E’ di Modena la migliore mortadella d’Italia

E’ di Modena la migliore mortadella d’Italia

E’ la “Favola Gran Riserva” del salumificio Mec Palmieri la migliore mortadella d’Italia.
Una conferma per l’azienda modenese che si aggiudica anche quest’anno i Cinque Spilli ovvero il più alto riconoscimento assegnato dalla Guida Salumi d’Italia 2023.

Un ulteriore traguardo per l’azienda di San Prospero che, a partire dal 2017 è stata premiata in tutte le edizioni della rassegna.
La cerimonia di consegna dei premi ai migliori produttori della salumeria italiana si è svolta il 14 novembre nella splendida cornice del Teatro Verdi di Busseto (Parma), dove Sabatino Sorrentino, lo storico curatore della guida, ha unito il mondo della norcineria a quello dell’arte.

La Mortadella Favola Gran Riserva è un prodotto d’eccellenza unico nel suo genere, contraddistinto dall’inconfondibile timbro a fuoco e dalla caratteristica legatura fatta a mano con corda tricolore.
Insaccata nella cotenna sottile e naturale, cotta lentamente in forni in pietra, la mortadella è composta di sole carni italiane pregiate ed è ricca di tagli nobili di suini 100% italiani. Ulteriori ingredienti che contribuiscono a conferire unicità e ad esaltare il sapore speciale della Mortadella Favola Gran Riserva, il sale integrale dolce di Cervia, gli aromi naturali e il miele d’acacia.
Siamo onorati di ricevere il premio di Migliore Mortadella d’Italia della Guida Salumi d’Italia, un riconoscimento prestigioso che abbiamo già avuto il piacere di ottenere in diverse precedenti edizioni – commenta Francesco Palmieri, amministratore delegato del Salumificio Mec Palmieri e rappresentante della quarta generazione di imprenditori dell’azienda. Questo importante traguardo rappresenta l’impegno e la passione che le persone della nostra azienda profondono nel lavoro quotidiano, portato avanti coniugando la tradizione di una famiglia operosa e visionaria alla volontà di offrire prodotti innovativi e di alta qualità”.
Guida Salumi d’Italia 2023 è un progetto pionieristico capace di raccontare un comparto alimentare unico al mondo per varietà, qualità e tipicità. Su 162 produttori valutati, sono 46 le eccellenze premiate con i Cinque Spilli, analizzate nel dettaglio attraverso parametri tecnici e qualitativi, cui si aggiungono 20 Premi Speciali assegnati in maniera trasversale ai diversi protagonisti del settore.
Un settore variegato e vivace, che nel 2021 ha visto una ripresa nei consumi, sia in Italia (+5,4% in volume) che all’estero (export +15,2% a volume e +12% a valore), oltre che della produzione (+7% in volumi e + 6,2% a valore).
La Mortadella Favola l’Originale del Salumificio Mec Palmieri è un prodotto per tutti, senza glutine, lattosio, glutammato e polifosfati aggiunti. Quattro le referenze disponibili: ClassicaPistacchioGran Riserva e G.R. Pistacchio. La Famiglia Palmieri detiene il brevetto originale dell’involucro e per la sua ricetta utilizza solo ingredienti di primissima qualità.

Prato: assaggiare 300 anni di storia

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di redazione –  Prosegue il week end del meglio dell’enogastronomia pratese fra mmortadella, biscottini, pane e vini di Carmignano protagonisti di cooking show, degustazioni e food-contest per blogger da tutta Italia e chef fiorentini

Celebrare e assaporare il meglio della produzione enogastronomica pratese, dalla mortadella con l’alchermes al pane con la farina macinata a pietra, fino ai biscotti originali, il vermouth e i vini di Carmignano: dal 17 al 19 giugno 2016 va in scena EatPrato, kermesse organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con Associazione Strada dei Vini di Carmignano e dei Sapori Tipici Pratesi e la partecipazione dei principali Consorzi e associazioni di tutela del territorio.

Cooking show, degustazioni e laboratori del gusto animeranno piazza del Comune e i ristoranti di Prato per tutto il weekend, mentre durante la settimana precedente alcuni degli chef più rinomati di Firenze proporranno menu e piatti studiati ad hoc con i prodotti pratesi.

