di Capri portal

Grotte e spiagge uniche

Il secondo motivo che rende Capri una meta da non perdere è la straordinaria varietà di grotte e spiagge che punteggiano la sua costa lungo tutto il periplo. Da secoli, queste meraviglie naturali hanno attratto e affascinato i visitatori con la loro bellezza e mistero.
La grotta per eccellenza è ovviamente la celebre Grotta Azzurra vero spettacolo della natura dove l’acqua al suo interno risplende di un blu intenso e luminoso grazie alla luce del sole che filtrando attraverso la sua stretta apertura regala visioni incredibili e diverse a seconda dell’ora del giorno in cui la visitiamo.
Ma la Grotta Azzurra è solo la più famoso fra le tante meraviglie sotterranee di Capri.
La Grotta Verde, la Grotta Bianca e la Grotta del Sangue sono solo alcune delle altre grotte meno celebri ma altrettanto incredibili che attendono solo di essere scoperte.
Per gli amanti del mare e del sole Capri saprà stupirvi con alcune delle spiagge più affascinanti dell’intero Mediterraneo.
Le spiaggia di Marina Piccola e di Marina Grande sono mete perfette per rilassarsi e godersi il caldo e il sole estivo.
Chi è alla ricerca invece di una spiaggia più appartata il consiglio è di scegliere la spiaggia del Faro, incorniciata da alte scogliere, circondata da natura incontaminata e sferzata dal vento salmastro..

L’iconico negozio Cuccurullo. Foto isola di Capri portal

Eleganza e shopping esclusivo

Il terzo motivo che rende Capri irresistibile è la sua ineguagliabile atmosfera di eleganza e raffinatezza, che si riflette anche nei negozi di alta moda e nelle boutique di lusso presenti sull’isola.
Capri è da sempre sinonimo di stile e glamour e anche per questo ha sempre attirando visitatori in cerca di un’esperienza di shopping unica nel suo genere.
Le vie dello shopping, come la celebre Via Camerelle, sono costellate da boutique di designer italiani e internazionali. Qui è possibile trovare capi di alta moda, accessori esclusivi, gioielli raffinati e oggetti d’arte in un’ elegante che permea queste strade vero status symbol della moda italiana.
Da comprare assolutamente l’unico e inimitabile sandalo caprese, famoso in tutto il mondo e già ai piedi di celebri star hollywoodiane che rappresenta un’icona dell’artigianato locale e del lusso discreto di Capri.
Molte ancora oggi le botteghe artigianali che offrono la possibilità di personalizzare i propri sandali, scegliendo forme, materiali e dettagli per potersi portare a casa un pezzo unico e su misura.

Palazzo di Tiberio e Villa Jovis. Foto Ministero della Cultura

Patrimonio culturale e storia millenaria

Il quarto motivo che rende Capri è che essa è un’isola che non vive solo d’estate quando il sole italiano favorisce il godersi la natura e il mare.
Capri è luogo affascinante e unico da esplorare in ogni stagione grazie al suo ricco patrimonio culturale e alla storia millenaria che permea all’isola di svelarsi attraverso una serie di luoghi storici e culturali che raccontano la sua lunga evoluzione nel corso dei secoli.
La storia è viva nella celebre e imponente Villa Jovis maestosa residenza imperiale romana costruita sotto l’imperatore Tiberio che offre una vista panoramica straordinaria sull’isola e su tutto il Golfo di Napoli rappresentando la più fulgida testimonianza dell’antica grandezza di Capri.
Un altro luogo da visitare è la Certosa di San Giacomo monastero del XIV secolo che oggi ospita un museo dove si possono ammirare opere d’arte, affreschi e oggetti storici che raccontano la vita religiosa e culturale dell’isola nel corso dei secoli.
La Chiesa di San Michele a Anacapri celebre per il suo pavimento di maiolica che rappresenta l’Eden e il Peccato Originale è un capolavoro di artigianato locale che va sicuramente inserita in un ideale percorso culturale caprese.
Oltre ai monumenti storici va sottolineato che l’isola è stata spesso musa di artisti, poeti e scrittori. La bellezza di Capri ha affascinato personaggi come Axel Munthe, Pablo Neruda e Federico Fellini, ccntribuendo a consolidare la reputazione culturale dell’isola.

Rita Hayworth a Capri negli anni’ 50 del Novecento

Atmosfera magica e celebrità

Il quinto e ultimo motivo che rende Capri una meta affascinante da visitare è l’atmosfera magica e la lunga lista di celebrità che hanno scelto quest’isola come loro rifugio o luogo di ispirazione. Capri ha da sempre esercitato un fascino irresistibile su personaggi illustri provenienti da tutto il mondo, dando vita a storie, aneddoti e leggende che contribuiscono a renderla ancora più affascinante.
L’isola ha ospitato personaggi storici e celebrità tra cui l’Imperatore Tiberio che scelse Capri come sua dimora e l’imperatrice di Francia Maria Teresa d’Austria; ma è nel Novecento con la diffusione del turismo che Capri ha attirato l’attenzione del jet set internazionale e delle stelle del cinema.
Sophia Loren, Audrey Hepburn e Brigitte Bardot, Rita Hayworth e Jaqueline Kennedy sono solo cinque delle grandi star mondiali che hanno trascorso momenti indimenticabili sull’isola. Toto è stato un frequentatore così assiduo di Capri,da meritarsi il nomignolo di “Principe di Capri” dai suoi abitanti. Il noto stilista italiano Giorgio Armani qui possiede una bellissima villa simbolo di eleganza e lusso e anche lo scrittore Alberto Moravia e il regista premio Oscar Jean-Luc Godard hanno trascorso del tempo qui, catturati dalla bellezza e dall’atmosfera unica.

