21 giugno 2023: dieci anni di Etna “Patrimonio dell’Umanità”

21 giugno 2023: dieci anni di Etna “Patrimonio dell’Umanità”

Un laboratorio naturale per gli studiosi di geologia e vulcanologia.
Un sito naturale eccezionale che offre una combinazione unica di bellezza paesaggistica, biodiversità e importanza geologica. L’Etna festeggia il 21 giugno un importante compleanno.
Sono infatti trascorsi dieci anni da quando l’Unesco ha inserito il Vulcano attivo più alto d’Europa nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità, con la seguente motivazione: “Uno dei più attivi vulcani iconici del mondo e uno straordinario esempio di processi geologici continui e formazioni vulcaniche. Questa eccezionale attività vulcanica è stata documentata da esseri umani per almeno 2700 anni ed è una delle più lunghe registrazioni documentate al mondo di vulcanismo storico. L’Etna con le sue caratteristiche geologiche è uno dei vulcani più complessi del mondo. Oggi l’Etna è uno dei vulcani del mondo meglio studiati e monitorati e continua a influenzare la vulcanologia, la geofisica e altre discipline di scienze della terra. La notorietà, l’importanza scientifica e culturale e il valore educativo sono di importanza globale”.


Una giornata di festa per “A Muntagna”

Per l’occasione, nel giorno del solstizio d’estate, il Museo dell’Etna (via Dietro Serra 6, Viagrande) – il più grande museo didattico sui vulcani presente in Italia, luogo di approfondimento e valorizzazione – in collaborazione con il Parco dell’Etna di Nicolosi, parteciperà all’evento dedicato alla ricorrenza del decennale del “World Heritage List”.
Un’intera giornata di festeggiamenti per celebrare “A Muntagna”: in mattinata presso la sede del Parco dellEtna al Monastero di San Nicolò “La Rena”, dove sarà possibile, nell’area espositiva al piano terra, osservare le immagini in diretta del vulcano, così come le informazioni sismiche provenienti dalla sede dell’INGV di Catania. Allo stesso modo sarà possibile osservare una presentazione dell’Osservatorio astrofisico di Serra La Nave di Catania in merito al telescopio Cherenkov. Inoltre saranno presenti prodotti eruttivi e pannelli esplicativi del vulcano Etna. Nel pomeriggio presso il Museo dellEtna a Viagrande si terrà la visita gratuita a tutti, e la premiazione dei migliori disegni, partecipanti al contest coordinato dall’associazione CEPES “L’Etna che vorrei”, realizzati dagli alunni di alcune scuole elementari della provincia etnea.
All’interno degli spazi del Museo dell’Etna, tra gigantografie, box interattivi, diorami e filmati spettacolari, si potranno apprezzare oltre cento disegni realizzati da piccoli disegnatori che hanno lanciato un messaggio forte e chiaro: “L’Etna è grande, rappresenta il nostro territorio e deve essere tutelata e protetta”.


Messaggio in linea con le idee di Ettore Barbagallo, ideatore e presidente del museo, che a dieci anni dal riconoscimento Unesco si dice sempre più convinto che lo sviluppo in chiave turistica del territorio etneo deve essere caratterizzato da modalità sostenibili e moderne. «L’Etna è uno dei vulcani più importanti del mondo e accoglie migliaia di visitatori ogni anno, rappresentando un vero e proprio brand del quale usufruiscono in tanti – ha affermato Ettore Barbagallo, presidente del Museo dell’Etna – bisogna avviare un percorso di educazione culturale, civica e ambientale, ma soprattutto investire sulla protezione e sulla prevenzione con risorse adeguate da parte delle istituzioni». «In questi dieci anni sull’Etna sono stati testati sia robot che strumenti che saranno spediti nelle prossime missioni sulla Luna e su Marte – ha affermato Salvo Caffo, dirigente vulcanologo del Parco dell’Etna – gran parte delle attività di ricerca vulcanologica del mondo si sviluppano alle Canarie alle Hawaii e sull’Etna. Abbiamo un bene di interesse mondiale che richiama turismo da tutto il mondo. È un luogo che nell’immaginario collettivo, un pò come accade con il Colosseo, ha un richiamo immenso».

Domani oltre al Museo dell’Etna sarà possibile anche visitare gratuitamente la Casa delle Farfalle adiacente al museo, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 16 alle 18,30. Per info tel 095 7890768.