Si preannuncia ricchissimo il programma di “EatPrato”, a cui l’assessore Daniela Toccafondi affida il compito di promuovere il territorio pratese, anche dal punto di vista turistico.
Sono passati 300 anni da quando il Granduca Cosimo III de’Medici (nel 1716) indicò Carmignano come una delle quattro zone a vocazione viticola del Granducato di Toscana.
Da allora Prato ha espresso numerose eccellenze nel campo enogastronomico: per questo il comune di Prato ha dato vita a un progetto di valorizzazione dei prodotti, la nascita di un marchio che ne rafforzi l’identità, una campagna di promozione nazionale e un evento nel centro della città.
Protagoniste le eccellenze pratesi, dalla “Mortadella di Prato” al vermouth e i vini di “Carmignano” e poi ancora i biscotti e il pane Gran Prato, senza dimenticare le tante altre specialità.

Per tutta la durata della kermesse ristoranti, enoteche e bistrot di Prato proporranno menu speciali e aperitivi gourmet a base di specialità pratesi.

Tra coloro che hanno aderito all’iniziativa: il wine bar Le Barrique, il bar enoteca Lo Schiaccino, i ristoranti Le Fontanelle, Razmataz, Logli, Lo Scoglio, La Limonaia di Villa Rospigliosi, il vegetariano Yop e infine il Capriolo, Le Garage Bistrot, Megabono. Questi ultimi tre saranno inoltre protagonisti di altrettanti cooking show.

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di redazione –  Prosegue il week end del meglio dell’enogastronomia pratese fra mmortadella, biscottini, pane e vini di Carmignano protagonisti di cooking show, degustazioni e food-contest per blogger da tutta Italia e chef fiorentini

Celebrare e assaporare il meglio della produzione enogastronomica pratese, dalla mortadella con l’alchermes al pane con la farina macinata a pietra, fino ai biscotti originali, il vermouth e i vini di Carmignano: dal 17 al 19 giugno 2016 va in scena EatPrato, kermesse organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con Associazione Strada dei Vini di Carmignano e dei Sapori Tipici Pratesi e la partecipazione dei principali Consorzi e associazioni di tutela del territorio.

Cooking show, degustazioni e laboratori del gusto animeranno piazza del Comune e i ristoranti di Prato per tutto il weekend, mentre durante la settimana precedente alcuni degli chef più rinomati di Firenze proporranno menu e piatti studiati ad hoc con i prodotti pratesi.

Si preannuncia ricchissimo il programma di “EatPrato”, a cui l’assessore Daniela Toccafondi affida il compito di promuovere il territorio pratese, anche dal punto di vista turistico.
Sono passati 300 anni da quando il Granduca Cosimo III de’Medici (nel 1716) indicò Carmignano come una delle quattro zone a vocazione viticola del Granducato di Toscana.
Da allora Prato ha espresso numerose eccellenze nel campo enogastronomico: per questo il comune di Prato ha dato vita a un progetto di valorizzazione dei prodotti, la nascita di un marchio che ne rafforzi l’identità, una campagna di promozione nazionale e un evento nel centro della città.
Protagoniste le eccellenze pratesi, dalla “Mortadella di Prato” al vermouth e i vini di “Carmignano” e poi ancora i biscotti e il pane Gran Prato, senza dimenticare le tante altre specialità.

Per tutta la durata della kermesse ristoranti, enoteche e bistrot di Prato proporranno menu speciali e aperitivi gourmet a base di specialità pratesi.

Tra coloro che hanno aderito all’iniziativa: il wine bar Le Barrique, il bar enoteca Lo Schiaccino, i ristoranti Le Fontanelle, Razmataz, Logli, Lo Scoglio, La Limonaia di Villa Rospigliosi, il vegetariano Yop e infine il Capriolo, Le Garage Bistrot, Megabono. Questi ultimi tre saranno inoltre protagonisti di altrettanti cooking show.

 

 

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Prato: dal “maiale etrusco” nasce la mortadella di Montemurlo

[:it]20160421172548985di redazione – Nasce la mortadella, prodotta con le “parti nobili” del maiale tipico toscano, allevato fin dagli etruschi, ma fino a qualche anno fa considerato estinto. Un prodotto di nicchia, realizzato dall’artigiano delle mortadelle di Bologna, Silvio Scapin

Anche Montemurlo ha la sua mortadella, un prodotto di nicchia e di altissima qualità, realizzato con le parti nobili del suino nero di macchiaiola maremmana, allevato dall’azienda agricola “Il Poggiolino Montemurlo”.
Una vera e propria novità per l’azienda di Cicignano che va ad arricchire il paniere di salumi tutti “made in Montemurlo”.
Il salume è stato presentato alla presenza del sindaco di Montemurlo, Mauro Lorenzini, che ha detto:
« I due terzi del territorio di Montemurlo si estendono nella parte collinare ed è un piacere sapere che ci sono imprenditori come la famiglia Tissi, che investono nella cura dell’ambiente e nella promozione dei prodotti locali. Questo è il nostro valore aggiunto ed è così che si promuove il turismo e l’agricoltura sostenibile».