 

Lampedusa: l’isola che c’è

Lampedusa: l’isola che c’è

Troppo spesso, suo malgrado, è sulle pagine di cronaca. Conosciuta Lampedusa è conosciuta in Europa solo come approdo di disperati, ma l’isola è molto di più. Uno splendido scoglio d’Africa nel cuore del Mar Mediterraneo.

una spiaggia di Lampedusa

Il sud dell’Europa

Una visione mozzafiato che appare all’improvviso dall’oblò dell’aereo in fase di avvicinamento. Con la sua forma di pesce e così piccola e isolata in mezzo all’immensità del blu del Mediterraneo.
Lampedusa è affascinante e musicale fin dal suo nome. Per vivere quest’isola appieno togliete dalla mente la cronaca dei barconi che a malapena sfiora quest’isola contrariamente da quanto raccontano i media.
Lampedusa è da godere respirando salmastro e lasciandosi baciare dal sole. Un sole mai aggressivo e un venticello sempre presente che pettina i capelli in modo gentile.
Siamo nella località geograficamente più a sud d’Europa. E gli indigeni dicono “se abbaia un cane lampedusano è più facile sentirlo dalla costa della Tunisia o da Malta piuttosto che dalle spiagge della Sicilia”.
Un’isola italiana e europea che si trova nel cuore del Mediterraneo. Un’isola dove il senso stesso della parola isola è amplificato dove la terraferma è lontanissima (servono ben otto ore di traghetto da Porto Empedocle) e la vita si svolge da sempre solo seguendo il ritmo delle onde.


Lampedusa: Italia o Africa

Un’isola da vivere appieno nei mesi di maggio, giugno e settembre. É piccolissima: solo 20 kmq. di superficie e venti minuti di tempo per percorre il suo periplo in scooter e quindi da evitare in alta stagione per l’affollamento che impedisce di coglierne appieno le sfumature.
In questi mesi il clima è perfetto; la lieve brezza marina che sa di bonaccia spolvera nell’aria mille profumi di pollini, il mare placido è già invitante e l’aria abbraccia ma non stordisce.

Cosa serve per vivere l’isola? Solo il costume da bagno per tuffarvi nel mare cristallino e uno scooter, un quad o una mitica mehari a noleggio.
Il mezzo migliore è però sicuramente il quad ideale per arrivare ovunque, anche la dove non osano le auto e gli scooter, financo in vetta alle scogliere più spettacolari.
Munitevi poi di una mappa e partite alla scoperta delle spiagge; tutte splendide e tutte ubicate su un solo versante dell’isola. Quello opposto è praticamente inaccessibile murato com’è da altissime pareti di falesia spazzate costantemente dal vento.

Isola dei conigli

Lampedusa tra vip e sbarchi

cala Creta

Partite dal paese (lipuzziano con le sue casette basse e bianche) e costeggiando il porto, salite verso la Guitgia la spiaggia più famosa e affollata dove sono i grandi alberghi e dove Claudio Baglioni – lampedusiano d’adozione –alla fine di ogni settembre fa il suo grande concertone proprio sulla spiaggia.
Andate oltre seguendo l’unica strada presente sulla vostra mappa è sarà tutto uno spalancarsi alla vista di spiaggette mozzafiato: Cala Croce, Cala Madonna, la celebre Isola dei Conigli e Cala Pulcino. Da lì in poi avvicinandosi a Capo Ponente e al parco naturale diventa difficile per le molte grotte e falesie.
Se invece dal centro del paese prendete la direzione opposta, praticamente seguendo la strada per l’aeroporto e circumnavigandolo, eccovi in rapidissima successione a Cala Pisana, Cala Uccello e Cala Maluk.
Le spiagge di Lampedusa sono tutte minuscole anche se in alcuni casi ben attrezzate, ecco perché l’elenco così lungo per un’isola così piccola potrebbe stupirvi.
La spiaggia più famosa è senz’altro quella dell’Isola dei Conigli; là dove aveva casa Domenico Modugno e dove normalmente nidificano le tartarughe Caretta Caretta.
Una spiaggia dove tutti i tuffi in mare sanno di Caraibi che occupa stabilmente posizioni altissime nelle classifiche annuali delle spiagge più belle del mondo e che si lascia sempre alle spalle mete ambite dei Caraibi, del Brasile, di Cuba, delle Baleari, della Grecie e della Thailandia.