Toscana: domenica al museo dagli Uffizi alle Ville Medicee e alle ville Napoleoniche

800px-Villa_La_Petraia_2di Nadia Fondelli – Domenica 7 settembre appuntamento mensile con l’iniziativa del Ministero dei beni culturali che permette l’ingresso gratuito nei luoghi della cultura. Da non perdere! “Domenica al Museo” questo il nome dell’iniziativa che apre gratuitamente le porte dei luoghi della cultura. Così come previsto dalla rivoluzione del piano tariffario voluto dal ministro Franceschini e degli orari d’apertura dei musei, ogni prima domenica del mese, oltre 430 tra musei, siti archeologici e monumenti in tutta Italia saranno accessibili senza dover pagare il biglietto. Nella nostra regione tantissimi i musei coinvolti. A Firenze ad esempio, si entrerà gratis alla Galleria degli Uffizi, al Giardino di Boboli, alle Cappelle Medicee, al Museo di San Marco, alla Galleria Palatina, ma anche al giardino della Villa di Castello, al Bargello, alla Chiesa di Orsanmichele e alla Galleria d’arte moderna. Porte aperte anche al Museo di Casa Vasari ad Arezzo, al Museo Archeologico di Chiusi, alla Pinacoteca Nazionale di Siena, alla Certosa Monumentali di Calci, all’Area archeologica di Vetulonia a Castiglione della Pescaia e e alle due residenze napoleoniche all’Isola d’Elba, la Palazzina dei Mulina e la Villa di San Martino. “Domenica al museo” è anche un’occasione da non perdere per visitare (gratuitamente) alcune tra le ville medicee, dichiarate recentemente dall’Unesco Patrimonio dell’umanità: la Villa della Petraia a Firenze, la Villa di Cerreto Guidi e la Villa di Poggio a Caiano. Per l’elenco completo dei luoghi della cultura aperti gratis in Toscana: http://www.beniculturali.it