Inoltre, il sindaco ha sottolineato il valore della giovane imprenditoria agricola al femminile, ben rappresentata da Giulia Tissi, poco più che trent’anni, e figlia del fondatore dell’azienda “Il Poggiolino”, che all’amore del padre per un allevamento di qualità ha aggiunto il marketing e a breve aprirà uno spaccio dove poter acquistare i vari salumi della macchiaiola maremmana.

L’ultima arrivata in casa “Poggiolino” nasce dalla passione del proprietario, Bruno Tissi, per la regina delle tavole bolognesi: la mortadella.
Così alcuni mesi fa Tissi fa contattare il migliore artigiano delle mortadelle bolognesi, Silvio Scapin, da oltre quarant’anni patron di “Artigianquality” nel centro di Bologna e presidio slow food, e gli propone una nuova sfida: realizzare una mortadella dalle carni di macchiaiola maremmana.

È così che Montemurlo e Bologna si mettono insieme per dare vita ad un prodotto straordinario per gusto e qualità. Un prodotto di nicchia che per ora l’azienda agricola “Il Poggiolino” proporrà soltanto in alcuni periodi dell’anno ed in produzione limitata.

«Le carni di macchiaiola maremmana costituiscono un unicum, non esiste qualcosa di simile altrove, tanto che ho accettato volentieri la sfida che mi ha proposto Bruno Tissi.- spiega il “maestro della mortadella” Silvio Scapin– Il metodo di allevamento allo stato semi-brado, l’alimentazione con prodotti del sottobosco, frutta, verdura e i cereali prodotti dall’azienda agricola stessa migliorano il benessere dell’animale, rendendo le carni naturalmente saporite, così come lo erano un tempo e il risultato è una mortadella di grande consistenza, aroma e qualità».
Nulla a che vedere con le produzioni industriali. Per produrre la mortadella di macchiaiola maremmana Scapin ha utilizzato le parti più nobili dell’animale: prosciutto, parte della pancetta, gola e spalla denervata. Banditi gli additivi chimici e il pepe, mentre il sapore, oltre che dalla consistenza delle carni, viene dalle spezie naturali utilizzate e dosate con maestria: macis, cardamomo, coriandolo e noce moscata. Una produzione “lenta” che dura in media quattro o cinque giorni. La carne viene macinata e mescolata con le spezie selezionate. Sono, poi, aggiunti i lardelli di gola e il sale marino. Il composto viene insaccato in budelli naturali, legati a mano e poi fatti cuocere lentamente (cottura per assunzione) in particolari stufe per 24-28 ore. Così la carne ha tutto il tempo di far “esplodere” i propri aromi e profumi. Una mortadella tutta naturale, che, tra le altre qualità, ha anche quella di essere ben digeribile.

Le carni del “Poggiolino”, infatti, sono naturalmente buone: i suini neri sono allevati in un ambiente incontaminato all’interno dell’area protetta del Monteferrato ed hanno un dna al 100% toscano. Allevati fin dagli etruschi, i maiali di macchiaiola maremmana fino ad alcuni anni fa era considerati estinti. Il recupero della razza è iniziato nel 2005 con il ritrovamento di un nucleo di riproduttori alle pendici dell’ Amiata ed proseguito grazie al sostegno del progetto europeo Vagal con il patrocinio della Provincia di Grosseto ed alla collaborazione dell’Università di Firenze ed è così rincominciato l’allevato di questa razza antica. L’allevamento, la riproduzione, la produzione di carne e la trasformazione dei prodotti stagionati della “Macchiaiola maremmana” sono regolamentati da un rigoroso disciplinare per garantirne l’eccellenza, la qualità e la salubrità. In Toscana sono solo due le aziende che producono la macchiaiola maremmana, “Il Poggiolino Montemurlo” e un’azienda di Seggiano. Le carni di macchiaiola maremmana hanno una prevalenza di acidi grassi insaturi e di acidi grassi delle famiglie Omega 3 e omega 6.