Tabaccara

Cosa mangiare

Un pranzo leggero – alla siciliana – per potersi dedicare alla vita di mare anche il pomeriggio. Focacce, panini, ma soprattutto parmigiana di melanzane, bucatini al tonno pinoli e finocchietto; arancini e panzerotti nella rosticceria più famosa dell’isola.
Per l’aperitivo difficile scegliere su quale sofà dei tantissimi bar all’aperto dal sapore mediorientale è meglio sedersi per gustare buffet abbondanti anche con pesce crudo, cozze e insalata di gamberi.
Per cena potete sedetevi ovunque e vi troverete sicuramente bene senza spendere una follia.

Non avrete che l’imbarazzo della scelta fra tutti i ristoranti lungo mare che luccicano a sera riflettendosi sulla baia, ma non disdegnate di andare anche all’interno a cercare un po’ di atmosfera speciale nei ristoranti defilati celati nei caratteristici dammusi.
Sulla tavola lampedusana sua maestà è il pesce, ovviamente.
Bouillabaisse lampedusana, zuppa con diversi tipi di pesce locale, ravioli con ripieno bianco di merluzzo, pregiatissimo lattume, polpo bollito, seppie al pomodoro e piselli, enormi calamari ripieni e soprattutto il tipico cous cous di cernia.

E come souvenir di questo paradiso terrestre cosa scegliere se non i prodotti ittici tipici dell’isola. Famularo – la cui piccola industria è oltre il marciapiede del porto e disponibile per visite – è una firma a livello nazionale e internazionale per la conservazione e commercializzazione di pesce.

Famosi i suoi sughi di pesce, i tradizionali filetti di sgombro, di tonno, di pesce spada; la ventresca e bottarga e molto altro tutti con certificata e riconosciuta naturalità e qualità. I prodotti Famularo sono prodotti solo con pesce fresco ”pescato in nottata e lavorato in mattinata” da mani esperte con punta di coltello e senza uso di prodotti artificiali.

la Guitgia


Da sapere. da non perdere a Lampedusa

– Le cronache parlano di Lampedusa solo per lo sbarco dei migranti. Ebbene, non ne vedrete uno in giro per l’isola, qui tutto è molto ordinato

–  Gli isolani sono così ospitali e abituati a fare i conti con le intemperie del mare che se, non trovate un qualche genere alimentare nei negozi perché il mare grosso ha impedito al traghetto di attraccare, loro senza pensarci su, vi faranno salire in casa e vi offriranno ciò che a voi manca.

– Noleggiate una barca e vivete l’isola dal mare. Esistono posti splendidi dove fare il bagno che dalla terra non potete raggiungere: su tutte la splendida piscina naturale della Tabaccara.

–  Se non vi spaventa un po’ di fatica fisica andate alla scoperta di Cala Galera, affascinante spiaggia ignorata dai turisti perché difficile raggiungibile. É possibile arrivarci o da un sentiero difficilmente individuabile che attraversa due alte pareti di roccia (un po’ lunghetto e vi consigliamo di portarvi dietro un zaino per acqua e generi di conforto) oppure l’alternativa e raggiungerla dall’alto da un sentiero sconnesso (ma con il quad ci arrivate) e poi scendere lungo un ripidissimo sentiero quasi a picco sul mare.
Ne vale la pena: il fondale marino è sassoso e basso per alcuni metri dalla rive e quasi in solitario farete il bagno giocherellando con qualche polpo o i molti pesci che curiosi si avvicinano.


– Da non perdere una visita al Centro di Recupero delle tartarughe
marine Caretta Caretta (in Via Grecale, vicino al supermercato). Una volta a settimana, quelle guarite vengono liberate in mare al tramonto dai volontari. Saprete le date e seguite in silenzio dalla spiaggia l’emozionante ritorno in mare delle tartarughe.

– Attenzione quando chiedete informazioni agli indigeni: qui il punto più lontano da ogni parte è a circa 10 minuti di distanza!.
Il giro di Lampedusa si fa in meno di un ora a piedi. Le concezioni della distanza sono quindi diverse dalle nostre continentali: lontano è 300 metri, tanto tempo per arrivarci è mezz’ora…

 

 

 

 

 

 

Le top 10 immersioni subacque all’isola d’Elba

Le top 10 immersioni subacque all’isola d’Elba

Ben 147 chilometri di costa su acque limpide che custodiscono una biodiversità ricca e
variegata a diverse profondità: l’isola d’Elba è un vero e proprio paradiso per il diving con
tantissimi punti per le immersioni, dove ci si può lasciare avvolgere dall’acqua concentrandosi
sul respiro e sulle emozioni che solo il mare sa regalare.

Murena, foto Riccardo Buralli, diving elba

Isola d’Elba, un paradiso dentro il mare

Le acque dell’Elba sono particolarmente ricche di flora e di fauna già a basse profondità e
per questo è affascinante anche per i neofiti che si approcciano a questo sport.
Si possono
veder nuotare pesci come barracuda, dentici, ricciole, in scenari come le praterie di posidonia, franate rocciose e scogliere granitiche, punteggiate dai colori intensi di coralli e spugne.
È
possibile vedere anche cetacei, maestosi frequentatori di queste acque: l’Elba ha infatti una
grossa presenza di colonie stanziali e di migratori, tra delfini e balenottere.
Ad esempio, a
Sant’Andrea, la migrazione avviene a ridosso della scogliera, ad appena 50 metri dalla costa.