Erano 72…Once there were 72…

Un simbolo nazionale. Una cittadina piccola, ma dal glorioso passato, situata sulla strada che da Firenze porta a Siena.
Un luogo visitato ogni anni da milioni di turisti. Un luogo che brilla di luce propria anche perché, ed ormai da alcuni anni, è catalogata dall’Unesco fra i patrimoni dell’umanità.
E’ San Gimignano con i suoi milli soprannomi ma tutti ispirati alla sua caratteristica: le torri. “La Manatthan del medioevo”, “la città delle cento torri” etc…
Un tempo erano veramente tante le torri; nel medioevo se ne contava ben 72, se pensate all’epoca è ben comprensibile la suggestione che la città evocasse. Oggi di quella San Gimignano resta solo l’opera pittorica con la raffigurazione del Santo che tiene fra le sue mani la città.
Ma parliano delle torri oggi visibili che sono molte meno… Ricordarle ed elencarle tutte (anche quelle che furono) è quasi impossibile, cercheremo di fare uno sforzo di memoria ed allora…
Partiamo con la prima e più importante che è la torre del Palazzo del Podestà detta “La Rognosa” che si trova in Piazza del Duomo dove simbolicamente guarda di fronte il Duomo, quasi come se i due poteri: quello amministrativo e quello religioso si fronteggiassero. Questa torre è la più importante perché, e così doveva essere per legge: nessuna torre privata poteva essere infatti più alta di questa pubblica.
Nella vicina Piazza delle Erbe, quasi adiacente alla Piazza del Duomo, sono le due Torri dei Salvucci e degli Ardinghelli. La storia di queste torri riporta alla memoria una delle pagine più cruente della storia della città, perchè esse appartenevano a due delle più potenti famiglie cittadine: una di parte ghibellina (i Salvucci) e l’altra di parte guelfa (gli Ardinghelli). Famiglie acerrime nemiche che si fronteggiarono per molto tempo. La costruzione di queste torri di uguale altezza, costituì un atto di sfida contro le disposizioni comunali, La cronaca del tempo racconta che, le potenti famiglie aggirarono il divieto facendo issare due torri di uguale altezza che, sovrapposte, avrebbero superato in altezza tutte le altre. La faida fra queste due famiglie si concluse nel 1257 con la sconfitta dei Salvucci costretti all’atto della sottoscrizione della propria sconfitta ad abbattere una delle torri ed ad impegnarsi per dieci anni a vestire di nero, e ai maschi di famiglia, a non radersi la barba.
Ma la costruzione delle torri non era però per tutti. Per poterle erigere bisognava infatti avere beni al sole e quarti di nobiltà in regola. L’erezione di una torre era infatti consentita solo a chi, di nobile famiglia, potesse anche vantare la proprietà di almeno una nave mercantile ancorata al porto di Pisa… Riprova questa fra l’altro, di come San Gimignano fosse un comune tipicamente mercantile.
Ma andiamo a menzionare altri torri che troverete nel centro cittadino: la Torre Cugnanesi anch’essa nei pressi del Duomo, la Torre dei Cortesi (oppure detta del Diavolo) poi oltre Piazza della Cisterna; Il Palazzo Tortoli (ora Treccani), le case Pazzi e Salvestrini (quest’utima attualmente albergo e già Ospedale degli Innocenti), la Torre dei Cortesi con l’omonimo palazzo; nella Via San Matteo la casa-torre dei Pesciolini, la Casa Baccinelli (riconoscibile dalle scodelle di maiolica in facciata); in via di Castello è invece la casa-torre dei Ceccarelli-Franzesi…,potremo seguire quasi all’infinito aggiungendo all’elenco anche i “soli” palazzi, ma credo che per una prima panoramica possa bastare….A national symbol. A small town but with a glorious past, on the road from Florence to Siena.
A place visited every year by millions of tourists. A place which sparkles in its own reflection, also because it’s been listed by UNESCO for several years now as one of the heritages of mankind.
It’s San Gimignano, with its thousand nicknames, all inspired by its distinguishing feature: the towers. “The Medieval Manhattan”, “ the city of a thousand towers” etc…
Once there really were a great number of towers; in the middle ages there were 72, it’s easy to imagine what sort of picture the city evoked at that time. Today only pictures of that San Gimignano remain, with the Saint holding the city in his hands.
But let’s speak of the towers that are visible today, far fewer…To remember and list them all (even those which have been destroyed) is almost impossible, we’ll try to really make an effort and set our minds to it, so…
Starting with the first and most important, the tower of the Palace of the Podestà known as “La Rognosa” situated in Piazza del Duomo where it symbolically faces the Duomo, almost as if those two great powers: the Church and the State were confronting each other. This tower is the most important because by law no private tower could be higher than this public tower.
In the nearby Piazza delle Erbe, almost adjacent to Piazza del Duomo, are the two towers, Torri dei Salvucci and Torre degli Ardinghelli. The history of these towers brings back to mind one of the cruellest pages of the city’s history since they belonged to two of the most powerful families of the city: one on the Ghibelline side (the Salvucci) and the other on the Guelf side (the Ardinghelli), they were sworn enemies who fought each other for a long time. The construction of these twin-towers, of equal height, was a challenge to the city laws. Chronicles of the period recount that the powerful families got around the city regulation by having two towers of equal height built which, if laid one on top of the other, would have been higher than all the others. The feud between these two families ended in 1257 with the defeat of the Salvucci forced at the moment of subscribing to their defeat to knock down one of the towers and dress in black for ten years, and, for the males of the family, not to shave.
But the construction of the towers was not for everyone. To be allowed to build them, one had to possess land and be of the right peerage. The erection of a tower was, in fact, only allowed to those who, from a noble family, could boast the ownership of at least one merchant-ship anchored at the port of Pisa… Proof, among other things, of how San Gimignano was a typically mercantile city.
But let’s mention two other towers which you’ll find in the town centre: the Cugnanesi Tower also near the Duomo and the Cortesi Tower (otherwise known as the Devil’s Tower) then beyond Piazza della Cisterna; Palazzo Tortoli (now Treccani), the Pazzi and Salvestrini houses (the latter now a hotel and previously Ospedale degli Innocenti), the Cortesi Tower with the palace of the same name; in Via San Matteo the Pesciolini house-tower and Casa Baccinelli (recognisable by the majolica dishes on the facade); in via di Castello is the Ceccarelli-Franzesi house-tower…,we could go on almost ad infinitum adding to the list, the palaces on their own , but I think this is probably enough for an initial glimpse….