Maggiori informazioni si possono trovare anche sul sito dell’azienda www.ilpoggiolino.net[:en]20160421172548985di redazione – Nasce la mortadella, prodotta con le “parti nobili” del maiale tipico toscano, allevato fin dagli etruschi, ma fino a qualche anno fa considerato estinto. Un prodotto di nicchia, realizzato dall’artigiano delle mortadelle di Bologna, Silvio Scapin

Anche Montemurlo ha la sua mortadella, un prodotto di nicchia e di altissima qualità, realizzato con le parti nobili del suino nero di macchiaiola maremmana, allevato dall’azienda agricola “Il Poggiolino Montemurlo”.
Una vera e propria novità per l’azienda di Cicignano che va ad arricchire il paniere di salumi tutti “made in Montemurlo”.
Il salume è stato presentato alla presenza del sindaco di Montemurlo, Mauro Lorenzini, che ha detto:
« I due terzi del territorio di Montemurlo si estendono nella parte collinare ed è un piacere sapere che ci sono imprenditori come la famiglia Tissi, che investono nella cura dell’ambiente e nella promozione dei prodotti locali. Questo è il nostro valore aggiunto ed è così che si promuove il turismo e l’agricoltura sostenibile».

Inoltre, il sindaco ha sottolineato il valore della giovane imprenditoria agricola al femminile, ben rappresentata da Giulia Tissi, poco più che trent’anni, e figlia del fondatore dell’azienda “Il Poggiolino”, che all’amore del padre per un allevamento di qualità ha aggiunto il marketing e a breve aprirà uno spaccio dove poter acquistare i vari salumi della macchiaiola maremmana.

L’ultima arrivata in casa “Poggiolino” nasce dalla passione del proprietario, Bruno Tissi, per la regina delle tavole bolognesi: la mortadella.
Così alcuni mesi fa Tissi fa contattare il migliore artigiano delle mortadelle bolognesi, Silvio Scapin, da oltre quarant’anni patron di “Artigianquality” nel centro di Bologna e presidio slow food, e gli propone una nuova sfida: realizzare una mortadella dalle carni di macchiaiola maremmana.

È così che Montemurlo e Bologna si mettono insieme per dare vita ad un prodotto straordinario per gusto e qualità. Un prodotto di nicchia che per ora l’azienda agricola “Il Poggiolino” proporrà soltanto in alcuni periodi dell’anno ed in produzione limitata.

«Le carni di macchiaiola maremmana costituiscono un unicum, non esiste qualcosa di simile altrove, tanto che ho accettato volentieri la sfida che mi ha proposto Bruno Tissi.- spiega il “maestro della mortadella” Silvio Scapin– Il metodo di allevamento allo stato semi-brado, l’alimentazione con prodotti del sottobosco, frutta, verdura e i cereali prodotti dall’azienda agricola stessa migliorano il benessere dell’animale, rendendo le carni naturalmente saporite, così come lo erano un tempo e il risultato è una mortadella di grande consistenza, aroma e qualità».
Nulla a che vedere con le produzioni industriali. Per produrre la mortadella di macchiaiola maremmana Scapin ha utilizzato le parti più nobili dell’animale: prosciutto, parte della pancetta, gola e spalla denervata. Banditi gli additivi chimici e il pepe, mentre il sapore, oltre che dalla consistenza delle carni, viene dalle spezie naturali utilizzate e dosate con maestria: macis, cardamomo, coriandolo e noce moscata. Una produzione “lenta” che dura in media quattro o cinque giorni. La carne viene macinata e mescolata con le spezie selezionate. Sono, poi, aggiunti i lardelli di gola e il sale marino. Il composto viene insaccato in budelli naturali, legati a mano e poi fatti cuocere lentamente (cottura per assunzione) in particolari stufe per 24-28 ore. Così la carne ha tutto il tempo di far “esplodere” i propri aromi e profumi. Una mortadella tutta naturale, che, tra le altre qualità, ha anche quella di essere ben digeribile.

Le carni del “Poggiolino”, infatti, sono naturalmente buone: i suini neri sono allevati in un ambiente incontaminato all’interno dell’area protetta del Monteferrato ed hanno un dna al 100% toscano. Allevati fin dagli etruschi, i maiali di macchiaiola maremmana fino ad alcuni anni fa era considerati estinti. Il recupero della razza è iniziato nel 2005 con il ritrovamento di un nucleo di riproduttori alle pendici dell’ Amiata ed proseguito grazie al sostegno del progetto europeo Vagal con il patrocinio della Provincia di Grosseto ed alla collaborazione dell’Università di Firenze ed è così rincominciato l’allevato di questa razza antica. L’allevamento, la riproduzione, la produzione di carne e la trasformazione dei prodotti stagionati della “Macchiaiola maremmana” sono regolamentati da un rigoroso disciplinare per garantirne l’eccellenza, la qualità e la salubrità. In Toscana sono solo due le aziende che producono la macchiaiola maremmana, “Il Poggiolino Montemurlo” e un’azienda di Seggiano. Le carni di macchiaiola maremmana hanno una prevalenza di acidi grassi insaturi e di acidi grassi delle famiglie Omega 3 e omega 6.