Gorgonie, foto di Riccardo Buralli, diving Elba

30 diving per scoprire il profondo blu

“Tutte queste meraviglie – spiega Niccolò Censi, coordinatore della GAT Gestione Associata
del Turismo e del marchio Visit Elba – si possono scoprire grazie alle oltre 30 realtà diving
che punteggiano l’isola e che sono attrezzate per far provare una varietà di attività per tutti
i livelli: dal battesimo dell’acqua per i neofiti, primissimo approccio col mondo delle immersioni,
ai corsi di scuba diver di avvicinamento al diving, che portano a esplorare le acque fino a una
profondità di 12 metri, proseguendo con i corsi open fino ai 18 metri e ai corsi di livello
avanzato.
Non solo per tutti i livelli, ma anche per diverse fasce d’età, con un’attenzione

particolare per le attività di avvicinamento dei più giovani, fin dagli 8 anni, per trasmettere
questa passione per il mare e per ciò che regala”.
Impossibile, quindi, non tuffarsi alla scoperta della biodiversità sotto la superficie del mare elbano. Ma se è difficile navigare nella scelta, tra i numerosi punti per le immersioni, ecco una
selezione della top 10 per il diving all’Elba.

Murena, foto Riccardo Buralli, diving elba

1 – Scoglietto, Portoferraio

All’interno di una zona di tutela biologica istituita negli anni ’70, lo Scoglietto è un punto di
immersione adatto a tutti e dal grande impatto visivo, grazie alla ricca fauna che popola questo
vero e proprio acquario a cielo aperto.
Gli scenari sono vari, dalle franate rocciose alle praterie
di posidonia, e si può ammirare il passaggio di cernie, dentici, barracuda e corvine che qui sono stanziali.
Sul lato nord si trova la statua di Cristo, valorizzata dalla presenza alle sue
spalle da una parete di spugne marine.

Flabellina, Foto di Riccardo Burallli, Diving in Elba

2 – Punta Cannelle, Portoazzurro

L’immersione inizia percorrendo un canale di sabbia, per raggiungere poi un maestoso monolite roccioso a forma di panettone completamente coperto da gorgonie rosse.
Si può
girare attorno a questo promontorio sommerso, scoprendo gli anfratti nella roccia e la fauna
che vi abita; dopo aver girato attorno al cappello a circa 30 metri, per i sommozzatori più
esperti è possibile scendere lungo i fianchi per raggiungere i 45 metri di profondità.

una bella cernia con sub, foto di Riccardo Buralli, Diving Elba

3 – Secca di Fonza, Marina di Campo

Quasi di fronte al Golfo di Marina di Campo si trova la secca di Fonza, chiamata anche “Corallina” perché è uno dei punti all’Elba dove la presenza del corallo rosso è abbondante.
Quest’area è ricchissima di ogni
forma di vita, in particolare di pesce pelagico come barracuda e ricciole, ma di grande interesse sono soprattutto i canyon che si trovano tra lunghi rami di corallo rosso.
Si tratta di una secca a volte
caratterizzata da correnti sostenute, per cui più adatta a subacquei di livello avanzato. Tuttavia, la parte superiore può essere accessibile anche ai meno esperti.

Gorgonie e cernia, foto di Riccardo Buralli, Diving Elba

4 – Capo d’Enfola, Portoferraio

A Capo d’ Enfola  è situato, a poca distanza dalla costa, il grosso Scoglio della Nave, una sorta di
prolungamento roccioso del promontorio.
A nord dello scoglio si segue all’inizio un fondale che
degrada abbastanza dolcemente fino a 22 metri di profondità, per poi continuare l’esplorazione lungo una ripida parete che termina a 47 metri. La cigliata presenta numerose spaccature e anfratti che offrono riparo ad aragoste, murene e polpi. Molto interessanti anche i Cerianthus, fra gli esacoralli più belli del Mediterraneo, che si sviluppano soprattutto nelle zone dove il fondo diventa più detritico e che allargano nel blu le loro corone di lunghi e colorati tentacoli.

branco di barracuda, foto di Riccardo Buralli, Diving Elba

5 – Punta Galera, Miniere di Calamita

Punta Galera è una lingua di roccia proprio sotto le miniere del Monte Calamita e si sviluppa lungo due dorsali.
Si possono scegliere due percorsi: il primo per subacquei anche principianti,
che scende fino a circa 25 metri, dove si possono ammirare spugne e margherite di mare; il secondo, lungo l’altra dorsale, che scende fino ai 50 metri di profondità, dove si possono avvistare pesci pelagici e aquile di mare.

cernia, foto di Riccardo Buealli, Diving Elba

6 – Formiche di Zanca, Marciana

Le Formiche della Zanca sono un gruppo di scogli affioranti al largo della costa nord-occidentale dell’Elba.
È possibile
effettuare due immersioni diverse a seconda del proprio livello: si può seguire un itinerario facile col brevetto base di primo livello, ma c’è un’opzione anche per esperti in mare aperto. Ci sono colonie di gorgonie rosse e a seconda della stagione si trovano polpi, margherite di mare e rane pescatrici in primavera; d’estate si può ammirare il passaggio di dentici, barracuda, ricciole e
di tonni fino ad autunno inoltrato.

scorfano, foto di Riccardo Buralli, Diving Elba

7- Sant’Andrea, Marciana

Il punto forte di questa immersione è la partenza: si inizia infatti direttamente dalla spiaggia,
per dirigersi verso Capo Sant’Andrea.
È possibile ripercorrere le rotte dei mercantili che fin
dall’antichità raggiungevano la costa occidentale per il commercio e seguire un itinerario di interesse anche archeologico.
Poco al largo di Sant’Andrea sono infatti presenti due relitti di
epoca romana, noti come relitto A e B (rispettivamente a 12 e 40 metri di profondità), circondati da tappeti di frammenti di anfore e resti di oggetti utilizzati per il commercio dispersi durante i naufragi.

relitto di Pomonte, foto di Riccardo Buralli

8- Relitto dell’Elviscott, Pomonte

Raggiungibile dalla costa, a circa 150 metri dalla spiaggia dell’Ogliera a Pomonte, l’Elviscot è uno dei relitti più noti e più visitati d’Italia.
Si tratta di un mercantile affondato a soli 12 metri
di profondità: la vicinanza alla costa e la bassa profondità rendono l’immersione adatta sia ai sub neofiti sia a chi vuole fare snorkeling.

donzella, foto di Riccardo Buralli, Diving Elba

9- Secca del Careno, Marciana

Una grande secca che sale fino a 15-20 metri dalla superficie, non lontano dalla costa di
Sant’Andrea.
Il lato verso la costa digrada gradualmente a profondità più basse, mentre quello
verso il mare aperto forma una franata che scende fino a 50 metri. Il fondale è composto da praterie di posidonia e da grossi massi sovrapposti che formano tane e cunicoli. Immancabile il passaggio di pesci, dentici e barracuda, soprattutto nei mesi estivi.

cernia, foto di Riccardo Buralli

10- Picchi di Pablo, Portoazzurro

A circa 40 minuti di navigazione da Porto Azzurro, questo punto di immersione deve il suo nome ai due pinnacoli di roccia che si innalzano su una parete verticale, che va dagli 8 metri ai 38 metri di profondità.
Adatto a tutti i livelli di abilità, è molto apprezzato dai fotografi per la
ricca fauna e per la presenza di una fitta colonia di gorgonia rossa.

Parazoantus, foto di Riccardo Buralli, Diving Elba

 

Isola d’Elba: L’isola arriva in città

[:it]e1aadd13faedbfa76fca5d833c7e8b4db67d5ae9di redazione –  Dal 20 gennaio al 17 marzo un gemellaggio tra gli chef dell’Isola d’Elba e 8 ristoranti del capoluogo toscano che proporrà un “assaggio” dell’isola sulla terraferma

Per chi non ha mai avuto il piacere di vivere le atmosfere uniche e magiche fra vento, mare e sole della principale isola dell’Arcipelago toscano ecco l’occasione per svelare l’Elba e i suoi molti prodotti culinari e vinicoli senza dovere allontanarsi dalla città e prendere il traghetto.
Cosa ci spinge a viaggiare e a scegliere una meta? Cosa sollecita la nostra curiosità di visitare un luogo? Spesso sono proprio il passaparola e la capacità di fascinazione dell’esperienza condivisa, l’abilità di un territorio di raccontarsi.

Il nostro racconto parte dalla tavola per condurci in un viaggio che ci immerga nell’atmosfera dell’isola pur restando sulla terraferma.
Vetrina Toscana, il progetto di Regione e Unioncamere Toscana che promuove ristoranti e botteghe che valorizzano i prodotti del territorio invita ad un piccolo assaggio dell’Elba con l’auspicio che questa “narrazione” si possa trasformare in un’esperienza diretta.

Il racconto scaturirà dalla viva voce e dalle mani di ristoratori e produttori elbani che per l’occasione di sono “gemellati” con i colleghi dell’area fiorentina.

Per 2 mesi il capoluogo toscano ospiterà delle cene con ricette, prodotti e vini elbani in cui lo chef dell’isola sarà protagonista nella cucina del collega fiorentino, con spazi per “interpretazioni” a quattro mani.

Ogni cena sarà incentrata su un prodotto locale e su un vino del territorio selezionati da ElbaTaste, il consorzio d’imprese che si occupa di promozione dell’enogastronomia dell’Isola d’Elba e delle Isole dell’Arcipelago Toscano.

Tra i piatti protagonisti non potranno mancare alcuni grandi classici del repertorio della cucina elbana come la palamita sott’olio o in umido, il polpo all’elbana, la zuppa di granchi, lo stoccafisso alla riese, la sburrita di baccalà, la polenta con gli zeri, le penne in barca, il cinghiale alla bracconiera, oltre alle tante preparazioni a base di erbe spontanee.