Maggiori informazioni si possono trovare anche sul sito dell’azienda www.ilpoggiolino.net[:]

Prato: anche la Mortadella di Prato ottiene l’ IGP

[:it]mortadella_di_pratodi redazione – E così fanno 30! La Toscana sbanca ancora Bruxelles e ottiene il riconoscimento per uno dei prodotti meno noti ma più di successo della regione. perchè la mortadella non è solo Bologna!

“Ancora un importante riconoscimento per la qualità alimentare della Toscana. Con la Mortadella di Prato IGP la Toscana arriva a quota 30 riconoscimenti fra Dop e Igp.”
Questo il commento di Marco Remaschi, assessore all’agricoltura della Regione Toscana, nell’apprendere la notizia giunta da Bruxelles dell’iscizione della Mortadella di Prato fra le IGP, indicazioni di origine protetta della Toscana.
“L’Igp premia il lavoro svolto dai nostri produttori – continua Remaschi – e sarà un valore aggiunto per loro. Per i consumatori sarà un marchio di garanzia sulla qualità del prodotto e sarà un valido scudo contro le contraffazioni alimentari.”

Il procedimento per il riconoscimento dell’IGP alla Mortadella di Prato è stato avviato da 5 salumifici che hanno dato vita al Comitato per il riconoscimento della IGP.

In Italia la Mortadella di Prato riscuote successo, oltre che a Prato e Firenze, anche nel Nord Italia (Milano, Liguria, Emilia Romagna), nel Centro Italia con Roma e il Lazio, e in Sardegna.
Fuori dai confini nazionali questo salume è apprezzato particolarmente nel Regno Unito e in Belgio.
I consumatori possono trovarla in particolare nei negozi che vendono prodotti di qualità e, in piccole quantità, anche in alcuni marchi della grande distribuzione. E’ utilizzata e apprezzata per gli aperitivi e nel settore del catering.

La “Mortadella di Prato”, un prodotto di origine medievale, si caratterizza per la presenza di un liquore, l’alchermes, e per un’abbondante speziatura. Ai giorni nostri è apprezzata da grandi chef e personaggi della cultura, come Manuel Vasquez Montalban. E’ inserita nella guida gastronomica del Touring fin dal 1931, e valorizzata dall’Accademia Italiana della Cucina (1987) e da Slow Food che fin dal 2000 ne ha fatto un suo Presidi[:en]mortadella_di_pratodi redazione – E così fanno 30! La Toscana sbanca ancora Bruxelles e ottiene il riconoscimento per uno dei prodotti meno noti ma più di successo della regione. perchè la mortadella non è solo Bologna!

“Ancora un importante riconoscimento per la qualità alimentare della Toscana. Con la Mortadella di Prato IGP la Toscana arriva a quota 30 riconoscimenti fra Dop e Igp.”
Questo il commento di Marco Remaschi, assessore all’agricoltura della Regione Toscana, nell’apprendere la notizia giunta da Bruxelles dell’iscizione della Mortadella di Prato fra le IGP, indicazioni di origine protetta della Toscana.
“L’Igp premia il lavoro svolto dai nostri produttori – continua Remaschi – e sarà un valore aggiunto per loro. Per i consumatori sarà un marchio di garanzia sulla qualità del prodotto e sarà un valido scudo contro le contraffazioni alimentari.”

Il procedimento per il riconoscimento dell’IGP alla Mortadella di Prato è stato avviato da 5 salumifici che hanno dato vita al Comitato per il riconoscimento della IGP.

In Italia la Mortadella di Prato riscuote successo, oltre che a Prato e Firenze, anche nel Nord Italia (Milano, Liguria, Emilia Romagna), nel Centro Italia con Roma e il Lazio, e in Sardegna.
Fuori dai confini nazionali questo salume è apprezzato particolarmente nel Regno Unito e in Belgio.
I consumatori possono trovarla in particolare nei negozi che vendono prodotti di qualità e, in piccole quantità, anche in alcuni marchi della grande distribuzione. E’ utilizzata e apprezzata per gli aperitivi e nel settore del catering.

La “Mortadella di Prato”, un prodotto di origine medievale, si caratterizza per la presenza di un liquore, l’alchermes, e per un’abbondante speziatura. Ai giorni nostri è apprezzata da grandi chef e personaggi della cultura, come Manuel Vasquez Montalban. E’ inserita nella guida gastronomica del Touring fin dal 1931, e valorizzata dall’Accademia Italiana della Cucina (1987) e da Slow Food che fin dal 2000 ne ha fatto un suo Presidi

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