Ad accompagnarli gli emergenti vini elbani quali l’Ansonica, il Vermentino, l’Elba bianco, il Sangioveto e l’Elba rosso per finire con i passiti: il Moscato e il famoso Aleatico dell’Elba, il vino preferito da Napoleone.
Alcune pietanze a base di pesce saranno innaffiate da un nuovo prodotto: la Birra dell’Elba.
Per finire in bellezza un vasto assortimento di dolci della tradizione tornati in auge di recente grazie a un lavoro di ricerca basato su appunti e ricette storiche come la Schiaccia briaca, il Panficato, l’Imbollita di fichi, la Schiacciunta.

L’obiettivo è quello di valorizzare la cucina e i prodotti dell’enogastronomia elbana poco conosciuti al di fuori dell’isola.

Ecco il calendario di questi gustosi appuntamenti:
20 gennaio  Paolo Gori di “Burde” ospita Massimo Poli de “La Taverna dei Poeti”
27 gennaio Claudio Vicenzo de “La Limonaia di Villa Rospigliosi” ospita Umberto Giacomelli de “Il Gallo Nero”
3 febbraio Filippo Saporito de “La leggenda dei Frati” ospita Marco Olmetti di “Pepenero”

11 febbraio Claudio Bianchi de “I Ghibellini” ospita Giuseppe Sisillo de “L’Amandolo”
17 febbraio Barbara Guarnieri di “Gustavino” ospita  Luigi Muti di “Vento in Poppa”
25 febbraio Claudio Catalani de il “Pesce Rosso” ospita Mirko Lanari del “Belmare”
3 marzo Luca Cai de “Il magazzino” ospita Amos Rota di “Emanuel”
9 marzo Silvia Miniera della “Sosta del Rossellino” ospita Danilo Ferrara di “Capo Nord”.

Il ciclo di serate dedicate all’Elba si chiuderà il 17 marzo alle ore 15,30 all’Accademia dei Georgofili con il convegno: “Vino in anfora fra ricerca archeologica e produzione”.
Fin dall’antichità, infatti, il vino è stato un elemento molto importate per lo sviluppo dell’Isola.
Tra i relatori ci sarà Franco Cambi, Professore di Metodologia della ricerca archeologica dell’Università di Siena che ha condotto, in collaborazione con l’Associazione “Aithale – Terra mare e uomini dell’Arcipelago Toscano”, gli scavi nella zona del Parco Archeologico della Villa Romana delle Grotte dove sono state ritrovate antiche anfore vinarie dell’epoca romana.

Un viaggio enogastronomico non di sola andata, il ritorno è previsto per il periodo che va da aprile ad ottobre quando i cuochi fiorentini saranno invitati a ricambiare la visita.

“Iniziative come queste – afferma l’assessore al Turismo della Regione Toscana Stefano Ciuoffo – sono il tentativo di valorizzare sempre di più l’Elba e l’arcipelago toscano facendone conoscere uno degli aspetti peculiari, anche se forse meno noti, di sicuro appeal per il turista come l’enogastronomia.
Il turista vuole vivere esperienze autentiche, personalizzate, tangibili, memorabili e condivisibili. E per immergersi nell’ambiente che visita la cucina è senz’altro elemento fondamentale. Dobbiamo quindi trasmettere storie, emozioni, sapori… e fare dello story-telling elemento di comunicazione turistica 2.0,  insomma,  per far sì che i turisti visitino un luogo, se ne innamorino e tornino. Come ho avuto modo di dire a Portoferraio quando ho incontrato le istituzioni e le categorie elbane a dicembre, l’isola ha ancora delle potenzialità inespresse e come Regione ci impegneremo a comunicarle e a svilupparle”[:en]e1aadd13faedbfa76fca5d833c7e8b4db67d5ae9Dal 20 gennaio al 17 marzo un gemellaggio tra gli chef dell’Isola d’Elba e 8 ristoranti del capoluogo toscano che proporrà un “assaggio” dell’isola sulla terraferma

Per chi non ha mai avuto il piacere di vivere le atmosfere uniche e magiche fra vento, mare e sole della principale isola dell’Arcipelago toscano ecco l’occasione per svelare l’Elba e i suoi molti prodotti culinari e vinicoli senza dovere allontanarsi dalla città e prendere il traghetto.
Cosa ci spinge a viaggiare e a scegliere una meta? Cosa sollecita la nostra curiosità di visitare un luogo? Spesso sono proprio il passaparola e la capacità di fascinazione dell’esperienza condivisa, l’abilità di un territorio di raccontarsi.

Il nostro racconto parte dalla tavola per condurci in un viaggio che ci immerga nell’atmosfera dell’isola pur restando sulla terraferma.
Vetrina Toscana, il progetto di Regione e Unioncamere Toscana che promuove ristoranti e botteghe che valorizzano i prodotti del territorio invita ad un piccolo assaggio dell’Elba con l’auspicio che questa “narrazione” si possa trasformare in un’esperienza diretta.

Il racconto scaturirà dalla viva voce e dalle mani di ristoratori e produttori elbani che per l’occasione di sono “gemellati” con i colleghi dell’area fiorentina.

Per 2 mesi il capoluogo toscano ospiterà delle cene con ricette, prodotti e vini elbani in cui lo chef dell’isola sarà protagonista nella cucina del collega fiorentino, con spazi per “interpretazioni” a quattro mani.

Ogni cena sarà incentrata su un prodotto locale e su un vino del territorio selezionati da ElbaTaste, il consorzio d’imprese che si occupa di promozione dell’enogastronomia dell’Isola d’Elba e delle Isole dell’Arcipelago Toscano.

Tra i piatti protagonisti non potranno mancare alcuni grandi classici del repertorio della cucina elbana come la palamita sott’olio o in umido, il polpo all’elbana, la zuppa di granchi, lo stoccafisso alla riese, la sburrita di baccalà, la polenta con gli zeri, le penne in barca, il cinghiale alla bracconiera, oltre alle tante preparazioni a base di erbe spontanee.

Ad accompagnarli gli emergenti vini elbani quali l’Ansonica, il Vermentino, l’Elba bianco, il Sangioveto e l’Elba rosso per finire con i passiti: il Moscato e il famoso Aleatico dell’Elba, il vino preferito da Napoleone.
Alcune pietanze a base di pesce saranno innaffiate da un nuovo prodotto: la Birra dell’Elba.
Per finire in bellezza un vasto assortimento di dolci della tradizione tornati in auge di recente grazie a un lavoro di ricerca basato su appunti e ricette storiche come la Schiaccia briaca, il Panficato, l’Imbollita di fichi, la Schiacciunta.

L’obiettivo è quello di valorizzare la cucina e i prodotti dell’enogastronomia elbana poco conosciuti al di fuori dell’isola.

Ecco il calendario di questi gustosi appuntamenti:
20 gennaio  Paolo Gori di “Burde” ospita Massimo Poli de “La Taverna dei Poeti”
27 gennaio Claudio Vicenzo de “La Limonaia di Villa Rospigliosi” ospita Umberto Giacomelli de “Il Gallo Nero”
3 febbraio Filippo Saporito de “La leggenda dei Frati” ospita Marco Olmetti di “Pepenero”

11 febbraio Claudio Bianchi de “I Ghibellini” ospita Giuseppe Sisillo de “L’Amandolo”
17 febbraio Barbara Guarnieri di “Gustavino” ospita  Luigi Muti di “Vento in Poppa”
25 febbraio Claudio Catalani de il “Pesce Rosso” ospita Mirko Lanari del “Belmare”
3 marzo Luca Cai de “Il magazzino” ospita Amos Rota di “Emanuel”
9 marzo Silvia Miniera della “Sosta del Rossellino” ospita Danilo Ferrara di “Capo Nord”.

Il ciclo di serate dedicate all’Elba si chiuderà il 17 marzo alle ore 15,30 all’Accademia dei Georgofili con il convegno: “Vino in anfora fra ricerca archeologica e produzione”.
Fin dall’antichità, infatti, il vino è stato un elemento molto importate per lo sviluppo dell’Isola.
Tra i relatori ci sarà Franco Cambi, Professore di Metodologia della ricerca archeologica dell’Università di Siena che ha condotto, in collaborazione con l’Associazione “Aithale – Terra mare e uomini dell’Arcipelago Toscano”, gli scavi nella zona del Parco Archeologico della Villa Romana delle Grotte dove sono state ritrovate antiche anfore vinarie dell’epoca romana.

Un viaggio enogastronomico non di sola andata, il ritorno è previsto per il periodo che va da aprile ad ottobre quando i cuochi fiorentini saranno invitati a ricambiare la visita.

“Iniziative come queste – afferma l’assessore al Turismo della Regione Toscana Stefano Ciuoffo – sono il tentativo di valorizzare sempre di più l’Elba e l’arcipelago toscano facendone conoscere uno degli aspetti peculiari, anche se forse meno noti, di sicuro appeal per il turista come l’enogastronomia. Il turista vuole vivere esperienze autentiche, personalizzate, tangibili, memorabili e condivisibili. E per immergersi nell’ambiente che visita la cucina è senz’altro elemento fondamentale. Dobbiamo quindi trasmettere storie, emozioni, sapori… e fare dello story-telling elemento di comunicazione turistica 2.0,  insomma,  per far sì che i turisti visitino un luogo, se ne innamorino e tornino. Come ho avuto modo di dire a Portoferraio quando ho incontrato le istituzioni e le categorie elbane a dicembre, l’isola ha ancora delle potenzialità inespresse e come Regione ci impegneremo a comunicarle e a svilupparle”[:]

Isola d’Elba e il suo tesoro in passarella

Isola d’Elba e il suo tesoro in passarella

[:it]IMG_2835di redazione – Un fine settimana di eventi quello del 18 e 19 aprile sull’isola d’Elba con un protagonista d’eccezione: il vino Aleatico.

Sabato 18 aprile si terrà la prima edizione dell’AleatiCup: una veleggiata all’insegna dei “piaceri del buon vivere organizzata dallo Yacht Club Portoferraio e dalla Lega Navale Italiana sez. di Portoferraio.
Il 19 aprile torna a Portoferraio Elba Aleatico che quest’anno vedrà la concomitanza con la tappa elbana del 1° Tuscany Bike Challenge, in collaborazione con Vetrina Toscana.
La V edizione di Elba Aleatico e l’Anteprima dei vini Elba DOC si svolgerà nel chiostro del Centro Culturale De Laugier a Portoferraio. La rassegna è organizzata dall’AIS delegazione Isola d’Elba e dal Consorzio di Tutela dei Vini Elba DOC con il patrocinio della Provincia di Livorno e del Comune di Portoferraio.

La mattina saranno presentati i vini 2015 del Consorzio Elba Doc accompagnati  dalla degustazione dei prodotti e delle  specialità della gastronomia elbana proposte da produttori e ristoratori che fanno parte di ElbaTaste. Nel pomeriggio verrà presentato l’Aleatico Passito delle sedici aziende che aderiscono al consorzio.

 

In questa giornata alcuni ristoranti dell’isola che fanno parte della rete di Vetrina Toscana, il progetto di Regione e Unioncamere Toscana che promuove i ristoranti e le botteghe che utilizzano i prodotti del territorio, incoronano l’Aleatico come protagonista dei loro menù.

 

Proprio in onore di questo grande vino, la Gran Fondo dell’Isola d’Elba cambia il nome in: Gran Fondo Elbaleatico. Ciclismo, Turismo, enogastronomia, promozione del territorio uniti per rendere omaggio al “vino dell’imperatore”.

Si racconta, infatti, che Napoleone, in attesa al largo nella rada di Portoferraio, prima di sbarcare studiasse con attenzione il nuovo piccolo regno che l’avrebbe accolto: l’isola d’Elba.

Il 4 maggio 1814 il cannocchiale si soffermò su di una grande vigna cinta da mura. Era “La Chiusa” gestita dalla stirpe dei Foresi fin dal Seicento.
Secondo la tradizione, il generale fece ammarare una scialuppa e raggiunse il luogo dove assaggiò un vino dolce rosso rubino che subito gli tirò su il morale. Aveva scoperto l’Aleatico che diventò il suo vino preferito.

Nell’immaginario collettivo tutte le isole hanno un tesoro, per l’Elba è di sicuro l’Aleatico: il 18 e 19 Il vino dell’imperatore regnerà davvero incontrastato.[:en]IMG_2835di redazione – Un fine settimana di eventi quello del 18 e 19 aprile sull’isola d’Elba con un protagonista d’eccezione: il vino Aleatico.

Sabato 18 aprile si terrà la prima edizione dell’AleatiCup: una veleggiata all’insegna dei “piaceri del buon vivere organizzata dallo Yacht Club Portoferraio e dalla Lega Navale Italiana sez. di Portoferraio.
Il 19 aprile torna a Portoferraio Elba Aleatico che quest’anno vedrà la concomitanza con la tappa elbana del 1° Tuscany Bike Challenge, in collaborazione con Vetrina Toscana.
La V edizione di Elba Aleatico e l’Anteprima dei vini Elba DOC si svolgerà nel chiostro del Centro Culturale De Laugier a Portoferraio. La rassegna è organizzata dall’AIS delegazione Isola d’Elba e dal Consorzio di Tutela dei Vini Elba DOC con il patrocinio della Provincia di Livorno e del Comune di Portoferraio.

La mattina saranno presentati i vini 2015 del Consorzio Elba Doc accompagnati  dalla degustazione dei prodotti e delle  specialità della gastronomia elbana proposte da produttori e ristoratori che fanno parte di ElbaTaste. Nel pomeriggio verrà presentato l’Aleatico Passito delle sedici aziende che aderiscono al consorzio.

 

In questa giornata alcuni ristoranti dell’isola che fanno parte della rete di Vetrina Toscana, il progetto di Regione e Unioncamere Toscana che promuove i ristoranti e le botteghe che utilizzano i prodotti del territorio, incoronano l’Aleatico come protagonista dei loro menù.

 

Proprio in onore di questo grande vino, la Gran Fondo dell’Isola d’Elba cambia il nome in: Gran Fondo Elbaleatico. Ciclismo, Turismo, enogastronomia, promozione del territorio uniti per rendere omaggio al “vino dell’imperatore”.

Si racconta, infatti, che Napoleone, in attesa al largo nella rada di Portoferraio, prima di sbarcare studiasse con attenzione il nuovo piccolo regno che l’avrebbe accolto: l’isola d’Elba.

Il 4 maggio 1814 il cannocchiale si soffermò su di una grande vigna cinta da mura. Era “La Chiusa” gestita dalla stirpe dei Foresi fin dal Seicento.
Secondo la tradizione, il generale fece ammarare una scialuppa e raggiunse il luogo dove assaggiò un vino dolce rosso rubino che subito gli tirò su il morale. Aveva scoperto l’Aleatico che diventò il suo vino preferito.

Nell’immaginario collettivo tutte le isole hanno un tesoro, per l’Elba è di sicuro l’Aleatico: il 18 e 19 Il vino dell’imperatore regnerà davvero incontrastato.[:]